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Inviato

Aquileia fu l' antico avamposto repubblicano romano nel nord est d' Italia , colonia inizialmente di diritto latino fondata nel 181 a. C. da parte dei Triumviri romani Lucio Manlio Acidino , Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio , inviati dal Senato a sbarrare la strada ai barbari che minacciavano i confini orientali dell' Italia .

Le prime coniazioni di monete in epoca imperiali emesse ad Aquileia iniziarono a partire dall' Imperatore Diocleziano nel 294 e terminarono forse nel 425 con Giovanni , mentre altri indizi daterebbero le ultime emissioni nel 452 al tempo di Valentiniano III .

Ad Aquileia nel corso degli scavi archeologici iniziati gia' nel XVI secolo e proseguiti ininterrottamente fino ad oggi , sono stati rintracciati praticamente tutti i piu' importanti edifici pubblici e privati , tranne uno , la Zecca . Considerando che ad Aquileia erano operanti almeno tre officine documentate dalle monete , il fatto che non ne sia stata rintracciata neanche una rimane una coincidenza alquanto strana .

In base alla numismatica si deduce che le lettere poste dopo la sigla di zecca , nel nostro caso AQ : P , S , T , o le loro corrispondenti lettere greche come nel caso della Terza officina , indichino in ordine di numero le tre officine di produzione delle monete di Aquileia .

Ad oggi , in mancanza di riscontri archeologici delle tre officine monetali , verrebbe da porsi una serie di domande :

1 e' possibile che le lettere dopo la sigla della zecca non indichino il numero dell' officina , ma abbiano un altro significato ?

2 e' possibile che la zecca sia stata un unico edificio e non tre dislocati in diversi punti della Citta ?

3 in base al punto 2 , e' possibile che essendo forse stata la zecca un unico edificio , questo sia stato diviso in tre ambienti di produzione , come odierni reparti di un' unica fabbrica , chiamati officine ?

4 ma in base al punto 3 , se cosi' fosse , quale motivo e quale utilizzo pratico avrebbe avuto porre le tre lettere : P , S e T ? sempre che queste lettere indichino numericamente le tre officine ?

La medesima perplessita' si potrebbe avere anche per altre zecche tardo imperiali , tipo quella di Ostia che di officine ne avrebbe avute addirittura quattro , ma anche ad Ostia nessuna di queste quattro officine e' stata rintracciata . In base a queste personali riflessioni mi piacerebbe avere vostri pareri . In foto una pianta di Aquileia nel V secolo e tre Follis emessi ad Aquileia dalle tre officine .

DSCN2723.JPG

AQUILEIA , officina Prima.jpg

AQUILEIA , officina Seconda.jpg

AQUILEIA , officina Terza.jpg

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Supporter
Inviato

Ciao Legio,

vado  un po' a ruota libera, non avendo competenze specifiche. Mi viene da pensare che, dopo la distruzione della città ad opera degli Unni di Attila, ci sia stato un riutilizzo dei locali della zecca per altre funzioni, considerando che era venuta meno la necessità di battere moneta. Però, in questo caso, non avremmo comunque dovuto trovare qualche traccia delle attività di zecca (materiali di scarto….monete mal coniate….conii usurati..)? Ovviamente questo ragionamento presuppone che la zecca sia stato un edificio unico diviso in tre ambienti. Per capire meglio, sarebbe interessante sapere come fossero organizzate le zecche di altre città e che cosa si sia trovato in caso di scoperta archeologica.

Oppure le officine non si trovavano in città, ma fuori. Non le abbiamo pertanto cercate nel posto giusto?

Devo dire che le monete che hai postato, della zecca di Aquileia appunto, mi piacciono molto. Le trovo ottimamente definite ed eleganti. Ovviamente il mio e' solo un semplice giudizio estetico.

Buona serata a te ea tutti i partecipanti alla discussione.

Stilicho

 

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Inviato (modificato)
20 ore fa, Stilicho dice:

Ciao Legio,

vado  un po' a ruota libera, non avendo competenze specifiche. Mi viene da pensare che, dopo la distruzione della città ad opera degli Unni di Attila, ci sia stato un riutilizzo dei locali della zecca per altre funzioni, considerando che era venuta meno la necessità di battere moneta. Però, in questo caso, non avremmo comunque dovuto trovare qualche traccia delle attività di zecca (materiali di scarto….monete mal coniate….conii usurati..)? Ovviamente questo ragionamento presuppone che la zecca sia stato un edificio unico diviso in tre ambienti. Per capire meglio, sarebbe interessante sapere come fossero organizzate le zecche di altre città e che cosa si sia trovato in caso di scoperta archeologica.

Oppure le officine non si trovavano in città, ma fuori. Non le abbiamo pertanto cercate nel posto giusto?

Devo dire che le monete che hai postato, della zecca di Aquileia appunto, mi piacciono molto. Le trovo ottimamente definite ed eleganti. Ovviamente il mio e' solo un semplice giudizio estetico.

Buona serata a te ea tutti i partecipanti alla discussione.

Stilicho

 

Ciao @Stilicho e grazie per il tuo commento ; in effetti una zecca di produzione con piu' officine e' impensabile che non abbiano lasciato la pur minima traccia della loro attivita' come se non fossero mai esistite ma dall' archeologia tanto risulta , della zecca di Aquileia o delle sue tre officine non c' e' traccia . Per ovvi motivi la zecca di Aquileia , come di altre , doveva essere dislocata in Citta' in luogo centrale , non fuori , in quanto lavorando anche metalli preziosi era piu' soggetta a protezione e controllo . Condivido invece l' ipotesi che la zecca e le relative officine potrebbero essere state tutte nello stesso edificio e non in luoghi diversi della Citta' , rimane comunque da capire il motivo per cui veniva apposto dopo la sigla della Citta' AQ : P(rima) , S(econda) e T(erza)  , sempre ammettendo che queste sigle identificassero tre distinte officine .

Modificato da Legio II Italica
(..)
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Supporter
Inviato
11 ore fa, Legio II Italica dice:

Ciao @Stilicho e grazie per il tuo commento ; in effetti una zecca di produzione con piu' officine e' impensabile che non abbiano lasciato la pur minima traccia della loro attivita' come se non fossero mai esistite ma dall' archeologia tanto risulta , della zecca di Aquileia o delle sue tre officine non c' e' traccia . Per ovvi motivi la zecca di Aquileia , come di altre , doveva essere dislocata in Citta' in luogo centrale , non fuori , in quanto lavorando anche metalli preziosi era piu' soggetta a protezione e controllo . Condivido invece l' ipotesi che la zecca e le relative officine potrebbero essere state tutte nello stesso edificio e non in luoghi diversi della Citta' , rimane comunque da capire il motivo per cui veniva apposto dopo la sigla della Citta' AQ : P(rima) , S(econda) e T(erza)  , sempre ammettendo che queste sigle identificassero tre distinte officine .

Io credevo che le zecche stessero fuori città. Pensavo infatti ai fumi, al rumore, al rischio di incendi...Inoltre pensavo,  che stando fuori, fossero meglio difendibili anche da eventuali furti, potendo controllare meglio le vie di accesso.

Quanto alle sigle: potrebbe mica essere che venissero usate per dare una  sorta di tracciabilità alla moneta?

Una discussione interessante.

Ciao da Stilicho


Inviato (modificato)
13 ore fa, Stilicho dice:

Io credevo che le zecche stessero fuori città. Pensavo infatti ai fumi, al rumore, al rischio di incendi...Inoltre pensavo,  che stando fuori, fossero meglio difendibili anche da eventuali furti, potendo controllare meglio le vie di accesso.

Quanto alle sigle: potrebbe mica essere che venissero usate per dare una  sorta di tracciabilità alla moneta?

Una discussione interessante.

Ciao da Stilicho

Ciao @Stilicho , la zecca di Aquileia fu aperta nel 294 e considerando i tempi non molto sicuri , sia interni che esterni , si pensa avesse sede in zona sicura all' interno della Citta' ; esempio tipico e' la zecca o le officine di Roma , la cui originaria sede fu sul Campidoglio , inoltre recenti indizi fanno ritenere che un' altra sede o uffici della zecca imperiale romana fosse dove oggi sorge la Chiesa di San Clemente , o nella sua immediata vicinanza , a due passi dal Colosseo  http://www.academia.edu/3332601/La_Basilica_di_San_Clemente_in_Laterano

Modificato da Legio II Italica
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