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E veniamo al Jesurum (Cronistoria delle "Oselle" di Venezia"), altra pietra miliare per lo studio delle Oselle.

Nella nota illustrativa dell'Osella, Jesurum, così scrive:

"Il rovescio di quest'osella si riferisce alla lunga lotta combattutasi per l'elezione del Doge, il quale prima aspramente avversato dai competitori, fu poi inaspettatamente eletto con suffragio unanime. Perciò il Doge volle ricordare con questa allegoria e con il motto DOMINI EST ASSVMPTIO NOSTRA che la sua assunzione al seggio era dovuta alla volontà di Dio, che vinse l'avversa fortuna".

Il Rovescio è così descritto:

"Vi è incisa la figura della Fortuna; ma la Dea, compita da un fulmine, sta per cader rovesciata, e la sua ruota è ridotta in frantumi".

 


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Molto interessante, senza alcun dubbio, è quanto scrive G. Werdnig (Le Oselle- Monete - Medaglie della Repubblica di Venezia. Traduzione a cura di Elda Winsemann Falghera - Edizioni Lint Trieste - 1983).

Leggiamo insieme come viene descritto il Rovescio di questa Osella:

"Una figura femminile, velata solo nei lombi, capelli al vento, braccia alzate, si dirige velocemente in direzione verso destra, appoggiando il piede destro sui frantumi di una ruota. Un fascio di raggi convergenti, irrompenti dalle nubi a sinistra, verso il quale volge il capo a ritroso, la colpisce al centro del corpo. Dal suo braccio destro pende un vessillo."

 Opportuno però continuare nella descrizione dell'Osella da parte del Werdning in quanto ulteriori informazioni si traggono.

"L'Osella si riferisce all'elezione del doge, il quale ebbe nei tre Procur. S. M.: Giovanni Donà, Angelo Diedo e M. Antonio Barbarigo degli appassionati concorrenti. Gli Annali raccontano che nessuno dei quattro candidati aveva potuto raggiungere il prescritto numero di 25 voti.  Sembra che Giovanni Donà, il quale era fra i 41 elettori, un pò per le ridotte possibilità di riuscita in seguito alla dispersione dei voti, un pò per la intima spinta di conseguire una buona scelta, abbia proposto di far convergere i voti su Mocenigo, ciò che infatti avvenne.

La legenda è tolta dal salmo 88, 19 ed il relativo versetto suona: "Quia Domini est assumptio nostra et Sancti Israel regis nostri". Allioli lo traduce come segue: "Poiché è il Signore, il Santo d'Israele che ci ospita". Dato che in ebraico la parola "manegon" significa scudo, il versetto pertanto suona: "Poiché il Signore è il nostro scudo ecc.". Quindi "assumptio" nel salmo significa "prendere sotto protezione" da cui deriva il significato più tardi "attirare a sé" ossia assunzione, elevazione, come in assumptio Mariae = Assunzione di Maria, oppure in assumptio sancti alicujus = ricorrenza del giorno della morte di un santo, cioè il giorno della sua assunzione in cielo.

Così ci avviciniamo al senso della legenda in quanto diciamo: "Non siamo noi ad elevarsi, ma è la potenza di Dio che ci eleva e ci assume (sotto la sua protezione)".

Così come tutti i regnanti si definivano, "Dei Gratia regnantes", così anche Mocenigo non attribuiva l'elevazione a doge ai suoi meriti, bensì alla grazia di Dio. Se non fosse stato per volontà di Dio, sembra voglia dire, la sua elezione in circostanze così aggravanti come riferite dalla storia, non avrebbe potuto avvenire.

La Fortuna su una ruota è una raffigurazione che ricorre spesso al tempo del Rinascimento. La Fortuna, nuda o vestita, su un globo alato, in volo sul mare, con il vessillo gonfiato dal vento, la troviamo per es. su medaglie dell'arciduca Carlo d'Austria, nel periodo dal 1560 al 1575, accanto al suo motto: "Fortuna (Dio) audace juvat". Qualche volta incontriamo la fortuna anche in piedi su due delfini. Una spiegazione del XVII secolo suona: "Fortunam in pilam poetae collocant propter mutabilitatem - audax, qui se committit pilae - audacior, qui Delphinum equitat vere nihil aliud est fortuna, quam incerta rerum causa(1)". Un doppio tallero del duca August di Braunschweig-Luneburg reca la Fortuna nuda su un globo, capelli al vento, stringente un vessillo gonfiato sopra la testa (Kohler, Munzbelustigungen).

Noi interpretiamo la raffigurazione come segue: La Fortuna, in corsa, su una ruota, sfruttando il vessillo, gonfiato dal vento, come vela, rappresenta l'individuo, il quale si fida delle proprie fragile forze. Il vessillo qui non è altro che il simbolo nella fiera fiducia delle proprie forze. La ruota si sfracella nello scontro con un improvviso ostacolo, la Fortuna (cioè l'audax se rotae committens) si spaventa, precipita, il vessillo non è più gonfiato dal vento, bensì si affloscia nella tempesta: è allora che la Fortuna (sempre nella personificazione dell'audax) alza lo sguardo timoroso al cielo, donde prorompe dalle nubi il raggio di sole salvatore (il raggio della grazia di Dio), che dice: "Non sta a voi, fragili uomini, di elevarvi; la forza umana è simile alla ruota in corsa che si sfracella all'incontro con il primo imprevisto ostacolo". In questo senso la Fortuna serve come illustrazione al versetto del salmo(2)".

(1) Symbola pontificum et regum, 1686.

(2) "Domini est assumptio nostra" si trova anche sulla medaglia di papa Alessandro VIII, del 1690. "Domini assumpsit me" è la legenda sul rovescio di una moneta spicciola di re Giovanni Casimiro di Polonia, del 1649 (Kohler, Munzbelustigungen"."

 

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Inviato
Il 19/10/2021 alle 09:22, Oppiano dice:

Molto interessante, senza alcun dubbio, è quanto scrive G. Werdnig (Le Oselle- Monete - Medaglie della Repubblica di Venezia. Traduzione a cura di Elda Winsemann Falghera - Edizioni Lint Trieste - 1983).

Leggiamo insieme come viene descritto il Rovescio di questa Osella:

"Una figura femminile, velata solo nei lombi, capelli al vento, braccia alzate, si dirige velocemente in direzione verso destra, appoggiando il piede destro sui frantumi di una ruota. Un fascio di raggi convergenti, irrompenti dalle nubi a sinistra, verso il quale volge il capo a ritroso, la colpisce al centro del corpo. Dal suo braccio destro pende un vessillo."

 Opportuno però continuare nella descrizione dell'Osella da parte del Werdning in quanto ulteriori informazioni si traggono.

"L'Osella si riferisce all'elezione del doge, il quale ebbe nei tre Procur. S. M.: Giovanni Donà, Angelo Diedo e M. Antonio Barbarigo degli appassionati concorrenti. Gli Annali raccontano che nessuno dei quattro candidati aveva potuto raggiungere il prescritto numero di 25 voti.  Sembra che Giovanni Donà, il quale era fra i 41 elettori, un pò per le ridotte possibilità di riuscita in seguito alla dispersione dei voti, un pò per la intima spinta di conseguire una buona scelta, abbia proposto di far convergere i voti su Mocenigo, ciò che infatti avvenne.

La legenda è tolta dal salmo 88, 19 ed il relativo versetto suona: "Quia Domini est assumptio nostra et Sancti Israel regis nostri". Allioli lo traduce come segue: "Poiché è il Signore, il Santo d'Israele che ci ospita". Dato che in ebraico la parola "manegon" significa scudo, il versetto pertanto suona: "Poiché il Signore è il nostro scudo ecc.". Quindi "assumptio" nel salmo significa "prendere sotto protezione" da cui deriva il significato più tardi "attirare a sé" ossia assunzione, elevazione, come in assumptio Mariae = Assunzione di Maria, oppure in assumptio sancti alicujus = ricorrenza del giorno della morte di un santo, cioè il giorno della sua assunzione in cielo.

Così ci avviciniamo al senso della legenda in quanto diciamo: "Non siamo noi ad elevarsi, ma è la potenza di Dio che ci eleva e ci assume (sotto la sua protezione)".

Così come tutti i regnanti si definivano, "Dei Gratia regnantes", così anche Mocenigo non attribuiva l'elevazione a doge ai suoi meriti, bensì alla grazia di Dio. Se non fosse stato per volontà di Dio, sembra voglia dire, la sua elezione in circostanze così aggravanti come riferite dalla storia, non avrebbe potuto avvenire.

La Fortuna su una ruota è una raffigurazione che ricorre spesso al tempo del Rinascimento. La Fortuna, nuda o vestita, su un globo alato, in volo sul mare, con il vessillo gonfiato dal vento, la troviamo per es. su medaglie dell'arciduca Carlo d'Austria, nel periodo dal 1560 al 1575, accanto al suo motto: "Fortuna (Dio) audace juvat". Qualche volta incontriamo la fortuna anche in piedi su due delfini. Una spiegazione del XVII secolo suona: "Fortunam in pilam poetae collocant propter mutabilitatem - audax, qui se committit pilae - audacior, qui Delphinum equitat vere nihil aliud est fortuna, quam incerta rerum causa(1)". Un doppio tallero del duca August di Braunschweig-Luneburg reca la Fortuna nuda su un globo, capelli al vento, stringente un vessillo gonfiato sopra la testa (Kohler, Munzbelustigungen).

Noi interpretiamo la raffigurazione come segue: La Fortuna, in corsa, su una ruota, sfruttando il vessillo, gonfiato dal vento, come vela, rappresenta l'individuo, il quale si fida delle proprie fragile forze. Il vessillo qui non è altro che il simbolo nella fiera fiducia delle proprie forze. La ruota si sfracella nello scontro con un improvviso ostacolo, la Fortuna (cioè l'audax se rotae committens) si spaventa, precipita, il vessillo non è più gonfiato dal vento, bensì si affloscia nella tempesta: è allora che la Fortuna (sempre nella personificazione dell'audax) alza lo sguardo timoroso al cielo, donde prorompe dalle nubi il raggio di sole salvatore (il raggio della grazia di Dio), che dice: "Non sta a voi, fragili uomini, di elevarvi; la forza umana è simile alla ruota in corsa che si sfracella all'incontro con il primo imprevisto ostacolo". In questo senso la Fortuna serve come illustrazione al versetto del salmo(2)".

(1) Symbola pontificum et regum, 1686.

(2) "Domini est assumptio nostra" si trova anche sulla medaglia di papa Alessandro VIII, del 1690. "Domini assumpsit me" è la legenda sul rovescio di una moneta spicciola di re Giovanni Casimiro di Polonia, del 1649 (Kohler, Munzbelustigungen"."

 

Nonostante io non collezioni Oselle, trovo il tuo post molto interessante e bello da leggere.

  • Grazie 1
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  • 1 anno dopo...
Supporter
Inviato (modificato)

E, con l’occasione, rappresentiamo anche l’esemplare in oro, esitato oggi all’asta Nomisma Aste Lotto 921:

VENEZIA Alvise II Mocenigo (1700-1709) Osella da 4 zecchini an. I (1700) - Paolucci 351 AU (g 13,87) RRRR

Grading/Stato: SPL-FDC 
 
 

 

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Modificato da Oppiano
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Inviato

Direi. Un'opera d'arte su tondello!! 


Inviato

Spettacolare! Si conosce il realizzo?


Inviato
4 ore fa, Oppiano dice:

E, con l’occasione, rappresentiamo anche l’esemplare in oro, esitato oggi all’asta Nomisma Aste Lotto 912:

VENEZIA Alvise II Mocenigo (1700-1709) Osella da 4 zecchini an. I (1700) - Paolucci 351 AU (g 13,87) RRRR

Grading/Stato: SPL-FDC 
 
 

 

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L’hai presa tu Dominique? 😉😁


Supporter
Inviato
5 minuti fa, Liutprand dice:

Spettacolare! Si conosce il realizzo?

 

28000 oltre diritti mi sembra...uno spettacolo di moneta!


Inviato
13 minuti fa, Andrea Costa dice:

28000 oltre diritti mi sembra...uno spettacolo di moneta!

 

È corretto. E 39.000 più dritti per il lotto 921, ancora più formidabile! Su Bidinside ci sono tutti i realizzi…


Inviato
7 ore fa, Oppiano dice:

E, con l’occasione, rappresentiamo anche l’esemplare in oro, esitato oggi all’asta Nomisma Aste Lotto 921:

VENEZIA Alvise II Mocenigo (1700-1709) Osella da 4 zecchini an. I (1700) - Paolucci 351 AU (g 13,87) RRRR

Grading/Stato: SPL-FDC 
 
 

 

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Complimenti per l'acquisto: molto combattuto (1 di 19)!

  • Grazie 1

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