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IGNORED

Le tirature esigue delle 50 e 100 lire 1936


Risposte migliori

Inviato (modificato)

Salve a tutti. Vorrei chiedere spiegazioni più dettagliate rispetto a quelle dei cataloghi riguardo l'emissione delle 50 lire del 1936 e delle 100 lire 1936 e 1937, di cui sono stati prodotti rispettivamente solo 790 e 812+249 esemplari, le tirature più basse di Vittorio Emanuele III. Si parla di privati, ma le tirature utilizzate per i privati nel 1923 per il "fascetto" ed il "fascione" le tirature furono di ben 20000 esemplari, e 5000 quelle della Vetta d'Italia, peraltro molto più pesante e costosa in intrinseco. Tali tirature così basse non appaiono spiegabili con una platea ridotta di interessati o di richieste (c'è davvero troppo scompenso rispetto alle precedenti emissioni) e fanno pensare ad una coniazione molto limitata per un pubblico già noto. Qualcuno mi ha parlato anche di "gerarchi" del Re cui offrirle in dono personale. Spero che chi disponga di maggiori informazioni possa farsi avanti.

Modificato da Mr. Coin

Inviato

Grazie. Quindi vorresti dire che, di contro, le 100 e 20 lire 1923 erano state pensate per circolare e solo successivamente dirottate al mercato dei privati collezionisti? Dico questo per trovare una giustificazione al passaggio, in soli 13 anni, da 20000 a soli circa 1000 esemplari per tipologia in oro. 


Supporter
Inviato
2 ore fa, Mr. Coin dice:

Grazie. Quindi vorresti dire che, di contro, le 100 e 20 lire 1923 erano state pensate per circolare e solo successivamente dirottate al mercato dei privati collezionisti? Dico questo per trovare una giustificazione al passaggio, in soli 13 anni, da 20000 a soli circa 1000 esemplari per tipologia in oro. 

Le 20 lire e le 100 Lire del 1923 sono state fatte coniare dal regime per propaganda, la prova è che nei famosi barili ci sono ancora 5000 pezzi del 100 lire.

Quindi non sono state coniate per la circolazione, altrimenti sarebbero andate tutte in circolazione o nelle varie collezioni.

Saluti Marfir


Inviato
20 ore fa, Burkhard dice:

Le 20 e 100 lire Fascione non erano assolutamente concepite per circolare. Avevano un valore intrinseco già superiore al facciale...

Infatti venivano vendute ai privati che ne facevano richiesta al prezzo di quattro volte il facciale, rispettivamente 80 e 400 lire. Basta questo per escludere qualsiasi entrata in circolazione, anche per errore. Chi le aveva acquistate sapeva bene cosa valevano, e non le avrebbe mai spese al facciale, al massimo vendute a peso.

A tale proposito, qualcuno sa se i prezzi di vendita di 80 e 400 lire corrispondevano più o meno al valore intrinseco dell'oro o, come avviene per le commemorative attuali in metallo nobile, erano ampiamente superiori non solo al valore facciale ma anche a quello intrinseco?

petronius :)


Inviato

Gran bella domanda, @petronius arbiter, che stimola la curiosità e la voglia di fare qualche ricerca.

Allora, come ben sai, il valore monetario dell'oro, fino al 1971, non aveva niente a che fare coi mercati, venendo fissato (in base a criteri che ancora non arrivo a capire, non essendo io un economista) in modo del tutto arbitrario.
Ad esempio, leggi questa nota (che non mi ricordo più dove ho trovato):

Il prezzo dell'oro è rimasto notevolmente stabile per lunghi periodi di tempo. Ad esempio, Isaac Newton, come maestro del Regno Unito Menta, ha fissato il prezzo dell'oro a L3.17s. 10d. per oncia troy nel 1717, e rimase effettivamente la stessa per due secoli, fino al 1914. L'unica eccezione è stato durante le guerre napoleoniche dal 1797 al 1821. Il prezzo ufficiale del governo USA oro ha cambiato solo quattro volte dal 1792 ad oggi. A partire da $ 19,75 per oncia troy, elevato a 20,67 $ nel 1834, e $ 35 in 1934. Nel 1972, il prezzo è stato portato a $ 38 e poi a $ 42,22 nel 1973. Un sistema di prezzi a due livelli è stato creato nel 1968, e il prezzo di mercato per l'oro è stato libero di fluttuare da allora.

 

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Dalla curva qui riportata (e dal dettaglio ingrandito), si può vedere come l'oro, nel 1928, fosse quotato a 20.67 $/oncia.
Tramite le tabelle di rivalutazione gentilmente offerte dalla rete, si arriva a scoprire che, nel 1928, ci volevano ca. 19 Lire per fare un dollaro; a questo punto il conto è subito fatto:


il 20 lire contenva 72.8 Lire di oro,
il 100 lire conteneva 366 lire di oro.


Se non ho sbagliato i conti, e se le informazioni fornite dalla rete sono veritiere, allora si può desumere che, nel 1928, l'IPZS d'allora aveva la mano più delicata di oggi nel fare la cresta.

salve.

 

 

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  • Grazie 3

Inviato

Grazie per la interessante precisazione. Cerco però di chiarire la mia domanda: so che le 20 e 1000 lire fascione non hanno circolato, ma sono state vendute ai privati. Però, perché 13 anni dopo, quando vennero coniate le 50 e 100 lire oro Impero, le tirature furono estremamente più esigue? Va bene che senz'altro 20000 esemplari per tipo erano troppi e una parte significativa della tiratura è rimasta invenduta, ma passare da 20000 a 790 mi sembra francamente portarsi ad un altro estremo. Possibile che l'interesse collezionistico si fosse così diradato?


Supporter
Inviato
18 ore fa, Mr. Coin dice:

Grazie per la interessante precisazione. Cerco però di chiarire la mia domanda: so che le 20 e 1000 lire fascione non hanno circolato, ma sono state vendute ai privati. Però, perché 13 anni dopo, quando vennero coniate le 50 e 100 lire oro Impero, le tirature furono estremamente più esigue? Va bene che senz'altro 20000 esemplari per tipo erano troppi e una parte significativa della tiratura è rimasta invenduta, ma passare da 20000 a 790 mi sembra francamente portarsi ad un altro estremo. Possibile che l'interesse collezionistico si fosse così diradato?

A mio parere le tirature delle 20 e 100 lire fascione sono state alte perchè il regime ha stabilito una quantità di 20.000 pezzi, tutto qui, e non in base a richieste di privati.

La prova a mio parere è che nei famosi barili sono presenti 5.000 fascioni.

Saluti Marfir

  • Grazie 1

Inviato
5 ore fa, Marfir dice:

A mio parere le tirature delle 20 e 100 lire fascione sono state alte perchè il regime ha stabilito una quantità di 20.000 pezzi, tutto qui, e non in base a richieste di privati.

La prova a mio parere è che nei famosi barili sono presenti 5.000 fascioni.

Saluti Marfir

Certo che sono state coniate senza le richieste preventive dei privati, ma una stima approssimativa avranno pure dovuto farla per decidere una tiratura, o no? Sicuramente questa è stata troppo ottimistica e difatti una buona parte è rimasta invenduta. Ma 5000 fascioni invenduti significa anche 15000 venduti. Possibile che 13 anni dopo, per monete ben meno costose dato il peso molto inferiore, le richieste siano state così esigue? La cosa non mi sembra logica. 


Inviato

La tiratura delle monete del 1923 è stabilita dall'art. 2 del Regio Decreto 2267 del 21 ottobre 1923. 

"Art. 2. E' autorizzata la coniazione e la emissione di tali monete per l'ammontare di L. 2,000,000 nel taglio di L. 100 (20,000 pezzi) e di L. 400,000 nel taglio di L. 20 (20,000 pezzi)".

Nel Regio Decreto del 3 settembre 1936, n. 2510 che autorizza l'emissione di monete d'oro celebrative della costituzione dell'Impero, invece, non viene fatta menzione della tiratura delle stesse.

In ogni caso il D'Incerti sottolinea in un articolo apparso nel Gazzettino Numismatico del 1973, n. 3 (Rare, preziose monete di VIttorio Emanuele III) come la possibilità di coniazione per privati di monete d'oro e d'argento fosse prevista già dalla legge fondamentale del 1862. 


Inviato

Sì, so che era possibile fin dalla coatituzione del Regno d'Italia, e che era la tipologia ad essere aggiornata con il passare degli anni. Resta però da spiegare l'esiguità della coniazione degli ori "Impero": forse che in realtà anche il fascetto e il fascione, nonostante la tiratura di 20000 esemplari, furono un clamoroso flop?


Inviato
9 minuti fa, Mr. Coin dice:

Sì, so che era possibile fin dalla coatituzione del Regno d'Italia, e che era la tipologia ad essere aggiornata con il passare degli anni. Resta però da spiegare l'esiguità della coniazione degli ori "Impero": forse che in realtà anche il fascetto e il fascione, nonostante la tiratura di 20000 esemplari, furono un clamoroso flop?

Forse sono nate su basi diverse. Le coniazioni del 1923 avevano valenza propagandistico-celebrativa e lo stato voleva "spingerne" la vendita al maggior numero possibile di utenti, che fossero o meno interessati alla numismatica (alla fine il valore non si discostava troppo da quello dell'oro). Evidentemente 15 anni dopo questo obiettivo non era più necessario, dal momento che la celebrazione del potere passava attraverso canali differenti (una società ormai strutturata sull'ordine fascista, radio, cinegiornali, ecc.). Le monete dunque sono state prodotte solo e unicamente su richiesta degli appassionati numismatici.

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Inviato

Grazie. Mi stupiscono, però, le tirature così ridotte, sebbene forse, paragonate con quelle delle loro omologhe di oggi, non saranno neanche poi così assurde. Non credo comunque che all'epoca gli acquirenti conoscessero con precisione la tiratura così contenuta degli esemplari che stavano comprando e, comunque, quanto fosse straordinario l'investimento che stavano realizzando. Se fosse stato così, immagino che ne avrebbero richieste ben di più.


Inviato
51 minuti fa, Mr. Coin dice:

Non credo comunque che...gli acquirenti conoscessero...quanto fosse straordinario l'investimento che stavano realizzando. Se fosse stato così, immagino che ne avrebbero richieste ben di più.

Ma in quel caso, forse, l'investimento non sarebbe stato più così straordinario, perché una maggiore richiesta avrebbe potuto significare la coniazione di un maggior numero di monete, e allora, maggior numero di monete = minore rarità = minor valore.

Dico questo perché, riallacciandomi a quando scritto sopra sulla mancata indicazione di una tiratura nei decreti di emissione, a al fatto che i privati potessero richiedere di farsi coniare appositamente le monete, forse è successo proprio questo. La tiratura di soli 790 esemplari si spiegherebbe semplicemente col fatto che solo 790 persone (probabilmente qualcuna in meno, la zecca ne avrà comunque coniate un po' per se) ne hanno fatto riichiesta.

E il fatto che a richiederle siano stati così pochi, si potrebbe spiegare ancora una volta con motivazioni storico-politiche. Il 1936 era l'anno delle "inique sanzioni " (decretate alla fine del 1935) e dell' "oro alla patria". Il bravo fascista, anche se collezionista, probabilmente preferiva donare lui l'oro alla patria, piuttosto che il contrario, cosa che oltretutto, se si fosse risaputa, non sarebbe stata affatto ben vista. Non tanto dal regime, che in fondo avrebbe pur sempre potuto proibire questa possibilità, quanto dall'ambiente sociale in cui l'eventuale acquirente doveva pur continuare a vivere.

E' solo un'ipotesi, per quanto mi riguarda priva di riscontri oggettivi, prendetela così com'è :rolleyes:

petronius :)


Inviato (modificato)
6 ore fa, petronius arbiter dice:

Ma in quel caso, forse, l'investimento non sarebbe stato più così straordinario, perché una maggiore richiesta avrebbe potuto significare la coniazione di un maggior numero di monete, e allora, maggior numero di monete = minore rarità = minor valore.

Dico questo perché, riallacciandomi a quando scritto sopra sulla mancata indicazione di una tiratura nei decreti di emissione, a al fatto che i privati potessero richiedere di farsi coniare appositamente le monete, forse è successo proprio questo. La tiratura di soli 790 esemplari si spiegherebbe semplicemente col fatto che solo 790 persone (probabilmente qualcuna in meno, la zecca ne avrà comunque coniate un po' per se) ne hanno fatto riichiesta.

E il fatto che a richiederle siano stati così pochi, si potrebbe spiegare ancora una volta con motivazioni storico-politiche. Il 1936 era l'anno delle "inique sanzioni " (decretate alla fine del 1935) e dell' "oro alla patria". Il bravo fascista, anche se collezionista, probabilmente preferiva donare lui l'oro alla patria, piuttosto che il contrario, cosa che oltretutto, se si fosse risaputa, non sarebbe stata affatto ben vista. Non tanto dal regime, che in fondo avrebbe pur sempre potuto proibire questa possibilità, quanto dall'ambiente sociale in cui l'eventuale acquirente doveva pur continuare a vivere.

E' solo un'ipotesi, per quanto mi riguarda priva di riscontri oggettivi, prendetela così com'è :rolleyes:

petronius :)

Ipotesi più che plausibile ... a mio parere ...

Inoltre nel 22'-23' si usciva da una Guerra in fin dei conti vittoriosa mentre nel 36' già c'erano i primi segni di una guerra futura (riarmo tedesco, atteggiamento stolto di Francia e Inghilterra verso l'Italia, ecc.)

Modificato da viganò

Inviato

Aggiungo che, secondo me, una larga parte degli acquirenti del fascione (e del fascetto) nel 1923, non erano collezionisti, ma persone che acquistarono le monete per quel che esse rappresentavano. Non si può negare che siano, tra le monete del ventennio, quelle che più di ogni altra simboleggiano il regime, ed ecco allora che in molti questo avrebbe fatto scattare la molla per l'acquisto. Acquisto che, oltretutto, era anche conveniente: se i conti di @cabanes sono esatti, e non ho motivo di dubitarne, vuol dire che le monete furono vendute con un soprapprezzo di appena il 10% sul loro valore intrinseco, sovrapprezzo necessario e sufficiente per coprire i costi di produzione e distribuzione, ma nulla più...a venderle a meno la zecca ci avrebbe rimesso.

Per tutti costoro o quasi, il fascione fu probabilmente la prima e l'ultima moneta da collezione acquistata. L'appeal del Littore nei confronti dei non collezionisti, era molto minore. Già il tema non era riconducibile in maniera così immediata al fascismo, poi la moneta era molto più piccola, e sappiamo che le monete, più sono grandi più esercitano fascino, soprattutto nei confronti dei non "addetti ai lavori".

petronius

  • Mi piace 1

Inviato

Tutte riflessioni condivisibili, grazie. Tuttavia non credo che le monete da richiedere venissero coniate pochi esemplari per volta in base alle richieste, ma più verosimilmente in un contingente predeterminato con cui soddisfare i primi ordini, per poi eventualmente procedere ad ulteriori coniazioni, necessità che sembra proprio non essersi verificata, e magari neanche tutti sono stati richiesti, lasciando esemplari invenduti. Quello che appare è che non sembra siano state prese per investimento e speculazione, dato che quelle tirature sembrano appena sufficienti ad accontentare i collezionisti, cui bastava un solo esemplare. A questo punto però mi sorge spontaneo chiedere se anche lo scudo e la 50 lire del Cinquantenario vennero coniate in contingenti generosi predeterminati proprio perché pensate per un pubblico più ampio.


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