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IGNORED

Il collezionismo è in pericolo!


Umberto Moruzzi

Risposte migliori

Ribadisco anche qui. Spero che il legislatore ascolti tutti gli interessi e anche le loro motivazioni. Chiaro che bisogna tutelare ciò che è giusto tutelare, ma è anche doveroso proteggere il collezionismo corretto, perchè crea cultura, come già spiegato benissimo nel primo post. Nel frattempo ho adottato un motto delle monete veneziane che possa aiutare...

Arka

Diligite iustitiam

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Solo chi non ha la più pallida idea dell'entità e soprattutto delle modalità di gestione del patrimonio archeologico italiano può pensare che esso venga danneggiato dal collezionismo numismatico privato, che ne rappresenta invece - nella gran parte dei casi - uno dei pochi modelli virtuosi. E parlo da ricercatore in primis... senza i cataloghi delle aste e i database privati i testi di numismatica verrebbero ancora disegnati a mano e le informazioni reperite nei testi del Settecento.

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Votato, nel frattempo vedo la discesa in campo della Nip, mi auguro che altre Associazioni nazionali che tutelano il collezionismo come Sni, Nia appoggino e rilancino per una unità di intenti di questo mondo e per avere numeri maggiori.

https://www.cronacanumismatica.com/in-difesa-del-collezionismo-ecco-la-petizione-dei-numismatici-italiani-professionisti/

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Supporter

Votato.

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Supporter

Firmato.

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Firmato............. ed espresso il mio pensiero.

Senza il mio amico collezionista (Defunto), Romolo Calciati , che con il suo Corpus Nummorum Siculorum , ha risvegliato e ha portato a conoscenza tantissimo sulla monetazione di bronzo della Sicilia Greca. 

E poi il collezionismo è sempre ESISTITO. Poveri noi, nessuna forza politica ci difende.

 

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48 minuti fa, gionnysicily dice:

Firmato............. ed espresso il mio pensiero.

Senza il mio amico collezionista (Defunto), Romolo Calciati , che con il suo Corpus Nummorum Siculorum , ha risvegliato e ha portato a conoscenza tantissimo sulla monetazione di bronzo della Sicilia Greca. 

E poi il collezionismo è sempre ESISTITO. Poveri noi, nessuna forza politica ci difende.

 

Sarebbe già qualcosa se ci fosse unione e prese di posizione e comunicazione verso i propri iscritti da parte delle Associazioni nazionali che tutelano il collezionismo in Italia, ripeto non sono grandi numeri ma un cartello di sigle oltre la Nip ci vorrebbe, poi sappiamo che quando ci sono firme o petizioni il collezionismo si sfila tipo proposta Bernardi però provarci sempre ...

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La petizione è firmata, ma mi lascia perplesso l'efficacia della cosa... ci sono molte voci contrastanti su questa piattaforma, sull'uso dei dati dei firmatari che viene fatto ecc ecc

In più, davvero mi chiedo se questa è una strada efficace... le associazioni hanno mai tentato un dialogo/contatto con le istituzioni? anni addietro era nato un bel tavolo qui sul forum... poi il tutto è naufragato... se non si è riusciti allora a cambiare le cose... la vedo nera :(

 

 

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Awards

2 minuti fa, grigioviola dice:

La petizione è firmata, ma mi lascia perplesso l'efficacia della cosa... ci sono molte voci contrastanti su questa piattaforma, sull'uso dei dati dei firmatari che viene fatto ecc ecc

In più, davvero mi chiedo se questa è una strada efficace... le associazioni hanno mai tentato un dialogo/contatto con le istituzioni? anni addietro era nato un bel tavolo qui sul forum... poi il tutto è naufragato... se non si è riusciti allora a cambiare le cose... la vedo nera :(

 

 

Condivido quanto da te scritto: pur avendo firmato ho infatti negato il consenso per qualsiasi cosa. Se notate,  il numero dei firmatari cresce nel tempo che si sta sulla pagina  e quando chiudo e riapro il conteggio ricomincia nel medesimo modo (personalmente non mi pare serio dato che sembra solo un espediente per catturare nuove firme)

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esattamente  @Ross14 ho agito nel medesimo modo negando ogni consenso anche quello di essere informato sull'andamento della petizione, perchè leggevo in un articolo che in questo modo si cede il dato della mail con il proprio nome e cognome alla società che gestisce il sito che a sua volta lo inserisce in pacchetti di dati "legalmente" vendibili per azioni di marketing. Chi scriveva l'articolo in questione si poneva il delicato dilemma del rispetto e del trattamento dei dati sensibili proprio perché questa (ma soprattutto altre petizioni) legano in maniera chiara un soggetto al suo orientamento politico, religioso, inclinazione sessuale ecc ovvero a una serie di dati altamente sensibili.

Ora, io non ho molto da nascondere e ho firmato unicamente questa petizione, quindi... lascia il tempo che trova nel mio caso. Ma lascia comunque il tempo che trova la petizione stessa poiché se avessi firmato a nome Lino Topo con la mail creata al momento [email protected] avrei fatto la medesima operazione rendendo dati fasulli in toto, ma contribuendo al raggiungimento di un numero di firme che di fatto sono esenti da reali verifiche.... quindi... che efficacia reale hanno questo tipo di petizioni?

Modificato da grigioviola
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Awards

cerco di capire:


ma governanti che ignorano l'esito di referendum, come possono essere sensibili alle firme di una petizione?


Alla fin fine, la mia opinione di intellettuale collezionista vale 1/10 di quella dei 10 pensionati avvinazzati che giocano a briscola nel bar sotto casa, e che sono splendidamente plagiabili dagli strumenti RAI e Fininvest.


un paio di precisazioni:
1) quando scrivo "io intellettuale", non faccio riferimento a me, è solo una figura retorica: io continuo ad essere un emerito imbecille.
2) mi spiace se offendo il regolamento del forum, ma questo è un intervento squisitamente politico.

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1 ora fa, grigioviola dice:

La petizione è firmata, ma mi lascia perplesso l'efficacia della cosa... ci sono molte voci contrastanti su questa piattaforma, sull'uso dei dati dei firmatari che viene fatto ecc ecc

In più, davvero mi chiedo se questa è una strada efficace... le associazioni hanno mai tentato un dialogo/contatto con le istituzioni? anni addietro era nato un bel tavolo qui sul forum... poi il tutto è naufragato... se non si è riusciti allora a cambiare le cose... la vedo nera :(

Ciao.

Non c'è dubbio che l'argomento oggetto della petizione desti oggi un grande all'allarme fra collezionisti e commercianti.

A suo tempo (Convegno di Torino del 25 marzo 2017), nell'ambito dei rituali incontri/conferenze che si svolgono in occasione del Convegno, avevamo anche organizzato un confronto dal titolo "La riforma della tutela penale del Patrimonio Culturale", proprio all'indomani della presentazione del "famigerato" d.d.l.:

11u9ibl.jpg

tuttavia, vuoi forse perchè il d.d.l. Orlando/Franceschini in quel momento era stato appena presentato (e quindi la "minaccia" sembrava aleatoria) o forse perchè certi argomenti interessano solo quando si ha la percezione - sulla propria pelle - che ci possano realmente penalizzare, la partecipazione all'incontro fu (desolatamente) poco nutrita.

Oggi, con la possibile approvazione dal parte del Senato del d.d.l., che in tal modo diverrebbe legge dello Stato, "l'allarme rosso" è decisamente più avvertito, anche se il problema principale che viene evidenziato nelle cd. "petizioni" e cioè, in buona sostanza, la definizione troppo opinabile di "bene culturale", (nozione che viene fornita attualmente dall'art. 10 del "Codice Urbani") è un aspetto critico della materia che ci trasciniamo da almeno 15 anni, e cioè dal momento in cui il "Codice Urbani" con il suo art. 10 divenne Legge dello Stato (D. Lgs.vo 22 gennaio 2004, n. 42).

In realtà, quindi, la causa dell'allarme non dovrebbe essere tanto il d.d.l. in corso di approvazione quanto piuttosto la ridefinizione (e ri-perimetrazione) della nozione di "bene culturale".

Detto questo e non entrando nel merito della serietà o meno delle piattaforme utilizzate per lanciare queste "petizioni" nè dell'efficacia, attendibilità e credibilità delle "firme" così ottenute, come N.I.A. abbiamo pensato di non creare un'ulteriore "petizione" e di lasciare la piena libertà di coscienza agli iscritti di appoggiare o meno le petizioni già in itinere.

La nostra Associazione infatti non è un "ente di categoria" e annovera fra i propri iscritti collezionisti e commercianti così come esponenti delle Forze dell'Ordine appassionati di numismatica, studiosi e pubblici funzionari cultori della materia.

Quindi, come è giusto che sia in un Associazione pluralista e di liberi pensatori, ciascuno deciderà in piena libertà di coscienza se appoggiare o non appoggiare le petizioni, a cui va comunque tutta la nostra attenzione e rispetto.

Per quanto ci riguarda, stiamo riprogrammando per il Convegno di marzo prossimo un nuovo incontro sul tema, al quale abbiamo invitato (e ci terremo moltissimo che possano intervenire) Esponenti della Soprintendenza di Torino e del Nucleo CC. T.P.C. del Piemonte, che con i nostri associati della Guardia di Finanza (Col. Luppino) e dei CC. (Col. Fardella Mungivera) e l'eventuale pubblico in sala, potranno dare vita ad un incontro franco ed informale, per dimostrare in concreto (magari, perchè no, anche mediante esempi pratici di "vita numismatica vissuta"...) il grande disagio che ormai da tempo attraversa il collezionismo ed il mercato numismatico italiano.

L'auspicio è sempre quello che il dialogo fra le varie Componenti possa far superare le incomprensioni normative, che non sono soltanto viste come ingiuste ed afflittive da una certa parte della "barricata", ma rappresentano spesso un problema anche per chi, in buona fede, le deve interpretare dall'altra parte.

Saluti.

M. 

 

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