Vai al contenuto
IGNORED

Elefanti , carri armati dell' antichita'


Risposte migliori

Inviato

Gli elefanti utilizzati dagli antichi nelle battaglie campali si possono certamente paragonare , per il loro utilizzo strategico , ai moderni mezzi corazzati chiamati carri armati ; gli elefanti adibiti a scopo bellico e opportunamente attrezzati avevano lo scopo psicologico di gettare terrore nelle file nemiche alla sola vista e nell' udire i barriti degli animali opportunamente aizzati dal guidatore che si chiamava Cornac , ma lo scopo pratico all' inizio della battaglia era quello di aprire varchi negli schieramenti avversari a seguito della carica sfrenata degli elefanti dando poi in tal modo la possibilita' ai propri soldati che seguivano gli elefanti , di entrare nello schieramento avversario prima che questo potesse riorganizzarsi .

Questa tattica di utilizzare gli elefanti nelle battaglie campali fu probabilmente utilizzata per la prima volta in India dove gli elefanti erano animali autoctoni , da qui il oro utilizzo si propago' poi in Persia e dalla Persia in Grecia ; i Romani conobbero per la prima volta questi pachidermi nel corso della guerra contro Pirro , quando nel primo scontro ad Heraclea nel 280 a. C. , non avendoli mai visti e non sapendo come fermarli , vennero sconfitti pur infliggendo pesanti perdite all' esercito dell' epirota , tanto che poi nei secoli successivi venne di moda il motto “vittoria di Pirro” a significare una vittoria ottenuta a carissimo prezzo .

Gli elefanti da guerra erano provvisti di un guidatore chiamato Cornac seduto subito dietro la testa dell' animale , di una placca in metallo che proteggeva la testa dell' animale e forse anche di protezioni laterali atte a proteggerne i fianchi , ma cosa piu' importante , per aumentare la forza dirompente dell' elefante , di una torretta posta sul dorso , in pratica un castello in miniatura dove trovavano posto due o tre soldati che lanciavano frecce e lance contro i soldati nemici , questi ultimi oltre a cercare di arginare la carica furiosa dell' animale opportunamente aizzata dal guidatore , dovevano allo stesso tempo proteggersi dal lancio di proiettili che cadevano loro addosso da oltre tre metri di altezza ; il tutto , la prima volta che si veniva a contatto con loro , provocava terrore e impossibilita' a difendersi da questa carica furiosa e assordante mentre la terra sotto i piedi tremava aumentando lo sgomento di chi doveva difendersi , fu cosi' per i Romani ad Heraclea .

A completamento , un piccolo estratto da Wikipedia :

È esplicitamente attestato che l'esercito di Giuba I di Numidia ha incluso degli elefanti con delle torrette nel 46 a.C. . Ciò è confermato anche da un'immagine di un elefante africano con una torretta di Giuba II. Anche gli elefanti egiziani di Tolomeo IV nella battaglia di Raphia avevano delle torrette.

Nei secoli successivi il maggior uso degli elefanti da guerra fu contro le legioni di Roma; dalla Battaglia di Heraclea (280 a.C.), alle Guerre macedoniche, gli elefanti terrorizzarono le forze romane che non li conoscevano. La battaglia di Heraclea fu la prima occasione in cui vennero utilizzati tali animali, e fu vinta dai Tarantino-Epiroti proprio grazie all'uso degli elefanti, armi potenti e micidiali per la prima volta affrontate dai Romani. Fu la potenza e la stazza di questi enormi pachidermi a garantire a Pirro la vittoria su Roma. Ma i Romani trovarono il modo di resistere agli elefanti. E Pirro dopo un primo uso con successo nella battaglia di Heraclea, già al secondo scontro (Battaglia di Ascoli d'Apulia) dovette rendersi conto di non possedere un'arma irresistibile. Anche Annibale che faceva conto sulla forza degli animali proboscidati, portò con sé 37 elefanti da guerra durante la traversata delle Alpi, però gli elefanti, non abituati al freddo, essendo di origine nordafricana, morirono tutti eccetto Surus, il leggendario elefante di Annibale, passato alla storia come il più valoroso elefante di tutte le guerre puniche, che sopravvisse ma morì di malaria poco dopo. Alla sua morte Annibale costruì una città in suo onore.[10] Nella battaglia finale di Zama (202 a.C.) la carica degli elefanti cartaginesi risultò inefficace.

Dopo le guerre puniche, Roma riportò molti elefanti come premio e furono usati ampiamente nelle sue campagne militari per molti anni dopo. La conquista della Grecia e della Macedonia, in particolare, ha visto molte battaglie in cui i romani schierarono degli elefanti da guerra. Il loro primo uso notevole fu durante la Battaglia di Cinocefale. Il ruolo della forza elefante a Cinocefale fu particolarmente determinante, in quanto la loro carica rapida mandò in frantumi la fascia sinistra Macedone informe, permettendo così ai romani di circondare e distruggere l'ala destra Macedone. Gli elefanti erano presenti anche negli schieramenti romani, nella battaglia delle Termopili e anche nella Battaglia di Magnesia dove ci fu un divario fra i 54 elefanti di Antioco, con i soli 16 elefanti romani.

Successivamente i romani schierarono 22 elefanti anche nella Battaglia di Pidna . Il successo dell'uso degli elefanti da guerra romani nel mondo ellenico fu considerato ironico, in quanto secoli prima fu proprio lo stesso Pirro che fece conoscere ai romani la forza di queste creature. In seguito un altro grande uso degli elefanti da guerra nell'esercito Romano fu nella Battaglia di Tapso,dove furono utilizzati dai Pompeiani contro Cesare. Giulio Cesare armò la sua Legio V (Quinta legione) (Alaudae - Allodole) con delle assi e comandò ai legionari di colpire le zampe degli elefanti. La legione resistette alla carica e l'elefante ne divenne il simbolo.

Essi vennero utilizzati anche nella campagna Romana contro i Celtiberi in Hyspania e contro i Galli. Gli Elefanti vennero usati nuovamente nella conquista della Gran Bretagna: lo stesso imperatore Claudio si presentò ai celti britannici sopra un elefante. Lo scrittore antico Pollieno registrò che "Cesare aveva un grande elefante che era dotato di armatura con arcieri e frombolieri, effettuati nella sua torre. Quando questa creatura sconosciuta entrò nel fiume i britannici e i loro cavalli fuggirono, permettendo così ai romani di attraversare il fiume indisturbati, anche se tuttavia potrebbe aver confuso questo incidente con quello di un altro elefante usato da Claudio, nella conquista finale della Gran Bretagna. uno scheletro di elefante armato fu infatti ritrovato, e fu pensato inizialmente ad uno dei seguenti elefanti, ma tuttavia degli incontri successivi rivelarono, che in realtà quello scheletro apparteneva ad un Mammouth risalente all'età della pietra.

Un'arma anti-elefante si trovò nel maiale. Plinio il Vecchio riporta come "gli elefanti vengano spaventati dal più piccolo stridio di un maiale" (VIII, 1.27). Si ricorda inoltre come un assedio di Megara sia stato infranto dopo che i Megaresi avevano imbrattato di olio dei maiali, dato loro fuoco e spinti verso la massa degli elefanti da guerra del nemico. Gli elefanti da guerra si imbizzarrirono per il terrore dei maiali incendiati e stridenti. In alcuni casi il problema veniva prevenuto allevando gli elefanti insieme a dei maiali, in modo da abituarli al loro stridio.

Anche lo scrittore romano Vegezio nella sua opera Epitoma rei militaris riporta, in un capitolo del terzo libro, numerosi esempi, attrezzi e stratagemmi da utilizzare contro gli elefanti: per esempio uccidere i conducenti utilizzando i frombolieri o spaventarli col fuoco. Inoltre gli elefanti si muovono in maniera assai impacciata su un terreno sconnesso o montagnoso.

In foto , una terracotta presente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che raffigura un elefante da guerra e una sua probabile ricostruzione .

DSCN2733.JPG

Elefante da guerra.jpg

  • Mi piace 5
  • Grazie 2

Inviato

Un fattore piuttosto difficile da capire degli elefanti da battaglia e' come avveniva l' ancoraggio della torretta sul dorso dell' animale ; in base alla statuetta in figura sembrerebbe che avvenisse tramite delle catene che giravano strette intorno al tronco dell' elefante fissandosi poi alla base della torretta , ma questa soluzione sembra avere dei punti deboli , il primo e' che l' animale correndo velocemente avrebbe facilmente scalzato la torretta che essendo alta per dare anche protezione almeno fino alla cintola dei 2/3 occupanti doveva essere non inferiore al metro e venti/trenta , in quanto i 2/3 soldati dovevano oltre tutto lanciare frecce e lance , quindi dovevano avere sotto i piedi una base salda e non traballante , per mirare bene ; il secondo e' che le catene non potevano essere molto strette sul torace dell' elefante il quale oltre a ferirsi per attrito delle stesse , ne avrebbe avuto anche un danno respiratorio specialmente in fase di corsa .

Insomma il sistema di fissaggio elefante/ torretta tramite catene mi lascia alquanto perplesso per la sua poca stabilita' , ma non riesco ad immaginare  pero' con quale altro sistema cio' avvenisse 

  • Mi piace 1

Supporter
Inviato

Prendendo spunto dal bel post di Legio II Italica sono andato a rileggermi  alcuni passi del libro di Giovanni Brizzi "Annibale". Lui dice che sembra ormai accertato  che gli elefanti usati da Cartagine siano appartenuti ad una varietà africana (non quella attuale, che non e' addestrabile) oggi scomparsa e cioè la Loxodonta africana cyclotis, il cosiddetto elefante delle foreste. Questo era più piccolo dell'elefante indiano e pare non fosse in grado di portare una torretta ed era condotto in battaglia dal solo cornac seduto a cavalcioni sul dorso. Gli elefanti potevano impazzire per il clamore o il dolore delle ferite e diventare così ingovernabili. Per ovviare a questo problema che poteva creare scompiglio tra le stesse fila degli attaccanti, Amilcare Barca pensò di dotare il cornac  di un mazzuolo e di un lungo chiodo con i quali questi, sempre che fosse ancora sul dorso, poteva abbattere l'animale imbizzarrito. Pare però che l'elefante di Annibale, Surus per l'appunto, fosse invece un elefante asiatico, come presupporrebbe il suo nome, ovverossia "Il Siriano".

Ciao e buona serata da Stilicho

  • Grazie 1

Inviato (modificato)
2 ore fa, Stilicho dice:

Prendendo spunto dal bel post di Legio II Italica sono andato a rileggermi  alcuni passi del libro di Giovanni Brizzi "Annibale". Lui dice che sembra ormai accertato  che gli elefanti usati da Cartagine siano appartenuti ad una varietà africana (non quella attuale, che non e' addestrabile) oggi scomparsa e cioè la Loxodonta africana cyclotis, il cosiddetto elefante delle foreste. Questo era più piccolo dell'elefante indiano e pare non fosse in grado di portare una torretta ed era condotto in battaglia dal solo cornac seduto a cavalcioni sul dorso. Gli elefanti potevano impazzire per il clamore o il dolore delle ferite e diventare così ingovernabili. Per ovviare a questo problema che poteva creare scompiglio tra le stesse fila degli attaccanti, Amilcare Barca pensò di dotare il cornac  di un mazzuolo e di un lungo chiodo con i quali questi, sempre che fosse ancora sul dorso, poteva abbattere l'animale imbizzarrito. Pare però che l'elefante di Annibale, Surus per l'appunto, fosse invece un elefante asiatico, come presupporrebbe il suo nome, ovverossia "Il Siriano".

Ciao e buona serata da Stilicho

Ciao Stilicho, io avevo letto che gli elefanti utilizzati dai Cartaginesi erano quelli Nord - Africani (Loxodonta africana pharaohensis), una specie estinta che presentava caratteristiche simili con quelli della foresta (Loxodonta africana cyclotis) e questi ultimi sono ancora presenti nell'Africa occidentale. Per quanto riguarda l'elefante africano (Loxodonta africana) che tutti noi conosciamo le informazioni che hai fornito sono corrette. :D

14 ore fa, Legio II Italica dice:

Gli elefanti utilizzati dagli antichi nelle battaglie campali si possono certamente paragonare , per il loro utilizzo strategico , ai moderni mezzi corazzati chiamati carri armati ; gli elefanti adibiti a scopo bellico e opportunamente attrezzati avevano lo scopo psicologico di gettare terrore nelle file nemiche alla sola vista e nell' udire i barriti degli animali opportunamente aizzati dal guidatore che si chiamava Cornac , ma lo scopo pratico all' inizio della battaglia era quello di aprire varchi negli schieramenti avversari a seguito della carica sfrenata degli elefanti dando poi in tal modo la possibilita' ai propri soldati che seguivano gli elefanti , di entrare nello schieramento avversario prima che questo potesse riorganizzarsi .

Questa tattica di utilizzare gli elefanti nelle battaglie campali fu probabilmente utilizzata per la prima volta in India dove gli elefanti erano animali autoctoni , da qui il oro utilizzo si propago' poi in Persia e dalla Persia in Grecia ; i Romani conobbero per la prima volta questi pachidermi nel corso della guerra contro Pirro , quando nel primo scontro ad Heraclea nel 280 a. C. , non avendoli mai visti e non sapendo come fermarli , vennero sconfitti pur infliggendo pesanti perdite all' esercito dell' epirota , tanto che poi nei secoli successivi venne di moda il motto “vittoria di Pirro” a significare una vittoria ottenuta a carissimo prezzo .

Gli elefanti da guerra erano provvisti di un guidatore chiamato Cornac seduto subito dietro la testa dell' animale , di una placca in metallo che proteggeva la testa dell' animale e forse anche di protezioni laterali atte a proteggerne i fianchi , ma cosa piu' importante , per aumentare la forza dirompente dell' elefante , di una torretta posta sul dorso , in pratica un castello in miniatura dove trovavano posto due o tre soldati che lanciavano frecce e lance contro i soldati nemici , questi ultimi oltre a cercare di arginare la carica furiosa dell' animale opportunamente aizzata dal guidatore , dovevano allo stesso tempo proteggersi dal lancio di proiettili che cadevano loro addosso da oltre tre metri di altezza ; il tutto , la prima volta che si veniva a contatto con loro , provocava terrore e impossibilita' a difendersi da questa carica furiosa e assordante mentre la terra sotto i piedi tremava aumentando lo sgomento di chi doveva difendersi , fu cosi' per i Romani ad Heraclea .

A completamento , un piccolo estratto da Wikipedia :

È esplicitamente attestato che l'esercito di Giuba I di Numidia ha incluso degli elefanti con delle torrette nel 46 a.C. . Ciò è confermato anche da un'immagine di un elefante africano con una torretta di Giuba II. Anche gli elefanti egiziani di Tolomeo IV nella battaglia di Raphia avevano delle torrette.

Nei secoli successivi il maggior uso degli elefanti da guerra fu contro le legioni di Roma; dalla Battaglia di Heraclea (280 a.C.), alle Guerre macedoniche, gli elefanti terrorizzarono le forze romane che non li conoscevano. La battaglia di Heraclea fu la prima occasione in cui vennero utilizzati tali animali, e fu vinta dai Tarantino-Epiroti proprio grazie all'uso degli elefanti, armi potenti e micidiali per la prima volta affrontate dai Romani. Fu la potenza e la stazza di questi enormi pachidermi a garantire a Pirro la vittoria su Roma. Ma i Romani trovarono il modo di resistere agli elefanti. E Pirro dopo un primo uso con successo nella battaglia di Heraclea, già al secondo scontro (Battaglia di Ascoli d'Apulia) dovette rendersi conto di non possedere un'arma irresistibile. Anche Annibale che faceva conto sulla forza degli animali proboscidati, portò con sé 37 elefanti da guerra durante la traversata delle Alpi, però gli elefanti, non abituati al freddo, essendo di origine nordafricana, morirono tutti eccetto Surus, il leggendario elefante di Annibale, passato alla storia come il più valoroso elefante di tutte le guerre puniche, che sopravvisse ma morì di malaria poco dopo. Alla sua morte Annibale costruì una città in suo onore.[10] Nella battaglia finale di Zama (202 a.C.) la carica degli elefanti cartaginesi risultò inefficace.

Dopo le guerre puniche, Roma riportò molti elefanti come premio e furono usati ampiamente nelle sue campagne militari per molti anni dopo. La conquista della Grecia e della Macedonia, in particolare, ha visto molte battaglie in cui i romani schierarono degli elefanti da guerra. Il loro primo uso notevole fu durante la Battaglia di Cinocefale. Il ruolo della forza elefante a Cinocefale fu particolarmente determinante, in quanto la loro carica rapida mandò in frantumi la fascia sinistra Macedone informe, permettendo così ai romani di circondare e distruggere l'ala destra Macedone. Gli elefanti erano presenti anche negli schieramenti romani, nella battaglia delle Termopili e anche nella Battaglia di Magnesia dove ci fu un divario fra i 54 elefanti di Antioco, con i soli 16 elefanti romani.

Successivamente i romani schierarono 22 elefanti anche nella Battaglia di Pidna . Il successo dell'uso degli elefanti da guerra romani nel mondo ellenico fu considerato ironico, in quanto secoli prima fu proprio lo stesso Pirro che fece conoscere ai romani la forza di queste creature. In seguito un altro grande uso degli elefanti da guerra nell'esercito Romano fu nella Battaglia di Tapso,dove furono utilizzati dai Pompeiani contro Cesare. Giulio Cesare armò la sua Legio V (Quinta legione) (Alaudae - Allodole) con delle assi e comandò ai legionari di colpire le zampe degli elefanti. La legione resistette alla carica e l'elefante ne divenne il simbolo.

Essi vennero utilizzati anche nella campagna Romana contro i Celtiberi in Hyspania e contro i Galli. Gli Elefanti vennero usati nuovamente nella conquista della Gran Bretagna: lo stesso imperatore Claudio si presentò ai celti britannici sopra un elefante. Lo scrittore antico Pollieno registrò che "Cesare aveva un grande elefante che era dotato di armatura con arcieri e frombolieri, effettuati nella sua torre. Quando questa creatura sconosciuta entrò nel fiume i britannici e i loro cavalli fuggirono, permettendo così ai romani di attraversare il fiume indisturbati, anche se tuttavia potrebbe aver confuso questo incidente con quello di un altro elefante usato da Claudio, nella conquista finale della Gran Bretagna. uno scheletro di elefante armato fu infatti ritrovato, e fu pensato inizialmente ad uno dei seguenti elefanti, ma tuttavia degli incontri successivi rivelarono, che in realtà quello scheletro apparteneva ad un Mammouth risalente all'età della pietra.

Un'arma anti-elefante si trovò nel maiale. Plinio il Vecchio riporta come "gli elefanti vengano spaventati dal più piccolo stridio di un maiale" (VIII, 1.27). Si ricorda inoltre come un assedio di Megara sia stato infranto dopo che i Megaresi avevano imbrattato di olio dei maiali, dato loro fuoco e spinti verso la massa degli elefanti da guerra del nemico. Gli elefanti da guerra si imbizzarrirono per il terrore dei maiali incendiati e stridenti. In alcuni casi il problema veniva prevenuto allevando gli elefanti insieme a dei maiali, in modo da abituarli al loro stridio.

Anche lo scrittore romano Vegezio nella sua opera Epitoma rei militaris riporta, in un capitolo del terzo libro, numerosi esempi, attrezzi e stratagemmi da utilizzare contro gli elefanti: per esempio uccidere i conducenti utilizzando i frombolieri o spaventarli col fuoco. Inoltre gli elefanti si muovono in maniera assai impacciata su un terreno sconnesso o montagnoso.

In foto , una terracotta presente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che raffigura un elefante da guerra e una sua probabile ricostruzione .

DSCN2733.JPG

Elefante da guerra.jpg

Aggiungo una piccola curiosità che potrebbe contribuire a questo bellissimo post! Si dice che Alessandro Magno abbandonò il piano per la conquista dell'India anche dal fatto che avrebbe saputo del possibile schieramento di numerosi elefanti da guerra (più di 1000 se ricordo bene) da parte dei regni indipendenti indiani. Con un numero del genere l'armata macedone aveva pochissime possibilità di sopravvivere. 

Modificato da Xenon97
Correzione
  • Mi piace 1
  • Grazie 1

Inviato (modificato)

Vale uno sguardo il rarissimo decadramma di Alessandro Magno che raffigurerebbe  al diritto lo stesso Alessandro su Bucefalo che combatte con due guerrieri montati su elefante da battaglia .

La moneta è tratta dalla vendita della collezione Prospero-2012 : di questa monetazione che ricorda l'impresa in India di Alessandro, passeranno in asta NAC 114 il 6 Maggio, altri due esemplari (tetradrammi)  ex Prospero, con raffigurazioni di elefanti e guerrieri . 

001.jpg

002.jpg

4947379l.jpg

4947380l.jpg

Modificato da VALTERI
  • Mi piace 1
  • Grazie 1

Inviato
9 minuti fa, VALTERI dice:

Vale uno sguardo il rarissimo decadramma di Alessandro Magno con al diritto lo stesso Alessandro su Bucefalo che combatte con due guerrieri montati su elefante da battaglia .

La moneta è tratta dalla vendita della collezione Prospero-2012 : di questa monetazione che ricorda l'impresa in India di Alessandro, passeranno in asta NAC 114 il 6 Maggio, altri due esemplari (tetradrammi)  ex Prospero, con raffigurazioni di elefanti e guerrieri . 

001.jpg

002.jpg

4947379l.jpg

4947380l.jpg

Meravigliosi....:good:


Inviato

Salve @Stilicho , @Xenon97 , @VALTERI e grazie per i commenti al post ; che gli elefanti da battaglia fossero dotati di torrette , probabilmente con 2/3 occupanti oltre al Cornac , e' dimostrato dalla statuetta esistente presso il Museo Archeologico di Napoli , a meno che questa non abbia rappresentato una idealizzazione di come sarebbe potuto essere attrezzato un elefante da guerra , pero' mi sembra una possibilita' molto remota , quindi dobbiamo credere che fosse stato esattamente cosi' come la statuetta ci rappresenta .

Il problema che si pone e' come questa torretta possa essere stata fissata in modo stabile al corpo dell' animale specialmente in fase di corsa in attacco , ma anche in questo caso dobbiamo rifarci al reperto archeologico che ci dice tramite catene , anche se a tal proposito rimangono diverse perplessita' come sopra esposte .

Personalmente credo che ad esempio Annibale abbia utilizzato gli elefanti africani , piu' grandi degli asiatici , mentre Pirro potrebbe avere portato in Italia quelli di provenienza asiatica .

  • Mi piace 1

Inviato

Da una mia vecchia discussione ( I Barcidi in Spagna del 27-Ottobre-2015 ) 2 piuttosto rare monete dal dominio di quella famiglia in Spagna : uno degli elefanti raffigurato ha il conducente, dunque è ammaestrato .

Il più piccolo elefante asiatico è probabilmente da tempi antichi e tuttora diffusamente impiegato come animale da lavoro, quindi adattabile ad animale da battaglia .

Non ho conoscenza se il più grande africano, sia o sia stato ammaestrato abbastanza largamente da poter  essere utilizzato per impieghi civili o bellici .

E' interessante, a margine della discussione, l'ipotesi (numismatica) che, delle  monete che unisco  in calce, le teste possano essere ritratti del padre di Annibale e di Annibale stesso . 

 

101.jpg

102.jpg


Inviato (modificato)
3 ore fa, Legio II Italica dice:

Salve @Stilicho , @Xenon97 , @VALTERI e grazie per i commenti al post ; che gli elefanti da battaglia fossero dotati di torrette , probabilmente con 2/3 occupanti oltre al Cornac , e' dimostrato dalla statuetta esistente presso il Museo Archeologico di Napoli , a meno che questa non abbia rappresentato una idealizzazione di come sarebbe potuto essere attrezzato un elefante da guerra , pero' mi sembra una possibilita' molto remota , quindi dobbiamo credere che fosse stato esattamente cosi' come la statuetta ci rappresenta .

Il problema che si pone e' come questa torretta possa essere stata fissata in modo stabile al corpo dell' animale specialmente in fase di corsa in attacco , ma anche in questo caso dobbiamo rifarci al reperto archeologico che ci dice tramite catene , anche se a tal proposito rimangono diverse perplessita' come sopra esposte .

Personalmente credo che ad esempio Annibale abbia utilizzato gli elefanti africani , piu' grandi degli asiatici , mentre Pirro potrebbe avere portato in Italia quelli di provenienza asiatica .

Ciao Legio, per quanto riguarda la fissazione della torretta sinceramente non so proprio cosa rispondere e i dubbi sono sorti pure a me. Per quanto riguarda gli elefanti utilizzati da Pirro molto probabilmente erano quelli di origine siriana, e questi erano più grandi rispetto a quelli nord - africani. Per semplificare il tutto faccio una scaletta che ordina le grandezze delle varie specie di elefanti:

1) Elefante africano (come detto da @Stilicho difficili da addomesticare. Normalmente sono alti 3,50 metri, ma esistono diversi esemplari che raggiungono addirittura i 4 metri di altezza!);

2) Elefante siriano (specie estinta dal 100 a.C - 80 a.C. Il nome scientifico è Elephas maximus asurus. L'ultima parola vi ricorda qualcosa? Potevano raggiungere una altezza di circa 3,50 metri);

3) Elefante indiano (incontrati da Alessandro Magno durante la battaglia dell'Idaspe. Altezza massima tra 2,70 - 2,80 metri);

4) Elefante nord - africano (specie estinta dal 100 d.C. Molto probabilmente erano quelli utilizzati dai Cartaginesi e si stima che di altezza raggiungevano circa i 2,50 metri). 

Modificato da Xenon97
  • Mi piace 1

Inviato

Una piccola digressione  sull'impiego bellico di quadrupedi non equini .

Erodoto ( I , 80 ), ci ricorda che Ciro II il Grande prevalse nella battaglia campale ( 547 A.C. ) che poi gli consentì di assediare Creso in Sardi, attaccando i Lidi con una estemporanea 'cavalleria' montata su cammelli che spaventarono e misero in fuga i cavalli della temuta cavalleria dei Lidi .

 

003.jpg

  • Mi piace 1

Inviato
34 minuti fa, VALTERI dice:

Una piccola digressione  sull'impiego bellico di quadrupedi non equini .

Erodoto ( I , 80 ), ci ricorda che Ciro II il Grande prevalse nella battaglia campale ( 547 A.C. ) che poi gli consentì di assediare Creso in Sardi, attaccando i Lidi con una estemporanea 'cavalleria' montata su cammelli che spaventarono e misero in fuga i cavalli della temuta cavalleria dei Lidi .

 

003.jpg

Ciao , si sapevo di questa storia dei cavalli che sembra non sopportino l' odore che emanano i cammelli , tanto da fuggirne .


Inviato

La battaglia di Zama, con elefanti 'turriti' in combattimento, vista da Cornelius Cort (1530-1578) artista di origini olandesi poi attivo a Roma .

001 Cornelius Cort.jpg


Inviato

Scenografia caotica ma spettacolare , di completa fantasia artistica .

Poveri elefanti con una torretta gigante sulla schiena e cosi' sovraffollata ! ?


Inviato

Un altro reperto archeologico che rappresenta , similmente ad altri , il modo con il quale veniva ancorata la torretta al corpo dell' elefante che avveniva tramite catene o fasce , strette intorno al tronco dell' animale . 

In foto un piatto etrusco con il particolare dell' elefante da battaglia , reperto risalente al III secolo a. C. rinvenuto nella Tomba 233 (IV) della Necropoli delle Macchie situata nell' Agro Falisco e conservato nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma . Il piatto è stato probabilmente creato in occasione del trionfo di Curio Dentato su Pirro , Re dell' Epiro , nel 275 a. C. e raffigura un elefante da guerra seguito da un elefantino .

In foto il piatto completo e nel suo particolare .

cache_cache_194d8721736f745d388d69d112de08bc_2192457b0c3ec5373775ac1297133870.jpg

Piatto_con_elefanti_in_assetto_da_guerra_(Museo_nazionale_etrusco_di_Villa_Giulia,_Roma).jpg


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.