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Monete suoi millesimi e Avvenimenti


Litra68

Risposte migliori

Buongiorno a tutti, Giuseppe @giuseppe ballauri, sai, mi è molto piaciuto il racconto della moneta del 1826, ancor di più il titolo che hai proposto ' le monete nel Forno'  a questo proposito mi è venuto in mente un altro racconto, più che racconto un video racconto, il titolo è Le Trilline in fondo al pozzo, gli Amici del Cordusio @dabbenee @eracle62 ne hanno fatto un video. 

Ero tentato di postare la Trillina che però non ho in collezione, ma mi piacerebbe lo facesse qualcun altro.. Vediamo se raccolgono l'invito ? 

 

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Grazie Litra68, non essendo più un giovanotto di aneddoti e/o storie ne ho da raccontare... come i vecchietti al bar ! Non ho trilline, aspettiamo che i collezionisti si facciano vivi e magari spieghino sia la vicenda del pozzo, sia questa moneta che conosco solo in foto. 

Ciao 

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Ciao a Tutti 

posto una moneta ( scusate se esagero... perchè è una vera "ciofèca" ( come diceva Totò quando il caffè era una schifezza )...

Non conosco la storia, perchè l'ho trovata nella tipica scatola di scarpe, con monetine " da mercatino " messa lì da mio padre. Lui non buttava via mai niente e per fortuna l'ho ritrovata. Dico per fortuna perchè il valore della stessa non sarebbe neanche il peso dell'argento, ma per me ha un grande valore affettivo: mi ha fatto conoscere le monete di Re Ferdinando II ed un mondo storico - numismatico di cui ero profondamente ignorante ( sto cercando di migliorare a poco a poco ? ).  Ha una particolarità: è placcata oro con pesanti segni di usura ( la placcatura è presente solo sui fondi ). Ho pensato molte volte perchè fosse stata dorata. Guardando bene ha delle intaccature sul bordo a ore 10 - 2 - 5 - 8 Quindi presumo sia stata montata per un ciondolo, anche se mi lascia perplesso il fatto che una dama dell'800 portasse al collo una moneta dorata, di grande modulo etc etc. Chiedo lumi a tutti Voi ed in particolare a Rocco68 che è un esperto e so che ci sta seguendo.

P.S. la data è il 1853, lascio agli amici del forum di scovare quello che succedeva.

Ciao a Tutti

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Buonasera,@giuseppe ballauri, al momento non riesco a mettere mi piace, una piastra interessante, oltre alla doratura c'è un giglio che sembra una ? ma questa è la mia fantasia credo, aspettiamo pareri più esperti, oltre agli avvenimenti. ? 

Saluti 

Alberto

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Accipicchia ! Sembra proprio un Gufo o Civetta ! 

SIMBOLOGIA: GUFO

Il gufo ha una valenza simbolica ambivalente.
Come simbolo della scienza e del sapere, appare frequentemente nella sigla di librerie e editori scientifici, il che si deve anche al fatto che la dea Atena/Minerva era ritenuta la personificazione della sapienza, mentre nelle credenze popolari ha un significato negativo, probabilmente per la sua vita notturna, la sua asocialità, la silenziosità del volo e per il verso che ricorda il pianto.

I Sumeri ritenevano che il gufo fosse associato alla morte. In una tavoletta risalente al 2300-2000 a.C. si può vedere Inanna affiancata da due gufi che rappresentavano la morte.

Per gli antichi greci e per i romani il gufo era il simbolo della cattiva sorte e portatore di sventure; la tradizione sosteneva che se un gufo compariva sul Campidoglio il luogo doveva assolutamente essere pulito con acqua e zolfo per scacciare le entità negative che aveva portato con sé.

Magari all'incisore non era simpatico il Re ( in effetti la sua Corte era ossequiosa ma piena di Carbonari e Mazziniani ). 

O probabilmente la moneta è così usurata che un giglio assomiglia a un gufo...

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Ritornello Napoletano Antimalocchio

Ecco una famosa cantilena napoletana scaramantica contro il malocchio e che Peppino De Filippo era solito canterellare quando impersonava il famoso Pappagone.

pappagone 2

Nel recitarla bisogna fare con le mani tre gesti di corna all’ingiù.

RITORNELLO NAPOLETANO ANTIMALOCCHIO

Aglio, fravaglio,

fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio

Sciò sciò ciucciuvè, uocchio, maluocchio… funecelle all’uocchio… aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglia, corne e bicorne, cape’e alice e cape d’aglio… diavulillo diavulillo, jesce a dint’o pertusillo… sciò sciò ciucciuvè… jatevenne, sciò sciò…
fravaglio

TRADUZIONE:  “via civetta occhio malocchio e fune all’ occhio aglio più aglio fattura che non prende corna e bicorna testa alici e teste di aglio, diavoletto esci dal buchetto, via via civette andate via via via”.

 

 

Ciao ?

 

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Buongiorno a tutti, oggi ci rechiamo nell'anno 1755, la moneta è un quinto di scudo di Benedetto XVI collezione Litra68, ho reperito delle notizie dell'anno che ci interessa sempre da fonti internet. Come al solito ho spaziato un po' tra la penisola e il resto del mondo, riporto gli avvenimenti che più mi hanno incuriosito. 

Parto con il Terribile terremoto di Lisbona. 


La mattina del 1° novembre 1755, festa di Ognissanti, Lisbona si risvegliò presto.

I fedeli, in piccoli gruppi, iniziarono a incamminarsi lentamente verso le chiese cittadine per partecipare alle solenni funzioni sacre, mentre nell’odierna Praça do Comércio – allora conosciuta come Terreiro do Paço (Piazza del Palazzo) perché vi sorgeva il Palazzo reale – cominciava il solito via vai quotidiano di persone e carri.

Sembrava un qualsiasi sabato di inizio novembre fino a che, attorno alle nove e mezza del mattino, una scossa improvvisa fece sussultare violentemente il terreno.

Era l’inizio di quello che i geologi avrebbero ricordato come uno dei peggiori eventi sismici della storia: il grande terremoto di Lisbona del 1755.

Proseguo con L'Enciclica di Papa Benedetto XVI. 

Allatae Sunt è un'enciclica di papa Benedetto XIV, datata 26 luglio 1755, scritta ai Vescovi orientali, e una delle più lunghe del suo pontificato. In essa il Papa, fra l'altro, autorizza i Siriaci e gli Armeni che assistono alle cerimonie religiose nelle chiese latine a conservare i loro riti; nega ai missionari la facoltà di dispensarli dall'astinenza dai pesci in tempo di digiuno; precisa quando è permessa la Comunione sotto le due specie; illustra l'origine e l'intangibilità del Sanctus Deus, Sanctus Fortis, Sanctus Immortalis, miserere nobis; ribadisce quale dogma di fede la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio (Filioque); indica le regole cui devono attenersi i Missionari che cercano di portare gli Orientali e i Greci all'unione e alla fede cattolica dallo scisma e dagli errori; raccomanda infine l'adozione del Calendario gregoriano.

Saluti al prossimo millesimo

Alberto

 

 

 

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Bella la moneta ed ottima la ricerca ! Mi ha colpito la descrizione del Terremoto di Lisbona. 

La Magnitudo è stimata tra 8,5 e 8,2 della Scala Richter, uno dei più forti terremoti mai registrati.

Ad integrazione posto una tabella ( by Wiki ) dei più forti terremoti in Italia. 

Ciao 

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In considerazione del tema "tellurico", mi sposterei nel 1831 per ricordare Re Ferdinando II ( carattere forte, a volte appunto tellurico ) e le sue belle monete. Ferdinando era succeduto al padre Francesco I nel 1830, ma il 1831 è il primo anno della monetazione a suo nome. 

Nello stesso anno si verificò un fenomeno geologico incredibile: l'apparizione a seguito di un'eruzione sottomarina di un Isola a Sud della Sicilia. Gli Inglesi, in base al loro "grande" spirito colonialista, inviarono subito una nave da guerra e la battezzarono "Isola Graham". Questo creò un incidente diplomatico tra Re Ferdinando e gli Inglesi che consideravano il Regno delle Due Sicilie un loro protettorato. Il Re rivendicò giustamente il possesso ( essendo in acque siciliane ) e quindi inviò una corvetta, piantò la bandiera borbonica rinominandola "Isola Ferdinandea" ( per onor di cronaca erano arrivati anche i Francesi che l'avevano battezzata "Iulia" ). Alla fine, la povera isoletta, per far tacere tutte queste diatrìbe decise di inabissarsi, dove ancora giace a 6-8 metri sotto il livello del mare. Vi consiglio di leggere tutta la storia perchè è veramente interessante e spassosa: http://www.meteoweb.eu/2011/11/isole-emerse-e-poi-scomparse-laffascinante-storia-di-ferdinandea-il-vulcano-che-e-rimasto-nel-cuore-dei-siciliani/98158/  

Posto il 120 Grana del 1831 con il viso ancora quasi imberbe ( accenno di baffetti ) del giovane Re  (aveva 21 anni! )

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Supporter
Il 6/8/2019 alle 17:23, giuseppe ballauri dice:

Ciao a Tutti 

posto una moneta ( scusate se esagero... perchè è una vera "ciofèca" ( come diceva Totò quando il caffè era una schifezza )...

Non conosco la storia, perchè l'ho trovata nella tipica scatola di scarpe, con monetine " da mercatino " messa lì da mio padre. Lui non buttava via mai niente e per fortuna l'ho ritrovata. Dico per fortuna perchè il valore della stessa non sarebbe neanche il peso dell'argento, ma per me ha un grande valore affettivo: mi ha fatto conoscere le monete di Re Ferdinando II ed un mondo storico - numismatico di cui ero profondamente ignorante ( sto cercando di migliorare a poco a poco ? ).  Ha una particolarità: è placcata oro con pesanti segni di usura ( la placcatura è presente solo sui fondi ). Ho pensato molte volte perchè fosse stata dorata. Guardando bene ha delle intaccature sul bordo a ore 10 - 2 - 5 - 8 Quindi presumo sia stata montata per un ciondolo, anche se mi lascia perplesso il fatto che una dama dell'800 portasse al collo una moneta dorata, di grande modulo etc etc. Chiedo lumi a tutti Voi ed in particolare a Rocco68 che è un esperto e so che ci sta seguendo.

P.S. la data è il 1853, lascio agli amici del forum di scovare quello che succedeva.

Ciao a Tutti

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Eravamo rimasti indietro con gli eventi del 1853:

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Supporter

...e recuperiamo anche il 1831, così diamo in pari!!! (si nota la mia "nuance" ossessiva?!?)

Da wikipedia:

Per i collezionisti dei Savoia, sicuramente un anno importante! così come per il fermento dei movimenti rivoluzionari: mi ha ricordato il libro di storia del liceo!!!

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Il 29/7/2019 alle 12:49, giuseppe ballauri dice:

Se dovessi scegliere un anno tragico per l'Italia direi proprio il 1942. Migliaia di morti in Africa. Ma quello che mi ha sempre colpito fu la sorte della Divisione Cuneense, anche perchè sono della Provincia di Cuneo ed ho sentito i racconti degli ormai pochi vecchietti scampati a questa follia infernale. Partirono per la Russia in circa 20.000, mal equipaggiati è un eufemismo ( gli scarponi erano di cartone pressato ). Ne ritornarono 1300 ! ( buona parte congelati ed in pessime condizioni di salute ). Consiglio a tutti, ma soprattutto ai nostri figli di leggere qualche libro storico in proposito. E' un grande insegnamento !

In UN GIORNO caddero circa 13000 Alpini. La più grande disfatta mai subita da nessuna divisione o insieme di battaglioni nella Storia dell'Italia, per trovare un esempio simile, dobbiamo ritornare ai tempi della battaglia della Foresta di Teutoburgo, svolta nell'anno 9 d.C. tra i Romani e le tribù germaniche della bassa Sassonia. Dove i Romani furono completamente distrutti perdendo in un giorno tre Legioni e alcuni reparti di cavalleria per un totale di circa 15000 uomini. Oppure lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, anche se come numero molto distante, nel primo giorno morirono 4400 soldati americani..

Scusa, ma non sono d'accordo. La vera tragedia avvenne già nel 1943 a Leopoli. I tedeschi circondarono e spararono a soldati e ufficiali italiani.

Il tradimento degli ex alleati e del loro governo è una vera tragedia.

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Buonasera, oggi posto una delle mie prime entrate in raccolta, moneta piuttosto rovinata, ma che per me conserva ancora il fascino della prima volta. Parlo del 50 cent.Leoni Vittorio Emanuele III millesimo 1921. Ho selezionato poche notizie ma credo interessanti. Gli avvenimenti sono fonte internet. 

4 Novembre 1921, come Ischia celebrò i caduti per la patria
Istituita nel 1919 – unica festa nazionale che ha attraversato età liberale, fascismo e Italia repubblicana* – la Giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate è festeggiata da quasi un secolo, ogni 4 novembre, anche sull’isola d’Ischia. In queste tre fotografie storiche tratte dal sito Internet Culturale, viene documentata la commemorazione nel lontano 1921, proprio sullo scoglio campano. Da quanto si evince dalle foto, il corteo attraversò tutto Corso Vittoria Colonna, prima di giungere in Piazza San Girolamo, dove si trova ancora il monumento ai caduti.
*Nei primi anni della festa, e dunque prima del fascismo, le commemorazioni del 4 novembre erano legate all’Unità d’Italia e alle Forze Armate. Durante il ventennio mussoliniano, invece, fu trasformata in “Anniversario della Vittoria”. Dal 1949 si tornò al significato originario (vedi Milite ignoto), sottolineando che fu con la prima guerra mondiale che l’Italia concluse il suo processo di unificazione di Trento e Trieste.

Belga Kimbangu, seguace di Gandhi, si mette alla guida del movimento anticolonialista. Un altro movimento nasce grazie a Simon N'Tualani. I missionari cattolici chiedono al governo belga di perseguitare i due leader. I due vengono incarcerati, torturati ed uccisi insieme a 38.000 persone.
Primo modello Tipo 10 di Mortai giapponesi da 50mm.
Italia: inizia la trasmissione dei primi programmi radiofonici regolari
Stati Uniti d'America: il democratico Woodrow Wilson cede il posto al partito repubblicano, che adotta l'Isolazionismo.
21 gennaio – Livorno: dalla scissione della corrente di sinistra del Partito Socialista Italiano nasce il Partito Comunista d'Italia
8 marzo – Unione Sovietica: Lenin introduce nella Nuova politica economica (NEP) sovietica elementi dell'economia di mercato.
17 aprile – Oristano: dal Movimento dei Combattenti sardi nasce il Partito Sardo d'Azione
23 aprile – Stati Uniti: Charles William Paddock stabilisce un nuovo record mondiale correndo i 100 metri in 10 secondi e 4 decimi
30 aprile: Papa Benedetto XV emana l'enciclica In Praeclara Summorum
5 maggio: Coco Chanel presenta il celebre profumo Chanel No. 5 creato per la celebre maison da Ernest Beaux
29 luglio – Germania: Adolf Hitler diventa presidente del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi
31 luglio: Frederick Banting scopre l'insulina.
4 settembre: prima edizione del Gran Premio d'Italia di automobilismo
4 novembre: la salma del Milite Ignoto viene inumata nell'Altare della Patria del Vittoriano di Roma
7 novembre: al congresso fascista viene fondato il Partito Nazionale Fascista
6 dicembre – Irlanda: dopo la guerra anglo-irlandese, nasce lo Stato Libero d'Irlanda, ad opera del primo ministro inglese Lloyd George. Il nuovo stato comprende tutta l'isola meno che l'Ulster. Tuttavia l'Irlanda rimane all'interno dell'Impero britannico.
7 dicembre: si inaugura ufficialmente a Milano l'Università Cattolica
29 dicembre: William Lyon Mackenzie King diventa primo ministro del Canada

 

Buona lettura. 

 

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Il 1921 è un anno pieno di avvenimenti che avranno delle notevoli implicazioni in futuro. Per quanto riguarda il 50 Cent. "Leoni" ricordo la storia che probabilmente conoscerete già. In origine avevano il contorno liscio e potevano confondersi con il L. 5 "Aquilotto" ( diametro simile ). Nel 1929 un Decreto ingiunse che le monete depositate in Banca venissero inviate alla Zecca per provvedere alla rigatura del contorno. Questo ebbe ripercussioni su noi collezionisti in quanto le monete temporaneamente ritirate erano logicamente circolate o molto usurate. Pertanto i millesimi "rigati" in conservazione SPL hanno un notevole valore ed in condizione FDC sono praticamente impossibili da trovare. 

Ciao 

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Ciao e Buon Ferragosto a Tutti ! 

Mi sembra giusto ricordare il 250° Anniversario della Nascita di Napoleone Buonaparte, avvenuta il 15 Agosto 1769 ad Ajaccio. Nato Buonaparte, cambiò in Bonaparte per essere meno "italiano",essendo stata la Corsica dominio della Rep. di Genova fino all'anno prima ( e poi scippata dai Francesi ).  Chissà come sarebbe stata la storia con Napoleone Italiano. Forse sarebbe stato un semplice ufficiale e non avrebbe rivoluzionato il mondo. Comunque nel suo campo era un genio e di questo si può dare atto. Come tutti i dittatori riempì di cadaveri i cimiteri e quindi, a mio parere, non è tanto simpatico. Lo commemoro quindi non con un bello Scudo dove è cinto d'alloro, ma con una semplice monetina di quelle che usava il popolino, che fu, come sempre, soggetto passivo  delle sue imprese. 

La data è il 1808 ( anche se non si legge bene, perchè evento raro nella monetazione, la legenda è in incuso )

Ciao !! 2021323520_NAPOLEONE_10CENT1808_r_resize.jpg.2915c16df4e38a36da95256be2cf1ed2.jpg206306519_NAPOLEONE_10CENT1808_d(1)_resize.jpg.c5eae9144dcbd3919c49de1b89c65c1b.jpg

 

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Supporter
1 ora fa, giuseppe ballauri dice:

Mi sembra giusto ricordare il 250° Anniversario della Nascita di Napoleone Buonaparte, avvenuta il 15 Agosto 1769 ad Ajaccio.

Bravissimo @giuseppe ballauri ?. Avrei voluto scriverlo io stamattina ma, tra una cosa e l’altra, non ho avuto il tempo. Da grande amante delle vicende del Bonaparte, sono felice che qualcuno se ne sia ricordato. La leggenda narra che Napoleone venne partorito su un tappeto raffigurante scene di guerra e che il nome gli fu dato per onorare la memoria di un condottiero italiano (tale Napoleone Orsini). In quegli anni, d’altronde, la famiglia Buonaparte era sostenitrice dell’indipendenza dell’isola è lottava contro la dominazione francese. Di certo non potevano chiamarlo Louis o Francois ?

Purtroppo, proprio come molti altri grandi personaggi della Storia, la figura di Napoleone divide l’opinione pubblica: c’è chi lo vede come un saccheggiatore di opere d’arte e come un despota sanguinario che ha tradito gli ideali della rivoluzione per proclamarsi imperatore. C’è chi, invece, ne apprezza l’acume politico, l’assoluto genio militare, la capacità di ribaltare gli esiti delle battaglie e di tener testa a tutte le grandi potenze europee. Molto probabilmente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Alla fine, però, sono certo che anche chi non lo vede di buon occhio ne riconosce l’indubbia rilevanza storica. A tal proposito, mi viene in mente la lettera scritta da un ufficiale inglese che combatté durante la battaglia di Waterloo. Costui scrisse di aver provato un’emozione indescrivibile nel riuscire a scorgere col proprio cannocchiale Napoleone; ricordiamoci come in Inghilterra la stampa satirica e la propaganda denigrassero il generale corso...

Comunque buon ferragosto a tutti e un saluto particolare agli amici bonapartisti!

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37 minuti fa, lorluke dice:

Da grande amante delle vicende del Bonaparte, sono felice che qualcuno se ne sia ricordato.

Grazie lorluke, 

ho trovato qualche curiosità sull'Imperatore. 

Un accanito comandante di successo con molteplici campagne vincenti e due volte imperatore di Francia:Napoleone Bonaparte è stato uno dei giganti della storia. Ma si sa, da un grande potere deriva grande confusione. I miti e i luoghi comuni che si sono creati attorno alla figura di Napoleone sono spesso riconducibili alla sua autopsia.

Napoleone era basso

L’uomo conosciuto con il soprannome di “Little Boney” dagli inglesi e “Il piccolo caporale” dalle sue stesse truppe aveva una rispettabile altezza di 174 cm. Si trattava di un’altezza al di sopra della media tra i contemporanei di Napoleone, quindi in che modo i pettegolezzi sono stati accettati come fossero realtà? “Il piccolo caporale” era un appellativo affettuoso — riferito allo spirito di squadra di Napoleone — ma fu la sua autopsia che consolidò il mito.
I nemici inglesi di Napoleone si dilettavano a chiamarlo “Little Boney”, tanto più che Napoleone tendeva a circondarsi di membri della Guardia Imperiale che, nella grande tradizione di guardie del corpo tipica di tutto il mondo, erano più alti di lui. All’epoca della morte di Napoleone, il “piede” inglese era un po’ più corto rispetto a quello francese. Quindi, quando un medico francese condusse l’autopsia di Napoleone registrò l’altezza del Piccolo Caporale come 5'2" (158 cm, secondo la misurazione inglese). La stampa inglese fu fin troppo felice di trasmettere la notizia, nonostante una traduzione accurata secondo la misurazione inglese sarebbe dovuta essere 5'7".

Napoleone è stato avvelenato

L’autopsia che diede alla stampa inglese la licenza di travisare l’altezza di Napoleone creò anche una certa confusione su quale, esattamente, fu la causa della sua morte. Mentre all’epoca era ampiamente accettata la conclusione che Napoleone fosse morto per una formazione tumorale nello stomaco, i teorici contemporanei hanno dato molta importanza al fatto che il corpo di Napoleone fosse stato “manomesso” prima dell’autopsia. All’indomani della sua morte: il personale di Napoleone gli rasò il viso, lavò il corpo e lo riportò a letto.

Dopo l’autopsia, fu dato molto peso al fatto che il medico legale (Dr François Antommarchi) avesse rimosso lo stomaco e il cuore di Napoleone. Il motivo era di inviarli alla moglie di Napoleone, Maria Luisa, come macabro omaggio. Cosa stavano cercando di nascondere i dottori, esattamente? Era in atto un vero e proprio complotto per coprire un attentato? Oppure, come afferma una delle teorie più stravaganti, Napoleone fu ucciso dalla carta da parati a base di arsenico della sua stessa casa? Di certo, può essere tragicamente piacevole prendere in giro le teorie cospirative sulla morte di Napoleone, ma la risposta ampiamente accettata è che la morte del Piccolo Caporale sia stata terribilmente banale ( appunto Tumore dello Stomaco ).

Ciao a Tutti

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Dopo i bagordi di Ferragosto e dopo aver celebrato un Grande ( nel bene e nel male - scusa lorluke ) come Napoleone, parliamo di un piccolo Re, dimenticato dalla storia che forse ha steso un velo pietoso sui terribili crimini perpetrati. Si tratta di Leopoldo II Re del Belgio. Leggiamo su Wikipedia:

Ricordato prevalentemente per la fondazione e la brutale amministrazione dello Stato Libero del Congo, progetto che egli portò avanti quasi da privato cittadino. Si rivolse a Henry Morton Stanley per aiutarlo nella gestione dello stato e alla Conferenza di Berlino del 1884-1885, il Belgio fu in grado di presenziare col proprio impero coloniale in continua espansione, nella totale mancanza di rispetto dei costumi e delle tradizioni locali.

Leopoldo estrasse una grande fortuna dal Congo, inizialmente con l'esportazione di avorio, poi forzando la popolazione locale a trarre gomma dalle piante. Interi villaggi vennero requisiti per farne luoghi di deposito e lavorazione della gomma stessa, causando la morte di 10 milioni di congolesi su un totale di 25 milioni.

Bel tipo vero ?

Comunque il conio della moneta è molto bello. L'anno è il 1873 

Ciao a Tutti 

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Buonasera @giuseppe ballauri

Leggo con molto interesse i vostri post, personalmente li trovo molto educativi. 

Complimenti anche al mio Amico Alberto @Litra68 per aver creato questa discussione.

Perdonatemi se non intervengo e faccio solo visita. 

Vorrei che trovaste per me i riferimenti storici del 1813  su questo nominale a cui tengo particolarmente. 

Gioacchino Napoleone Murat

5 Lire 1813 

Cordiali saluti, 

Rocco 

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  • Grazie 1
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2 ore fa, Rocco68 dice:

Il rovescio

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Buonasera,Rocco @Rocco68, Amico mio, bellissima moneta, bel millesimo, riporto poche ma importanti notizie del 1813 di carattere generale, ed un interessante studio (fonte Web) riguardante proprio Gioacchino Murat e il 1813, anno di preparazione a qualcosa che si concretizzerà nel 1815.

Il francese Gioacchino Murat ha da sempre trovato un posto di primo piano nel ristretto elenco delle grandi personalità a cui va il riconoscimento per aver, nei decenni precedenti all'Unità d'Italia, dissodato il terreno su cui sarebbe cresciuta la pianta del nostro Risorgimento. Murat aveva 41 anni allorché, nel 1808, suo cognato Napoleone (ne aveva sposato la sorella, Carolina) lo collocò sul trono di Napoli. Da quel momento si comportò non già come un proconsole napoleonico, ma come un re italiano. E proprio per approfondire questo aspetto, Renata De Lorenzo gli ha dedicato un libro, Murat, pubblicato per i tipi della Salerno editrice. Il libro - dopo un'accurata analisi della sua carriera dai tempi della Rivoluzione a quelli del Direttorio e poi, come brillante generale, al seguito di Napoleone - si sofferma, appunto, sul suo esser stato un «italiano» ante litteram.

Prima di lui, il trono di Napoli era stato occupato - per due anni, 1806-1808, con discreti risultati - da Giuseppe Bonaparte, fratello dell'imperatore, che nel 1808 era andato poi a occupare il trono spagnolo in sostituzione di Carlo IV di Borbone. In che momento Murat diviene un propugnatore della «causa italiana»? Secondo gran parte degli storici, la svolta di Murat è da collocare nell'ottobre del 1813, quando è a Milano dopo il disastro della campagna di Russia (a cui Murat aveva preso parte, distinguendosi con brillanti operazioni militari) e la sconfitta di Napoleone a Lipsia. Ma la De Lorenzo retrodata la «conversione italiana» di Murat al 1809, ai contatti che a Roma, dove i francesi erano appena rientrati decretando la fine del potere temporale dei Papi, aveva avuto con ambienti franco-massoni. Personaggio chiave di questa svolta è il duca Paul François de Quelen de La Vauguyon, «espressione di ambienti sensibili alla tematica indipendentista», il quale lo convince a mettersi a capo di un progetto di liberazione e unificazione della penisola. E a La Vauguyon verrà affidato il comando di una divisione napoletana che ha l'incarico di impadronirsi degli Stati romani. A un tempo, alla fine del 1813, Murat prospetta a Napoleone la disponibilità di 30 mila uomini del suo esercito per rimpolpare le truppe imperiali; a patto, però, che a lui spetti il comando supremo in caso di riunione con le truppe di Eugenio di Beauharnais, viceré di Milano. Nello stesso momento, sollecitato in tal senso da Carolina, Murat tratta segretamente con austriaci e inglesi la diserzione dal campo napoleonico. L'incontro con La Vauguyon, scrive la De Lorenzo, «comincia a produrre i suoi effetti; in un'Italia sbandata dopo la sconfitta della Francia, nel diffuso clima antiaustriaco, Gioacchino si invaghisce del ruolo di liberatore, con una partecipazione che tende a giustificare, tramite l'ammanto ideologico, la sua fondamentale preoccupazione: conservare il regno e magari ampliarlo». «Italiano!» sì, ma solo perché ciò gli serve a conservare ed eventualmente ampliare il potere.

Tra la fine di novembre e la metà di dicembre di quel 1813, per recuperare Murat, Napoleone invia a Napoli l'uomo che considera più adatto a questo genere di missioni: l'ex ministro di polizia Joseph Fouché, nominato per l'occasione Commissario generale d'Italia. Scrive Fouché che quella di Gioacchino è una «monarchia vacillante»; dirà poi che Murat gli appariva come politico «di grande coraggio e poco carattere; nessun grande personaggio del momento lo superava nel ridicolo della parure e nell'affettazione della pompa». Quanto alla corte di Napoli, secondo il duca d'Otranto era luogo «in cui la politica non era che astuzia, galanteria della dissoluzione e la rappresentazione esterna una pompa teatrale». Mi ritrovai, prosegue Fouché, «come Platone alla corte di Dionigi; dopo il mio arrivo fui assalito da intriganti delle due nazioni, fra i quali sotto una maschera di una sorta di ingenuità, riconobbi alcuni emissari di Parigi». Nonostante ciò, l'ex ministro comprende le ragioni di Murat e imputa a Napoleone, al suo non voler conferire al cognato la dignità che questi richiede, la causa dell'allontanamento del re di Napoli dall'imperatore. A Napoli, scrive, «la parola indipendenza ha acquistato una virtù magica». È una piccola grande rivelazione.

A questo punto Gioacchino, influenzato dai carbonari e sulla base di un'ipotesi condivisa da Fouché, suggerisce a Napoleone la creazione di due regni in Italia, uno a nord del Po di cui sarebbe stato re Eugenio e uno a sud guidato da lui stesso. Il tutto dopo una sollevazione dell'Italia intera contro gli austriaci. Napoleone però esita. E il 31 dicembre del 1813 giunge a Napoli l'inviato del cancelliere austriaco, Adam Albert von Neipperg con la proposta di un trattato di alleanza che Gioacchino firmerà in un battibaleno, l'8 gennaio del 1814. Murat giustifica il tradimento in nome dell'indipendenza dell'Italia. La reazione del popolo è entusiasta: il re viene acclamato per le strade, al teatro San Carlo l'inviato di Vienna è applaudito con grande calore. In quel momento Murat, scrive Renata De Lorenzo, appare a molti «il personaggio ideale per incarnare la complessità del discorso nazionale: sensibile da giovane alle idee giacobine, sembra riproporre un clima in cui il patriottismo ha una valenza ancora incerta tra l'amore del luogo nativo e l'ostilità al potere regale»; ma viene ritenuto «anche capace, nel 1814-15, di andare oltre, di guardare alla nazione e all'Italia unita». L'esperienza del Triennio repubblicano in Italia (1796-99) aveva reso il termine «patriota» qualcosa di non ben definito, a tratti abusato, ma «capace di catalizzare energie come nessun'altra definizione di quell'epoca». Una volta sciolto l'equivoco che quello di Murat fosse patriottismo «francese» in terra italiana, «occorreva caricare al termine la responsabilità di gestire la "patria" contro la Francia e contro l'Austria». Oltretutto in quelle stesse settimane appelli all'indipendenza e all'italianità venivano dal mondo austriaco (in funzione antifrancese) e da quello britannico.

 

Saluti 

Alberto 

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Supporter

Ringrazio @Rocco68 per lo stupendo esemplare di 5 lire di Murat! Una moneta artisticamente favolosa sia per la bellezza del volto di Gioacchino che per l’elaboratezza del rovescio.

Il 1813 fu sicuramente un anno cruciale per le sorti dell’Europa, un anno nel quale vennero vanificate tutte le grandi conquiste della Grande Armée. Le perdite subite in Russia furono tali da rendere l'esercito francese incapace di gestire una guerra combattuta su molteplici fronti e da forze numericamente superiori.

Il principale teatro che vide scontrarsi le forze napoleoniche con quelle della sesta coalizione (la settima venne istituita nel 1815, all’indomani della fuga di Napoleone dall’isola d’Elba) fu senza dubbio la Germania. Qui furono combattute battaglie campali estremamente sanguinose: la battaglia di Lipsia (già citata da @Litra68), quella di Dresda (uno dei più grandi successi ottenuti nella carriera di Napoleone) e quelle di Lützen, Bautzen e Hanau (tutte vinte dai francesi).

Nonostante, alla fine, i successi militari superassero le sconfitte, la disfatta a Lipsia fu di tale portata da costringere i reduci della Grande Armée ad abbandonare il suolo tedesco per ripiegare in Francia, a difesa dei propri confini nazionali. Purtroppo, dopo la tragica campagna in Russia, Napoleone era entrato in un meccanismo per il quale, per rimanere “aggrappato” a un barlume di speranza, era costretto a vincere tutte le battaglie. Capite bene come questa “strategia” fosse impraticabile a lungo andare. La stessa cosa avvenne durante il suo ritorno in Francia nel 1815: anche qui Napoleone ottenne diverse vittorie, tra le quali l’ultima della sua carriera a Ligny contro i prussiani, ma poi venne sconfitto definitivamente (questa volta per davvero) a Waterloo. Cosa sarebbe successo se avesse vinto a Waterloo? Probabilmente niente: avrebbe soltanto prolungato l’agonia, in attesa dell’arrivo dei ben più temibili eserciti austriaci e russi. La Francia da sola non poteva più farcela a tenere testa ad il resto dell’Europa. Il destino era inevitabile. Comunque va dato atto che, prima di arrendersi, Napoleone vendette cara la pelle...

Nel frattempo, sempre nel 1813, le truppe inglesi guidate dal generale Wellesley (lo stesso che sconfiggerà Napoleone a Waterloo), diedero luogo ad una serie di azioni militari ai danni delle forze occupanti francesi. Al fianco degli inglesi combatterono anche i portoghesi e gli spagnoli filo-monarchici fedeli a Ferdinando VII (cioè praticamente tutti ?). L’incapacità strategica di Giuseppe Bonaparte (non aveva un briciolo del genio tattico del fratello), unita alla mancanza di truppe (molte vennero mandate in Russia senza far ritorno) sancirono la disfatta anche in questo fronte. L’offensiva su vasta scala organizzata dal Duca di Wellington culminò nella battaglia di Vitoria. Si narra che, una volta sconfitte, le truppe francesi fuggirono dal campo di battaglia abbandonando diversi carri. Questi contenevano il tesoro reale spagnolo, che il buon Giuseppe voleva portarsi in Francia come “souvenir”. Le truppe inglesi, anziché inseguire i nemici in rotta, preferirono ignorare gli ordini impartiti da Wellesley e concentrarsi sul tesoro. Potete immaginare cosa potesse provare il caro duca in quel momento...

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Grazie @Litra68 e @Iorluke per i vostri interventi che ho apprezzato molto.

GIOACCHINO MURAT

Principe e Grand' Ammiraglio di Francia

Saluti

Rocco 

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3 ore fa, Rocco68 dice:

Il dritto del 12 Carlini 1810

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Buongiorno, Rocco bellissimo esemplare, adoro queste monete, le tue poi hanno dei ritratti così realistici, bello il ricciolo che molleggia sulla fronte.. Ho trovato queste notizie del 1810  prendiamola come spunto per approfondire ed integrare con altri avvenimenti del 1810.

Saluti 

Alberto 

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Caro Rocco hai postato 2 monete veramente bellissime ed interessanti ! Penso che il ritratto di Gioachino Murat sia uno dei più belli dell' intera monetazione moderna. A differenza di Ferdinando IV di Borbone... madre natura con lui fu generosa, era "nu bello guaglione" che lasciò molti cuori spezzati tra le Nobildonne di Napoli. E doveva avere anche un grande carisma, in quanto Ferdinando II ebbe come Ministri, uomini di corte etc molti ex-murattiani che rimpiangevano quei tempi ( vedi "Re Bomba" di Giuseppe Campolieti -> leggetelo perchè è un libro notevole). 

Grazie veramente alle note storiche postate da Litra68 e lorluke, molto interessanti. 

16 ore fa, Litra68 dice:

E proprio per approfondire questo aspetto, Renata De Lorenzo gli ha dedicato un libro, Murat, pubblicato per i tipi della Salerno editrice.

Cerco il libro perchè lo voglio leggere. Grazie. Ciao 

 

 

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