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Inviato

Recentemente apparse (o riapparse) sul web, due dramme a rovescio incuso emesse da Caulonia e da Crotone. Allo stato attuale entrambe sembrerebbero registrare, all’interno delle rispettive zecche, i pesi più alti finora documentati per tali divisionali (risp. gr. 2,92 e gr. 2,93), rinviando ad un peso teorico che evidenzia maggiore aderenza allo standard corinzio che a quello di sua diretta filiazione (cd. “acheo-corinzio” o “corinzio ridotto”) in uso nelle colonie achee della Magna Grecia.

Tali oscillazioni ponderali, che si riscontrano soprattutto a livello dei nominali maggiori (stateri), rappresentano un fenomeno piuttosto frequente durante la fase più antica della coniazione in Italia meridionale, seppur con modalità differenti.

 

Caulonia

Künker, 312, 2018, 2088 (ex Giessener Münzhandlung 146, 2006, 44 ex NAC P, 2005, 1096)

image02088.jpg

 

Crotone

Roma Numismatics Ltd, XVI (2018), 123 (from a private European collection, outside of Italy prior to December 1992)

image00123.jpg

 

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Inviato

Unisco i soli 2 esemplari di 1/3 di statere ( 1 Caulonia / 1 Crotone ) che Gorini, a suo tempo, ha pubblicato nella sua opera sulla monetazione incusa di Magna Grecia . 

001 Gorini - Caulonia n. 10.jpg

002 Gorini - Crotone n. 14.jpg


Inviato

Grazie @VALTERI per la segnalazione.

Peraltro ho notato come dalla stessa asta che ha battuto la dracma di Crotone (Roma Numismatics Ltd, XVI, 26.9.2018, 120) provenga uno statere incuso a tondello largo (mm. 28) dal peso eccezionalmente elevato: gr. 9,24.

Roma Numismatics Ltd, XVI (2018), 120 (from a private European collection, outside of Italy prior to December 1992)

image00120.jpg


Inviato

Sempre dalla Roma Numismatics Ltd fu battuto qualche mese fa anche uno statere sibarita dal peso ampiamente eccedente lo standard acheo-corinzio (gr. 9,18).

 

Roma Numismatics Ltd., E-Sale 47, 28.6.2018, 19 (from a private European collection)

image00019.jpg


Inviato

Dalla rete un esemplare di Crotone in Bertolami 24 n. 120 (2016 ) : 7,18 g. per 28 mm.

A parità di diametro, raggiungere 9,24 g. richiederebbe anche un buon spessore . 

001 Bertolami 24 n. 120.jpg

002 Bertolami 24 n. 120.jpg

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  • 3 settimane dopo...
Inviato

Una domanda Dracma,

Il 5/10/2018 alle 00:01, dracma dice:

 

Tali oscillazioni ponderali, che si riscontrano soprattutto a livello dei nominali maggiori (stateri), rappresentano un fenomeno piuttosto frequente durante la fase più antica della coniazione in Italia meridionale, seppur con modalità differenti.

 

Molto molto interessante, una domanda se posso,    cosa intendi Dracma con  " seppur con modalità differenti"  

Tali oscillazioni potrebbero essere state involontarie come presumo, o potrebbero avere altri significati

Il 5/10/2018 alle 00:01, dracma dice:

 

 

 

 


Inviato (modificato)

In realtà si potrebbe ipotizzare che tali oscillazioni ponderali siano tutt’altro che involontarie. Esse, infatti, non di rado si riscontrano su esemplari (sopratutto stateri) battuti dalla stessa coppia di coni e, aspetto più interessante, a parità di grado di conservazione. Il dato emerge con chiarezza dal recente studio sulla monetazione di Sibari condotto dalla Spagnoli che ha considerato il fenomeno in riferimento ad una possibile attività di coniazione “al marco”. Io stesso ho avuto modo di verificare una situazione pressoché analoga per gli incusi di Crotone, soprattutto nella cosiddetta “fase a tondello largo e sottile”. 

Tali oscillazioni ponderali peraltro ben si conciliano con il ritmo di produzione di queste monetazioni arcaiche, che risulta connotato da una forte discontinuità.

Modificato da dracma

Inviato

Certo in un regime di coniazione " al marco " si badava al numero di pezzi per quantità definita, erano molto più tollerate le oscillazioni ponderali, in questo caso dovremmo però trovare anche un certo quantitativo di esemplari sottopeso.

Tale modus operandi potrebbe essere stato utilizzato per tempi limitati, ciò spiegherebbe  il ritrovamento di esemplari con la stessa coppia di coni, ma lo stesso grado di conservazione? A meno che non siano esemplari di perfetta conservazione , indice di possibile tesaurizazione, non me ne spiego il motivo.

La tua opinione, Dracma?

 

daniele

 


Inviato

Infatti mi riferivo proprio ad esemplari in buono stato di conservazione tratti dagli stessi coni e con oscillazioni talora sensibili. Ovviamente non sappiamo se si sia trattato di un fenomeno occasionale, dettato da esigenze specifiche, o di più ampia durata.  Per Sibari la documentazione si arresta inesorabilmente al 511/10 e bisogna sempre tenere conto che la funzione di queste monete arcaiche (soprattutto nel VI secolo) sembra essere quella di misura oggettiva del valore e strumento dì tesaurizzazione. Ci troviamo di fronte ad emissioni emesse con discontinuità e - probabilmente - per segmenti temporali limitati e ciò spiegherebbe sia una certa irregolarità dei tagli ponderali sia l’impossibilità di ricostruire sequenze di coni continue, benché quest’ultimo aspetto potrebbe anche dipendere dalla limitata documentazione disponibile. Ma questa è un’altra storia.....

In ogni caso ti consiglio di dare un’occhiata al volume della Spagnoli, in particolare al catalogo degli esemplari e alle sezioni dedicate alla metrologia. Un buon esempio di tali oscillazioni ponderali è ad esempio offerto dal ripostiglio di Sambiase, ben analizzato dalla studiosa in vari contributi.

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Inviato
10 minuti fa, dracma dice:

Infatti mi riferivo proprio ad esemplari in buono stato di conservazione tratti dagli stessi coni e con oscillazioni talora sensibili. Ovviamente non sappiamo se si sia trattato di un fenomeno occasionale, dettato da esigenze specifiche, o di più ampia durata.  Per Sibari la documentazione si arresta inesorabilmente al 511/10 e bisogna sempre tenere conto che la funzione di queste monete arcaiche (soprattutto nel VI secolo) sembra essere quella di misura oggettiva del valore e strumento dì tesaurizzazione. Ci troviamo di fronte ad emissioni emesse con discontinuità e - probabilmente - per segmenti temporali limitati e ciò spiegherebbe sia una certa irregolarità dei tagli ponderali sia l’impossibilità di ricostruire sequenze di coni continue, benché quest’ultimo aspetto potrebbe anche dipendere dalla limitata documentazione disponibile. Ma questa è un’altra storia.....

In ogni caso ti consiglio di dare un’occhiata al volume della Spagnoli, in particolare al catalogo degli esemplari e alle sezioni dedicate alla metrologia. Un buon esempio di tali oscillazioni ponderali è ad esempio offerto dal ripostiglio di Sambiase, ben analizzato dalla studiosa in vari contributi.

Molto interessante @dracma Secondo il mio modestissimo parere oscillazioni ponderali molto importanti ci sono anche per i tetradrammi "Testa di Alessandro con spoglia elefantina/Atena Promachos" emessi da Tolomeo I Sotere...Catharine Lorber, invece, ritiene che le differenze di peso siano dovute ad un deliberato abbandono dello standard attico da parte di Tolomeo I ma, sempre secondo me, questa affermazione contrasta con il fatto che i pezzi dal peso differente sembrano appartenere tutti alla stessa emissione come indicato dal simbolo riportato su di esse (aquila su fulmine).

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Inviato

Valutare il significato e la funzione delle oscillazioni ponderali è certo un’operazione non semplice e la base imprescindibile di partenza è senza dubbio l’ampiezza della documentazione. Solo avendo a disposizione un campione sufficientemente elevato di pezzi è possibile fare delle statistiche, osservare il comportamento ponderale e valutare le frequenze dei pesi all’interno delle varie emissioni. Per le monetazioni della Magna Grecia di età arcaica, pur avendo a disposizione vari studi per sequenza di coni, sarebbe auspicabile e quantomai necessario un aggiornamento. Mi riferisco ad esempio a Metaponto, dove per la fase incusa la Johnston (1984) cataloga poche centinaia di pezzi, o a Caulonia, rimasta ancorata ad una monografia del Noe del 1958.


Inviato

Concordo che per fare valutazioni di carattere statistico servono molti esemplari. Anch'io sospetto che i tondelli furono preparati "al marco" e ci si preoccupava di più ad esaurire la produzione di un determinato numero programmato di tondelli, senza prestare troppa attenzione al peso. Solo successivamente, in piena epoca romana repubblicana, i tondelli furono maggiormente controllati riguardo il peso e quelli di peso eccedente hanno subito la cosiddetta "sgorbiatura", ossia asportazione di metallo eccedente con apposito attrezzo, come di può vedere al rovescio in questo esempio (non mi risulta tale tecnica sulle antiche monete greche):

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