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Sidion: nuove acquisizioni


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Da Artemide Aste, Auction L, 3-4/11/2018, lot 34 un interessante esemplare di Sidion.

 

image00034.jpg

 

Nel corso degli anni e in svariate discussioni è stata richiamata sul forum l’attenzione su queste monete di incerta attribuzione e controversa cronologia, di cui è nota un’unica serie in bronzo caratterizzata dai seguenti tipi:

D/Testa di Zeus laureato e barbato.

R/ :GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_Delta::Greek_Iota::Greek_Nu::Greek_Omega::Greek_Nu:. Eracle stante a d. appoggiato alla clava.

Uno studio accurato sulla questione fu condotto in anni relativamente recenti da Mangieri, che dà notizia di sette pezzi di Sidion, tutti provenienti da Gravina in Puglia e, in particolare, dalla collina di Botromagno (G. Libero Mangieri, Le monete di Sidion e la circolazione monetaria nel periodo classico-ellenistico a Gravina in Puglia e ad Altamura (BA), RIN CII, 2001, 49-87).

Ad essi vanno aggiunti i due esemplari del BMC (citati in nota da Mangieri e segnalati da Rutter, HN Italy, 822) ed alcuni pezzi apparsi sul mercato antiquario per un totale di 14 unità. Di seguito fornisco un breve elenco degli esemplari a me noti che mi auguro gli utenti del forum possano incrementare. Dell’es. n. 14 non sono riuscito a reperire i dati pondometrici.

1.      gr. 3,4                           BMC Italy, p. 395, 2

2.      gr. 2,89    mm 16        Inasta, 15, 29/3/2006, 24

3.      gr. 2,8     mm 15,10    Gravina, Botromagno, sporadico (Mangieri 2001, 19)

4.      gr. 2,6     mm 15,45    Gravina, Botromagno, sporadico (Mangieri 2001, 20)

5.      gr. 2,64   mm 15         Artemide Aste, Auc. L, 3-4/11/2018, 34

6.      gr. 2,53   mm 15         CNG 327, 28/5/2014, 124 

7.      gr. 2,4     mm 16,25    Gravina, Botromagno, sporadico (Mangieri 2001, 21)

8.      gr. 2,3     mm 15,70    Gravina, c.da Lamacolma, sporadico (Mangieri 2001, 22)     

9.      gr. 2,3     mm 15,70   Gravina, c.da Lamacolma, sporadico (Mangieri 2001, 23)

10.    gr. 2,2     mm 15,90    Gravina, Botromagno, sporadico (Mangieri 2001, 24)

11.    gr. 2,17                         BMC Italy, p. 395, 1

12.    gr. 1,83  mm 14          Bertolami, E-auction 39, 15/2/2017, 20

13.    gr. 1,2    mm 11,30     Gravina, Strada S.Stefano, sporadico, non integro (Mangieri 2001, 25)

14.                                          Artemide Aste, XVIII, 9/12/2007, 5

Un ulteriore esemplare (inedito) segnalato da Mangieri fu rinvenuto in una cisterna in associazione con materiale archeologico non successivo al primo quarto del III secolo a.C. (Mangieri 2001, p. 57 e nota 25).

L’emissione si presenta omogenea sotto il profilo ponderale. Fatta eccezione per gli ess. n. 12 (gr. 1,83) e n. 13 (non integro), i pesi si distribuiscono tra gr. 3,4 e gr. 2,17 con un peso medio di gr. 2,73 circa. Il modulo dei tondelli risulta compreso tra mm. 16-14, con un addensamento intorno a mm. 15. Sembrerebbe pertanto trattarsi di un unico nominale privo di articolazioni interne.

L’autorità emittente, Sidion, viene identificata con l’antica Silvium, corrispondente all'attuale sito di Botromagno nei pressi di Gravina in Puglia, nella quale Diodoro (XX, 80, 1), unica fonte storica in proposito, ricorda la presenza di un presidio sannita sgominato dai Romani che nel 306 a.C. cinsero d’assedio ed espugnarono il centro.

Mangieri inquadra le monete di Sidion in epoca anteriore al 306, nell'ambito delle vicende che caratterizzarono la Magna Grecia nella seconda metà del IV secolo a.C. Per la scarsa consistenza, lo studioso attribuisce all'emissione una valenza politica più che pratica, espressione di quella comunanza di interessi che spinse Sanniti e Tarantini a far fronte comune contro l’espansionismo di Roma in Italia meridionale. Un rapporto già emerso all'epoca in cui (327-6 a.C.) i Neapolitani aprirono le porte ai Romani (Livio VIII, 27) grazie al prevalere di una fazione aristocratica che si oppose al blocco tarantino-sannita, propenso alla resistenza, e consolidatosi nel corso della seconda guerra sannitica. Si sarebbe trattato di un’emissione con cui gli abitanti di Sidion - che analogamente ad altri siti indigeni delle vicinanze probabilmente non avevano mai coniato moneta propria -, avrebbero manifestato alla vigilia dell’assedio (306) la loro totale aderenza al contesto dei rapporti con Taranto in chiave antiromana, come sembrerebbe denunciare la scelta dei tipi, di chiara ispirazione greca (Mangieri 2001, 56-7).

A queste considerazioni che sembrerebbero contestualizzare la moneta sostanzialmente in base al dato storico, l’esemplare dell’Asta Artemide consente di apportare nuovi spunti di riflessione desunti dal dato interno. Si tratta infatti dell’unica moneta di questa serie ribattuta su un pezzo di Metaponto, come opportunamente riportato dai compilatori. Tracce della spiga sono visibili in corrispondenza della testa di Zeus unitamente alle lettere della leggenda MET nel campo inferiore.

Per quanto resti incerta l’esatta identificazione della serie metaponina in esame in base alle tracce visibili, il peso dell’esemplare (gr. 2,64), le dimensioni del modulo (mm. 15) e la disposizione delle lettere sembrerebbero ricondurre ad emissioni enee della prima metà del III secolo a.C. del tipo Zeus/spiga (Johnston 48; HN 1684) o Demetra/spiga (Johnston 56, 59; HN 1692, 1695).

È pur vero che le emissioni in bronzo di Metaponto, abbondanti per intensità e durata, attendono una più puntuale sistemazione, specie a livello cronologico. Se tuttavia la cronologia di Rutter per le serie succitate, che ricalca quella della Johnston, risultasse corretta, le monete di Sidion slitterebbero inequivocabilmente al primo quarto o al massimo alla prima metà del III secolo a.C. come peraltro prospettato già dallo stesso Rutter (n. 822: 300-275 a.C.) seguito da Bertolami e Artemide.

Il tutto su uno scenario storico decisamente mutato……

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Ottima presentazione. In pratica è possibile già predisporre una esaustiva scheda su questa zecca, con inventario di esemplari noti. Magari altri possano apportare nuove segnalazioni e fare simili presentazioni anche per altre zecche.

Ad maiora...

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14 ore fa, acraf dice:

Ottima presentazione. In pratica è possibile già predisporre una esaustiva scheda su questa zecca, con inventario di esemplari noti. Magari altri possano apportare nuove segnalazioni e fare simili presentazioni anche per altre zecche.

Ad maiora...

@acraf

Se non ricordo male, c'è uno studioso pugliese che sta portando avanti proprio un'indagine accurata e scrivendo un articolo su questa zecca.

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Ringrazio per l'informazione. Sarebbe bello poter conoscere anche i progetti di studio, oltre a quelli già pubblicati, più che altro per sapere quali zecche  sono sono in corso di esame e da parte di chi. Questo anche per evitare inutili sovrapposizioni...

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...mi chiedo come mai la legenda dell'etnico, che è quasi sempre al genitivo plurale, sia SIDINON (:GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_Delta::Greek_Iota::Greek_Nu::Greek_Omega::Greek_Nu:) se il toponimo è SIDION,

(:GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_Delta::Greek_Iota::Greek_Omicron::Greek_Nu:).  Mi suonerebbe meglio SIDIN (:GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_Delta::Greek_Iota::Greek_Nu:), con quel genitivo!

Modificato da okt
da "sempre" a "quasi sempre"
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Ottima osservazione, infatti si tratta di un toponimo che ha subito evoluzioni linguistiche nel corso delle varie fasi della sua storia scandita dalla presenza peuceta, greca e romana:  Sidis (Σίδις), Sìlbion (Σιλβìον), Sidìon, Silvium.

Un interessante contributo in proposito è quello di A. Ciancio, Silbion. Una città tra Greci e indigeni, Bari 1997.

Modificato da dracma
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