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Rarità dalle aste per Ferdinando IV


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Supporter

Didrachm, come promesso, pubblico le foto, da te richieste, riguardanti il tarì 1798 "s" speculari. Ho fatto del mio meglio.

Comunque, confermo la mia personale convinzione che queste monete siano state coniate in zecca, con caratteristiche insolite, forse, per particolari esigenze dovute al momento. 

In legenda, troviamo, molto probabilmente per la prima volta, una "A" capovolta ( "V" del numerale IV ) e TUTTE le "s" speculari.

Ma, un falsario non dovrebbe solo preoccuparsi di "copiare" il più fedelmente possibile l'originale? Qui, invece, ci troviamo di fronte ad un falsario "precursore" (la "A" capovolta sarà in seguito utilizzata più volte!), estroso e creativo. 

Ognuno tragga le sue conclusioni...

Saluti.

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Supporter
Il 10/10/2023 alle 18:26, Releo dice:

Didrachm, come promesso, pubblico le foto, da te richieste, riguardanti il tarì 1798 "s" speculari. Ho fatto del mio meglio.

Comunque, confermo la mia personale convinzione che queste monete siano state coniate in zecca, con caratteristiche insolite, forse, per particolari esigenze dovute al momento. 

In legenda, troviamo, molto probabilmente per la prima volta, una "A" capovolta ( "V" del numerale IV ) e TUTTE le "s" speculari.

Ma, un falsario non dovrebbe solo preoccuparsi di "copiare" il più fedelmente possibile l'originale? Qui, invece, ci troviamo di fronte ad un falsario "precursore" (la "A" capovolta sarà in seguito utilizzata più volte!), estroso e creativo. 

Ognuno tragga le sue conclusioni...

Saluti.

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La "A" capovolta compare per la prima volta nel tarì 1798 "S" speculari? E' credibile che un falsario, invece di preoccuparsi di copiare fedelmente l'opera originale, si impegni, volutamente, a modificarla in modo radicale? E' vero che l'anno 1798 fu alquanto complicato per Ferdinando IV?

Mi aspettavo delle considerazioni su questi quesiti, su cui, ritengo, sia difficile pensare che non si abbia nulla da dire. Considerazioni che potrebbero aiutarci a capire se é giustificabile giudicare "falso" il tarì in oggetto, così come viene fatto da qualche fonte autorevole. Mi scuso per l'insistenza. Un caro saluto.

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31 minuti fa, Releo dice:

confermo la mia personale convinzione che queste monete siano state coniate in zecca, con caratteristiche insolite, forse, per particolari esigenze dovute al momento. 

Ho seri dubbi su questa tua rispettabilissima opinione. Non penso proprio che sia uscito dalla zecca. In zecca ci lavoravano artigiani selezionati bravi ecomunque ampi controlli sul conio prima di passare alla produzione. Cosa diversa i lavoretti fatti in casa ricordiamoci che in quel periodo gli analfabeti erano 80% se non di piu e quindi facile che il falsario lo era e non comprendeva gli errori sui caratteri corretti per rendere piu apprezzabile le copie prodotte. Che il 1798 sia stato anno horribilus per il regno napoletano è storia e che errori gravi fatti in quel periodo ci sono ma le tirature sarebbero piu alte nei ritrovamenti di oggi, pochi pezzi (quanti pezzi siconoscono di questo 20 Grano ?) suscitano forti dubbi che si tratti di un errore di conio in zecca.

31 minuti fa, Releo dice:

Mi aspettavo delle considerazioni su questi quesiti, su cui, ritengo, sia difficile pensare che non si abbia nulla da dire. Considerazioni che potrebbero aiutarci a capire se é giustificabile giudicare "falso" il tarì in oggetto, così come viene fatto da qualche fonte autorevole.

Certo, molto si potrebbe dire ma rimarebbero opinioni che verrebbero subito criticate. Ma il pezzo è in tua collezione oppure parliamo di una foto?

Modificato da didrachm
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Supporter

La moneta è nella mia collezione. Nella zecca di Napoli sicuramente c’erano i controlli, ma può essere che sia stato deciso proprio dalla zecca di coniare una emissione al risparmio e poco curata, considerati anche i tempi. A parte il discorso che, se lo si voleva, dalla zecca usciva di tutto.
Certo, sono solo supposizioni, ma quante certezze ci sono nella monetazione napoletana? Se vogliamo discutere solo di ciò di cui siamo certi al 100%, allora possiamo chiudere bottega.

Comunque, per me la prova delle prove è che un falsario dovrebbe essere pazzo per “ creare del nuovo” invece di  copiare il più fedelmente possibile.

Ti ringrazio. Ciao.

E poi, Didrachm, gli errori non sono casuali, sono sicuramente voluti e cercati. Di esemplari, mi sembra ce ne siano circa 7.

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6 minuti fa, Releo dice:

Di esemplari, mi sembra ce ne siano circa 7.

È già un alto numero 7 pezzi conosciuti, tutti dello stesso conio con queste usure nel 80% del tondello ? Qualè il peso del tuo pezzo in collezione? 

 

9 minuti fa, Releo dice:

Comunque, per me la prova delle prove è che un falsario dovrebbe essere pazzo per “ creare del nuovo” invece di  copiare il più fedelmente possibile.

Non era pazzo ma la copia "impronta" non gli veniva bene ed operava delle correzioni per renderla il piu possibile buona ma essendo un artigiano fai da te probabile analfabeta operava le correzioni sui caratteri mal improntate della legenda facendo errori grafici gravi senza che se ne rendeva conto. Personalmente penso a delle fusioni e non pezzi incisi da un conio.

 

16 minuti fa, Releo dice:

Nella zecca di Napoli sicuramente c’erano i controlli, ma può essere che sia stato deciso proprio dalla zecca di coniare una emissione al risparmio e poco curata

Non credo anche perche i pezzi del 1798 sono ben fatti, al massimo dei lavori esterni alla zecca dati in appalto, e qui ci può stare lo strafalcione grave di mani e strumenti precari

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Supporter

La mia moneta pesa grazie. 2,97. Gli esemplari sono suddivisi su due conii ben diversi.
Da escludere, secondo me, che un falsario si metta a rendere speculari, a rovesciare tutte, ma proprio tutte le “s”  delle leggende del dritto e del rovescio. In più, tanto per firmare più chiaramente la sua opera originale, modifica anche la “A” del numerale. Tutto era, fuorché un analfabeta.

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7 minuti fa, Releo dice:

La mia moneta pesa grazie. 2,97. Gli esemplari sono suddivisi su due conii ben diversi.
Da escludere, secondo me, che un falsario si metta a rendere speculari, a rovesciare tutte, ma proprio tutte le “s”  delle leggende del dritto e del rovescio. In più, tanto per firmare più chiaramente la sua opera originale, modifica anche la “A” del numerale. Tutto era, fuorché un analfabeta.

 

Quindi 2,97gr contro i 4,58gr ufficiali!!! Totalmente fuori peso a conferma che si tratti di riproduzioni fatte in casa.

Se una persona è analfabeta come "scrive" una S al contrario le scriverà tutte appunto perchè non se ne rende conto di essere un asino. Opera di un falsario "scadente" e pricipiante. Mia criticabile opinione, accetto tranquillamente che in tanti non la condividano.

Buona domenica

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Supporter

Un falsario che utilizza due conii? Per quale motivo? E ripete sempre puntualmente gli stessi errori su ambedue i conii? E la barretta che mette dentro la “V” del numerale? È finita lì per caso in ambedue i conii? 
Il peso è senz’altro una componente da considerare per decidere su un un falso, ma è solo una fra varie altre componenti. Oltretutto, in questo caso, la differenza di peso è talmente marcata da poter costituire una prova a vantaggio di una coniazione legalmente e volutamente fatta al risparmio.

Solo considerazioni personali, naturalmente.

Un caro saluto.

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4 minuti fa, Releo dice:

Un falsario che utilizza due conii? Per quale motivo? E ripete sempre puntualmente gli stessi errori su ambedue i conii? E la barretta che mette dentro la “V” del numerale? È finita lì per caso in ambedue i conii

Se continui a focalizzare le tue domande su questo non ne esci vincitore....perche invece non ti soffermi sulla qualità dei disegni (precari e ritoccati in tutto)  e sul peso (decisamente basso) ?

 

6 minuti fa, Releo dice:

la differenza di peso è talmente marcata da poter costituire una prova a vantaggio di una coniazione legalmente e volutamente fatta al risparmio

Teoria che non ha riscontri....se fosse così le tirature sarebbero state alte ed oggi ci sarebbero centinaia di pezzi in giro invece di un numero idoneo ad indicare un lavoretto fatto in casa di poche decine di pezzi.

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Provate a viaggiare indietro nel tempo ritrovandovi nel 1798. Stai per fare un acquisto e di danno come resto due monete da 20 grana. Una "normale" ed una come quella sub iudice. Oltre alle evidenti e grossolane differenze di conio del secondo tipo, vi è una notevole differenza ponderale. Accettereste il secondo tarì? 

Ogni riferimento storico comunque non giustificherebbe una soluzione del genere. In zecca c'era chi DOVEVA garantire quanto coniato. Una moneta del genere non può essere una emissione ufficiale. Poi liberi di pensarla diversamente. 

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Supporter

Didrachm, sono contento per come ci stiamo confrontando su questo argomento. Cerchiamo di capirci, anche se partiamo da presupposti esattamente opposti. Sarei ancora più contento se intervenisse anche qualche altro collezionista.

Comunque sia, ritengo che, se a noi sono fino ad oggi pervenuti quasi dieci esemplari della moneta in discussione, in origine i pezzi coniati dovevano essere in un numero consistente, non certo nell’ordine di qualche decina di pezzi. 

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Supporter
9 minuti fa, fedafa dice:

Provate a viaggiare indietro nel tempo ritrovandovi nel 1798. Stai per fare un acquisto e di danno come resto due monete da 20 grana. Una "normale" ed una come quella sub iudice. Oltre alle evidenti e grossolane differenze di conio del secondo tipo, vi è una notevole differenza ponderale. Accettereste il secondo tarì? 

Ogni riferimento storico comunque non giustificherebbe una soluzione del genere. In zecca c'era chi DOVEVA garantire quanto coniato. Una moneta del genere non può essere una emissione ufficiale. Poi liberi di pensarla diversamente. 

 

Fedafa, non avrebbero accettato, allo stesso modo, neanche il falso…

Dalla zecca di Napoli non sono mai uscite monete con errori grossolani e variazioni rilevanti rispetto alla moneta base?

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Supporter

Chi falsifica una banconota, secondo voi, si diletta a capovolgere le lettere o ad aggiungere vistosamente dei segni rispetto all’originale? Oppure si industria per non farla distinguere dall’originale?
Un falsario che ha ancora un po’ di sale in zucca, mi dite perché dovrebbe deliberatamente, radicalmente e vistosamente mutare lettere e segni dell’opera da copiare, invece, il più fedelmente possibile? Tanto è grave il fatto, che Fedafa avverte che quelle monete, così trasformate, non le avrebbero accettate per resto…
Che circolassero, invece, in gran numero e fossero  risapute “ufficiali e buone”?
D’altra parte, il Magliocca, Nomisma e il M.I.R. di Napoli  le giudicano rare e non mettono in dubbio la loro autenticità.

 

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1 ora fa, Releo dice:

Fedafa, non avrebbero accettato, allo stesso modo, neanche il falso…

Dalla zecca di Napoli non sono mai uscite monete con errori grossolani e variazioni rilevanti rispetto alla moneta base?

 

Il falso era fatto per confondersi nel mucchio. 

Non mi risultano emissioni ufficiali in quel periodo così grossolane. 

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20 minuti fa, Releo dice:

Chi falsifica una banconota, secondo voi, si diletta a capovolgere le lettere o ad aggiungere vistosamente dei segni rispetto all’originale? Oppure si industria per non farla distinguere dall’originale?
Un falsario che ha ancora un po’ di sale in zucca, mi dite perché dovrebbe deliberatamente, radicalmente e vistosamente mutare lettere e segni dell’opera da copiare, invece, il più fedelmente possibile? Tanto è grave il fatto, che Fedafa avverte che quelle monete, così trasformate, non le avrebbero accettate per resto…
Che circolassero, invece, in gran numero e fossero  risapute “ufficiali e buone”?
D’altra parte, il Magliocca, Nomisma e il M.I.R. di Napoli  le giudicano rare e non mettono in dubbio la loro autenticità.

 

 

Quindi il falsario con sale in zucca non produrrebbe mai una moneta così e in zecca invece sì? 

Per quanto riguarda i cataloghi che riportano come genuina la moneta se non erro in passato anche il Gigante la riportava come buona (vado a memoria) ed ora la considera falsa. Non posso parlare per gli altri ma il MIR, che la riporta in nota, se mai ci dovesse essere una nuova edizione stai pur certo che la considererà come falso. 

Ripeto. È giusto rimanere nelle proprie convinzioni e, in assenza di prove, ogni ipotesi potrebbe essere quella giusta. Io non voglio fare il bastian contrario ma, lo ammetto, ero tra quelli convinti nella bontà della moneta perché mi era stata garantita come tale. Poi l'ho vista... E per me non si tratta di un prodotto della zecca partenopea. Posso comprendere tutto, anche la temporanea cecità dell'incisore ma un peso così calante rispetto al peso legale non è giistificabile. 

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Supporter
2 ore fa, fedafa dice:

Quindi il falsario con sale in zucca non produrrebbe mai una moneta così e in zecca invece sì? 

Per quanto riguarda i cataloghi che riportano come genuina la moneta se non erro in passato anche il Gigante la riportava come buona (vado a memoria) ed ora la considera falsa. Non posso parlare per gli altri ma il MIR, che la riporta in nota, se mai ci dovesse essere una nuova edizione stai pur certo che la considererà come falso. 

Ripeto. È giusto rimanere nelle proprie convinzioni e, in assenza di prove, ogni ipotesi potrebbe essere quella giusta. Io non voglio fare il bastian contrario ma, lo ammetto, ero tra quelli convinti nella bontà della moneta perché mi era stata garantita come tale. Poi l'ho vista... E per me non si tratta di un prodotto della zecca partenopea. Posso comprendere tutto, anche la temporanea cecità dell'incisore ma un peso così calante rispetto al peso legale non è giistificabile. 

 

Scusa se intervengo ancora, ma è giusto che porti avanti ciò di cui sono convinto, anche se con tutto il beneficio di inventario che il caso richiede.

Un falsario, che sia un falsario, non pensa neanche a ribaltare l’originale. È fuori da ogni logica. Non è più un falsario e l’opera non è più un falso. D’altra parte, non  mi risultano, in ogni campo, falsi radicalmente e molto evidentemente modificati. A meno che non vengano dichiarati come tali. E poi, quante monete ha messo in circolo questo falsario, visto che ha fatto ricorso a due conii del tutto differenti fra loro? 
Se, per caso, è stato deciso in zecca di far ricorso ad una coniazione al risparmio per questo tarì, non è che poi dovevano procedere allo stesso modo per tutti gli altri nominali. Il peso “eccessivamente” calante, tutte le “s” scritte al rovescio, quella “V” del numerale diventata chiaramente una “A” capovolta, una delle primissime, se no la prima in assoluto, vanno sì spiegate, ma senza dare tutto per risolto imboccando la strada più sbrigativa e veloce: “È un falso”. Quando non riusciamo a spiegarci una data realtà, nascondiamo tutto dietro la solita foglia di fico.                                                                              È possibile, per esempio, che in zecca abbiano deciso di differenziare questa coniazione anomala dalle altre “segnandola”. Molto più plausibile del ricorso al falsario.

Poi, non capisco come mai i cataloghi di riferimento, classificando una moneta, diano i numeri.
Ma quando classificano una moneta sanno quello che fanno o vanno dietro alla moda del momento. Prima non era un falso, adesso diventa un falso. Quantomeno siamo di fronte a dei comportamenti superficiali, a delle decisioni campate in aria che non possono che disorientare il collezionista.
Scusa per la lunghezza del testo, chiedo veramente scusa. Apprezzo moltissimo i tuoi interventi, perché ci danno la possibilità di confrontarci e di capirci di più. 
Un caro saluto.

 

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Non devi assolutamente scusarti. Ci si confronta. Un pacato scambio di opinioni è sempre benvenuto. 

Torniamo al falsario. Non diamo per scontato che fosse così bravo da conoscere la maestranza dell'incisione e sicuramente aveva pochi strumenti rispetto ad una zecca ed ecco il conio "grossolano".  

Per me però la prova provata che si tratti di un falso sta nel peso (sarebbe interessante anche analizzare la lega). Le monete avevano un peso legale e mai potevano uscire da una zecca così "leggere". Una vera e propria frode. Nessuna crisi avrebbe giustificato un'azione del genere. 

Per quanto riguarda i cataloghi l'errore sarebbe stato non cambiare idea di fronte all'evidenza degli esemplari apparsi nel tempo dopo la pubblicazione. Gli "errori" vanno corretti se si ritengono tali. 

Non voglio convincere nessuno delle mie opinioni. Mi sto limitando a giudicare delle monete che io ritengo false, poi ognuno è libero di pensarla diversamente. 

 

 

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Buongiorno a tutti, 

Non entro nel merito della bontà  o meno del pezzo in questione. 

11 ore fa, Releo dice:

A” capovolta, una delle primissime, se no la prima in assoluto

La A capovolta nel numerale IV si presenta ben 32 anni prima. 

Screenshot_20231016_095825.jpg

Scusate l'OT. 

Un saluto. 

Raffaele. 

Modificato da Raff82
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Supporter
3 ore fa, fedafa dice:

Non devi assolutamente scusarti. Ci si confronta. Un pacato scambio di opinioni è sempre benvenuto. 

Torniamo al falsario. Non diamo per scontato che fosse così bravo da conoscere la maestranza dell'incisione e sicuramente aveva pochi strumenti rispetto ad una zecca ed ecco il conio "grossolano".  

Per me però la prova provata che si tratti di un falso sta nel peso (sarebbe interessante anche analizzare la lega). Le monete avevano un peso legale e mai potevano uscire da una zecca così "leggere". Una vera e propria frode. Nessuna crisi avrebbe giustificato un'azione del genere. 

Per quanto riguarda i cataloghi l'errore sarebbe stato non cambiare idea di fronte all'evidenza degli esemplari apparsi nel tempo dopo la pubblicazione. Gli "errori" vanno corretti se si ritengono tali. 

Non voglio convincere nessuno delle mie opinioni. Mi sto limitando a giudicare delle monete che io ritengo false, poi ognuno è libero di pensarla diversamente. 

 

 

 

Scusa, sono franco e ti espongo molto brevemente una mia perplessità.

Ma, i responsabili dei cataloghi, quando hanno dato per buona la moneta, classificandola o evidenziandola in nota come rara, conoscevano il peso della moneta stessa oppure no? Avevano almeno studiato attentamente delle foto? Penso di sì. Allora non capisco perché solo ora,” il solo peso “, determini  già la netta bocciatura del tarì. Ma non si tratta della  stessa moneta di allora, con lo stesso peso di allora?

La lega, considerando il quadro generale della coniazione, secondo me, non può che essere scadente. Almeno così ritengo.

Ciao e grazie.

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Supporter
7 minuti fa, Raff82 dice:

Buongiorno a tutti, 

Non entro nel merito della bontà  o meno del pezzo in questione. 

La A capovolta nel numerale IV si presenta ben 32 anni prima. 

Screenshot_20231016_095825.jpg

Scusate l'OT. 

Un saluto. 

Raffaele. 

 

Raffaele. Bravo, hai trovato un esemplare che riporta la “A” capovolta già 32 anni prima. Evidentemente il falsario del tarí “s” speculari non doveva essere così rozzo, cieco ed analfabeta, visto che, con ogni probabilità, si è riportato a quella lontana ed unica  A  capovolta già presente nella monetazione napoletana di allora. 
Solo che non capisco perché avrebbe dovuto farlo, visto che stava “ fabbricando” un falso…

Qualcosa non torna!

Ciao.

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47 minuti fa, Releo dice:

Scusa, sono franco e ti espongo molto brevemente una mia perplessità.

Ma, i responsabili dei cataloghi, quando hanno dato per buona la moneta, classificandola o evidenziandola in nota come rara, conoscevano il peso della moneta stessa oppure no? Avevano almeno studiato attentamente delle foto? Penso di sì. Allora non capisco perché solo ora,” il solo peso “, determini  già la netta bocciatura del tarì. Ma non si tratta della  stessa moneta di allora, con lo stesso peso di allora?

La lega, considerando il quadro generale della coniazione, secondo me, non può che essere scadente. Almeno così ritengo.

Ciao e grazie.

 

Per i cataloghi io ti ho risposto per quello che mi riguarda. Per gli altri chiedi ai diretti interessati. 

Anche la A al contrario potrebbe essere semplicemente frutto della mancanza da parte dell'incisore del punzone della V... Ipotesi ovviamente. 

Se poi già dalla semplice visione della moneta si è in grado di stabilire che la lega argentea è scadente credo si possa definitivamente chiudere, per quanto mi riguarda, il discorso buona/falsa.

Ripeto non voglio convincere nessuno ma baso le mie opinioni, che non pretendono di essere la verità assoluta, su dati oggettivi e non è certo mia intenzione farmi trascinare in un ennesimo botta&risposta come avvenuto anni fa su altri lidi, con chi insisteva che le piastre in ottone erano buone e prodotte in zecca in un periodo di crisi... 

La zecca produceva moneta con giusto titolo d'argento e con giusto peso anche in periodi di crisi. 

Prova ad osservare attentamente la moneta scevro da ogni pregiudizio e dimmi se può essere stata battuta in zecca. 

Un caro saluto. 

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Supporter
35 minuti fa, fedafa dice:

Per i cataloghi io ti ho risposto per quello che mi riguarda. Per gli altri chiedi ai diretti interessati. 

Anche la A al contrario potrebbe essere semplicemente frutto della mancanza da parte dell'incisore del punzone della V... Ipotesi ovviamente. 

Se poi già dalla semplice visione della moneta si è in grado di stabilire che la lega argentea è scadente credo si possa definitivamente chiudere, per quanto mi riguarda, il discorso buona/falsa.

Ripeto non voglio convincere nessuno ma baso le mie opinioni, che non pretendono di essere la verità assoluta, su dati oggettivi e non è certo mia intenzione farmi trascinare in un ennesimo botta&risposta come avvenuto anni fa su altri lidi, con chi insisteva che le piastre in ottone erano buone e prodotte in zecca in un periodo di crisi... 

La zecca produceva moneta con giusto titolo d'argento e con giusto peso anche in periodi di crisi. 

Prova ad osservare attentamente la moneta scevro da ogni pregiudizio e dimmi se può essere stata battuta in zecca. 

Un caro saluto. 

 

Hai ragione, sono state esposte le nostre ragioni ed a questo punto diventa inutile andare avanti con il botta e risposta. Visto che non interviene nessun altro. Per quanto riguarda la lega della moneta non ne so proprio nulla, ho detto: presumo che…

Ho acquistato la moneta solo dopo aver considerato tutto con la massima attenzione. Alla fine, ho messo su un piatto della bilancia il peso calante e sull’altro tutte le anomalie presenti in legenda: tante, inspiegabili e ripetute,  oltretutto presenti su due conii differenti. Ho ritenuto pesassero molto di più le anomalie, che, a mio giudizio, escludevano categoricamente la mano di un falsario capace di intendere e volere. Ho, allora, deciso di  per l’acquisto.

Ti ringrazio veramente per il confronto aperto e produttivo, mirante solo a portare a galla aspetti della questione che, abbiamo capito, è complessa e non può essere trattata in modo riduttivo. 
Un caro saluto e tutta la mia gratitudine.

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Il Diodati nel suo celebre testo Dello stato presente della moneta nel Regno di Napoli alle pp. 70 e 71 scrive:

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Da queste parole si può capire che molto tempo prima del 1790, anno di pubblicazione del presente testo, ci furono delle frodi in zecca sul peso e/o bontà del metallo monetato. I provvedimenti furono immediati e severi contro il personale della zecca, cosa che, a quanto io sappia, non avvenne durante il regno di Ferdinando IV.
Inoltre, il Diodati con le parole "che io lo dica per gloria del nostro governo" può essere interpretato come un elogio all'attuale regime che non permette più truffe di tal natura.
Nella collezione Scacchi, oltre a molti falsi, sono presenti anche diverse piastre di Ferdinando IV calanti nel peso. Per molte di queste monete l'autore delle schede annota che sono state semplicemente tosate o tosate e successivamente ricontornate artigianalmente.
Nonostante l'introduzione del bilanciere e la cordonatura, la tosatura era ancora diffusa, tant'è vero che abbiamo i ducati di Ferdinando IV con l'eloquente iscrizione sul contorno.
Concludendo, a mio avviso tutte le monete che si trovano calanti di peso debbono essere considerate false o tosate, malgrado sia possibile trovare chi scrive che furono frutto di truffe perpetrate dalle maestranze della zecca.

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Nel 1798 Ferdinando IV dispose che anche le Chiese, escluse alcune, dovessero consegnare oro ed argento alla zecca per produrre moneta in vista dell'invasione francese. Furono raccolti oltre 5 milioni di ducati in argento. Se avessero avuto la possibilità di "alleggerire" le monete perché arrivare a tanto.

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Supporter

Salve. Pubblico a modo mio ( con internet mi intendo poco) un intervento alquanto recente di Demonetis sul nostro forum, intervento in cui si danno indicazioni sul testo del Magliocca relativo al tarì 1798 "s" speculari.    Io, purtroppo, non l'ho.  A quanto pare, già entro il 2013 erano conosciuti ben 5 esemplari della moneta ed era altresì conosciuto il loro peso. Ma, credo proprio che in quei tempi non si parlava del tarì come di una moneta falsa... D'altra parte, il M.I.R ne parla nella sua pubblicazione su Napoli edita nel febbraio del 2010.

Un  caro saluto a tutti.

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