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IGNORED

28 marzo 193: l'Impero è all'asta


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Inviato

Salve a tutti! Anche se un po' in ritardo rispetto alla data dell'avvenimento, vorrei prendere spunto dagli "Accadde oggi" di @Illyricum65 (spero non gli dispiacerà) :angel: per ricordare un episodio a dire il vero tutt'altro che decoroso per Roma, e che vide tra i principali interpreti i pretoriani i quali, forse proprio in quell'occasione, "acquistarono un'insaziabile e funesta avidità di denaro e il disprezzo per la santità dell'imperatore", come afferma Erodiano.

Dopo la morte di Commodo nel 192, gli succedette brevemente Publio Elvio Pertinace che, tuttavia, venne ucciso dai pretoriani dopo solo tre mesi di governo (gennaio-marzo 193), scontenti perché non era riuscito a donare loro la consistente somma di denaro promessa al momento dell'elezione.
Venuto a conoscenza della notizia, il ricco senatore Didio Giuliano presentò la propria candidatura al trono, comprando letteralmente all'asta l'Impero, superando l'offerta del concorrente Tito Flavio Sulpiciano. Ecco la scena descritta da Cassio Dione: 

Così, quando seppe della morte di Pertinace, si precipitò alla caserma dei pretoriani e, fermatosi al cancello, offrì ai soldati una somma per comprare il trono dell'impero. Allora fu concluso l'affare più vergognoso e infame della storia di Roma quando, come se si fosse trattato di un mercato o di una sala delle aste, tanto la città quanto l'impero furono messi in vendita all'incanto. I venditori erano quelli che poco prima avevano massacrato il proprio imperatore; gli acquirenti erano Sulpiciano e Didio Giuliano, che cercavano di superarsi a vicenda, uno dall'interno, l'altro dall'esterno della caserma. Le offerte andarono man mano aumentando, fino a raggiungere ventimila sesterzi per soldato. Alcuni soldati andavano da Giuliano per dirgli: "Sulpiciano offre tanto; quanto offri di più?" Poi correvano da Sulpiciano: " Giuliano promette tanto; tu che offri di più?" Sulpiciano avrebbe potuto averla vinta, in quanto stava dentro ed era prefetto della città, e fu anche il primo ad indicare la cifra di ventimila; senonché Giuliano aumentò la propria offerta di cinquemila sesterzi in una sola volta urlando la cifra e indicandola anche con le dita della mano. Allora i soldati, attratti dall'enormità della somma e temendo contemporaneamente che Sulpiciano volesse vendicare Pertinace (idea che Giuliano aveva loro fatto venire in mente), accolsero lo stesso Giuliano all'interno della loro caserma e lo proclamarono imperatore.

La vicenda suscitò lo sdegno dei governatori provinciali, in alcuni dei quali nacque la convinzione di meritare anch'essi il trono: tra questi, vi erano il governatore della Siria Pescennio Nigro, in Britannia Clodio Albino, e Settimio Severo, governatore della Pannonia Superiore. Quest'ultimo fece subito leva presso i soldati sulla necessità di vendicare Pertinace, molto amato dalle legioni illiriche, e così il 13 aprile fu acclamato imperatore dalle truppe, iniziando poi la sua marcia verso Roma.

Quando ne venne a conoscenza, Didio Giuliano si affrettò ad allestire delle difese rinforzando le fortificazioni della città, arrivando perfino, si dice, a mobilitare gli elefanti del circo. Ma la resistenza allestita si rivelò trascurabile difronte al malcontento dei pretoriani, dovuto al fatto che l'imperatore non era riuscito a pagare il prezzo offerto per l'impero. 
Giuliano fece dichiarare Severo nemico pubblico, ma quando alcuni esponenti del Senato furono inviati a richiamare l'esercito danubiano ai propri doveri di fedeltà, molto di loro passarono dalla parte di Severo. Come ultima risorsa, Didio Giuliano chiese al Senato di proclamare il rivale imperatore congiunto, ma quest'ultimo rispose facendo mettere a morte il messaggero dell'offerta, il prefetto del pretorio Tullio Crispino.
A questo punto, Severo promise ai pretoriani di risparmiarli se gli avessero consegnato gli assassini di Pertinace: i soldati della capitale abbandonarono così Didio Giuliano e cambiarono partito. Anche il Senato depose l'imperatore ed elesse formalmente Severo, poi inviò un soldato nel palazzo nel quale si era barricato Giuliano e lo fece uccidere: era il 1° giugno.
Dopo la morte di Didio Giuliano, i tre contendenti combatteranno l'uno contro l'altro per l'impero, nel corso di una guerra civile (193 - 197) dalla quale, come è noto, emergerà Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi.

Un saluto e buona domenica!

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Supporter
Inviato

Settimio Severo (astutamente) il giorno dopo l'acclamazione pronunciò l'elogio funebre di Pertinace, di cui volle proclamarsi vendicatore e continuatore, richiamandosi formalmente all'atteggiamento rispettoso da questi sempre dimostrato verso il Senato, anche per rafforzare di fronte al popolo il fondamento costituzionale della propria ascesa al potere. Ciò e' dimostrato anche dall'iscrizione sull'Arco a lui dedicato nel Foro Romano: 

IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · (P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS) · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R

Buona domenica a tutti.

Stilicho

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Inviato
22 minuti fa, Stilicho dice:

Settimio Severo (astutamente) il giorno dopo l'acclamazione pronunciò l'elogio funebre di Pertinace, di cui volle proclamarsi vendicatore e continuatore, richiamandosi formalmente all'atteggiamento rispettoso da questi sempre dimostrato verso il Senato, anche per rafforzare di fronte al popolo il fondamento costituzionale della propria ascesa al potere. Ciò e' dimostrato anche dall'iscrizione sull'Arco a lui dedicato nel Foro Romano: 

IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · (P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS) · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R

Buona domenica a tutti.

Stilicho

Ciao , Settimio Severo fu a rigor di storia un astuto e conclamato simulatore seriale .


Inviato

Salve @Stilicho e @Legio II Italica , grazie per gli interventi :)

In effetti, la descrizione che ne fa Erodiano è molto esplicita: "Era quant'altri mai esperto nell'arte di illudere, e sapeva sempre agire nel proprio interesse e vantaggio".
D'altra parte, il "brutto scherzo" che giocò ai pretoriani dopo il suo ingresso in città non giovò di certo alla sua reputazione. Egli, infatti, aveva condizionato la sua entrata a Roma al disarmo dei pretoriani, così, quando questi si presentarono per rendergli omaggio con indosso la sola tunica, li fece circondare dai suoi soldati in armi e li cacciò da Roma; in seguito, sostituì la guardia pretoriana con un corpo di guardia di consistenza doppia e formato da uomini tratti dalle legioni, in particolare da quelle danubiane.
Ciò scandalizzò Cassio Dione, tanto da affermare:
Lo fece con l'idea di avere guardie del corpo con una maggiore conoscenza dei doveri di un soldato, e che ci dovesse essere una sorta di premio per quelli che si dimostravano valenti in guerra. Ma, come dato di fatto, divenne evidente che aveva rovinato la gioventù italica, che si diede al brigantaggio e ai combattimenti gladiatori invece del servizio nell'esercito, e nel riempire la città con una calca eterogenea di soldati in gran parte truci nell'aspetto, terrificanti nei discorsi e noiosi nella conversazione.

Buona serata

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Inviato
10 ore fa, clairdelune dice:

Salve @Stilicho e @Legio II Italica , grazie per gli interventi :)

In effetti, la descrizione che ne fa Erodiano è molto esplicita: "Era quant'altri mai esperto nell'arte di illudere, e sapeva sempre agire nel proprio interesse e vantaggio".
D'altra parte, il "brutto scherzo" che giocò ai pretoriani dopo il suo ingresso in città non giovò di certo alla sua reputazione. Egli, infatti, aveva condizionato la sua entrata a Roma al disarmo dei pretoriani, così, quando questi si presentarono per rendergli omaggio con indosso la sola tunica, li fece circondare dai suoi soldati in armi e li cacciò da Roma; in seguito, sostituì la guardia pretoriana con un corpo di guardia di consistenza doppia e formato da uomini tratti dalle legioni, in particolare da quelle danubiane.
Ciò scandalizzò Cassio Dione, tanto da affermare:
Lo fece con l'idea di avere guardie del corpo con una maggiore conoscenza dei doveri di un soldato, e che ci dovesse essere una sorta di premio per quelli che si dimostravano valenti in guerra. Ma, come dato di fatto, divenne evidente che aveva rovinato la gioventù italica, che si diede al brigantaggio e ai combattimenti gladiatori invece del servizio nell'esercito, e nel riempire la città con una calca eterogenea di soldati in gran parte truci nell'aspetto, terrificanti nei discorsi e noiosi nella conversazione.

Buona serata

Ciao @clairdelune, a parziale discolpa di Settimio Severo per questa sua capacita' di ben nascondere i suoi veri intenti , occorre prendere in seria considerazione i tempi in cui visse , in particolare prima di arrivare all' Impero ; si usciva da poco da un' asta per comprare l' Impero e Pertinace appena assassinato per la colpa di voler restaurare le istituzioni civili e militari specialmente nei confronti dei Pretoriani corrotti dai Denari di Commodo ; in conseguenza di tutto cio' Severo fu "costretto" , anche per la sua natura , a simulare prima e poi manifestare i suoi veri fini . Oltre il classico fatto che hai raccontato sui Pretoriani , il "brutto scherzo" che tiro' loro , e' poco rispetto a quello che tiro' contro Clodio Albino che adotto' prima come Cesare per tenerselo calmo e stretto a se , poi sconfitto Pescennio Nigro , lo liquido' senza tanti scrupoli proclamandolo "nemico pubblico" ; ma questi sono solo due esempi della sua natura , nonostante questo alla sua morte fu sinceramente rimpianto a dimostrazione che comunque i suoi difetti di comportamento , resse bene l' Impero .

Un saluto

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Inviato

Da "I Cesari" ( Stringa 1970 ) dedicato ai ritratti monetati degli imperatori romani, le note di L. von Matt & H. Kuhner su Pertinace, Didio Giuliano, Settimio Severo .

001.jpg

002.jpg

  • Grazie 1

Inviato (modificato)

?

Modificato da Legio II Italica
doppia risposta

Inviato (modificato)

Per un ritratto completo dell' uomo Settimio Severo le uniche fonti antiche degne di fede sono quelle di Cassio Dione suo contemporaneo e di Erodiano anch' esso contemporaneo , oltre alla Storia Augusta , a queste tre fonti antiche insostituibili , a cui tutti gli storici postumi hanno attinto , vanno affiancate tutte quelle di natura archeologica e numismatica .

Modificato da Legio II Italica

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