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Inviato (modificato)

Buonasera, 

allego la foto di uno degli ultimi acquisti. Un semisse di epoca tardorepubblicana (91 a.C. ca.), che pesa 4.52 gr e ha un diametro di 21 mm, con A "normale", catalogabile come RRC 339/2. Le sue peculiarità: il peso davvero leggero (semissi di peso e diametro analoghi sono spesso gli imitativi iberici, che però mi pare si distinguano soprattutto per il design caratteristico della testa di Saturno e per le caratteristiche epigrafiche della legenda ROMA, e cioè soprattutto per la lettera A che è sempre arcaica); le lettere RO (residuo di ROMA?) che si intravedono davanti alla prua, che fanno di questo semisse una moneta riconiata su un'altra presumibilmente romana. A mio parere, una moneta davvero interessante. 

Tanto più interessante se accostata ad altri bronzi, cioè quadranti 339/4, che posseggo e che riportano vaghe tracce di riconiazione (o solo ribattitura?) come P.e. una doppia perlinatura e, almeno in un caso, anche una traccia piuttosto chiara di quella che doveva forse essere una M (di ROMA?). 

In ogni caso, cento e più anni dopo le prime riconiazioni romane su bronzi di area siciliana e sardopunica, riecco bronzi riconiati, stavolta però su monete ij precedenza presumibilmente romane, anche se, rispetto a quelle prime riconiazioni, non sembra essere cambiato nè il contesto storico cioè un clima di emergenza (prima la seconda punica, ora la guerra sociale e i suoi postumi) nè il contesto numismatico cioè emissioni borderline per peso (prima i sestanti sottopeso intorno ai 2,5 gr, ora i semisse intorno ai 4.5 e i quadranti intorno ai 2,5 gr). Nessuna scoperta sensazionale, però ecco alla fine penso siano queste le informazioni e le suggestioni che può ispirare una collezione di "banali" anonime...

Presto allegherò le foto dei quadranti ai quali accennavo. 

image.png

Modificato da osio
Inviato

Molto bella la moneta e interessanti gli spunti di riflessione.

Possibile che le riconiazioni servissero a cambiare il valore nominale?


Inviato (modificato)

@L. Licinio Lucullo, sì, lo si può ipotizzare, anche perché, se si considera il contesto emergenziale di queste coniazioni, non è fuori luogo che, per soddisfare la sete di nominali piccoli che magari la zecca ufficiale non poteva emettere ma che erano necessari per gli scambi di piccolo cabotaggio, si ritirassero dalla circolazione monete già circolate (e magari di valore nominale più basso) e le si usasse (magari per riconiare monete dal valore nominale più alto). Sono ipotesi. In ogni caso, per le monete romane riconiate su altre presumibilmente romane, mi pare ci sia sempre il rischio di confondere una riconiazione con una ribattitura magari con assi cambiati; laddove invece per i bronzi di fine III sec. a.C. è difficile fare questo errore, dato che ovviamente, se si intravedono tracce di lettere greche, si tratterà necessariamente di riconiazione. Sarebbe bello vedere un po' cosa c'è di bibliografia su questi bronzi tardorepubblicani che presentino problemi come quelli evidenziati, anche se mi sembra sia stato scrjtto di più sulle riconiazioni dell'epoca della seconda punica. 

Modificato da osio
Inviato

DE GREGE EPICURI

Ma il segno davanti alla prora non potrebbe essere letto come una L? Il che porterebbe naturalmente a Lucera (anche se sotto alla testa di Saturno la L non si vede). Però nell'ultima serie di Lucera, (circa 90 a.C., ma non so se la datazione sia affidabile) il semisse pesa il doppio... Sicuramente una moneta anomala, ma difficile da inquadrare.


Inviato

@gpittini, in questo caso sono abbastanza sicuro di leggerci "RO[MA?]". Allego una foto più grande per maggiore chiarezza. 

IMG_8089.jpg

Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Sotto alla prora si legge chiaramente ROMA, ma davanti alla prora c'è una specie di V, che molto spesso rappresenta la L di Lucera (le due barrette di solito sono ad angolo acuto e non retto). Le monete di Lucera di queste serie hanno tutte la scritta ROMA: si trattava di una specie di "zecca meridionale sussidiaria".

Modificato da gpittini

  • 1 mese dopo...
Inviato (modificato)

Come promesso, ecco uno dei quadranti riconiati o ribattuti accostabili alla serie RRC 339/4d, proveniente da Bertolami Fine Arts (London), e-Live auction 60 (9-10/07/18), lotto n. 375. 

gr 2,97; mm 17,3x15,8 (D), 16,9x15,9 (R); 360°.

Al R, oltre il contorno perlinato, a hh. 11-12, tracce di perlinatura esterna parallela alla principale. 

Questo esemplare ha anche la particolarità di essere davvero ben conservato, con ottimi rilievi. Mi sembra presenti la medesima coppia di conii questo esemplare della BNF (leggermente più pesante): https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b10421640n.r=339 339?rk=1416316;0

Tra i tanti interrogativi che pone questa monetina, anche quello di cercare di stabilire la zecca.  

28D.jpg

28R.jpg

Modificato da osio
Inviato

Mi permetto di uscire un attimo dal seminato per mostrarvi questo altro quadrante 339/4d, che non dovrebbe essere né ribattuto né riconiato. 

Per le sue caratteristiche, mi verrebbe da pensare che la zecca di provenienza sia quella di Roma. 

gr 3,39; mm 17x16,8 (D), 17x17 (R); 180. 

Penso sia autentico. Ma non sono sicuro della autenticità della patina. Alla luce della mia scarsa esperienza, mi lascia perplesso la patina verde troppo lucida di questo esemplare; oltretutto, non so se l'odore simil-vernice che sento sia dovuto alla bustina di carta dove era sistemato o a qualche sostanza applicata per creare questa patina. 

Attendo i vostri pareri. Grazie. 

image.jpeg

image.jpeg

Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Sul verde non saprei (qualche dubbio viene); ma sembra effettivamente verniciato, è davvero troppo lucido.

A proposito dell'esemplare della BNF, sopra alla prora a me sembra di intravvedere qualche lettera, non ti sembra?

Modificato da gpittini

Inviato

@gpittini, non saprei, potrebbe essere solo un effetto della foto.

Allego un altro quadratino 339/4d che, pure, visto solo in fotografia, mi era sembrato potesse avere delle lettere sopra la prua, ma poi, visto di persona, quella impressione è risultata essere solo l'effetto della superficie un po' ruvida della moneta. 

 gr 3,01; mm 14,7x15,3 (D), 15x15 (R); 360°. 

Al D, il ritratto di Ercole è di uno stile diverso da quello del post #7, mentre la prua mi sembra più o meno simile. Notare che il bordo del R è, come per il #7, perlinato. 

Anche per questo, ad oggi, almeno per me, la zecca resta incerta. E anche per questo mi sembrerebbe - ma sono meno sicuro che per quello del post #7 - di poter parlare di ribattitura o riconiazione, infatti mi pare di intravedere, al R, a h. 3, tracce di doppia perlinatura (che però in foto sfuggono). Chissà.

   

31D.jpg

31R.jpg

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