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Scudo da 140 Soldi di Ludovico Manin


Risposte migliori

Cari amici,

condivido con voi una delle monete più belle che ho in collezione (almeno credo e spero):

Scudo della Croce da 140 Soldi Ludovico Manin 1789-97  KM#749, 31,89 grammi, diam. 44-45 mm.

Innanzi tutto la trovo una moneta molto bella da avere in mano o posata su monetiere, soprattutto per le sue dimensioni.

La espongo per due motivi, che non mi sono chiari:

1) Innanzi tutto come avveniva il conio a martello e come venivano sagomati i bordi, che come vedete sono molto irregolari. Spero di aver usato la terminologia corretta, e correggetemi se non lo è;

2) Che rapporto aveva con le altre monete coeve come il ducato zecchino d'oro o il ducatello d'argento; si considerava solo il valore del metallo o a Venezia vigeva una sorta di bimetallismo? So che Montenegro ha scritto un libro in proposito (I dogi e le loro monete); siccome l'argoment mi interessa, c'è qualcuno che possiede questo voluminoso testo e che lo consiglia.

Grazie a tutti coloro i quali interverranno. Buona giornata.

DSCN9765 - Copia-min-min.JPG

DSCN9766 - Copia-min-min.JPG

Modificato da khodni
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Supporter

Buona Domenica

Complimenti, prima di tutto, per lo scudo; certamente non manca di "fisicità" e appaga siguramente i collezionisti.

Riguardo ai tuoi quesiti; le monete erano battute a martello, dalla lamina venivano prodotti i tondelli (flaoni) utilizzando una fustellatrice. Certamente il risultato non era ottimale come avrebbe potuto essere se la zecca, per queste monete, avesse utilizzato un torchio a bilanciere ... cosa peraltro già disponibile ai tempi del Manin, ma il governo preferì andare "all'antica", anche per non scontrarsi con gli addetti che ne osteggiavano l'uso. Leggi di seguito:

http://www.academia.edu/779264/C._CRISAFULLI_Uomini_e_tecnologie_monetarie_la_visita_di_Du_Bois_alla_zecca_di_Venezia_in_Inspecto_nummo._Scritti_di_numismatica_medaglistica_e_sfragistica_offerti_dagli_allievi_a_Giovanni_Gorini_a_cura_di_A._Saccocci_Padova_2001_pp._165-181

C'è poi da mettere in conto qualche disavventura che la moneta poteva subire sul bordo; poteva crearsi in sede di battitura, oppure qualche casuale botta nel corso della sua vita.

Secondo quesito: è chiaro che le monete di Venezia rappresentavano un valore comune riconducibile al Soldo; lo scudo rappresentava il valore di 140 soldi (è espresso nell'esergo della moneta stessa); in questo periodo, a venezia, c'erano in circolazione anche la Gazzetta, che rappresentava il valore di 2 soldi ed i suoi multipli da 2, 3, 4 e 10; c'erano gli zecchini e gli scudi d'oro, con i loro vari multipli e sottomultipli, i ducatelli con i relativi sottomultipli; naturalmente c'era anche la moneta da un Soldo .... insomma, di monete ce n'erano parecchie; questo non vuol dire che fossero tutte disponibili e interscambiabili tra loro.

Difficilmente un pescatore avrebbe potuto tenere nella sua "scarsela" zecchini, scudi o ducati .... ci avresti trovato solo soldi e gazzette!

Le monete di maggior modulo erano nella disponibilità dei "siori" ed usate per transazioni di maggior importanza; certamente non servivano per farci la spesa quotidiana.

A maggior ragione lo scudo come il tuo che, di fatto, non veniva più coniato ordinariamente dalla zecca fin dai tempi del Doge Alvise Mocenigo IV. Infatti in quel periodo la zecca determinò che, a causa del valore raggiunto dall'argento e della quantità che doveva contenere questa moneta, la coniazione veniva fatta in perdita; in definitiva il valore dello scudo era superiore a quello nominale.

Per questo motivo la sua coniazione (e dei sottomultipli) era limitata all'uso del doge neo eletto che li lanciava alla folla nel giorno della sua incoronazione; forse qualche esemplare poteva essere coniato su commissione privata, ma il costo finale era certamente superiore al suo controvalore.

Nulla fa escludere che il tuo sia uno di quelli gettati dal Manin nel giro della piazza S. Marco, dal pozzetto, nel giorno della sua elezione.

saluti

luciano

 

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Buongiorno a tutti!! Innanzitutto bellissima moneta(io ho una passione particolare per gli scudi) . Per quanto riguarda il Montenegro è un bel libro. L'ho acquistato anche io da poco tempo. Ovviamente non è all'altezza del papadopoli per descrizioni e documenti, però ha molte fotografie e buone descrizioni basilari. È un buon libro e sono stato soddisfatto dell'acquisto. Per gli altri tuoi dubbi Luciano mi sembra sia stato chiarissimo!! (sa veramente tutto!!) 

  • Grazie 1
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Supporter
5 ore fa, DOGE82 dice:

Buongiorno a tutti!! Innanzitutto bellissima moneta(io ho una passione particolare per gli scudi) . Per quanto riguarda il Montenegro è un bel libro. L'ho acquistato anche io da poco tempo. Ovviamente non è all'altezza del papadopoli per descrizioni e documenti, però ha molte fotografie e buone descrizioni basilari. È un buon libro e sono stato soddisfatto dell'acquisto. Per gli altri tuoi dubbi Luciano mi sembra sia stato chiarissimo!! (sa veramente tutto!!) 

Magari ....

Concordo per quanto concerne il Montenegro; è fatto bene, ci sono tante foto, vengono riportate anche le varianti di parecchie monete; certo qualche errore c'è, ma credo che non infici la resa finale.

saluti

luciano

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Gentile Luciano,

Grazie infinite per l'interessante delucidazione ed anche per gli aneddoti. Da mestrino (e diciamo pure veneziano) mi fa piacere scoprire sempre qualcosa di nuovo sulla mia città. Tra l'altro credo che questa  pratica di lanciare monete al popolo fosse anche presente a Milano, da parte dell'imperatore d'Austria. Non ho il Gigante sotto mano, ma  credo si trattasse di monete d'oro, coniate per questo scopo specifico e prive di valore facciale. Devo dire infine che, per quel poco di storia di Venezia che ho studiato (ma i principali libri di Alvise Zorzi li ho in bacheca), la figura dell'ultimo Doge Manin dovrebbe essere rivalutata, poichè pur arrendendosi senza combattere a Napoleone, rispamiò alla città ben peggiori conseguenze. Fu additato come traditore e pavido, e se non erro l'occupazione francese produsse pesanti conseguenze anche al suo patrimonio personale.

Ringrazio inoltre Doge82 per le informazioni sul libro di Montenegro, che è senz'altro un regalo che mi farò per il prossimo Natale.

Modificato da khodni
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Supporter
9 minuti fa, khodni dice:

Gentile Luciano,

Grazie infinite per l'interessante delucidazione ed anche per gli aneddoti. Da mestrino (e diciamo pure veneziano) mi fa piacere scoprire sempre qualcosa di nuovo sulla mia città. Tra l'altro credo che questa  pratica di lanciare monete al popolo fosse anche presente a Milano, da parte dell'imperatore d'Austria. Non ho il Gigante sotto mano, ma  credo si trattasse di monete d'oro, coniate per questo scopo specifico e prive di valore facciale. Devo dire infine che, per quel poco di storia di Venezia che ho studiato (ma i principali libri di Alvise Zorzi li ho in bacheca), la figura dell'ultimo Doge Manin dovrebbe essere rivalutata, poichè pur arrendendosi senza combattere a Napoleone, rispamiò alla città ben peggiori conseguenze. Fu additato come traditore e pavido, e se non erro l'occupazione francese produsse pesanti conseguenze anche sul Suo patrimonio personale.

Ringrazio inoltre Doge82 per le informazioni sul libro di Montenegro, che è senz'altro un regalo che mi farò per il prossimo Natale.

Ciao!

La pratica di lanciare monete al popolo si perde nella notte dei tempi .... a Venezia veniva lanciato denaro corrente in tutte le sue forme (ovvio che le monete più importanti erano in misura minore rispetto a quelle "spicciole"); se hai letto il link di cui sopra c'è anche la qualità e la quantità di quelle lanciate in occasione dell'elezione del Manin.

Concordo su quanto dici a proposito del Manin; certo non era un "cuore impavido", ma che avrebbe dovuto fare? Ormai la Repubblica era "brasata", incapace di difendersi, senza truppe né denari.

Certo avrebbe potuto decidere di combattere, ma temo che sarebbe stato un bagno di sangue pagato dalla popolazione in primis; nemmeno gli Asburgo, con un esercito ben più strutturato e numeroso di quello veneziano, erano riusciti a bloccare Napoleone....

saluti

luciano

Modificato da 417sonia
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Il 18/8/2018 alle 12:20, khodni dice:

Cari amici,

condivido con voi una delle monete più belle che ho in collezione (almeno credo e spero):

Scudo della Croce da 140 Soldi Ludovico Manin 1789-97  KM#749, 31,89 grammi, diam. 44-45 mm.

Innanzi tutto la trovo una moneta molto bella da avere in mano o posata su monetiere, soprattutto per le sue dimensioni.

La espongo per due motivi, che non mi sono chiari:

1) Innanzi tutto come avveniva il conio a martello e come venivano sagomati i bordi, che come vedete sono molto irregolari. Spero di aver usato la terminologia corretta, e correggetemi se non lo è;

2) Che rapporto aveva con le altre monete coeve come il ducato zecchino d'oro o il ducatello d'argento; si considerava solo il valore del metallo o a Venezia vigeva una sorta di bimetallismo? So che Montenegro ha scritto un libro in proposito (I dogi e le loro monete); siccome l'argoment mi interessa, c'è qualcuno che possiede questo voluminoso testo e che lo consiglia.

Grazie a tutti coloro i quali interverranno. Buona giornata.

DSCN9765 - Copia-min-min.JPG

DSCN9766 - Copia-min-min.JPG

Davanti allo Scudo della Croce non riesco a rimanere impassibile, mi ha sempre suscitato emozione.

Complimenti un'esemplare niente male per la tipologia.

Anche a Napoli si gettavano monete al popolo per la gioia di tutti..:D

 

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Una moneta di grande modulo che mi ha sempre affascinato. Per quanto riguarda il lancio di monete al popolo forse l'episodio più famoso è quello avvenuto a Bologna con l'arrivo di Carlo V per essere incoronato imperatore da papa Clemente VII nel 1530.

"Forse anche perché il corteo imperiale è aperto dall’elemosiniere che lancia manate di scudi a destra e a manca alla folla che grida “imperio imperio” accapigliandosi per raccogliere le monete, mentre suonano a distesa le campane di tutte le chiese accompagnate da pifferi, flauti, tamburi e cannonate."

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Il 19/8/2018 alle 17:43, 417sonia dice:

Ciao!

La pratica di lanciare monete al popolo si perde nella notte dei tempi .... a Venezia veniva lanciato denaro corrente in tutte le sue forme (ovvio che le monete più importanti erano in misura minore rispetto a quelle "spicciole"); se hai letto il link di cui sopra c'è anche la qualità e la quantità di quelle lanciate in occasione dell'elezione del Manin.

Concordo su quanto dici a proposito del Manin; certo non era un "cuore impavido", ma che avrebbe dovuto fare? Ormai la Repubblica era "brasata", incapace di difendersi, senza truppe né denari.

Certo avrebbe potuto decidere di combattere, ma temo che sarebbe stato un bagno di sangue pagato dalla popolazione in primis; nemmeno gli Asburgo, con un esercito ben più strutturato e numeroso di quello veneziano, erano riusciti a bloccare Napoleone....

saluti

luciano

Soprattutto vittima di una politica più che trentennale di assoluta neutralità in qualsiasi questione sia sul suolo italico che sullo scacchiere europeo... anche se, a onor del vero, neanche i più preparati militarmente ed economicamente sono riusciti a contrastare quell'esercito ricolmo di furore rivoluzionario e, anche, di ricerca di bottino...

Si tenga anche conto che al più, eventuale, riformista Andrea Memmo, fu scelto un "foresto" come Manin, soprattutto per la sua oculatezza finanziaria, ma ben poco è servito.

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  • 2 settimane dopo...

Sarebbe bello se per ogni presidente del consiglio si coniassero tondelli per l'evento, per poi donarle nelle città più importanti al popolo..

Allora sarebbe di nuovo vita e numismatica..:)

 

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