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La statua di Giove Ottimo Massimo


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La statua di Iovis Optimi Maximi Capitolini era collocata all' interno dell' omonimo Tempio che sorgeva sul Colle del Campidoglio , la statua di Giove era sistemata nella grande navata centrale mentre nelle due navate laterali piu' piccole erano collocate le altre due statue facenti parte della triade capitolina : Gliunone e Minerva .

Questo Tempio secondo una antica tradizione fu eretto in concorrenza del santuario dedicato a Iuppiter Latiaris sul Mons Albanus nei pressi di Alba Longa . 

Prima di ipotizzare quale forma avesse la statua di Giove , argomento del Post , leggiamo come descrive il Tempio di Giove Capitolino il grande Archeologo romano Rodolfo Lanciani che visse cavallo tra il XIX e il XX secolo nel suo libro : Rovine e scavi di Roma Antica , edizioni Quasar :

“Questo santuario nazionale dell' antica Roma , votato da Tarquinio Prisco e costruito da suo figlio Tarquinio il Superbio , venne dedicato da M. Orazio Pulvillo nel 509 a.C. il 13 Settembre . I classici lo descrivono elevato su una piattaforma di metri 61,62 per 57,17 , al centro di una area sacra cinta su tre lati da pareti di roccia .Sul prospetto e sul pronao apparivano tre file di colonne , mentre alle spalle era chiuso da da un muro di fondo , un tipo di architettura prettamente etrusco , basso e possente , con intercolumni tanto ampi che gli architravi dovevano essere in legno . La cella era triplice , il vano centrale consacrato a Giove , quello di sinistra a Giunone Regina , quaello di destra a Minerva . Il frontone era coronato , a mo' di acroterium , da una quadriga in terracotta , come di terracotta era la statua del “Padre degli Dei” . Questo gruppo era opera di Turiano di Fregenae (secondo altre fonri del veiente Vulca) , che aveva dipinto in rosso cupo la faccia del dio , mentre lo aveva vestito di tunica palmata e di toga picta . Considerando che anche architravi e travi erano sicuramente coperti con lastre decorative di terracotta e che il bordo del tetto portava a intervalli regolari le normali antefisse , l' aspetto del santuario non doveva essere dissimile da quello dei santuari piu o meno contemporanei dell' Etruria meridionale , di cui un magnifico esempio scoperto a Faleri e' ora riprodotto nel Museo di Villa Giulia . Nel 386 a.C. La rugusa e disuguale superficie del monte attorno al Tempio venne livellata con potenti sottofondazioni dal livello del piano fino al Tempio stesso , un lavoro “pazzesco” a detta di Plinio , che lo enumera tra le meraviglie di Roma . Il Campidoglio era raggiungibile solo dal Clivus mediante una solenne scalea , una specie di Scala Santa , che Cesare e Claudio risalirono devotamente in ginocchio . Il 6 Luglio dell' 83 a.C. , un delinquente che rimase anonimo , incendio' l' edificio ; Silla mise mano alla ricostruzione e non si fece scrupolo neanche nell' arraffare alcune delle colonne del Tempio Olimpico di Atene . Il lavoro di Silla venne continuato da Lutazio Catulo , il costruttore del Tabularium , e finito da Cesare nel 46 . Un secondo restauro fu eseguito al tempo di Augusto nel 9 a.C. , un terzo nel 74 ad opera di Vespasiano , infine nell' 82 dopo l' incendio di Tito , lo ricostrui Domiziano . Quest' ultimo Tempio era delle stesse dimensioni dei precedenti . Ma piu' alto ed elegante con colonne corinzie di marmo pantelico . I topografi del passato hanno discusso per generazioni si quali delle due alture del Colle si trovasse questo Tempio e su quale invece l' Arx . Durante la costruzione della nuova rotonda del giardino del Palazzo dei Conservatori , abbiamo scoperto uno dei margini della piattaforma costruita dai Tarquini e su di essa un frammento di una delle colonne di marmo pantelico dell' ultimo restauro di Domiziano . Queste scoperte in se stesse non sarebbero state una prova definitiva dell' identificazione , ma un confronto con altri ritrovamenti fatti nei secoli passati evidenzia che il Campidoglio occupava la sommita' del Colle Caprino e di conseguenza l' Arx , occupava quella dell' Ara Coeli . Ma parliamo prima delle insanae substructiones che furono a supporto dell' area sacra ; esse sono state viste da Flaminio Vacca nel versante di Piazza della Consolazione e da Sante Bartoli dalla parte di Piazza Montanara , da Ficoroni nel lato di Via Tor de Specchi ; avevano uno spessore di 5 metri . Il rivestimento di travertino di queste mura di contenimento era coperto con iscrizioni dedicatorie in onore del grande dio dei Romani fatte dai Re e dalle nazioni del mondo intero . Non si possono questi attestati di amicizia e di gratitudine , arrivati dalle piu' estreme regioni del mondo , senza sperimentare in un modo commovente il senso della grandezza di Roma . Queste dediche si trovano solamente dalla parte di Monte Caprino , sul lato Sud Ovest . La piattaforma dei Tarquini costruita con blocchi di tufo lamellare di colore grigiastro e di non grande formato , posati senza malta , appare in un discreto stato di conservazione e si vede sia all' interno che all' esterno di Palazzo Caffarelli . Un disegno del Fabretti , nella sua opera De columna Traiana , dimostra che quando verso il 1680 i Caffarelli allargarono il Palazzo di Monte Caprino , almeno 14 di questi blocchi di tufo furono rimossi . Nell' anno 455 il Tempio fu saccheggiato dai Vandali di Genserico , il quale si porto' in Africa le statue per adornare la sua residenza . Da allora spogliato delle sue decorazioni in bronzo , privo di ogni culto , ando' lentamente in rovina e divenne come tanti altri templi una semplice cava di pietra per farne calce . . Nel Gennaio 1545 P. Caffarelli trovo' nel giardino del Palazzo i primi resti . Alcuni dei blocchi furono misurati e disegnati da Antonio da Sangallo il Giovane e la scoperta in se' e' descritta da Flaminio Vacca con queste parole : “Sopra Monte Tarpeio dietro il Palazzo dei Conservatori , verso il carcere Tulliano , so essersi cavati molti pilastri di marmo statuale con alcuni capitelli tanto grandi che in uno di essi vi feci io il leone per il Gran Duca Ferdinando nel suo Giardino alla Trinita' e dgli atri il Cardinale Cesi ne fece fare da Vincenzo Rossi , tutte le statue e profeti della sua Cappella in Santa Maria della Pace …..non si trovarono ne' cornicioni ne' altri segni di questo Tempio , onde io fo giudizio che per essere tanto accosto alla ripa di detto monte si siano dirupati da loro stessi “ . La conclusione si e' dimostrata corretta per via di altri ritrovamenti ; nel 1780 grossi frammenti di trabeazione ornati di bucrani e festoni vennero scavati nelle fondamenta del n°13 di Via Montanara ai piedi del Campidoglio , similmente altri frammenti al n°33 di Via della Consolazione nel 1875 . Anche le dediche dei Re orientali di cui abbiamo parlato prima , furono trovate in fondo al pendio , sotto casa Moroni , in Piazza della Consolazione , nel 1877”

Torniamo ora al tema principale del Post . Per quanto riguarda la statua di Giove che si trovava nella navata centrale del Tempio Capitolino , si puo' ipotizzare con relativa certezza che questa fosse in posa sedente ; certamente la statua originale , quella che risaliva ai tempi deill' ultimo dei Tarquini non esisteva piu' al tempo di Domiziano , quando fu praticamente rifatto in modo splendido a causa delle varie vicissitudini avvenute al Tempio nel corso dei successivi secoli , quindi prendendo spunto dalla moneta in foto emessa da Domiziano con al rovescio l' immagine di Giove vittorioso dove nella mano destra sorregge una Vittoria e si appoggia nell' altra mano ad una lancia o ad un bastone sormontato da un' Aquila , possiamo quindi immaginare che questa fosse realmente la statua di Giove che si trovava nel Tempio del Campidoglio ; questa stessa immagine di Giove la ritroviamo anche in una successiva moneta coloniale di Adriano ; sembrerebbe che Domiziano abbia preso spunto nel completo restauro del Tempio Capitolino , riproducendo la statua di Zeus (Giove) quale che era nel Tempio di Olimpia realizzata nel 436 a.C. circa da Fidia .

Una testimonianza della statua di Zeus di Olimpia ci giunge da Pausania che considerava questa statua una delle sette meraviglie del mondo , sembra infatti che fosse alta 12 metri . Pausania, Viaggio in Grecia :

«Il dio , fatto d'oro e d'avorio , è seduto in trono . Gli sta sulla testa una corona lavorata in forma di ramoscelli d'ulivo . Nella mano destra regge una Nike , anch'essa criselefantina , con una benda e , sulla testa , una corona . Nella mano sinistra del dio è uno scettro ornato di ogni tipo di metallo , e l'uccello che sta posato sullo scettro è l'aquila . D'oro sono anche i calzari del dio e così pure il manto . Nel manto sono ricamate figurine di animali e fiori di giglio»

In foto un probabile aspetto del primitivo Tempio di Giove Capitolino .

Ruderi in blocchi di tufo del basamento del Tempio Capitolino 

Probabile aspetto della statua di Giove Capitolino

Due Sesterzi emessi da Domiziano con Giove Vittorioso , forse da immagine del Giove del Tempio Capitolino .

Moneta coloniale di Adriano con Giove forse del Campidoglio .

Probabile aspetto del primitivo Tempio di Giove Capitolino.jpg

Basamento del Tempio nel giardino del Palazzo Caffarelli.JPG

Giove Olilmpio in una ricostruzione.jpg

Domiziano , Iovi Victori , RIC398.jpg

Iovi Victori , Domiziano , RIC633.jpg

Moneta privinciale di Adriano con statua di Giove Olimpio opera di Fidia.JPG

Modificato da Legio II Italica
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