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Monete suoi millesimi e Avvenimenti


Litra68

Risposte migliori

1 ora fa, savoiardo dice:

Grazie @giuseppe ballauri del tuo intervento!

Gran personaggio Margherita, ha saputo destreggiarsi in un'epoca difficile e con poche opportunità...

Aggiungo l'immagine delle mie uniche due monete di Gabriele, interessanti perché fra le ultime coniate nel marchesato Saluzzese ed il grosso non presenta la contromarca presente quasi sempre su queste monete..

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Caspita che conservazione complimenti.

Saluti 

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Complimenti savoiardo! Due monete stupende. Ho letto la tua discussione di qualche anno fa Gabriele di Saluzzo  e consiglio a tutti di leggerla. Mi piacerebbe sapere qualcosa sulle contromarche apposte su queste monete ( dai Savoia ma anche da Firenze ). Voleva dire che la moneta era "buona" e poteva circolare anche nei loro territori, oppure era solo una specie di "ostentazione" per il fatto che il Marchesato di Saluzzo era stato conquistato ?

Ciao e mi raccomando... dal tuo ducato Sabaudo non allargarti troppo, se no devo cominciare a fortificare le mie Terre ! ?

 

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Supporter

Visto che hai parlato di quella discussione ne aggiungo il link per comodità, se qualcuno fosse interessato è più semplice accedervi

Le contromarche sulle monete di Gabriele sono diverse, dovrei rifare una ricerca per ricordarmi quali sono state rintracciate.

 A parer mio sono state impresse per rendere valida una monetazione che circolava ancora ma senza più una autorità che ne garantisse la genuinità.. 

Deposto e morto Gabriele i suoi territori sono passati alla Francia, ma le monete, anche se non più battute in zecca, continuavano a circolare, non so dove, probabilmente proprio nelle zecche dei territori vicini, venivano poi garantite con l'apporto di una contromarca, più semplice e veloce piuttosto che ritirarle, fonderle e riconiarle.. oltretutto le monete di Carmagnola erano monete "buone" ed accettate in tutto il nord-ovest e da Genova alla Savoia.

Aggiungo... nella vecchia discussione la moneta con la contromarca grigliata per me è francese e non fiorentina..

Modificato da savoiardo
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Buonasera a tutti, stasera posto una bellissima moneta, sinceramente non ho verificato se abbiamo già trattato questo millesimo, ma desidero postarla perché è il frutto della pesca in Ciotola fatta oggi al Convegno a Capua, inoltre ho avuto un compagno di pesca speciale, @Salvatore Esposito abbiamo trascorso  insieme gran parte della mattinata, a discutere di monete, delle gratificazioni che si riescono ad avere a volte anche spendendo pochi spiccioli.

Vittorio Amedeo 20 Soldi 1795 Vediamo cosa altro succedeva in Italia e nel mondo. Notizie Fonte Web, la moneta è nuova arrivata Collezione Litra68. 

Trattato di San Lorenzo / Trattato di Pinckney, 1795
I negoziatori spagnoli e statunitensi conclusero il Trattato di San Lorenzo, noto anche come Trattato di Pinckney, il 27 ottobre 1795. Il trattato costituì un importante successo diplomatico per gli Stati Uniti. Ha risolto le controversie territoriali tra i due paesi e ha concesso alle navi americane il diritto alla libera navigazione del fiume Mississippi e al trasporto esente da dazio attraverso il porto di New Orleans, poi sotto il controllo spagnolo.
Prima del trattato, i confini occidentali e meridionali degli Stati Uniti erano stati una fonte di tensione tra Spagna e Stati Uniti. Il confine americano si estese al fiume Mississippi, ma il suo tratto meridionale rimase nel territorio spagnolo e funzionari spagnoli, riluttanti a incoraggiare il commercio e gli insediamenti statunitensi in una zona di frontiera strategica, mantennero il fiume Mississippi chiuso alle navi americane. Inoltre, sia la Spagna che gli Stati Uniti hanno rivendicato parti degli attuali stati dell'Alabama e del Mississippi, e precedenti negoziati per risolvere le controversie territoriali si erano interrotti in modo inconcludente. Il governo spagnolo ha mantenuto diversi forti nei territori contesi, e potrebbe anche contare sulla resistenza indigena ai tentativi statunitensi di sorvegliare o invadere le terre dei nativi americani. I cittadini statunitensi degli stati del sud e delle aree di frontiera hanno trovato restrittive le politiche spagnole e hanno voluto che il governo degli Stati Uniti rinegozziasse le sue posizioni.

Prima del 1789, la politica spagnola si era concentrata sul limitare al minimo il commercio e gli insediamenti americani nelle aree di frontiera, e quindi né i funzionari coloniali spagnoli né i politici a Madrid erano interessati a concedere le concessioni che i negoziatori statunitensi avevano tentato di ottenere in precedenza. Tuttavia, gli interessi spagnoli cambiarono durante le guerre della Rivoluzione francese. La Spagna si unì alle altre monarchie europee in guerra contro la Francia nel 1793, ma nel 1794 le forze spagnole subirono sconfitte nei Caraibi e in Europa. Il re spagnolo Carlo IV, non interessato alla gestione degli affari politici, aveva precedentemente affidato responsabilità politiche e diplomatiche al suo primo ministro, Manuel de Godoy. Godoy cercò di estrarre la Spagna dalla sua alleanza con il suo nemico tradizionale della Gran Bretagna e di ristabilire la pace con la Francia. La politica di Godoy non era priva di rischi, poiché l'antagonismo degli inglesi avrebbe messo a rischio le colonie spagnole nelle Americhe.

Mentre i diplomatici spagnoli cercavano di spostare le alleanze spagnole, il diplomatico americano John Jay arrivò a Londra per negoziare un trattato con la Gran Bretagna. Funzionari spagnoli temevano che i negoziati di Jay avrebbero comportato un'alleanza anglo-americana e un'invasione dei possedimenti spagnoli nel Nord America. Sentendo la necessità di un riavvicinamento, Godoy inviò una richiesta al governo degli Stati Uniti per un rappresentante abilitato a negoziare un nuovo trattato. Il presidente George Washington scelse il caroliniano del sud Thomas Pinckney, che era stato ministro degli Stati Uniti in Gran Bretagna.

Pinckney arrivò in Spagna nel giugno del 1795 e i negoziati procedettero rapidamente. La posizione politica e militare della Spagna si era indebolita sotto le sue sconfitte e le spese di guerra, mentre la crescita della popolazione nel Kentucky e nel Tennessee, unita alla carenza di navi europee per sostenere gli scambi con la Louisiana, ha reso i funzionari spagnoli suscettibili di un cambiamento nelle politiche commerciali spagnole restrittive. Godoy si offrì di accettare il 31 ° parallelo come confine USA-Florida, nonché il diritto alla libera navigazione del Mississippi, che gli americani a ovest degli Appalachi sostenevano con entusiasmo. In cambio, Godoy ha chiesto agli Stati Uniti di impegnarsi in un'alleanza con la Spagna.

Pinckney respinse l'alleanza e, dopo ulteriori consultazioni, Godoy fornì la stessa offerta senza la necessità dell'alleanza. Tuttavia, i negoziati arrivarono a un punto morto mentre gli spagnoli continuavano a insistere sul loro diritto di imporre dazi per le merci che passavano per New Orleans, tenuta in Spagna. Pinckney minacciò di andarsene senza firmare un trattato a meno che gli spagnoli non abbandonassero i dazi sul commercio americano passando per New Orleans. Il giorno successivo, Godoy accettò le richieste di Pinckney e i due negoziatori firmarono il trattato il 27 ottobre 1795. Il trattato finale annullò anche le garanzie spagnole di supporto militare che i funzionari coloniali avevano fornito ai nativi americani nelle regioni contese,

Il trattato di San Lorenzo consentì e incoraggiò i coloni americani a continuare l'espansione verso ovest e rese le aree di frontiera più attraenti e redditizie. Di conseguenza, era popolare tra il pubblico americano, specialmente in Occidente e nel Sud. Dal momento che Thomas Pinckney era associato al Partito Federalista, il trattato serviva a rafforzare i Federalisti al di fuori della loro roccaforte del New England e dare al partito una base più forte in aree dove era tradizionalmente debole. Diplomaticamente, il trattato ha segnato un rovescio delle politiche spagnole che hanno cercato di mantenere una forte regione cuscinetto nel Nord America. 

 

La battaglia di Genova, il primo vero scontro navale della storia, si disputa all’inizio del decennio delle guerre napoleoniche. Nel marzo 1795 i Francesi riorganizzano la flotta mediterranea, semidistrutta a Tolone dagli Inglesi nel 1793 e salpano per riconquistare la Corsica occupata dagli Inglesi con 15 vascelli, 7 fregate e 15 corvette. Gli Inglesi, ormeggiati a Livorno, levano le ancore e dopo quattro giorni di caccia avvistano la flotta francese.

La fregata Incostant e l’Agamemnon guidata dall’ammiraglio Nelson incrociano il vascello da 80 cannoni Ca Ira e fanno fuoco. Ma lo scontro tra le due flotte avverrà solo il giorno successivo. I francesi rallentati dalla bonaccia sono a 21 miglia da Genova mentre la Ca Ira, si trova al largo di Capo Noli, bersaglio facile per gli Inglesi che portarono l’attacco prima con la Captain e la Bedford e poi con la Illustrius e la Corageux. Dopo circa 5 ore di furioso combattimento la flotta francese si allontana abbandonando le proprie unità: il 74 cannoni Censeur gravemente danneggiato viene dato alle fiamme dagli Inglesi mentre l’80 cannoni Ca Ira ridotta a un pontone perde buona parte dell’equipaggio (rimangono uccisi 600 uomini) e viene catturata.

P. s

Dimenticavo, ha un bel taglio a treccia. 

 

Sono sicuro che piacerà anche a @giuseppe ballauri e 

@savoiardo

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Modificato da Litra68
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10 minuti fa, Litra68 dice:

Buonasera a tutti, stasera posto una bellissima moneta, sinceramente non ho verificato se abbiamo già trattato questo millesimo, ma desidero postarla perché è il frutto della pesca in Ciotola fatta oggi al Convegno a Capua, inoltre ho avuto un compagno di pesca speciale, @Salvatore Esposito abbiamo trascorso  insieme gran parte della mattinata, a discutere di monete, delle gratificazioni che si riescono ad avere a volte anche spendendo pochi spiccioli.

Vittorio Amedeo 20 Soldi 1795 Vediamo cosa altro succedeva in Italia e nel mondo. Notizie Fonte Web, la moneta è nuova arrivata Collezione Litra68. 

Trattato di San Lorenzo / Trattato di Pinckney, 1795
I negoziatori spagnoli e statunitensi conclusero il Trattato di San Lorenzo, noto anche come Trattato di Pinckney, il 27 ottobre 1795. Il trattato costituì un importante successo diplomatico per gli Stati Uniti. Ha risolto le controversie territoriali tra i due paesi e ha concesso alle navi americane il diritto alla libera navigazione del fiume Mississippi e al trasporto esente da dazio attraverso il porto di New Orleans, poi sotto il controllo spagnolo.
Prima del trattato, i confini occidentali e meridionali degli Stati Uniti erano stati una fonte di tensione tra Spagna e Stati Uniti. Il confine americano si estese al fiume Mississippi, ma il suo tratto meridionale rimase nel territorio spagnolo e funzionari spagnoli, riluttanti a incoraggiare il commercio e gli insediamenti statunitensi in una zona di frontiera strategica, mantennero il fiume Mississippi chiuso alle navi americane. Inoltre, sia la Spagna che gli Stati Uniti hanno rivendicato parti degli attuali stati dell'Alabama e del Mississippi, e precedenti negoziati per risolvere le controversie territoriali si erano interrotti in modo inconcludente. Il governo spagnolo ha mantenuto diversi forti nei territori contesi, e potrebbe anche contare sulla resistenza indigena ai tentativi statunitensi di sorvegliare o invadere le terre dei nativi americani. I cittadini statunitensi degli stati del sud e delle aree di frontiera hanno trovato restrittive le politiche spagnole e hanno voluto che il governo degli Stati Uniti rinegozziasse le sue posizioni.

Prima del 1789, la politica spagnola si era concentrata sul limitare al minimo il commercio e gli insediamenti americani nelle aree di frontiera, e quindi né i funzionari coloniali spagnoli né i politici a Madrid erano interessati a concedere le concessioni che i negoziatori statunitensi avevano tentato di ottenere in precedenza. Tuttavia, gli interessi spagnoli cambiarono durante le guerre della Rivoluzione francese. La Spagna si unì alle altre monarchie europee in guerra contro la Francia nel 1793, ma nel 1794 le forze spagnole subirono sconfitte nei Caraibi e in Europa. Il re spagnolo Carlo IV, non interessato alla gestione degli affari politici, aveva precedentemente affidato responsabilità politiche e diplomatiche al suo primo ministro, Manuel de Godoy. Godoy cercò di estrarre la Spagna dalla sua alleanza con il suo nemico tradizionale della Gran Bretagna e di ristabilire la pace con la Francia. La politica di Godoy non era priva di rischi, poiché l'antagonismo degli inglesi avrebbe messo a rischio le colonie spagnole nelle Americhe.

Mentre i diplomatici spagnoli cercavano di spostare le alleanze spagnole, il diplomatico americano John Jay arrivò a Londra per negoziare un trattato con la Gran Bretagna. Funzionari spagnoli temevano che i negoziati di Jay avrebbero comportato un'alleanza anglo-americana e un'invasione dei possedimenti spagnoli nel Nord America. Sentendo la necessità di un riavvicinamento, Godoy inviò una richiesta al governo degli Stati Uniti per un rappresentante abilitato a negoziare un nuovo trattato. Il presidente George Washington scelse il caroliniano del sud Thomas Pinckney, che era stato ministro degli Stati Uniti in Gran Bretagna.

Pinckney arrivò in Spagna nel giugno del 1795 e i negoziati procedettero rapidamente. La posizione politica e militare della Spagna si era indebolita sotto le sue sconfitte e le spese di guerra, mentre la crescita della popolazione nel Kentucky e nel Tennessee, unita alla carenza di navi europee per sostenere gli scambi con la Louisiana, ha reso i funzionari spagnoli suscettibili di un cambiamento nelle politiche commerciali spagnole restrittive. Godoy si offrì di accettare il 31 ° parallelo come confine USA-Florida, nonché il diritto alla libera navigazione del Mississippi, che gli americani a ovest degli Appalachi sostenevano con entusiasmo. In cambio, Godoy ha chiesto agli Stati Uniti di impegnarsi in un'alleanza con la Spagna.

Pinckney respinse l'alleanza e, dopo ulteriori consultazioni, Godoy fornì la stessa offerta senza la necessità dell'alleanza. Tuttavia, i negoziati arrivarono a un punto morto mentre gli spagnoli continuavano a insistere sul loro diritto di imporre dazi per le merci che passavano per New Orleans, tenuta in Spagna. Pinckney minacciò di andarsene senza firmare un trattato a meno che gli spagnoli non abbandonassero i dazi sul commercio americano passando per New Orleans. Il giorno successivo, Godoy accettò le richieste di Pinckney e i due negoziatori firmarono il trattato il 27 ottobre 1795. Il trattato finale annullò anche le garanzie spagnole di supporto militare che i funzionari coloniali avevano fornito ai nativi americani nelle regioni contese,

Il trattato di San Lorenzo consentì e incoraggiò i coloni americani a continuare l'espansione verso ovest e rese le aree di frontiera più attraenti e redditizie. Di conseguenza, era popolare tra il pubblico americano, specialmente in Occidente e nel Sud. Dal momento che Thomas Pinckney era associato al Partito Federalista, il trattato serviva a rafforzare i Federalisti al di fuori della loro roccaforte del New England e dare al partito una base più forte in aree dove era tradizionalmente debole. Diplomaticamente, il trattato ha segnato un rovescio delle politiche spagnole che hanno cercato di mantenere una forte regione cuscinetto nel Nord America. 

 

La battaglia di Genova, il primo vero scontro navale della storia, si disputa all’inizio del decennio delle guerre napoleoniche. Nel marzo 1795 i Francesi riorganizzano la flotta mediterranea, semidistrutta a Tolone dagli Inglesi nel 1793 e salpano per riconquistare la Corsica occupata dagli Inglesi con 15 vascelli, 7 fregate e 15 corvette. Gli Inglesi, ormeggiati a Livorno, levano le ancore e dopo quattro giorni di caccia avvistano la flotta francese.

La fregata Incostant e l’Agamemnon guidata dall’ammiraglio Nelson incrociano il vascello da 80 cannoni Ca Ira e fanno fuoco. Ma lo scontro tra le due flotte avverrà solo il giorno successivo. I francesi rallentati dalla bonaccia sono a 21 miglia da Genova mentre la Ca Ira, si trova al largo di Capo Noli, bersaglio facile per gli Inglesi che portarono l’attacco prima con la Captain e la Bedford e poi con la Illustrius e la Corageux. Dopo circa 5 ore di furioso combattimento la flotta francese si allontana abbandonando le proprie unità: il 74 cannoni Censeur gravemente danneggiato viene dato alle fiamme dagli Inglesi mentre l’80 cannoni Ca Ira ridotta a un pontone perde buona parte dell’equipaggio (rimangono uccisi 600 uomini) e viene catturata.

 

Sono sicuro che piacerà anche a @giuseppe ballauri e 

@savoiardo

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Caspita hai fatto un articolo meravigliosa esposizione e contestualizzazione della moneta complimenti.

Saluti 

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Una buona pesca nella ciotola! Le monete di Vitt. Amedeo III risentono ancora di tecniche di coniazione di vecchio tipo, quindi hanno poco rilievo ed essendo monete che circolavano presso il popolo, si usuravano molto in fretta. In particolare questa da 20 soldi, quelle da 10 e 7,6 soldi erano coniate in mistura con basso titolo d'argento ( 29%) e probabilmente venivano sottoposte ad argentatura superficiale ( chiedo conferma a savoiardo) cosicchè, le poche che trovi in alta conservazione, possono sembrare d'argento. 

Ottime come sempre le note storiche.

Ciao

 

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Supporter

Sono stato chiamato in causa, quindi intervengo..

1795, l'anno successivo Vittorio Amedeo III morì a Moncalieri.

Le mutte hanno un bel carico di storia da raccontare... venivano chiamate mutte le monete da 20 soldi perché erano "Mute" rispetto al suono cristallino che aveva una moneta d'argento buttata su di un tavolo, ovvio, il loro valore intrinseco era di 2/5 quello dichiarato, 8 denari e non 20!

Le ultime lire di Carlo Emanuele III avevano una bontà di 11 denari mentre queste 3.12 ed un peso minore.

Tanta storia e tante mani, queste monete circolarono per 7 decenni quando già l'Italia era regno! Voglio portarvi ad immaginare queste monete coniate in soldi che circolano assieme ai centesimi di Vittorio Emanuele II, dopo che sono passate già monete dei tre figli Carlo Emanuele IV, Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, il potere è passato al ramo cadetto con Carlo Alberto e poi il primo Re d'Italia Sabaudo... sono monete comuni, ma la loro storia non è per niente comune, la data di coniazione è 1795, ma questa moneta è legata a più di mezzo secolo di fatti e di avvenimenti che hanno rivoluzionato il vecchio mondo.. e come ci ha raccontato @Litra68 anche il nuovo mondo...

 

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Buongiorno Fratelli Lamonetiani, oggi posto  una moneta  della Repubblica di San Marino Lire 1000 bimetallica anno 1997, ne ho conservate una decina, perché mi piacevano e soprattutto , ed è l'avvenimento più importante per me, nasceva mia Figlia Flavia, che è una promettente futura Numismatica, al momento laureanda. ? 

Tra gli avvenimenti del 1997 riporto le notizie che ho selezionato, sempre da fonte web. Ricordo Madre Teresa di Calcutta, Lady Diana, Yves Cousteau e una Attrice della quale avevo rimosso l'esistenza ma che mi fa piacere ricordare, Ave Ninchi. Purtroppo anche il Terremoto che colpi Umbria e Marche proprio il 26 settembre di 22 anni fa. 

Per Lady Diana Riporto solo che è l'anno in cui ci ha tragicamente lasciati. 

Buona lettura e Saluti

Alberto 

Madre Teresa di Calcutta: Nata a Skopje, capitale della Macedonia, è stata una religiosa albanese, di fede cattolica, impegnata in favore dei poveri e degli infermi dell'India. Per l'attività missionaria prestata, durante tutta la sua vita, a Calcutta, divenne nota come Madre Teresa di Calcutta, in luogo del vero nome Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu.

L'opera di soccorso portata avanti con la congregazione religiosa delle Missionarie della Carità, da lei fondata, le fece meritare il Nobel per la Pace nel 1979. Scomparsa a settembre del 1997, venne proclamata nel 2003 "beata" da papa Giovanni Paolo II e, nel settembre 2016, santa da papa Francesco.

Nonostante l'alta considerazione di cui godeva nella sfera religiosa e da parte di numerosi capi di Stato e personalità internazionali, sul suo operato sono state avanzate pesanti critiche da parte del giornalista britannico Christopher Hitchens e di altri giornalisti e studiosi.    

Jacques-Yves Cousteau: Tutta la sua esistenza è trascorsa all'insegna dell'avventura e dell'esplorazione di nuovi mondi, in primis delle profondità degli oceani, portati a conoscenza del mondo grazie all'indiscussa abilità dietro la macchina da presa.

Nato a Saint-André-de-Cubzac, nel sud-ovest della Francia, e morto a Parigi nel giugno del 1997, fu un innovatore delle tecniche d'immersione, introducendo un modello di occhiale subacqueo, progenitore delle moderne maschere, il primo tipo di equipaggiamento per le immersioni sottomarine, le tecniche per lo sminamento dei porti francesi e per l'esplorazione dei relitti e una macchina fotografica subacquea, in seguito brevettata dalla Nikon.

Con il Calypso, un vecchio cacciamine da lui trasformato in nave da ricerca e base di supporto per missioni oceanografiche, esplorò i tratti marini più affascinanti del pianeta, compresi alcuni fiumi. Nel 1956, con "Il mondo del silenzio" (tra i primi documentari marini a colori), nome traslato dal suo primo libro, vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes e l'Oscar come "miglior documentario".

Conquistò l'ambita statuetta altre due volte, nel 1960 e nel 1964, rispettivamente con un cortometraggio e un altro documentario. La sua preziosa eredità di studi, ricerche e scoperte gli valse, nel 1985, la Medaglia presidenziale della libertà, ricevuta dalle mani dell'allora presidente americano Ronald Reagan.           

26 Settembre 1997
Terremoto in Umbria e Marche: Alle 2,33 e alle 11,42 due forti scosse rispettivamente di magnitudo 5.8 e 6.1 della scala Richter, con epicentro a Foligno, colpirono diverse zone dell’Umbria e delle Marche. Undici le vittime e un centinaio i feriti, mentre gli edifici danneggiati risultarono circa 80mila tra cui molti e importanti luoghi d’arte.

Drammatico il crollo della volta giottesca nella Basilica di San Francesco ad Assisi in cui persero la vita quattro persone: la scena fu ripresa in diretta dall'emittente locale Umbria TV e riproposta in tutti i telegiornali del mondo.

Per la ricostruzione sono stati impiegati circa 4 miliardi di euro.


Ave Ninchi: Tra gli anni Quaranta e Sessanta è stata una grande protagonista del cinema italiano, in particolare della commedia accanto a mostri sacri come Totò e Aldo Fabrizi.

Nata ad Ancona e scomparsa a Trieste, nel 1997, in famiglia respirò fin da piccola "aria di teatro", entrando a vent'anni all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma. Dopo aver esordito con Fabrizi in "Circo equestre Za-bum" (1944), accrebbe la sua popolarità con la proverbiale simpatia e capacità di rubare la scena a colleghi più blasonati.

Memorabili le performance con il principe della risata, da "Totò cerca moglie" (1950) a "Totò cerca pace" (1954), passando per il capolavoro Guardie e ladri (1951). Allo stesso tempo, si fece onore nel genere drammatico, con "Vivere in pace" (che le valse il Nastro d'Argento) e "L'onorevole Angelina" (accanto alla grande Anna Magnani).

Sul piccolo schermo fu presente in varie trasmissioni di successo, su tutti A tavola alle 7 che la vide dispensare consigli culinari e ricette.

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Caro Litra68, innanzitutto in Bocca al Lupo per la prossima laurea di tua Figlia Flavia alla quale hai trasmesso la passione della Numismatica. Mio figlio ( nato nel 1995 ) invece non ha ereditato i geni di famiglia e mi sa che sarò l'ultimo numismatico di famiglia dopo 3 generazioni. 

Ottimo, come sempre, l'inquadramento storico della moneta.  Mi ricordo molto bene la figura di Ave Ninchi una delle attrici italiane più brave ( e sottovalutate ) del dopoguerra. Erano i tempi della TV in bianco e nero...quel cassone enorme con cornice di legno e due manopole, una per l'accensione e l'altra per il volume. Quando l'accendevi compariva al centro dello schermo un pallino luminoso che pian piano si allargava, l'immagine sfarfallava per molti secondi e poi sembrava un miracolo: ecco il programma! Ma gli imprevisti erano sempre in agguato... ad esempio il volume si alzava improvvisamente ed allora il mio compito era quello del "telecomando umano". Mio padre, sprofondato in poltrona, con un brusco cenno del capo mi mandava alla manopola, e dopo strani sfrigolii finalmente tutto si aggiustava. Bei ricordi...

Ciao      

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Supporter

Una cosa ci unisce con quegli anni @giuseppe ballauri col 1995, io col 1996 e @Litra68 col 1997, la nascita dei figli, e la condivisione dei ricordi di quegli avvenimenti...

Ora sono in Sicilia per la mia prima volta (terra splendida!!) ma al mio ritorno probabilmente una moneta dell'anno di nascita del mio primogenito la aggiungerò a questa discussione...

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Invidiando savoiardo che sta visitando la splendida Sicilia, allora comincio io con il 1995 data di nascita di mio figlio Edoardo. Posto un 5 Franchi della Svizzera con al R/ immagine di un montanaro da tutti identificato con l'eroe nazionale Guglielmo Tell. La storia la conosciamo tutti è mi è sembrata attinente al tema Padre/Figlio.

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Avvenimenti principali: 

(Fonte Wikipedia )

Ciao a Tutti

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Buon pomeriggio a tutti, oggi posto un bellissimo, almeno per me, Tarì di Ferdinando IV anno 1796 Collezione Litra68, vi riporto alcune note storiche che riguardano proprio Ferdinando IV e avvenimenti del 1796  che interessarono tutta la penisola e parte dell'Europa di allora. Fonte come al solito Web. Si parte con le operazioni militari degli anni 1796-97 da parte di Napoleone e l'esercito Napoletano, e cenni riguardo alla stesura del Diario segreto di Ferdinando IV e uno spaccato delle sue vicissitudini proprio in quel trambusto storico.

Buona lettura. 

La campagna d'Italia del 1796-1797 fu la serie d'operazioni militari guidate da Napoleone Bonaparte alla testa dell'Armata d'Italia durante la guerra della prima coalizione combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell'Antico regime, nello specifico rappresentate dal Regno di Sardegna, dal Sacro Romano Impero e dallo Stato Pontificio.

Il generale Bonaparte dimostrò per la prima volta le sue grandi capacità di stratega e di condottiero raggiungendo, nonostante la limitatezza dei suoi mezzi, una serie di brillanti vittorie che consentirono di instaurare il dominio francese su gran parte dell'Italia settentrionale e centrale. Il generale ottenne grande prestigio e una vasta popolarità, esercitando autonomamente l'autorità sul territorio conquistato e organizzando una serie di stati strettamente collegati alla Francia. Dopo aver agito spesso in contrasto con le direttive del Direttorio, il generale Bonaparte concluse vittoriosamente la campagna firmando personalmente il trattato di Campoformio, che sancì la sconfitta dell'Impero d'Austria e della prima coalizione e confermò la predominante influenza francese in Italia, specie sulle elites peninsulari.

Lo stesso giorno in cui diventò comandante dell'armata d'Italia, il 27 marzo 1796, Napoleone convocò al suo quartier generale, per mezzo del capo di stato maggiore Louis Alexandre Berthier, i tre più anziani generali di divisione per impartire loro gli ordini circa l'imminente campagna. Si presentarono Jean Mathieu Philibert Sérurier, Pierre François Charles Augereau ed Andrea Massena, personaggi destinati ad avere un importante ruolo nella campagna d'Italia. Alla riunione erano presenti anche l'aiutante di campo Gioacchino Murat, il maggiore Jean-Andoche Junot, il fratello di Napoleone Luigi Bonaparte e Auguste Marmont.Venne annunciata come data di inizio delle operazioni il 15 aprile, in quello che per il ministero della guerra a Parigi era un fronte secondario rispetto a quello del Reno, vera colonna portante dell'avanzata verso l'obiettivo ultimo, Vienna.

 

Gli eserciti del Regno di Napoli
Con lo scoppio della Rivoluzione Francese e le relative conseguenze, grandi cambiamenti avvennero in seno alle armate napoletane. Avendo il governo del regno aderito alla Prima Coalizione contro la Francia, ben 6 mila soldati napoletani parteciparono, insieme a quelli piemontesi, all’occupazione di Tolone, al fianco delle forze inglesi. La città fu successivamente liberata dai Francesi.
Proprio nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna Durante la Campagna d’Italia del 1796, ben quattro reggimenti di cavalleria napoletani, denominati "Re", "Regina" "Principe" e “Napoli”, per una forza totale di circa duemila uomini agli ordini del generale Alessandro Filangieri, compirono gesta tali da attirare le attenzioni dello stesso Napoleone che li definì i “Diavoli Bianchi". In particolare, il 10 maggio del 1796, i  suddetti reggimenti riuscirono a coprire la ritirata delle armate austriache dopo la sconfitta subita nella Battaglia di Lodi.

 

Diario Segreto di Ferdinando IV.
Proprio nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna d'Italia. Il regno di Napoli - oscillante tra velleitari propositi di offesa e disperati rimedi di difesa - si arma, provvede alla leva, raduna volontari. Ferdinando si reca in Terra di Lavoro ed in Abruzzo ad ispezionare, talvolta con la moglie, gli accantonamenti delle truppe ed i preparativi bellici; ma nello stesso tempo cerca la pace con Napoleone. Quando questa sarà faticosamente conclusa, il sovrano potrà occuparsi quasi esclusivamente della caccia e della pesca, di S. Leucio e di altri svaghi, tutte cose del resto alle quali non rinunzia neppure nei momenti più gravi. E potrà anche recarsi in Puglia per il matrimonio del primogenito Francesco, percorrendo in largo ed in lungo per qualche mese quella contrada. Ma l'occupazione francese di Roma torna a turbare la tranquillità del Re; finché si arriva alla breve ed ingloriosa campagna di Roma del 1798, alla facile rotta dell'armata napoletana, alla fuga dello stesso Ferdinando da Roma a Napoli e poi da Napoli a Palermo.

Scusate per le foto non perfette, la moneta è molto più bella dal vivo. ? 

Saluti 

Alberto 

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Il 3/10/2019 alle 16:24, Masiserafino dice:

Che bello leggere di storia e poi vedere la monete del periodo storico trattato nel post. Congratulazioni grazie mille.

Saluti 

Buonasera, grazie a te che apprezzi questa discussione @Masiserafino, prova anche tu con una tua moneta, anche se di un millesimo già trattato,  sarà un piacere leggerti.?

Saluti 

Alberto 

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Buonasera a tutti, la nostra domenica è sul finire, voglio salutarvi postando una meraviglia Napoletana, parlo di  1/2 Piastra da 6 Carlini. Anno 1799 Repubblica Napoletana, la moneta mi è stata prestata dal nostro Fratello @Rocco68, una vera miniera di opere d'arte su tondello, non finirò mai di ringraziarlo per la sua immensa disponibilità e pazienza. Le note storiche che riporto sono fonte Web. 

Parto con gli avvenimenti storici che hanno interessato proprio Napoli ne 1799 e l'epilogo della messa a morte di tante figure storiche, e poiché la figura femminile sulla moneta rappresenta la allegoria della libertà, approfondiamo con alcuni passaggi un altra figura femminile.. La Pimentel.. E un breve cenno a Cuneo che ha il primato degli assedi subiti, tra questi anche uno nel 1799.

Nel 1799, nel Regno di Napoli, governano Ferdinando IV di Borbone e sua moglie Maria Carolina, l’uno con superficialità, l’altra con cattiveria. Non a caso si dirà che “il vero re è la regina”. Il popolo, specialmente nella città capitale del Regno, è morbosamente legato al re e accoglie, pertanto, con diffidenza le prime esperienze giacobine nate anche sull’onda della rivoluzione francese. Poi, con l’arrivo del generale francese Championnet prende forma l’idea della repubblica e si dà vita ad un governo, che dura in carica solo sei mesi. Presto, infatti, l’idea repubblicana affoga nel sangue della repressione e nell’odio covato dalla regina Maria Carolina contro ogni anelito di libertà. La Repubblica napoletana del 1799 è il racconto di uno spaccato di storia tra riformismo e utopia, tra passioni e speranze, tra cronaca e documentazione. E del racconto di sei mesi epici sono protagonisti lazzari ed intellettuali, preti e nobili, popolane e castellane. Insieme al Vesuvio, a San Gennaro e a Sant’Antonio, testimoni o protettori di tutti gli eventi. Fino al tragico epilogo di Piazza Mercato, luogo in cui Ferdinando IV, consuma la sua vendetta, mandando al patibolo Eleonora Pimentel Fonseca, Mario Pagano, Vincenzo Russo, Gennaro Serra di Cassano, Michele Marino insieme ad altri innumerevoli martiri, provocando “un’ecatombe, un macello di carne umana, che ha stupito il mondo civile e reso attonita e dolente tutta l'Italia. 

La Pimentel.

 

Scarse sono le notizie sulla vita e, soprattutto, sulla conversione delle ideologie, tra il 1789 ed il 1793 si sa, tuttavia, che all'arrivo della flotta francese a Napoli, nel dicembre 1792 per il riconoscimento della neonata Repubblica francese, Eleonora è tra gli ospiti dell'ammiraglio Latouche Treville unitamente, tra gli altri, a Carlo Lauberg, Emanuele De Deo, Antonio Jerocades è probabile che l'attenzione poliziesca sulla De Fonseca si sia appuntata proprio a seguito di tale frequentazione, ma di certo già nel 1794 il suo nome risulta iscritto tra i "rei di Stato" per aver parteggiato per un tentativo di rivolta giacobina interrotta con la condanna a morte dei colpevoli (tra cui il sopra citato Emanuele De Deo). Già bibliotecaria della regina Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, con lei aveva tuttavia frequentato i salotti degli illuministi napoletani, in un primo tempo sostenuti dalla stessa sovrana. Forte fu il legame tra le due donne, ma si interruppe drasticamente con il sopraggiungere, dalla Francia, delle notizie che facevano conoscere i drammatici sviluppi della Rivoluzione e, segnatamente, la morte della sorella Maria Antonietta.

La regina, che sosteneva il dispotismo illuminato, si sentì tradita da quei circoli che con lei avevano lavorato per una monarchia moderna e che ora propugnavano l'avvento della repubblica, e li combatté inflessibilmente, spinta anche dall'odio verso i giacobini responsabili della morte della sorella.

Nel 1797 venne sospeso alla Fonseca il sussidio mensile di dodici ducati concessole nel 1785.

Ancora scarse sono le notizie biografiche nell'anno 1797 ed il suo nome ricompare, nell'ottobre del 1798, quando Eleonora fu incarcerata con l'accusa di giacobinismo. Nel gennaio 1799, conseguentemente ad un armistizio firmato a Sparanise tra il rappresentante del Regno ed i francesi, che si stavano avvicinando a Napoli, fu liberata dai "lazzari", che, facendo evadere alcuni delinquenti comuni, liberarono anche detenuti politici. Annotata, in abiti maschili, tra coloro che il 19 gennaio si impossessarono di Castel Sant'Elmo per preparare l'arrivo alle truppe francesi, il 22 gennaio del 1799 era tra coloro che proclamarono la Repubblica Napoletana ed il 2 febbraio usciva il primo numero del "Monitore Napoletano", periodico bisettimanale, di cui era diventata direttore il 25 gennaio. Pur essendo ovviamente giacobina non esitò a scontrarsi con i francesi in occasione di comportamenti men che corretti e, conscia della responsabilità che gli intellettuali si erano assunti con l'istituzione della Repubblica, non esitò anche a sottolineare tale condizione: "La plebe diffida dei patrioti perché non gl'intende..."

Condannata a morte, venne impiccata, a 47 anni, insieme al principe Giuliano Colonna, all'avvocato Vincenzo Lupo, al vescovo Michele Natale, al sacerdote Nicola Pacifico, ai banchieri Antonio e Domenico Piatti. Oltre i predetti venne giustiziato il 20 agosto 1799, per decapitazione a soli 27 anni, Gennaro Serra di Cassano, nella storica Piazza Mercato. Salì al patibolo, per ultima dopo aver assistito all'esecuzione dei suoi compagni, con coraggio. Le sue ultime parole furono una citazione virgiliana: "Forsan et haec olim meminisse iuvabit"

A testimonianza dello spirito plebeo, fedele alla monarchia, che si contrapponeva all'esperienza della Repubblica napoletana del 1799, si diffuse dopo la morte della Fonseca una satira anonima che così recitava:

«A signora 'onna Lionora
che cantava 'ncopp' 'o triato
mo abballa mmiez' 'o Mercato
Viva 'o papa santo
ch'ha mannato 'e cannuncine
pe' caccià li giacubine
Viva 'a forca 'e Mastu Donato!
Sant'Antonio sia priato»


1799: Cuneo assedio da parte delle truppe austro-russe comandate dal generale Melas. La città è già occupata dai francesi; proprio questi ultimi sono costretti alla resa e lasciano Cuneo il 4 dicembre per rientrarvi dopo la battaglia di Marengo (1800).

Saluti

Alberto 

 

 

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Buonasera, seguendo un filo conduttore con il precedente post, uso nuovamente un  prestito del mio Amico Rocco @Rocco68stavolta è un gettone/medaglia del valore di un Carlino, prodotta a Vienna e distribuita al popolo  in occasione delle nozze tra Ferdinando IV e Maria Carolina millesimo 1768. 

Riporto alcune note di quell'anno, la cui fonte è sempre il Web. 

Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Carolina d'Austria (Vienna, 13 agosto 1752 – Vienna, 8 settembre 1814), nata arciduchessa d'Austria, divenne regina consorte di Napoli e Sicilia come moglie di Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia.

Nell'aprile 1768 fu stipulato il terzo e ultimo contratto nuziale, che portò alle nozze per procura di Ferdinando con l'Arciduchessa Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. Consolidato il legame da un punto di vista formale, la sposa partì dall'Austria alla volta del Regno di Napoli, dove fu accolta il mese dopo da Ferdinando in località Portella di Monte San Biagio nei pressi di Terracina.

 

Maria Carolina fu anche una figura politica rilevante per il Regno. Questo grazie all’avveduta Maria Teresa che, prima di inviare la figlia alla corte di Napoli, fece stilare un patto matrimoniale in cui si disponeva che nel momento in cui Carolina avesse dato alla luce un erede maschio, avrebbe potuto prendere parte ad ogni riunione politica. Il bambino nacque e la regina si trovò in mano le chiavi del Regno. Il potere della donna e l’influenza sulla corte erano talmente grandi da far licenziare in tronco il primo ministro, eminenza grigia di Ferdinando, Tanucci solo perché  astioso nei suoi confronti. Carolina non conosceva mezze misure: passava dall’amore all’odio, capricciosa e lunatica con i membri della corte, vendicativa e fredda con i suoi nemici…o semplicemente con chi non le stava a genio. Era anche dissoluta ed incline al tradimento quasi quanto il marito e molti suoi amanti ottennero cariche pubbliche di grande spessore, come il comandante irlandese della marina toscana John Acton, messo a capo della flotta del Regno di Napoli. Nonostante molti cercassero di aprire gli occhi al marito sui tradimenti della moglie, Ferdinando reagiva borbottando o, al massimo, minacciando Carolina di farla accoltellare o di strangolarla lui stesso. Vuote minacce: il re, nonostante tutto, amava la sua regina e, inoltre, gli faceva comodo che la donna si occupasse del regno in sua vece.

Lo scoppio della rivoluzione francese segnò il decadimento psichico di Carolina, sopratutto dopo che la sorella Maria Antonietta, regina di Francia, fu ghigliottinata. La donna divenne paranoica e sospettosa di tutti i sudditi e fece reprimere nel sangue numerose sommosse e semplici contestazioni. Autoritaria e dura temeva un focolaio di rivoluzione che potesse portare a una tragica conclusione del suo regno. Nemmeno il pugno di ferro della regina, però, poteva impedire il flusso di eventi che condizionò l’inizio dell’ ‘800: Napoleone arrivò in Italia liberando la penisola da tutte le vecchie dinastie. Carolina fuggì in esilio a Vienna e li morì pochi anni dopo senza nemmeno vedere la sconfitta dell’Imperatore francese e la Restaurazione che avrebbe portato i Borbone a regnare di nuovo su Napoli.

Altro evento del 1768 

 

Il trattato di Versailles fu stipulato il 15 maggio 1768 a Versailles tra la Repubblica di Genova e la Francia, firmato dal plenipotenziario genovese, Agostino Paolo Domenico Sorba, e dal ministro francese, il duca Étienne François de Choiseul. In base al trattato la Repubblica di Genova offrì la Corsica come garanzia per i debiti contratti (pari a circa due milioni di lire genovesi) verso il re di Francia Luigi XV, che aveva inviato proprie truppe sull'isola a sostegno di Genova contro i Còrsi in rivolta.

Genova, già in bancarotta, non fu mai in grado di onorare i suoi debiti e così la Francia assunse quasi immediatamente l'iniziativa militare di occupare stabilmente l'intera isola, che fu conglobata da allora e fino alla Rivoluzione francese, nel "patrimonio personale" del re di Francia.

Il trattato fu firmato da Agostino Paolo Domenico Sorba e Sebastiano Francesco Batini, con la mediazione del duca Étienne François de Choiseul tra il doge Marcello Durazzo e il re di Francia Luigi XV.

Saluti 

Alberto 

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Gran bel tipino la Maria Carolina! Il suo caratterino spiega lo scarso entusiasmo di Ferdinando per gli affari dello Stato e la vita di Corte, preferendo vivere in campagna tra battute di caccia e la compagnia delle sue numerose amanti. In questo ricorda un po' Vittorio Emanuele II...

PS: la medaglia è un vero capolavoro ancora più piacevole per la splendida patina d'epoca. Complimenti a Alberto per il post e Complimenti a Rocco per la medaglia!

Ho trovato una discussione in merito alla medaglia sul Forum: 

moneta o medaglia?

Da arnaldo55 , 7 Ottobre, 2012 in Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia

Mi sembra strano che la medaglia sia quotata solo 80 euro in BB...cosa ne pensi Rocco ? 

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2 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Mi sembra strano che la medaglia sia quotata solo 80 euro in BB...cosa ne pensi Rocco ?

Ciao Giuseppe, di  queste magnifiche Medaglie/monete ho in Collezione sia il Tarì che questo Carlino, sono ciò che resta della mia raccolta di Medaglie Borboniche. 

Le ho tenute perché vennero comunque spesi come moneta corrente, avendo lo stesso peso del Tarì e del Carlino....lo dimostra il fatto che si trovano esemplari usurati dalla circolazione.

Personalmente lo ritengo  un prezzo alto 80 euro per un BB. 

Saluti, 

Rocco. 

 

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Sul numero di Luglio 1916 del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano si può trovare un interessante carrellata di Medaglie delle Principesse di Napoli: 

http://www.socnumit.org/doc/BCNN/BCNN1916.pdf

Sono molto attirato dal senso estetico del conio e quindi la tua Moneta/Medaglia mi ha colpito e pensavo valesse di più... se vuoi potremmo fare uno scambio con il 5 Fr. Svizzero di Pestalozzi ( vedi discussione "Le monete meno belle" )...?

Ciao 

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27 minuti fa, giuseppe ballauri dice:

Sul numero di Luglio 1916 del Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano si può trovare un interessante carrellata di Medaglie delle Principesse di Napoli: 

http://www.socnumit.org/doc/BCNN/BCNN1916.pdf

Sono molto attirato dal senso estetico del conio e quindi la tua Moneta/Medaglia mi ha colpito e pensavo valesse di più... se vuoi potremmo fare uno scambio con il 5 Fr. Svizzero di Pestalozzi ( vedi discussione "Le monete meno belle" )...?

Ciao 

Magari facciamo cambio con il Tarì..... Che è ancora più bello. ?

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16 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Sono molto attirato dal senso estetico del conio

Buongiorno a tutti, ecco il Tarì della Regina di Napoli. 

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Modificato da Rocco68
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Scusa non ho letto bene i post. Quello tuo, postato da Alberto, è un Carlino, questo è un Tarì...Scusa. Comunque per il cambio con il Pestalozzi, mi accontento anche del Carlino ( inteso come moneta e non come razza di cane! ) ?

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