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Sesto di statere in elettro di Focea, Ionia (Triton XX).

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IONIA, Phokaia. Circa 478-387 BC. EL Hekte – Sixth Stater (9.5mm, 2.56 g). Bare male of Aktaion right, hair swept back, stag horn emanating from forehead and running along top of head / Quadripartite incuse square. Bodenstedt Em. 77; SNG von Aulock –; Boston MFA –; BMC 42. Near EF. Very rare, only three cited by Bodenstedt, five in CoinArchives.

 

Il giovane raffigurato sul diritto, in precedenza non identificato o descritto come Pan, è in effetti Atteone per la presenza del corno di cervo che esce dalla fronte e prosegue sulla testa.

La storia di Atteone, famoso eroe tebano, indomito cacciatore che ebbe Chirone come maestro, desunta dalle “Metamorfosi” di Ovidio (Libro III, vv.138-253), narra che una notte, nell’inseguire un cinghiale, si trovò sulle pendici del monte Citerone davanti a un laghetto. In esso stavano facendo il bagno Afrodite e le sue ninfe. Vistasi esposta allo sguardo di un mortale, la dea, che aveva lasciato arco e faretra sulla riva, attinse con la mano l’acqua del lago e la scagliò sull’intruso, che venne trasformato in cervo. Subito i suoi cani lo sbranarono.

 

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In questo sesto di statere di Cizico, nella Misia (CNG 102), il corno di cervo cresciuto sulla testa di Atteone è ancor più evidente.

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MYSIA, Kyzikos. 5th-4th centuries BC. EL Hekte – Sixth Stater (10mm, 2.66 g). Head of the hunter Aktaion left, with stag's horn above forehead; below, tunny left / Quadripartite incuse square. Von Fritze I 141; Greenwell 24 (unlisted denomination); SNG France 290; cf. Boston MFA 1510 = Warren 1442 (stater). VF, toned. Very rare, only one in CoinArchives. 



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Lo stesso dicasi per questo statere di elettro della stessa città (CNG 391).

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MYSIA, Kyzikos. Circa 450-330 BC. EL Stater (16mm, 15.98 g). Head of the hunter Aktaion left, with stag’s horn above forehead; below, tunny left / Quadripartite incuse square. Von Fritze I 141; Greenwell 24; Boston MFA 1510 = Warren 1442; SNG BN 290; BMC 60; Gillet –; Gulbenkian –; Jameson –; Weber –. Fine, a few pits. Well centered. Rare.

 

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La palma della raffigurazione stilisticamente più raffinata di Atteone con il corno di cervo in testa va a questo statere sempre della Misia ma a Lampsaco, che ho avuto già modo di citare al post # 461 della mia discussione sulle monete più attraenti di Alessandro Magno.

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ANCIENT COINS. GREEK COINS. Mysia, Lampsakos (c.350 B.C.), Gold Stater, 8.39g, 4h. Head of the hunter Aktaion facing to left, wearing a stag’s horn above his forehead. Rev. Forepart of Pegasos facing to right (Baldwin, ‘The Gold Staters of Lampsakos’, AJN 53, 1924, 33b-c, pl. III, 15-16 (this obverse die); Gulbenkian 694; Jameson 1434; SNG France 1145).A few minor marks, about extremely fine.Extremely rare and of beautiful style.

Ex Moreira Collection, Part 1, Superior Galleries, Beverly Hills, 31 May – 1 June 1988, lot 1518

Ex Bank Leu AG 50, Zürich, 25 April 1990, lot 155

Ex Prospero Collection, The New York Sale XXVII, 4 January 2012, lot 470

This coin has been struck from dies of wonderful late classical style, the head of Aktaion and the forepart of the Pegasos filling the flan with spectacular impact.

 

Aktaion was a mythological hunter, trained by the centaur Chiron.The story of how he met his death is illustrated upon this coin.Aktaion had, on Mount Cithaeron, inadvertently stumbled upon Artemis bathing, who was so angered that he had seen her naked, that she transformed him into a stag and had his own hunting dogs tear him to pieces. The obverse of this fourth century coin captures that moment of transformation with stunning classical effect, with a stag’s horn beginning to emerge from Aktaion’s head.

 

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Monete davvero intriganti! Grazie per aver postato le foto!

  • Grazie 1

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Il mito di Afrodite e Atteone è illustrato negli affreschi del pittore Francesco Mazzola, più noto come Parmigianino (1503-1540), sul soffitto della “Stufetta di Diana e Atteone”, un ambiente della Rocca Sanvitale a Fontanellato (provincia di Parma) che era probabilmente il bagno privato di Paola Gonzaga, moglie di Galeazzo Sanvitale, conte di Fontanellato.

Le scene su quattordici lunette alte e strette si leggono dalla parete sud, dove il giovane Atteone, rappresentato con capelli lunghi e lineamenti femminei, si rivolge a due compagni che lo seguono con corni da caccia e i levrieri, mentre un altro cane, tenuto al guinzaglio, si trova davanti a lui nella lunetta più a destra. Forse si tratta però di una ninfa, seguita da due compagni del cacciatore (strano però che sia vestita esattamente come Atteone nelle scene seguenti). La parete ovest mostra Atteone, riconoscibile per la veste bianca e rossa, che, scoperta la dea nuda al centro, immersa in una fonte, viene gradualmente trasformato in cervo, con la testa già mutata e il corpo ancora umano; due ninfe invece all'estrema sinistra sembrano preoccupate, ma non troppo, dell'inaspettata intrusione e una di loro si copre il petto chiacchierando con la compagna. A nord i compagni di Atteone proseguono la caccia e trovatolo come cervo, lo fanno assalire dai cani: la scena della cattura si svolge infatti nella terza lunetta da sinistra. Qui si trovano al centro, sul peduccio, anche due putti apteri (senza ali), che si abbracciano, un neonato con collana di corallo rosso che tiene alcuni rami di ciliegie in mano e una bambina con orecchini e capelli biondi, che guarda verso lo spettatore. Sull'ultimo lato, quello est, si vede al centro la dea Cerere in abito cinquecentesco molto scollato, forse un ritratto di Paola Gonzaga stessa, che assiste con imperturbabile curiosità agli avvenimenti, sollevando una spiga di grano, quale attributo e afferrando un bacile poggiato su un tavolino accanto a una brocca, come se stesse assistendo a una rappresentazione teatrale durante un banchetto. Ai lati, nelle altre due lunette, si vedono cani da caccia, ora su sfondo neutro, ora boscoso, ora a piena figura, ora a mezza, ora sporgenti solo con la testa.

Per quanto concerne l’interpretazione, il significato degli affreschi è sfuggente, nonostante i numerosi studi a tal proposito. L'ipotesi più semplice è che si tratti semplicemente di un tema mitologico letterario scelto poiché correlato all'attività svolta in quella stanza, il bagno della contessa, che quindi era paragonata alla dea Diana (Ghidiglia Quintavalle, 1966). C'è anche chi ha proposto una lettura alchemica (Fagiolo dell'Arco, 1970, Mutti, 1987), secondo cui la storia rappresenta l'unione del principio maschile e femminile, ove il cacciatore Atteone, pur di appropriarsi del principio divino, la dea Diana, è disposto a mutarsi da predatore a preda e a morire.

Si può prendere visione degli affreschi al sito da cui ho tratto la loro descrizione https://it.wikipedia.org/wiki/Stufetta_di_Diana_e_Atteone

 

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Inviato
7 ore fa, apollonia dice:

La palma della raffigurazione stilisticamente più raffinata di Atteone con il corno di cervo in testa va a questo statere sempre della Misia ma a Lampsaco, che ho avuto già modo di citare al post # 461 della mia discussione sulle monete più attraenti di Alessandro Magno.

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ANCIENT COINS. GREEK COINS. Mysia, Lampsakos (c.350 B.C.), Gold Stater, 8.39g, 4h. Head of the hunter Aktaion facing to left, wearing a stag’s horn above his forehead. Rev. Forepart of Pegasos facing to right (Baldwin, ‘The Gold Staters of Lampsakos’, AJN 53, 1924, 33b-c, pl. III, 15-16 (this obverse die); Gulbenkian 694; Jameson 1434; SNG France 1145).A few minor marks, about extremely fine.Extremely rare and of beautiful style.

Ex Moreira Collection, Part 1, Superior Galleries, Beverly Hills, 31 May – 1 June 1988, lot 1518

Ex Bank Leu AG 50, Zürich, 25 April 1990, lot 155

Ex Prospero Collection, The New York Sale XXVII, 4 January 2012, lot 470

This coin has been struck from dies of wonderful late classical style, the head of Aktaion and the forepart of the Pegasos filling the flan with spectacular impact.

 

Aktaion was a mythological hunter, trained by the centaur Chiron.The story of how he met his death is illustrated upon this coin.Aktaion had, on Mount Cithaeron, inadvertently stumbled upon Artemis bathing, who was so angered that he had seen her naked, that she transformed him into a stag and had his own hunting dogs tear him to pieces. The obverse of this fourth century coin captures that moment of transformation with stunning classical effect, with a stag’s horn beginning to emerge from Aktaion’s head.

 

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Stupendo..


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Ciao a tutti, se vi trovate a passare per Caserta, abbiamo una meravigliosa rappresentazione del mito di Diana ed Atteone..nella Reggia borbonica naturalmente

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Inviato (modificato)

La raffigurazione di Diana non deve meravigliare..in epoca osca avevamo Diana Tifatina ( i monti Tifatina sono a pochi km dalla Reggia) anche rappresentata su monete capuane.saluti Eliodoro

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Modificato da eliodoro

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Colossale e strepitoso il gruppo scultoreo di Luigi Vanvitelli nella fontana ove si posa la cascata della reggia di Caserta, che raffigura Atteone all’impiedi che viene divorato mentre la metamorfosi è ancora in corso.

Volevo aggiungere che oltre alle numerose versioni del mito nell’arte figurativa, ad esso è stata anche dedicata una Pastorale, Actéon dal compositore francese di epoca barocca Marc-Antoine Charpentier.

 

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16 ore fa, eliodoro dice:

Ciao a tutti, se vi trovate a passare per Caserta, abbiamo una meravigliosa rappresentazione del mito di Diana ed Atteone..nella Reggia borbonica naturalmente

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Visto nella sua magnificenza, si riuscivano a scorgere i guaiti dei cani, e la straziante disperazione di Atteone.. un sottofondo di acque copriva a malapena la disperazione dell'evento, ma il blocco marmoreo poi alla fine vinceva su tutto per messaggio e linguaggio espressivo.

Una reggia quella del Vanvitelli ineguagliabile, visitatela, merita...il periodo del massimo splendore delle arti settecentesche e il più alto dei momenti per il Regno di Napoli, con Carlo di Borbone grandissimo mecenate.

 

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La vicenda del nostro indomito cacciatore, ‘guardone’ a sua insaputa delle nudità di Artemide, ebbe come scenario il monte Citerone, che si eleva per circa 1400 m al confine della Beozia con l’Attica e fu luogo di altri episodi della mitologia greca come la nascita dei gemelli di Antiope, Anfione e Zeto. Sempre su questo monte fu abbandonato Edipo appena nato.

Nella mitologia greca il monte ebbe una sua personificazione in quanto fu immaginato ora come un antico re di Platea che riesce a ricostituire l'armonia tra Zeus ed Era, ora come il fratello malvagio del buon Elicona (personificazione di un altro monte) ucciso da lui.

Sul monte Citerone i Greci celebravano le feste dionisiache che rievocavano il mito di Dioniso e di Penteo, e le dedalee, a ricordo del ritrovato accordo fra Zeus ed Era. Quivi la tradizione voleva che Orfeo avesse suonato la cetra e che fosse stata compiuta la strage dei dodici figli di Niobe.

Alle pendici di questo monte si trovava la Sfinge che aspettava le sue vittime per porre loro i suoi enigmi o indovinelli. Il poeta greco Anfione, ispirato dalle Muse, costrinse le pietre di Citerone a scendere dal monte e a formare le mura della città di Tebe, come accennato anche da Dante nella Divina Commedia.

Infine, su questo monte, il diciottenne Eracle affrontò nella sua prima impresa il Leone Citeroneo, da non confondere con il Leone Nemeo affrontato nella prima delle sue dodici fatiche.

 

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Sui ‘leoni’ di Eracle: leontè citeronea o nemea?

Eracle, che diede prova delle sue particolari doti di forza e di coraggio già a otto mesi quando strangolò con le proprie mani i due serpenti che Era aveva mandato nella sua culla perché lo soffocassero tra le loro spire, al passare degli anni divenne un giovanetto abilissimo nel cavalcare, nel tirar d'arco, nella lotta, nel pugilato, insomma in tutti gli esercizi sportivi. Non era invece versato per la musica in quanto non riusciva a toccare le corde della cetra con la necessaria delicatezza, e un giorno consegnò lo strumento al maestro di musica con un gesto tanto violento che questi, colpito alla testa, cadde a terra morto stecchito. Dopo questo episodio Anfitrione pensò bene di allontanare per qualche tempo dalla città quel ragazzo così impulsivo e lo mandò a vivere fra i guardiani dei suoi greggi sul monte Citerone fino all’età di diciotto anni. Prima di ritirarsi da questa vita faticosa ma felice, Eracle ebbe un singolare incontro: gli apparsero due dee, Eudaimonia, la felicità, e Aretè, la virtù, che gli proposero di scegliere tra una vita felice ma ingloriosa e un'esistenza piena di fatiche e di pene ma ricca di gloria come nessun'altro: il cosiddetto episodio di Eracle al bivio. E l'eroe aveva preferito la gloria alla felicità. Come sentì parlare di un terribile leone che stava facendo strage di armenti e di pastori sulle pendici del monte Citerone, a sud di Tebe, ritenne suo dovere affrontarlo e abbatterlo. Dopo di che gli tolse la pelle e se ne fece una sorta di mantello che, con il cranio della belva, gli copriva anche la testa come un elmo. E da allora fu questo il suo tradizionale costume.

Nella prima delle sue dodici fatiche Eracle dovette affrontare un altro terribile leone, quello che infestava la valle Nemea, nell’Argolide: un vero flagello per la popolazione in quanto attaccava e sbranava uomini e greggi. Il leone Nemeo era un mostro, figlio di Tifone e di Echidna, dal corpo invulnerabile, che la vendicativa Era aveva inviato da quelle parti per distruggere Eracle. Ma l’eroe lo affrontò armato solo della sua clava e della sua forza e riuscì a strangolarlo a forza di braccia dopo averlo stordito con un colpo di clava.

Vogliono alcuni che la pelle di cui Eracle andava sempre vestito non fosse quella del leone del monte Citerone ma quella del leone di Nemea, avendo usato per scuoiarlo i suoi stessi artigli, uniche "armi" possibili per togliere la invulnerabile pelle.

La cosa però è sempre rimasta controversa e quindi il dilemma rimane.

 

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Eracle, che diede prova delle sue particolari doti di forza e di coraggio già a otto mesi quando strangolò con le proprie mani i due serpenti che Era aveva mandato nella sua culla perché lo soffocassero tra le loro spire,…

All’evento è ispirato il rovescio di questo gettone di Luigi XIV, che raffigura Eracle bambino che strangola due serpenti arrotolati sulle braccia e calpesta un’aquila e un leone.

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D/ LVD . XIIII . D . G . FRANC . ET . NAV . REX Busto del re a sinistra
R/ VINCENDI . SV(N)T . HAEC . PRELVDIA . MVNDI In esergo: 1646

Rame: 7,038 g; 28 mm.

Il gettone, coniato per il sovrano tra il 1643 e il 1653, celebra le sue vittorie esterne sui Tedeschi e gli Spagnoli e interne sulle Fronde.

La frase latina al rovescio si traduce in ‘Questi sono i preliminari di conquistare il mondo’.

 

Ho colto l’occasione per condividere uno dei miei gettoni storici della serie ‘Gettoni regali che non citano un dipartimento’ (Mitchiner, Vol. 2, p. 1101) celebrativi del Re Sole.

 

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Inviato
Il 18/8/2018 alle 18:46, apollonia dice:

Eracle, che diede prova delle sue particolari doti di forza e di coraggio già a otto mesi quando strangolò con le proprie mani i due serpenti che Era aveva mandato nella sua culla perché lo soffocassero tra le loro spire,…

All’evento è ispirato il rovescio di questo gettone di Luigi XIV, che raffigura Eracle bambino che strangola due serpenti arrotolati sulle braccia e calpesta un’aquila e un leone.

485199450_MiogettoneLuigiXIVEraclebambino.jpg.d87cb5fc3506a891d8dc635e342a8426.jpg

D/ LVD . XIIII . D . G . FRANC . ET . NAV . REX Busto del re a sinistra
R/ VINCENDI . SV(N)T . HAEC . PRELVDIA . MVNDI In esergo: 1646

Rame: 7,038 g; 28 mm.

Il gettone, coniato per il sovrano tra il 1643 e il 1653, celebra le sue vittorie esterne sui Tedeschi e gli Spagnoli e interne sulle Fronde.

La frase latina al rovescio si traduce in ‘Questi sono i preliminari di conquistare il mondo’.

 

Ho colto l’occasione per condividere uno dei miei gettoni storici della serie ‘Gettoni regali che non citano un dipartimento’ (Mitchiner, Vol. 2, p. 1101) celebrativi del Re Sole.

 

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Hai fatto benissimo a condividere un gettone come questo, contestualizzato ottimamente.

Io Preferisco vestirmi abitualmente delle pelli del leone di Nemea..

 Ebbi a combatter maggiormente, rispetto a quello del monte Citerone, volle sopraffarmi ad ogni costo, ma l'audacia, la tenacia,e la forza vinsero sulle sue mostruose sembianze e l'assurde malefatte..

Ancor fiero sfoggio ogni di il mio trofeo, in segno di monito a tutti color che umili non sanno pensar..


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