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Un ritrovamento con il metal in territorio sloveno 22mm 1g circa. [emoji6] Moneta inedita e molto interessante che sposta l'inizio di attività di zecca di almeno 10 anni. Un denaro anonimo che si rifà alle emissioni della zecca di Aquileia. Butterò giu due righe sulla zecca e su questa moneta... Coming soon

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L'attività di zecca a Kostanjevica e le sue fasi iniziali.

 

 

Nel giugno 1195, in una dieta promossa a Milano dall'arcivescovo salisburghese Adalberto, viene emanato un editto, da parte dell'imperatore Enrico IV, in cui si proibisce di imitare le emissioni di Salisburgo. (Fig. 1)

 

 

Fig. 1


 

 

Aquileia e la sua zecca, con Pellegrino II fa coniare allora monete larghe, scodellate, di fattura originale e stilisticamente ricercate, staccandosi dell'influenza frisacense: un denaro anonimo (M.I.R. Triv. z.m., n°8) che reca impressa la figura del Patriarca al dritto e un tempio con frontone tra due torri al rovescio. (Fig. 2) Con legenda AQVILEGIA P

 

 

Fig. 2


 

 

Questo denaro viene quasi subito (poco dopo il 1195) preso a modello dalla collegata zecca tergestina (Trieste) e dal suo Vescovo Wolcango. (M.I.R. Triv. z.m., n° 273; Fig. 3) Con legenda TRIES EPISCOP

 

 

Fig. 3


 

 

e dalla Contea di Gorizia (Mainardo II, 1186-1232 in coabitazione con Engelberto III,, fino al 1220) con due differenti indicazioni di zecca: la città di Lienz, con la legenda LIVNZALIS o DELIVNZO, (M.I.R. Triv. z.m., n° 102-3; Fig. 4) e la cittadina portuale di Latisana, con la legenda PORTVTESANA (M.I.R. Triv. z.m., n° 170; Fig. 5)

 

 

Fig. 4


 

 

 

Fig. 5


 

 

La distinzione di legenda probabilmente indica una differente destinazione d'uso: i primi per i mercati posti nei territori d'oltralpe, i secondi per i territori ed i mercati posti tra l'arco alpino e il mare Adriatico. Le emissioni goriziane smettono di essere prodotte prima del 1202, come si evince dal carteggio Patriarca/Conti in cui vengono sottolineate alcune usurpazioni da parte goriziana dei diritti/doveri tra cui anche quello di coniar, o meno, moneta.

 

Nel territorio, che durante il medioevo viene definito Carniola, corrispondente oggi a parte dell'odierna Slovenia, dopo l'estinzione della famiglia Eppenstein il Duca carinziano Bernhard II di Spanheim (1202-1256) ne eredita alcuni possedimenti. Landstrass acquisisce potere amministrativo/commerciale nonché politico e alla pari di Lubiana il Duca vi apre due zecche.

Queste zecche, strettamente connesse, a causa dell'influenza dominante del Patriarcato di Aquileia nell'area, agli inizi della loro attività emettono denari a imitazione degli scodellati aquileiesi e successivamente, per esigenze commerciali vengono coniati anche denari (pfennig) sul piede delle emissioni frisacensi. (Fig. 6)

 

Ad oggi la letteratura numismatica assegna a Landestrass e Lubiana denari imitanti, almeno al rovescio, le coniazioni patriarcali di Volchero (1204-1218, M.I.R. Triv. z.m., n° 9-10) indicando un periodo prossimo al 1215 l'inizio delle emissioni.

Un ritrovamento recente, con il metaldetector (per ovvie ragioni si omette luogo e nome del rinvenitore), di un denaro scodellato del tutto simile alle emissioni sopra descritte di Aquileia, Trieste a nome di Landstrass permette di anticipare di almeno un decennio l'attività di coniazione.

Si tratta di un denaro scodellato (peso: 0,9 grammi circa, diametro: 21 mm) che ricalca lo stile delle monete del Patriarca, e parente stretto del Duca, Pellegrino II. Il peso, inferiore a quello dei paralleli denari di Aquileia/Trieste avvalora l'ipotesi che si tratti di un'imitazione creata, come nel caso della Contea di Gorizia, per approfittare della favorevole accoglienza ad essi riservata.

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Modificato da ak72
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Abbiamo dunque delle monete molto simili per tipologia, che indicano la zecca emittente ma anonime per quanto riguarda l'autorità emittente.

1. Per Aquileia, con l'immagine del patriarca.

2. Per Latisana (di dominio dei conti di Gorizia, dipendente all'autorità ecclesiastica di Aquileia). Vi è raffigurato un vescovo( il patriarca ?).

3. Per Gorizia, coniate a Lienz. Vi è raffigurato un vescovo.

4. Per Trieste. Vi è raffigurato un vescovo.

5. Per Kostanjevica. Vi è raffigurato un regnate temporale, evidentemente un duca.

Ad Aquileia abbiamo Pellegrino II, patriarca dal 1195 al 1204. Volchero dal 1204 al 1218.

A Gorizia abbiamo i conti Meinhard II dal 1186 al 1232 e Engelbert III  dal 1186 al 1220.

A Trieste abbiamo Wolcango , vescovo dal 1192 al 1199 e Givardo , vescovo dal 1199 al 1212.

In Carniola abbiamo Bernhard von Spanheim dal 1202 al 1256.

 

Indubbiamente questa nuova moneta posta indietro l'attività di zecca di Kostanjevica/ Landstrass, che era soggetta alla diocesi aquileiese.

La zecca ducale era a Sant Veit che aveva iniziato l'attività nel 1205, ma la nuova moneta ci dice che prima di questa data sono state coniate monete scodellate col toponimo Landstrass.

 

Monete diverse nella forma (sono scodellate) da quelle salisburghesi. Anonime. Coniate tutte nel territorio soggetto alla diocesi aquileiese. 

Gli anni probabili di emissione dovrebbero essere compresi tra il 1202 (Bernardo duca di Carniola) e il 1204 (morte di Pellegrino). Se i conti goriziani non battono moneta oltre il 1202 l'anno che interseca le varie tipologie dovrebbe dunque essere quello, il 1202.

Ragionando sulle date, dovremmo rivedere l'attribuzione della moneta triestina a Wolcango (morto nel 1199) ma pensare invece a Givardo, vescovo dal 1199 al 1212.

Questo se le monete non erano imitazione l'una dell'altra (per comprensibili motivi commerciali) ma vi era un motivo più profondo. La volontà di staccarsi dal la tipologia frisacense?

Il tutto sotto patrocinio di Aquileia?

 

Modificato da chievolan
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@chievolan direi che la tua analisi sia perfetta. [emoji6] Buona la proposta di spostare la paternità del denaro anonimo triestino a Givardo.

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Considerando che il patriarca di Aquileia doveva rispettare la decisione imperiale e che la coniazione della moneta patriarcale era diventata notevole con tutto ciò che ne consegue, la nuova moneta di Aquileia probabilmente fu coniata già a partire dal 1195. Il vescovo Wolcango ha quattro anni di tempo per coniare la moneta simile (Bernardi W1). Vedi anche MEC 12 che riprende la cronologia di Bernardi.

Arka

Diligite iustitiam

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Si, certamente.

La data 1202 è semplicemente quella che potrebbe aver visto battere tutte le monete della tipologia considerata. Da considerare se tutte fossero state coniate assieme e con un preciso intento più importante della semplice imitazione. Ovviamente nulla osta che siano state battute in anni diversi.

Ma se nel 1195 viene imposto dalla Dieta imperiale il divieto di coniazioni di stile frisacensi. In quell'anno Pellegrino è stato eletto patriarca. Le sue prime monete erano di stile frisacense , poi ne cambia la tipologia, ubbidendo alla volontà dell'imperatore. Ma attenzione .... queste nuove monete non sono il bel denaro scodellato che qui consideriamo.

Abbiamo prima il tipo con la leggenda AQVILEGIA interrotta dalla figura (Bern. 9) e abbiamo ancora dei denari con la QVI in nesso (Bern.10)  che non hanno scodellatura anche se del tutto simili per legenda  e figure (questa diversità sfugge nelle catalogazioni, e non dovrebbe).

Con quelle monete Pellegrino si è adeguato all'imposizione imperiale. 

La bella moneta scodellata viene dopo. Non so quanto dopo ma viene dopo. Ogni anno è buono dal 1195 in poi. La nuova moneta di Landstrass, che si aggiunge ad una serie di monete simili e rarissime, potrebbe far pensare ( SE queste monete sono state coniate nel medesimo periodo) ad una coniazione verso la fine del patriarcato di Pellegrino.

 

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La prima moneta coniata da Pellegrino fu l'emissione con PI-LI ancora in stile frisacense. E' contro queste emissioni che si rivolge l'editto imperiale. La moneta Bernardi 9, vista la sua enorme rarità, fu probabilmente il primo tentativo di modificazione della monetazione e non sarà durato molto a lungo probabilmente anche per l'ancora notevole somiglianza con le monete di Salisburgo. Quindi la nuova moneta fu proprio quella scodellata.

Arka

Diligite iustitiam


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Qualche riflessione sul nuovo conio della zecca di Kostanjevica. La fattura è identica alle monete coeve di Aquileia, ovvero lo sono la scodellatura e le tracce dei colpi di martello sul bordo.

Per quanto riguarda i conii ci sono delle cose perfettamente in linea con le altre emissioni di questa tipologia e altre che si discostano.

Partendo dal dritto, le lettere sono consone, così come le caratteristiche S coricate. Il personaggio rappresentato non dovrebbe essere un vescovo, ma il duca, come giustamente notato in precedenza da @ak72 e da @chievolan . Curioso il copricapo del duca, che mi ricorda il cappello di Hermes sulle monete greche.

Curioso anche il rovescio. Perfetta la doppia perlinatura. Ma tempio con molte particolarità. Il restringimento della parte finale rende il tutto simile a una visione dall'alto. E sono molto particolari le cupole sopra le torri.

Insomma una moneta molto interessante e ringrazio chi l'ha postata e portato alla nostra conoscenza. Chiederei ancora il peso e il diametro se possibile.

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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peso: 0,9 grammi circa, diametro: 21 mm

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21 ore fa, Arka dice:

E sono molto particolari le cupole sopra le torri.

Una teoria forse delle più balzane:

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Nella tradizione slovena, il tiglio (lipa) é l’albero sacro o della vita: esso cresceva solitamente al centro del villaggio e sotto le sue fronde si riuniva la comunitá o «vicinia» sosednja), presieduta dal sindaco (župan), che era coadiuvato dal Consiglio dei dodici dvanajstija); a livello di mandamento, l’ass­emblea si denominava «cavalcata» (pojezda), nentre a livello nazionale si chiamava «veča» (placito); il giudizio di queste assemblee era vincolante anche per i feudatari.

L’area sottostante al tiglio era dunque il centro della vita comunitaria; colá si svolge­vano gli incontri e le feste da ballo; ogni anno vi aveva luogo la «prima danza», un rito che sanciva l’entrata dei giovani nella vita adulta (usanza conservatasi tuttora in Carinzia, nella valle della Zila).
Il tiglio aveva un suo ruolo anche nel mondo spirituale sloveno; veniva piantato vicino alle chiese, sia in campagna che in cittá; e nelle leggende, offre un riparo ai giusti; anche Maria con il Bambino riposa alla sua ombra.

In araldica prende il nome di Lindenblattkreuz. Presso le popolazioni di origine germanica (Bernhard lo era!) il tiglio rappresenta l'albero del giudizio (della giustizia)

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Modificato da ak72
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Il 4/7/2019 alle 16:01, ak72 dice:

peso: 0,9 grammi circa, diametro: 21 mm

Immagino che quel “circa” sottintenda che non è stata pesata con bilancino di precisione. 

Con quel diametro e quell’aspetto   “a fiuto” mi sembrerebbe più pesante. 

Se fosse realmente 0,90 sarebbe decisamente di peso basso. 

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Sono quattro monete di Pellegrino. Le prime due sono denari anonimi con la leggenda AQVILEGIA.P.interrotta dalla figura (e senza crocetta ad inizio leggenda) (Bernardi 9).

Le ultime due sono denari con QVI in nesso (Bern.10).

Visivamente (ma scusatemi le foto, non sono riuscito a farne di migliori) notiamo subito delle differenze. Le prime due sono effettivamente simili alle frisacensi e il pezzo d'argento è stato tagliato dandogli una approssimativa forma tonda; si nota il quadratum supercusum; nella seconda c'è addirittura un angolo ribattuto a martello. La "scodellatura" è quasi inesistente.

La quarta è la tipica moneta scodellata, con tondello tagliato probabilmente con una fustella, perfettamente tonda, scodellata con la fascia periferica ben orientata nel sollevamento.

La terza è "una via di mezzo". Anche se figure e leggenda sono identiche alla quarta, il tondello è diverso; la scodellatura è appena accennata (e non per schiacciatura !). 

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Chievolan.

Modificato da chievolan
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Il 4/7/2019 alle 11:48, Arka dice:

La prima moneta coniata da Pellegrino fu l'emissione con PI-LI ancora in stile frisacense. E' contro queste emissioni che si rivolge l'editto imperiale. La moneta Bernardi 9, vista la sua enorme rarità, fu probabilmente il primo tentativo di modificazione della monetazione e non sarà durato molto a lungo probabilmente anche per l'ancora notevole somiglianza con le monete di Salisburgo. Quindi la nuova moneta fu proprio quella scodellata.

Arka

Diligite iustitiam

Io penso che Gotifredo, mettendo le piccole lettere GOTI sul libro, e Pellegrino con PILI abbiano già cercato un escamotage per difendersi legalmente dalle proteste del vescovo salisburghese.

Evidentemente non è stato sufficiente e Pellegrino ha dovuto sottostare all'ordine della Dieta imperiale e coniare monete di stile diverso. Quelle "Bernardi 9". Poi si è arrivati alle "Bernardi 10" con QVI in nesso, ma c'è stato un passaggio prima di raffinare la tecnica e coniare monete scodellate.

Per questo penso che tutti questi cambiamenti non siano stati fatti in un anno o due.

Modificato da chievolan
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Notate l'angolo ripiegato e martellato e che prende l'impronta del conio della seconda moneta e del tentativo di sforbiciata correttiva..

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Il 5/7/2019 alle 12:23, ak72 dice:

Una teoria forse delle più balzane:

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Nella tradizione slovena, il tiglio (lipa) é l’albero sacro o della vita: esso cresceva solitamente al centro del villaggio e sotto le sue fronde si riuniva la comunitá o «vicinia» sosednja), presieduta dal sindaco (župan), che era coadiuvato dal Consiglio dei dodici dvanajstija); a livello di mandamento, l’ass­emblea si denominava «cavalcata» (pojezda), nentre a livello nazionale si chiamava «veča» (placito); il giudizio di queste assemblee era vincolante anche per i feudatari.

L’area sottostante al tiglio era dunque il centro della vita comunitaria; colá si svolge­vano gli incontri e le feste da ballo; ogni anno vi aveva luogo la «prima danza», un rito che sanciva l’entrata dei giovani nella vita adulta (usanza conservatasi tuttora in Carinzia, nella valle della Zila).
Il tiglio aveva un suo ruolo anche nel mondo spirituale sloveno; veniva piantato vicino alle chiese, sia in campagna che in cittá; e nelle leggende, offre un riparo ai giusti; anche Maria con il Bambino riposa alla sua ombra.

In araldica prende il nome di Lindenblattkreuz. Presso le popolazioni di origine germanica (Bernhard lo era!) il tiglio rappresenta l'albero del giudizio (della giustizia)

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Sono sempre cinque "linee di coppi", semplicemente "visti" ed incisi con una prospettiva diversa.

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Non è stata un'evoluzione, ma una rivoluzione. E le rivoluzioni sono molto più rapide. La tecnica della scodellatura era già ben nota alla zecca di Aquileia, perché avevano già coniato con questa tecnica alcune imitazioni di frisacensi (vedi MEC 12).

Arka

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Ricordo che fino a non molto tempo fa erano numerose le persone che ritenevano gli ERIACENSIS con singolo globetto sotto il tempio di dubbia attribuzione ad Aquileia... [emoji6]E tra questi io non c'ero. Detto questo gli esemplari piani della seconda tipologia possono essere tranquillamente considerati un anello di congiunzione, un esperimento che poi ha portato ai denari scodellati.

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Tre globetti scusate ma fare diverse cose assieme mi rin.. Isce più di quello che già sono

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@chievolan  Una curiosità da soddisfare se possibile. Dove hai trovato due esemplari Bernardi 9, che io non ne ho mai avuta una in mano?

Arka

Diligite iustitiam


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4 ore fa, Arka dice:

@chievolan  Una curiosità da soddisfare se possibile. Dove hai trovato due esemplari Bernardi 9, che io non ne ho mai avuta una in mano?

Arka

Diligite iustitiam

Neppure io in quarantanni. Poi .... asta Paoletti&Bernardi n.1 (aggiudicata alla base .... già di per se bassa :D . Un'asta quella in cui assurdamente non ci sono stati partecipanti) e l'altra venduta da Lanz München.


Inviato

Asta Paoletti & Bernardi mai vista... Beati voi che state vicini a Trieste. ;)

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
1 ora fa, Arka dice:

Asta Paoletti & Bernardi mai vista... Beati voi che state vicini a Trieste. ;)

Arka

Diligite iustitiam

Era un’asta online .....


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