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IGNORED

Raccolta di rebus attinenti alla Numismatica


apollonia

Risposte migliori

Supporter
10 ore fa, apollonia dice:

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Supporter
3 ore fa, apollonia dice:

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apollonia

 

Provo. 

CONTESTATA SVOLTA ECONOMICA NO-TAV

Buona giornata. 

Stilicho 

Modificato da Stilicho
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Supporter
4 ore fa, Stilicho dice:

Provo. 

CONTESTATA SVOLTA ECONOMICA NO-TAV

Buona giornata. 

Stilicho 

 

Con testa T a S volta E con O mica nota V = Contestata svolta economica no-Tav

Altrettanto,

apollonia

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Supporter

Rebus 3 1 5 3 7 = 9 10

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apollonia

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Supporter
3 ore fa, carletto23 dice:

Canaletto collettore

 

buona giornata

 

Can a letto col lettore = canaletto collettore

Altrettanto,

apollonia

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Supporter

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apollonia

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Supporter

Rebus 4’4 2 3 3 1 1 1 7 = 8 2 7 9

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apollonia

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6 ore fa, apollonia dice:

Rebus 4’4 2 3 3 1 1 1 7 = 8 2 7 9

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apollonia

 

Coll'asso di ori gin e' V a scolare = collasso di origine vascolare

Buon sabato!

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Supporter
4 ore fa, esperanto dice:

Coll'asso di ori gin e' V a scolare = collasso di origine vascolare

Buon sabato!

 

Anche a te.

apollonia

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Supporter

Ho appena trovato questo rebus con una vignetta già nota che condivido senza averlo ancora risolto.

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apollonia

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Supporter
1 ora fa, carletto23 dice:

Ischia meta mondana preferita

 

Complimenti: io ero arrivato a Ischia all'inizio e preferita alla fine.

apollonia

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Supporter

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Sapevate che l’aggettivo “mondo” significa “liberato dalla buccia o dalle scorie”?

Io l’ho appreso dalla “metà monda” che la IS del rebus tiene nella mano sinistra.

apollonia

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C'erano, infatti, le "mondine" che "mondavano", ovvero "pulivano" il riso nel senso che toglievano le erbacce che potevano infestare e danneggiare le piantine (il tutto immerse nell'acqua fino alle ginocchia).

Ciao.

Stilicho

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Supporter
2 ore fa, Stilicho dice:

C'erano, infatti, le "mondine" che "mondavano", ovvero "pulivano" il riso nel senso che toglievano le erbacce che potevano infestare e danneggiare le piantine (il tutto immerse nell'acqua fino alle ginocchia).

Ciao.

Stilicho

 

Beh, “mondare” ha il significato generico di eliminare gli elementi nocivi, impuri o inutilizzabili.

Io mi riferivo all’aggettivo “móndo” nel significato di “ripulito della buccia", cioè "sbucciato", come al punto b del Vocabolario Treccani.

móndo1 agg. [lat. mŭndus]. – 1. a. non com. Netto, pulito: chi vuol la casa m., non tenga mai colomba (prov. tosc.). Ant., limpido, schietto, puro, che non contiene sostanze eterogenee: Tutte l’acque che son di qua più mondeParrìeno avere in sé mistura alcuna Verso di quella (Dante). b. Più frequente col senso di mondato, cioè ripulito della buccia o delle scorie: castagne m. (tosc. anche perepeschepatate m., e sim., cioè sbucciate); grano mondo.

Buona domenica.

apollonia

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apollonia

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Supporter
2 ore fa, apollonia dice:

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apollonia

 

Decorare stole coll'acanto

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Supporter

La leggenda di Eco e Narciso

Nell'antica Grecia, in un giorno lontanissimo, Cefiso, il dio delle acque, rapì la ninfa Liriope. Si amarono teneramente e dalla loro unione nacque un figlio che fu chiamato Narciso. Gli anni passarono e Narciso divenne un ragazzo meraviglioso. Liriope volle salvaguardare la bellezza del giovinetto; si recò perciò dall'astrologo Tiresia che, dopo aver consultato l'oracolo, le disse:

- Narciso vivrà molto a lungo e la sua bellezza non si offuscherà. Ma il giovinetto non dovrà più vedere il suo volto.
La profezia di Tiresia si avverò: Narciso restò per sempre adolescente, mantenendo intatta la sua bellezza che svegliava i più teneri sentimenti nelle ninfe che l'avvicinavano.
Ma lo splendido ragazzo sfuggiva il mondo e l'amore e preferiva trascorrere il tempo passeggiando da solo nelle foreste sul suo cavallo oppure andando a caccia di animali selvatici.
Un giorno, mentre cacciava, sentì rimbalzare tra le gole della montagna una voce che si esprimeva in canti e risate. Era Eco, la più incantevole e spensierata ninfa della montagna che, al solo vederlo, s'innamorò perdutamente di lui. Ma Narciso era tanto fiero e superbo della propria bellezza, che gli pareva cosa di troppo poco conto occuparsi di una semplice ninfa. Non così era per Eco che da quel giorno seguì il giovinetto ovunque andasse, accontentandosi di guardarlo da lontano. L'amore e il dolore la consumarono: a poco a poco il sangue le si sciolse nelle vene, il viso le divenne bianco come neve e, in breve, il corpo della splendida fanciulla divenne trasparente al punto che non proiettava più ombra sul suolo.
Affranta dal dolore si rinchiuse in una caverna profonda ai piedi della montagna, dove Narciso era solito andare a cacciare. E lì con la sua bella voce armoniosa continuò a invocare per giorni e notti il suo amato. Inutilmente perché Narciso, che pur udiva l'angoscioso richiamo, non venne mai.
Della ninfa rimasero solo le ossa e la voce. Le ossa presero la forma stessa della cava roccia ove il suo corpo era rannicchiato e la voce visse eterna nella montagna solitaria. Da allora essa risponde accorata ai viandanti che chiamano. Ma è fioca e lontana e ripete perciò solo l'ultima sillaba delle loro parole: ha perduto la sua forza invocando Narciso, il crudele cacciatore che non volle ascoltarla.
Narciso non ne fu affatto addolorato e continuò la sua vita appartata. Fu allora che intervennero gli dei per punire tanta ingratitudine.
Un giorno, mentre il superbo giovinetto si bagnava in un fiume, vide per la prima volta riflessa nell'acqua limpida l'immagine del suo viso. Se ne innamorò perdutamente e per questa ragione tornava di continuo sulle rive del fiume ad ammirare quella fredda figura. Ma ogni volta che tendeva la mano nel tentativo di afferrarla, la superficie dell'acqua s'increspava, ondeggiava e l'immagine spariva.
Una mattina, per vederla meglio, si sporse di più e di più finché perse l'equilibrio cadendo nelle acque, che si rinchiusero per sempre sopra di lui. Il suo corpo fu trasformato in un fiore di colore giallo dall'intenso profumo, che prese il nome di Narciso.

Da https://www.riflessioni.it/miti-leggende-fiabe/leggenda-eco-narciso.htm

apollonia

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Supporter

Eco è citata da Dante nel dodicesimo canto del Paradiso, dove il poeta è ancora tra gli spiriti sapienti, nel cielo del Sole.

9 di quella vaga | ch’amor consunse come sol vapori: si parla qui di Eco, la ninfa che si innamorò di Narciso ma che, non ricambiata, si lasciò consumare dall’amore e rimase solo voce. La vicenda, riportata da Ovidio nel terzo libro delle Metamorfosi (vv. 339-510).

I vv. 17-18 del canto terzo del Paradiso, dove a Dante appaiono le anime beate,  ricordano il mito di Narciso, che vedendo la propria immagine riflessa nell'acqua se ne innamorò credendola reale (Dante incorre nello sbaglio opposto, poiché crede immagini riflesse quelle reali). La fonte è Ovidio, Met., III, 407 ss.

ali vid’io più facce a parlar pronte; 
per ch’io dentro a l’error contrario corsi 
a quel ch’accese amor tra l’omo e ‘l fonte.                   18

apollonia

 

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Supporter

Rebus 6 4 2 5

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apollonia

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Supporter
21 ore fa, apollonia dice:

Rebus 6 4 2 5

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apollonia

 

P.L. 3 1 4 2 7 

apollonia

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Supporter
2 ore fa, apollonia dice:

P.L. 3 1 4 2 7 

apollonia

 

Chiare tesi di parte

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Supporter
2 ore fa, vv64 dice:

Chiare tesi di parte

 

Chi à rete si diparte

apollonia

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