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Col Quantitative Easing Draghi ha fisicamente stampato nuova valuta?


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Inviato (modificato)

Ciao a tutti, ho una diatriba con un amico e lo chiedo a voi: qualcuno sa dirmi se con gli interventi di Quantitative Easing la BCE ha fisicamente stampato o coniato valuta?

Grazie

Modificato da Orodicarta

Inviato

Non penso proprio.....

l'ammontare del circolante fisico viene pianificato a lungo termine e dipende da altre dinamiche.

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Inviato

Esatto banconote e monete sono solo una minima parte della valuta presente.


Inviato

Le operazioni di politica monetaria tipiche sono attuate dalle banche centrali (come la BCE) acquistando o vendendo titoli di stato già esistenti, ovvero immettendo o riducendo la quantità di moneta complessiva. I nostri tondelli e banconote sono solo una parte del complesso dei c.d. aggregati monetari.

I QE sono sempre effettuati tramite acquisto di titoli di stato, ma di nuova emissione, per cui sono operazioni non convenzionali perché facilitano al contempo la sottoscrizione delle emissioni degli stati.

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Inviato (modificato)

La BCE non conia, in quanto l'emissione di monete è competenza degli stati, ma calcola solo quanto contante metallico in generale serve per garantire la sufficiente circolazione nell'eurozona.

La stampa fisica di banconote è legata solo in parte al Q.E., sia perchè come ricordato sopra l'emissione di cartamoneta è solo una piccola parte dell'emissione generale di denaro, sia perchè il Q.E. non è altro che una delle tante politiche monetarie convenzionali o non convenzionali (tradotto, normalmente attuate o più raramente attuate) adottabili per diversi motivi da parte delle autorità che gestiscono le valute. Come categoria generale è una politica espansiva non convenzionale.

Modificato da ART
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Inviato

La BCE non ha stampato moneta. La quantità di moneta in circolazione è rimasta invariata. Ha semplicemente creato nuova liquidità per i mercati finanziari per consentire di poter investire in strumenti di investimento diversi dai titoli di stato, evitando nello stesso tempo forti tensioni sui tassi di interesse.


Inviato (modificato)

Buonasera. 

La risposta è no. L'aggregato monetario su cui è intervenuto è il cosidetto M3 di cui la valuta fisica ( M1) è una parte. Le operazioni di acquisto vengono regolate con debito a carico del bilancio BCE a cui corrisponde credito a favore delle banche che 'vendono' attività patrimoniali rappresentate a loro volta da titoli di credito ( obbligazioni). L'effetto benefico sui bilanci delle banche è notevole perché si sostituisce un attivo patrimoniale ( spessi a rischio svalutazione) con una posta a tutti gli effetti liquida e certa ( il credito presso BCE) che spesso viene utilizzato a compensazione degli obblighi legati ai depositi cauzionale obbligatori 

Questa dovrebbe essere a  grandi linee la dinamica del QE in salsa europea

Modificato da davide1978
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Inviato

Riassumendo fra le varie spiegazioni si potrebbe dire "no, ovvero si in quantità trascurabile".


Inviato

No liquido bagnato con prosecco. L'effetto generale è lo stesso.


Inviato (modificato)

Ovviamente No, se parliamo di moneta in senso stretto, perché la Bce non stampa moneta.

Però vi è immissione di altra liquidità tramite i Ltro che sono dei prestiti a bassissimo interesse alle banche.

Quindi vi è una immissione sostanziale di moneta (liquidità) non fisica.

Modificato da vickydog

Inviato
Il 10/5/2019 alle 12:45, vickydog dice:

Ovviamente No, se parliamo di moneta in senso stretto, perché la Bce non stampa moneta.

Però vi è immissione di altra liquidità tramite i Ltro che sono dei prestiti a bassissimo interesse alle banche.

Quindi vi è una immissione sostanziale di moneta (liquidità) non fisica.

Non proprio vero. La BCE pur non stampando ‘fisicamente ‘ la moneta ne regola pero’ l’emissione per gli Stati che aderiscono all’euro. Perdonatemi il parallelo : è come un editore - responsabile per quanto viene pubblicato mentrd il libro - fisicamente - viene prodotto dallo stampatore che opera per conto dell’editore . 

La risposta piu’ corretta al quesito è quella data da Davide78


Inviato

Intanto grazie a tutti per le risposte: mi pare di capire che c'è unanimità sul no. Dai vostri messaggi capisco che nella pratica tutto il capitale erogato è, diciamo.. virtuale, digitale, esiste come addizioni e sottrazioni in un algoritmo.

Da ignorante immagino che i meccanismi dei vari Ltro, Tltro, QE ecc.. siano complessi ma avevo letto che i finanziamenti alle banche erano subordinati all'impegno a reinvestire nella società quei capitali (in toto o in parte non saprei..). Cioè: io BCE presto denaro alle Banche Centrali nazionali le quali a loro volta lo "girano" (perdonate l'ignoranza del linguaggio) alle banche private solo se queste lo girano ai privati.

Quindi, se una parte del denaro della BCE finisce nelle mani dei privati (aziende, attività, mutui ecc..) diventa contante, in parte perché la gente preleva, ma soprattutto perché le banche hanno l'obbligo di conservare in cassaforte una riserva frazionaria, una percentuale dell'ammontare dei loro debiti coi correntisti, in contanti. Immagino che a fronte di tutti quei miliardi di euro erogati ci sia stata una procedura di produzione di banconote e monete per far fronte alla domanda del mercato.

Oppure mi sfugge qualcosa? ?


Inviato

Il processo del "QE" consiste, di fatto, in un processo di "creazione di moneta"; che questo implichi creazione di moneta reale o comporti (come di fatto è il QE) iscrizione contabile nei bilanci della BCE, le cose non cambiano. 

La questione posta tocca il nodo della ricchezza che nasce dalla "Finanza", rispetto al tema della ricchezza prodotta dall'economia "reale", con l'enorme asimmetria che sussiste tra questi due mondi. Ma pagheremo il conto, purtroppo. 

 


Inviato
Il 19/5/2019 alle 18:38, Bassi22 dice:

Il processo del "QE" consiste, di fatto, in un processo di "creazione di moneta"; che questo implichi creazione di moneta reale o comporti (come di fatto è il QE) iscrizione contabile nei bilanci della BCE, le cose non cambiano. 

La questione posta tocca il nodo della ricchezza che nasce dalla "Finanza", rispetto al tema della ricchezza prodotta dall'economia "reale", con l'enorme asimmetria che sussiste tra questi due mondi. Ma pagheremo il conto, purtroppo. 

 

Lo sospetto da tempo anch’io

ma ‘quando’ e soprattutto ‘ in che modo’? E’ questo che vado chiedendomi da tempo. Non c’e’ dubbio che l’asimmetria tra ricchezza prodotta dal siatema ‘reale’ e quella ‘finanziaria’ attraverso operazioni di mercato delle banche centrali sia un fenomeno divenuto sempre piu evidente negli umtimi 10 anni, eppure e’ pochissimo indagato anche a livello accademico. 

Per alcuni  non vi saranno conseguenze - essendo solo un fenomeno monetario- prr altri le conseguenze ci saranno ma nessuno sembra saper indicare quali. 

L’unica cosa che ho potuto notare e’ stata - in questi anni - la scomparsa totale del fenomeno inflazonistico e ancge un ciclo di crescita ininterrotto - e per questo abnorme - del mercato equity USa ma anche mondiale dopo la grande flessiome del 2008-9. Ma se e come siano connessi al QE non saprei dire..


Inviato
4 ore fa, numa numa dice:

Lo sospetto da tempo anch’io

ma ‘quando’ e soprattutto ‘ in che modo’? E’ questo che vado chiedendomi da tempo. Non c’e’ dubbio che l’asimmetria tra ricchezza prodotta dal siatema ‘reale’ e quella ‘finanziaria’ attraverso operazioni di mercato delle banche centrali sia un fenomeno divenuto sempre piu evidente negli umtimi 10 anni, eppure e’ pochissimo indagato anche a livello accademico. 

Per alcuni  non vi saranno conseguenze - essendo solo un fenomeno monetario- prr altri le conseguenze ci saranno ma nessuno sembra saper indicare quali. 

L’unica cosa che ho potuto notare e’ stata - in questi anni - la scomparsa totale del fenomeno inflazonistico e ancge un ciclo di crescita ininterrotto - e per questo abnorme - del mercato equity USa ma anche mondiale dopo la grande flessiome del 2008-9. Ma se e come siano connessi al QE non saprei dire..

Beh un esempio di come la pagheremo ce l'abbiamo dal crack Lehman Brothers: perdita posti di lavoro e risparmi (mia madre perse 10.000 € con Parmalat a suo tempo..), diminuzione di consumi, recessione. Lo stiamo già pagando quel gap, da tempo.

Il meccanismo del QE è emblematico: le varie banche centrali partecipano al capitale della BCE in percentuali diverse e l'azionista di maggioranza (passatemi il termine) della BCE è la Bundesbank col 18%, seguita da Banque de France col 14% e dalla Banca d'Italia col 12. Quando la BCE eroga 1 miliardo ad un paese in difficoltà, quello poi glieli deve restituire con gli interessi. E gli interessi vengono spartiti tra le varie Bance centrali secondo la loro quota percentuale.

Questo significa che, più miliardi presta la BCE, più soldi guadagnano le Banche centrali. Ora mi domando, perché la Germania dovrebbe volere crescita per l'Italia se guadagna sulla crisi del suo debito?

 

Il 19/5/2019 alle 18:38, Bassi22 dice:

Il processo del "QE" consiste, di fatto, in un processo di "creazione di moneta"; che questo implichi creazione di moneta reale o comporti (come di fatto è il QE) iscrizione contabile nei bilanci della BCE, le cose non cambiano. 

Io chiedevo se era stata stampata valuta a seguito del QE perché sostenevo che i nuovi euro fossero legati all'operazione di QE.


Inviato

No no... io  stavo cercando di fare un’analisi sulle conseguenze del QE sull’economia mondiale. I guadagni della BCE - ripartiti tra le banche centrali sono NULLa in confronto ai potenziali effetti economici che non sappiamo nemmeno stimare. 

I nuovi euro messi in  circolazione nulla hanno a che vedere con il QE 


Inviato
36 minuti fa, Orodicarta dice:

Io chiedevo se era stata stampata valuta a seguito del QE perché sostenevo che i nuovi euro fossero legati all'operazione di QE.

È difficile spiegare, soprattutto in poche parole, ma la tua osservazione è comunque legata al ragionamento che faceva @numa numa. Ma provo con un esempio/domanda...che dovrebbe farti riflettere. Se fai un mutuo con la tua banca, questa ti consegna materialmente i soldi, o ti trovi una "riga" positiva sul tuo conto corrente? Logico dirai...... riga positiva sul conto. Ma se la banca non avesse i soldi da prestarti, come è capitato quando le banche si sono trovate in crisi di liquidità? Qualcuno (BCE) glieli presta, genera così una "riga" positiva sulla liquidità della banca che, a sua volta, li utilizza verso i clienti (ti da il mutuo). Fin qui nulla di strano, dirai, e giustamente. Il problema si pone quando queste iniezioni di liquidità (stampata o meno che sia, non cambia) cubano 80mld di $ al mese per circa 8 anni (Federal Reserve), o 20/40mld di € al mese per 4 anni (BCE), e questi soldi invece di finire sul mercato produttivo industriale finiscono sul mercato finanziario, alimentando ricchezze "di carta". Allora mi domando se valutazioni dell'ordine si 1000mld di $ che si fanno su mooooolte società abbiano una logica, o non siano solamente sostenute dall'enorme massa di liquidità che c'è sul mercato. Io credo che non manchi molto al giorno in cui un bambino, nella piazza principale, dirà.... "ma il re è nudo".


Inviato

Mi scuso se può sembrare off topic l'evoluzione di questo argomento. Ma in realtà mi sembra molto coerente con le politiche monetarie che noi appassionati di monete e storia economica monetaria troviamo in molti libri di storia numismtica. Anche la Serenissima, a cui personalmente rivolgo le mie attenzioni, ha attuato in alcuni frangenti nella sua lunga storia operazioni sul debito pubblico, utilizzando la moneta di "conto" .

Il principio è che nessuna operazione monetaria può essere "neutra", con o senza stampa fisica della moneta. 


Inviato
11 minuti fa, Bassi22 dice:

È difficile spiegare, soprattutto in poche parole, ma la tua osservazione è comunque legata al ragionamento che faceva @numa numa. Ma provo con un esempio/domanda...che dovrebbe farti riflettere. Se fai un mutuo con la tua banca, questa ti consegna materialmente i soldi, o ti trovi una "riga" positiva sul tuo conto corrente? Logico dirai...... riga positiva sul conto. Ma se la banca non avesse i soldi da prestarti, come è capitato quando le banche si sono trovate in crisi di liquidità? Qualcuno (BCE) glieli presta, genera così una "riga" positiva sulla liquidità della banca che, a sua volta, li utilizza verso i clienti (ti da il mutuo). Fin qui nulla di strano, dirai, e giustamente. Il problema si pone quando queste iniezioni di liquidità (stampata o meno che sia, non cambia) cubano 80mld di $ al mese per circa 8 anni (Federal Reserve), o 20/40mld di € al mese per 4 anni (BCE), e questi soldi invece di finire sul mercato produttivo industriale finiscono sul mercato finanziario, alimentando ricchezze "di carta". Allora mi domando se valutazioni dell'ordine si 1000mld di $ che si fanno su mooooolte società abbiano una logica, o non siano solamente sostenute dall'enorme massa di liquidità che c'è sul mercato. Io credo che non manchi molto al giorno in cui un bambino, nella piazza principale, dirà.... "ma il re è nudo".

e^un esempio calzante. Quello che non so, mi chiedo, e soprattutto non so immaginarmi è come questa 'nuova di liquidità' possa comportarsi non avendo una contropartita 'reale'. Se comprendo bene quanto dici queste inizioni di liquidità da parte di BCE, FED, BOJ, etc. hanno contribuito a spingere in alto le quotazioni del mercato Equity da un lato e a mantenere artificialmente bassi i tassi di interesse - deprimendo tra l'altro gli utili delle banche e anzi determinando anche qualche crisi.  Questa asimmetria tra mercato finanziario e reale ha dimensioni preoccupanti  oppure è compensata - ad esempio - dal fatto che negli ultimi dieci anni le imprese hanno generato molto piu' utili rispetto al passato (incluse le 1T$ companies) e allo stesso tempo il loro indebitamento è rimasto tutto sommato contenuto. In parole povere i grandi scandali (enron etc.) di 20-30 anni fa oggi non si sono ripetuti e in sostanza i bassi tassi hanno fatto molto bene al comparto societario mondiale ?


Inviato (modificato)
1 ora fa, Orodicarta dice:

Questo significa che, più miliardi presta la BCE, più soldi guadagnano le Banche centrali. Ora mi domando, perché la Germania dovrebbe volere crescita per l'Italia se guadagna sulla crisi del suo debito?

Perchè in un sistema economico altamentre integrato come quello dell'UE la crescita dell'Italia influenza quella della Germania, e viceversa, per somme che sono ben superiori a quelle dei proventi da emissione di banconote e relativi interessi. Gli stati UE sono strettamente interdipendenti fra loro quanto a economia e parecchio altro: se la Germania o chiunque altro adottasse una simile politica vuol dire che i suoi governanti si sarebbero bevuti del tutto il cervello. Questo è valido specialmente per stati grossi come l'Italia, che sono fra i principali partner commerciali della Germania.

Modificato da ART

Inviato
37 minuti fa, ART dice:

Perchè in un sistema economico altamentre integrato come quello dell'UE la crescita dell'Italia influenza quella della Germania, e viceversa, per somme che sono ben superiori a quelle dei proventi da emissione di banconote e relativi interessi. Gli stati UE sono strettamente interdipendenti fra loro quanto a economia e parecchio altro: se la Germania o chiunque altro adottasse una simile politica vuol dire che i suoi governanti si sarebbero bevuti del tutto il cervello. Questo è valido specialmente per stati grossi come l'Italia, che sono fra i principali partner commerciali della Germania.

Certo, la percentuale di interessi sul debito della Grecia non ci salverà dall'aumento dell'IVA ? ma io non sono del tutto sicuro che la crescita dell'Italia faccia davvero bene alla Germania (o alla Francia, Spagna ecc..).


Inviato (modificato)
1 ora fa, numa numa dice:

Questa asimmetria tra mercato finanziario e reale ha dimensioni preoccupanti  oppure è compensata - ad esempio - dal fatto che negli ultimi dieci anni le imprese hanno generato molto piu' utili rispetto al passato (incluse le 1T$ companies) e allo stesso tempo il loro indebitamento è rimasto tutto sommato contenuto. In parole povere i grandi scandali (enron etc.) di 20-30 anni fa oggi non si sono ripetuti e in sostanza i bassi tassi hanno fatto molto bene al comparto societario mondiale ?

Il QE ha indubbiamente generato anche effetti positivi. E' evidente che in parte è stato utilizzato nel settore produttivo, in cui operano manager avveduti e capaci che, nello svolgere bene i loro compiti, hanno saputo generare ricchezza dalle aziende che guidano. Il problema è l'eccesso di liquidità, una massa enorme di denaro che è finita nelle mani della finanza speculativa, un "mondo" che deve remunerare ogni sua forma di investimento a velocità e dimensioni più ampie rispetto a quanto riesce a fare il tessuto produttivo industriale.

Riprendo dati un pò vecchi, di fine 2013 (non ne ho sotto mano di più aggiornati). 75 Bilioni di $ (75.000 miliardi) era l'ammontare del PIL mondiale, contro 993 Bilioni di $ di attività finanziarie globali. C'è proporzione....? E ogni anno questi numeri crescono, aumentando questa sproporzione. Dovrebbe farci impallidire questo dato, invece parliamo d'altro, anche perché qualcuno continua ad arricchirsi in misura enorme, e non ne vuol parlare, e non vuole che nessuno ne parli.  Il primo motivo per il quale questa enorme montagna di attività finanziarie ci dovrebbe inquietare é la sua dimensione, il secondo è la sua dinamica di crescita (a mio avviso amplificata dal QE) e che ha visto negli ultimi anni triplicare questo dato, mentre il PIL mondiale, nello stesso periodo, è solo raddoppiato. Il terzo motivo che dovrebbe farci rabbrividire sta nella "struttura" di quella montagna di attività finanziaria, considerato che solo in minima parte quei 993 Bilioni erano costituiti da "finanza primaria" (azioni, obbligazioni e attivi bancari), mentre tutto il resto era costituito da prodotti derivati scambiati fuori dai mercati regolamentati, e improntato a transazioni di natura di "scommessa": sui tassi di interesse; sulle valute; sui prezzi delle materie prime; sull'andamento dei vari indici di mercato; ecc....

Che dire....! Come uscirne...? Non lo so proprio, ma non sono ottimista...

 

Modificato da Bassi22
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Inviato
11 minuti fa, Bassi22 dice:

Il QE ha indubbiamente generato anche effetti positivi. E' evidente che in parte è stato utilizzato nel settore produttivo, in cui operano manager avveduti e capaci che, nello svolgere bene i loro compiti, hanno saputo generare ricchezza dalle aziende che guidano. Il problema è l'eccesso di liquidità, una massa enorme di denaro che è finita nelle mani della finanza speculativa, un "mondo" che deve remunerare ogni sua forma di investimento a velocità e dimensioni più ampie rispetto a quanto riesce a fare il tessuto produttivo industriale.

Riprendo dati un pò vecchi, di fine 2013 (non ne ho sotto mano di più aggiornati). 75 Bilioni di $ (75.000 miliardi) era l'ammontare del PIL mondiale, contro 993 Bilioni di $ di attività finanziarie globali. C'è proporzione....? E ogni anno questi numeri crescono, aumentando questa sproporzione. Dovrebbe farci impallidire questo dato, invece parliamo d'altro, anche perché qualcuno continua ad arricchirsi in misura enorme, e non ne vuol parlare, e non vuole che nessuno ne parli.  Il primo motivo per il quale questa enorme montagna di attività finanziarie ci dovrebbe inquietare é la sua dimensione, il secondo è la sua dinamica di crescita (a mio avviso amplificata dal QE) e che ha visto negli ultimi anni triplicare questo dato, mentre il PIL mondiale, nello stesso periodo, è solo raddoppiato. Il terzo motivo che dovrebbe farci rabbrividire sta nella "struttura" di quella montagna di attività finanziaria, considerato che solo in minima parte quei 993 Bilioni erano costituiti da "finanza primaria" (azioni, obbligazioni e attivi bancari), mentre tutto il resto era costituito da prodotti derivati scambiati fuori dai mercati regolamentati, e improntato a transazioni di natura di "scommessa": sui tassi di interesse; sulle valute; sui prezzi delle materie prime; sull'andamento dei vari indici di mercato; ecc....

Che dire....! Come uscirne...? Non lo so proprio, ma non sono ottimista...

 

Bel post, chiaro. Alla fine è un problema di sostenibilità del profitto, a tutti i livelli: ambientale, sociale, finanziario... Una sorta di schema di Ponzi perdente, nel senso che chi vince non avrà comunque di che festeggiare. Che dire, grazie, mi avete dato di che riflettere.

Rimane ancora da spiegare perché i nuovi euro non hanno nulla a che vedere col QE, cmq... :bash:


Inviato (modificato)

@numa numa @Orodicarta Poi smetto, lo prometto. Ma prima vi posto un passaggio afferente un momento della storia economico-finanziaria di Venezia in tema di politica monetaria (ed a cui prima facevo riferimento), che va comunque letto con occhi che considerino le debite proporzioni di dimensioni e logica economica, con quanto considerato sino ad ora sul QE. 

Da: “Mercanti a rentiers. L’involuzione fu compiuta.”

fonti: Frederic C. Lane, Luciano Penzolo.

Tratto da: https://www.attivismo.info/quando-listeria-del-debito-colpi-la-serenissima/

 

La Repubblica Serenissima aveva finanziato la sua espansione e la sua prosperità con il debito pubblico. Uno solo però non bastava per l’ambizione dello Stato Veneziano e il desiderio di benessere dei suoi cittadini. Per cui si istituirono tre diversi conti di debito pubblico:

Monte Vecchio;

Monte Nuovo;

Monte Novissimo.

Parve poi che la pressione fiscale per il pagamento degli interessi fosse troppo gravosa, soprattutto non “equa”. Pertanto si fece avanti Zuan Francesco Priuli a dire che il debito andava dismesso e rimborsato. Partendo in primis dal Monte della Zecca di Stato, che pagava il 16% di interesse. Così fu avviata la sua dismissione. 1584. Una data da ricordare.

“L’affrancazione delle serie dei titoli in Zecca procedette più speditamente di quanto avesse previsto Priuli. Il gettito delle decime e delle tanse, il recupero di crediti d’imposta, la vendita di beni appartenenti allo Stato ed un riordino contabile effettuato nel 1579 consentirono alla Signoria di restituire i capitali ai prestatori nel giro di soli sette anni. Infatti il 15 giugno 1584 il senato, che nel frattempo aveva assunto il governo della materia finanziaria, dichiarava con soddisfazione che era avvenuta la completa restituzione dei debiti aperti in Zecca”.

Ma che accade nell’economia reale? La quantità di denaro resa disponibile e riversata sui creditori dello Stato ebbe l’effetto di stimolare il mercato e le attività commerciali? La risposta è NO. Perché?

“Erano soldi che erano stati investiti nel debito pubblico per trovare una certa sicurezza; nei depositi in Zecca erano affluite le doti delle mogli e si erano costituite quelle delle figlie. Ora tutto questo denaro doveva trovare una nuova collocazione, che assicurasse un rendimento soddisfacente e, soprattutto, una sicurezza di stabilità della rendita”. La fonte di rendita sicura anche per le categorie più deboli, e quindi distributiva nelle fasce meno “avventurose” fu svincolata, pericolosamente.

Dove andarono i soldi?

Da Interesse Pubblico a speculazione privata senza controllo. Inoltre la tassazione non fu abbassata, perché le guerre esigevano fondi continui. Non so se avete idea di che periodo era quello, in Europa.

“Una buona parte dei capitali liberati dalla Zecca pare abbia preso la via degli investimenti in Terraferma, e in particolare nell’acquisto di fondi rurali e nel prestito ipotecario. Si fa strada l’interesse nei confronti del mercato dei cambi, delle assicurazioni – forse in connessione con la passione per il gioco che pare colpire la città. È la stagione dei Fiorentini e soprattutto dei Genovesi, che controllano il sistema creditizio basato sulle fiere dei cambi. Sono loro che, forti dell’esperienza e della pratica acquisita in decenni al servizio dei vari sovrani europei – e in particolare degli Asburgo – riescono a rastrellare parecchio denaro dai Veneziani, e specie dai patrizi. Quel che preme sottolineare è la ricerca dei Veneziani di una relativa sicurezza della rendita; una sicurezza che il mercato creditizio – strutturato nei vari livelli – pare offrire più di altri settori. Occorre tener altresì conto delle eventuali prospettive di collocazione del denaro nel debito pubblico di altri Stati. E’ presumibile che vi sia stato un movimento di capitali oltreconfine, verso le altre tesorerie“.

Che terribile dejà vu…

Allora il Priuli pensò che lo stimolo monetario non aveva avuto l’effetto sperato, perché c’era ancora troppo debito… e Venezia si accinse a estinguere tutto il debito e iniziò a rimborsare perfino il Monte Vecchio, il debito più antico di Venezia. La base su cui fu costruito il suo splendore. “Nel giro di otto anni la Signoria avrebbe reso circa quattro milioni di ducati, risparmiando una spesa annua di interessi di 200 mila ducati.” Un genio. Spendere 4 milioni per risparmiare 200 mila.

Dismissione debito più tassazione. Anni di surplus di bilancio. E finalmente nei primi del 1600 Venezia fu senza debito. “Le fondazioni caritative non disponevano più di titoli idonei in cui investire” e così capirono che non poteva funzionare. Allora fu ricostituito un debito a lungo termine con l’accettazione di nuovi depositi presso la Zecca con un tasso di interesse al 4%.

Ma la società veneziana, il suo modello di sviluppo e i suoi valori erano stati modificati. E forse iniziò il vero declino culturale. L’interesse pubblico, identificato nell’interesse dello Stato e della sua potenza commerciale, fu minato dallo spostamento di interesse sulle proprietà immobili e la rendita speculativa.

Modificato da Bassi22
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