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Moneta brettii rarissima


Risposte migliori

Salve! Condivido con voi questa moneta dei brettii che credo sia la più rara di questo popolo r3 il grado chiedo ai più esperti se effettivamente sia la più rara o sono uscite di recente altre più rare? Un inusuale cervo al dritto con lettere k da un lato e dall'altro a, nel rovescio un aratro anch'esso non comune nella monetazione con la scritta bretti. Fin ora li studi sono molto lacunosi sul significato dei simboli. 

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In effetti il tipo della testa di cervo non si ritrova nei principali studi dedicati alla monetazione dei Brettii né viene registrato nel testo di Rutter (HN, pp. 157-61). Esiste invece una ben nota emissione in bronzo con aratro al rovescio articolata in varie serie su base ponderale (Rutter HN, p. 160 “plough group” che segue sostanzialmente la classificazione di vecchia data proposta da F. Scheu, Bronze coins of the Brettians, “NC” 1961, pp. 51-66).

Sarebbe tuttavia utile consultare il volume di P. Attianese, La monetazione dei Brettii (2015) che al momento non ho a portata di mano, per verificare l’eventuale presenza dell’esemplare postato. Qualche utente in possesso del libro potrà forse aiutarci…..

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Ho trovato questo ma ha pure sbagliato ad identificare il dritto. Comunque grazie del tuo intervento non ricordo neanche io se nel libro del professore attianese ci sia

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53 minuti fa, dracma dice:

Sarebbe tuttavia utile consultare il volume di P. Attianese, La monetazione dei Brettii (2015) che al momento non ho a portata di mano, per verificare l’eventuale presenza dell’esemplare postato.

Salve. Confermo che sul volume di Attianese questa tipologia non è riportata.

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7 minuti fa, doppiopunto dice:

Salve. Confermo che sul volume di Attianese questa tipologia non è riportata.

Grazie! Peccato che non si trovi in giro uno studio su questa moneta per ora.

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Credo che il "mistero" sia risolto (seppur parzialmente). Dopo varie ricerche ho trovato un contributo di John Morcom, Some South Italian Questions, in S. Hurter-C. Arnold-Biucchi (a c. di), Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 159 ss. che tratta della moneta in oggetto (e di altre). Di seguito posto le pagine del contributo.

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Salve! Leggendo ho capito che questa moneta è collegata alle monete del traes che sono coeve e sicuramente della stessa zecca di produzione, ho trovato un altro articolo a riguardo. Deduco che a rarità è leggermente più rara delle monete del toro antropomorfo che sono già abbastanza rare. Comunque questo sarà dovuto alla guerra punica quindi forse battuti dai romani e quindi le monete non hanno avuto tempo di circolare molto e di essere prodotte in numero significativo. 

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Per una messa a punto della problematica relativa alle monete in oggetto ho raccolto la bibliografia nota sull'argomento, sperando che altri utenti possano integrarla e contribuire alla discussione.

I PARTE

La legenda :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma: caratterizza due serie enee differenti sul piano tipologico e ponderale:

 

1)      D/ Testa di cerva a d.; nel campo, K (a s.) A (a d.)

         R/ Aratro; in basso :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma:; nel campo, monogramma (BA?).

AE, gr. 1.35-2.6

 

AE, t. di cervo/aratro (da Carroccio 2003, fig. 11)

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1)      D/ Protome di toro androprosopo a d.; in alto :Greek_Tau::Greek_Rho::Greek_Alpha::Greek_epsilon::GreeK_Sigma:; nel campo, K (a d.) A (a s.)

          R/ Spiga; a s. :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma:; nel campo nel campo monogramma (BA?); a d. delfino.

AE, gr. 2.3-5

 

AE Traes/spiga (da Taliano Grasso 1999, 189, fig. 4)

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E’ chiaro quindi che ci troviamo di fronte all'emissione monetale di uno stesso centro identificato dalla comune legenda ( :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma:) e articolata in due serie con lettere al D/ (K, A) e monogramma (BA?) al R/.

Entrambi gli esemplari sono noti da studi di vecchia data. Il primo venne descritto e illustrato da Garrucci (p. 185, pl. CXXIV, 31) che erroneamente identificò il tipo del D/ con la testa di un asino e ne propose l’attribuzione all’ambito brettio. Il secondo, corrisponde a Garrucci tav. CV, 7 con la variante del tipo del D/ a s.  anziché a d. e viene ascritto alla zecca di Metaponto.

Morcom (2000, 160) notò due pezzi al British Museum (gr. 2,59 e 4,46), altri comparvero successivamente sul mercato antiquario.

Una moneta con t. di cervo/aratro fu venduta nell’asta NAC 8, 1995, n. 451 e acquistata dallo stesso Morcom. Un esemplare proveniente da Castiglione di Paludi (AE, mm 13, gr. 2.39) è stato pubblicato più di recente da A. Polosa (2009, 164, n. 310) che interpreta il tipo del R/ come timone e attribuisce il pezzo a Brentesion.

Monete del tipo Traes/spiga apparvero invece in NAC 8, 1995, n. 450; NAC, E, 1995, 2559 e in rinvenimenti occasionali (v. infra) puntualmente segnalati da Attianese (1996, 1997) e da Taliano Grasso (1995). Un ulteriore esemplare, ricordato da Carroccio (2003), fu oggetto di una lettura erronea ed attribuito alla zecca di Brundisium (Imhoof-Blumer 1923, tav. I, 20) o di Paestum (Jenkins 1970, 169 e n. 65).

 

Elenco dei rinvenimenti:

1)      Pietrapaola, loc. Cerasello-Muraglie (3 ess.):

1 emiobolo (gr. 4,60; mm 16)

1 emiobolo (gr. 4,80 mm 16)

1 emiobolo (gr. 4,60 mm 16)

 

Taliano Grasso 1995, 198 s., figg. 1-6.

 

2)      Strongoli (1 es.)

1 emiobolo (gr. 4; mm 16)

 

Taliano Grasso 1995, 200, figg. 7-8.

 

Esemplare pubblicato da De Luca (1974) e successivamente confluito in F. Smenzato, Asta di monete enee dei Bruzi e dei Lucani, Venezia 1980, lotto n. 25 (asta del 29-30/11/1980).

 

3)      Spezzano Albanese, loc. Torre Mordillo (1 es.)

1 emiobolo (gr. 4,58; mm 16)

 

Taliano Grasso 1995, 200, figg. 9-10.

 

4)      Tra Caloveto e Pietrapaola

7 ess. rinvenuti fortuitamente nel corso di lavori agricoli nel 1994 segnalati (ma non descritti e/o illustrati) da Attianese 1996, 12.

 

Distribuzione dei rinvenienti (da Taliano Grasso 1995, 198 tav. 1)

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II PARTE

A rilevare l’importanza (e la rarità) del secondo esemplare fu F. De Luca (1974) che illustrò la moneta rinvenuta a Stongoli (v. supra) alquanto consunta con scarse tracce epigrafiche successivamente confluita nell’asta Smenzato, 29.11.1980, 25 attribuita ai Brettii come “mezza unità”.

Ulteriori contributi di dettaglio furono apportati da A. Taliano Grasso (1995, 1999), P. Attianese (1996, 2000), J. Boersma e J. Prins (1994), B. Carroccio (1996, 2003) e J. Morcom (2000).

Sul piano interpretativo permangono tuttora incertezze legate alla corretta lettura ed interpretazione della legenda. Prima della comparsa del pezzo della NAC 1995, 450 i pochi esemplari a disposizione conservavano solo le prime tre lettere dell’etnico e/o risultano scarsamente leggibili. La legenda pertanto fu integrata con BPE(TT) (British Museum, Smenzato,  NAC, E, 1995, 2559: “uncertain Bruttian mint”; Taliercio Mensitieri 1988, 232 con riserve) e riferita ai Bretti nonostante la grafia peculiare e alquanto anomala rispetto alla più comune BPETTI:Greek_Omega:N. Successivamente Boersma e Prins (1994) reinterpretarono l’iscrizione nella forma BPE(NT) attribuendo le monete a Brundisium, il cui nome greco riportato da Strabone (VI, 3.6.282) era appunto Brentesion. A quest’ultima rimanderebbe per gli studiosi anche il tipo della testa di cervo (in messapico brention, in greco brendos), una sorta di “nome parlante” e di richiamo “topografico” da cui avrebbe tratto origine il nome stesso della città, la cui forma del porto ricorderebbe per Strabone proprio la testa di un cervo. Sulla scia di Boersma-Prins si pone Rutter (2001, 85 n. 736) seguito da Polosa  (2009, 164 n. 310) che accolgono la lettura BPENT ed assegnano gli esemplari t. di cerva/aratro alla zecca di Brindisi datandoli nella prima metà del III secolo a.C.

La comparsa sul mercato antiquario (NAC 8, 1995, 450-1) di due esemplari (t. di cerva/aratro; Traes/spiga) in buono stato di conservazione consentì di rivisitare la lettura della legenda, rettificata per la prima volta nella forma :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma: da Taliano Grasso (1999) che ne propose una derivazione dal nome dei Frigi illirici, riprendendo una vecchia teoria di S. Ferri (Taliano Grasso 1999, 181-2 e nota 13). La lettura :Greek_Beta::Greek_Rho::Greek_epsilon::Greek_Iota::Greek_Gamma:, per quanto verosimilmente corretta, non riceve unanime consenso essendo, anche nella recente bibliografia (Rutter 2001), riferita ancora a Brentesion nonostante le monete di questa città non abbiano mai esibito tale legenda.

NAC 8, 1995, 450 (da Taliano Grasso 1999, 189, fig. 4)

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Ulteriori problematiche si legano alla singolare legenda :Greek_Tau::Greek_Rho::Greek_Alpha::Greek_epsilon::GreeK_Sigma:, probabilmente un idronimo che identifica il tipo del toro androprosopo, ricondotto da Attianese ad una divinità fluviale locale, ossia il fiume Traente (od. Trionto), nei pressi del quale, come attesta Diodoro (XII, 11, 1-2), era stata fondata una “nuova Sibari” dopo la distruzione della prima e dove peraltro sembrano dislocarsi la maggiorparte dei rinvenimenti degli esemplari noti, tanto che i compilatori della NAC ipotizzarono l’attribuzione della serie ad uno small settlement signing itself Breing localizzato nel bacino del fiume Trionto ma non altrimenti noto (Taliano Grasso 1999, 181).

Per l’abbinamento protome di toro androprosopo/spiga sono stati istituiti confronti con dioboli in argento di Metaponto (Attianese 1996, Taliano Grasso 1995). Un dato che ben si inserisce nel novero di quei collegamenti tipologici tra le emissioni brettie e metapontine più volte evidenziati nel corso degli studi (Taliercio Mensitieri 1988, 240; Taliano Grasso 1995, 201) ma nel contempo di relativa utilità ai fini cronologici considerato l’ampio divario tra le due emissioni.

 

Metaponto, diobolo AR (Gorny & Mosch, 156, 2007, 1075)

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Alquanto dibattuto risulta anche lo scioglimento del monogramma BA (?) -  attestato anche su bronzi brettii di peso ridotto datati da Scheu tra il 211 e il 203 a.C. (Scheu 1961, p. 57 n. 55 e p. 60 n. 99; Taliercio Mensitieri 1995, 142 nota 104) - in MVBA che unitamente alla legenda :Greek_Tau::Greek_Rho::Greek_Alpha::Greek_epsilon::GreeK_Sigma: e al tipo della spiga suggerisce a Taliano Grasso (1995) una connessione con le vicende del trasferimento di popolazioni lucane nel territorio brettio, episodio a cui generalmente vengono riferite anche le emissioni contrassegnate dall’etnico dei Lucani.

Lucani - AE, Ares/Hera Hoplosmia (Triton V, 2002, 63)

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Un’ulteriore chiave di lettura del monogramma interpreta BA come lettere iniziali di :Greek_Beta::Greek_Alpha::GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_Lambda::Greek_epsilon::Greek_Upsilon::GreeK_Sigma:, con riferimento ad Alessandro il Molosso in base a supposti confronti iconografici e stilistici con le serie in AR e AE emesse da Metaponto a nome del re epirota (NAC 1995).

 

 

 

 

 

Modificato da dracma
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III PARTE

Allo stato attuale della documentazione non si dispone di dati certi e l’identificazione di Breig (città? tribù?), la sua localizzazione e il significato stesso dei tipi in rapporto a specificità locali attende una più compiuta definizione. Per Carroccio (2003), che una collocazione dell’emissione con Traes nell’orizzonte brettio andrebbe plausibilmente valutata e attentamente approfondita, soprattutto in considerazione della grande enfasi che le divinità fluviali (e/o legati alla fecondità delle acque, fig. 1) ricevono nell’ambito delle serie brettie, unitamente alla presenza di altre immagini chiaramente evocatrici della fecondità.

 Tra queste ultime certamente la spiga, riconducibile a Demetra, patrona delle messi - non a caso ritratta al D/ dei bronzi di Petelia (fig. 2)che insieme a Consentia rappresentano le due maggiori zecche brettie nell’emissione del bronzo – ma anche il simbolo dell’aratro, intimamente connesso alla sfera demetriaca in quanto legato al concetto di ciclicità. Entrambi (spiga e aratro) appaiono inoltre su emissioni brettie in bronzo di standard ridotto (figg. 3-5) con le quali un ulteriore elemento di collegamento, come si è visto, è rappresentato dalla presenza del monogramma BA (fig. 6).

 

1 - Brettii, AR Nike/divinità fluviale (Gorny & Mosch, 261, 4/3/2019, 51)

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2 - Petelia, AE Demetra/Zeus (Künker, 318, 11/3/2019, 280)

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3 - Brettii, AE Zeus, spiga/Aquila, cornucopia (Leu Numismatik AG, Web Auction 6, 9/12/2018, 27)

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4 - Brettii, AE Zeus/Aquila e aratro (Roma Numismatics, E-Sale 52, 10/1/2019, 78)

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5 - Brettii, AE Herakles/Hera Hoplosmia e aratro (Naville Numismatics, 42, 22/7/2018, 26)

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6 - Brettii, AE Ares/Hera Hoplosmia e monogramma (Scheu 55)

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Infine va esaminato il dato ponderale: le serie con t. di cervo/aratro e Traes/spiga sembrerebbero, come abbiamo visto, in rapporto 1:2, attestandosi su valori che non si discostano da quelli del mezzo e del quarto delle serie brettie di standard ridotto, di controversa cronologia (214/3 per Pfeiler e fine 212 per Marchetti seguito da Taliercio Mensitieri 1995, 130 con bil. prec.)

In quest’ottica andrebbe valutata anche la peculiare legenda Breig quale “diversa, meno ellenizzata, grafia del nome dei Brettii” (Carroccio 2003, 252 s.).

Si tratta ovviamente di ipotesi ricostruttive che restano aperte alla ricezione di nuovi dati.

 

 

 

 

 

 

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IV PARTE

Riferimenti bibliografici

 

ATTIANESE 1996 = P. Attianese, Una nuova zecca brettia?, “Panorama Numismatico”, 96/1996, 11-15.

ATTIANESE 2000 = P. Attianese, Una nuova zecca bruzia?, in B. Kluge-B Weisser curr., XII Internationaler Numismatischer Kongress, I, Berlin 2000, 233-8.

CARROCCIO 1996 = B. Carroccio, A proposito di due nuove emissioni del koinon brettio, “Panorama Numismatico”, 101/1996, 8-9.

CARROCCIO 2003 = B. Carroccio, Immagini che “parlano”. Contributi numismatici alla ricostruzione della civiltà brettia, “Atti della Accademia Peloritana dei Pericolanti. Classe di Lettere, Filosofia e Belle Arti”, LXXVI, suppl.1/2000, ed. Napoli 2003, 247-60.

BOERSMA-PRINS 1994 = J. Boersma-J. Prins, Valesio and the mint of Brindisi, “Studi di antichità”, 7/1994, 303-25.

DE LUCA 1974 = F. De Luca, Una moneta Bruzio-Metapontina?, “Il Gazzettino Numismatico", 2/3, Aprile 1974, 149-54.

IMHOOF-BLUMER 1923 = F. Imhoof-Blumer, Fluss- und Meergötter auf griechischen und römischen Münzen, “RSN”, 22/1923, 173-421.

MARCHETTI 1978 = P. Marchetti, Histoire économique et monétaire de la deuxième guerre punique, Bruxelles 1978.

 JENKINS 1970 = G.K. Jenkins, The Coinage of Gela, Berlin 1970.

MORCOM 2000 = J. Morcom, Some South Italian Questions, in S. Hurter-C. Arnold-Biucchi curr., Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 159-63.

PFEILER 1964 = H. Pfeiler, Die Münzprägung der Brettier, “JNG”, XIV/1964, 7-50.

POLOSA 2009 = A. Polosa, Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide. Il Medagliere, Paestum 2009.

RUTTER 2001 = N.K. Rutter, Historia Numorum. Italy, London 2001.

SCHEU 1961 = F. Scheu, Bronze coins of the Brettians, “NC” 1961, 51-66.

SMENZATO 1980 = F. Smenzato, Asta di monete enee dei Bruzi e dei Lucani, Venezia 1980, lotto n. 25 (asta del 29-30/11/1980).

TALIANO GRASSO 1995 = A. Taliano Grasso, La presenza brettia sul Traente attraverso nuovi documenti monetali, in G. De Sensi Sestito cur., I Brettii, I. Cultura, lingua e documentazione storico-archeologica, Soveria Mannelli 1995, 197-205.

TALIANO GRASSO 1999 = A. Taliano Grasso, Riflessioni sull’etnonimo dei Brettii, “Aitna”, 3/1999, 181-90

TALIERCIO MENSITIERI 1988 = M. Taliercio Mensitieri, Osservazioni sulla monetazione dei Brettii, in P. Poccetti cur., Per un’identità culturale dei Brettii, Napoli 1988.

TALIERCIO MENSITIERI 1995 = M. Taliercio Mensitieri, Aspetti e problemi della monetazione del koinòn dei Bretti, in G. De Sensi Sestito cur., I Brettii, I. Cultura, lingua e documentazione storico-archeologica, Soveria Mannelli 1995, 127-50.

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Ma quindi se ho capito bene era una mezza unità? Comunque il traes era un centro fortificato molto grande so che ha coniato queste due monete e erano bretti, ma non capisco perché dicono che sia la sibari sul traente forse perché i bretti hanno ospitato i profughi di sibari creando un unione? 

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Comunque grazie @dracma hai fatto una bella ricerca. Per quando riguarda il toro antropomorfo si ispira al fiume divinizato, ma del cervo non so, pure perché la città dovrebbe prendere nome da la moneta con toro antropomorfo e di porti non ne ha. Potrebbe essere un inizio di un nuovo culto che successivamente è stato abolito dai romani dato che la divinità principale era il traes dove prendeva il nome stesso la città del traes? 

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Mi sorge pure un altro dubbio che non ci siano state due città una a cerasello e un altra a muraglie e che magari una era sibari sul traente e l altra era collegata al cervo, magari la seconda nata per via dell'aumento della popolazione dovuta ai profughi di sibari. 

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Salve, apparsa in asta Artemide XXXVI nel 2012:

Lot 40 Mondo Greco. Italia Greca. Bruttium (?), zecca incerta. Emiobolo (?), ca. 340-320 a.C. D/ TPAEΣ. Protome di toro androcefalo a destra. R/ BPEIΓ. Spiga di grano; sopra la foglia, delfino a sinistra. HN (Italy) 2678. AE. g. 4.42 mm. 15.50 RRR. BB. Emissione interessante, della più grande rarità.

Greek. Italy. Bruttium (?), uncertain mint. Hemiobol (?), circa 340-320 B.C. Obv.: TPAEΣ. Forepart of man-headed bull right. Rev.: BPEIΓ. Grain ear, leaf to right. Dolphin to left. HN (Italy) 2678. AE. g. 4.42 mm. 15.50 RRR. VF. Interesting and rare issue.

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