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IGNORED

Chi trova la "Medaglia"


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3 minuti fa, Rex Neap dice:

Oggi, mentre facevo alcune ricerche mi sono imbattuto in questo dipinto (bellissimo @eracle62)......ho capito subito.

Vediamo chi riesce ad abbinare all'evento .... la medaglia ?

 

Modificato da Rocco68
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3 minuti fa, Asclepia dice:

Potrebbe essereimage00203.jpg

Ero convinto anche io che fosse riferito a questa medaglia....poi ho cancellato il mio post:D

E avevo indovinato

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6 ore fa, Rex Neap dice:

Oggi, mentre facevo alcune ricerche mi sono imbattuto in questo dipinto (bellissimo @eracle62)......ho capito subito.

Vediamo chi riesce ad abbinare all'evento .... la medaglia ?

Immagine.jpg

L'artista è Salvatore Fergola e il dipinto si riferisce all'evento dell'inaugurazione del bacino di Raddobbo 1852.

La nave dovrebbe essere la  "Vesuvio".

 

Di seguito il dipinto più rappresentativo dell'artista, che impersono in tutto e per tutto l'identità Borbonica..

 

Inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici copia

                                                                              Inaugurazione della ferrovia Napoli Portici  1839

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38 minuti fa, Rex Neap dice:

... @eracle62, ma questi erano davvero bravi, non solo in zecca..... eh...eheheh....

Che bel quadro....cavolo.

Dici bene caro Pietro...

A parte che questo era uno dei più grandi vedutisti del periodo, i Borboni erano un esempio per tutti per le loro scelte scrupolose sugli uomini della cultura del periodo che dovevano rappresentarli.

Questo gli diedi ancor più prestigio in Europa, tant'è vero che la casata conquistò in breve tempo traguardi impensabili.

E poi la monetazione e qui davanti a noi e al mondo...

Imbattibili alcuni rovesci, per non parlare delle medaglie, opere scultoree e incisorie uniche e magistrali.

Insomma che zecca, e che periodo magico..

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  • 4 anni dopo...
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Buonasera,

riprendo questa discussione.

Finalmente, sono riuscito ad acquisirla nella mia collezione, dalla recente ultima asta Varesi:

NAPOLI - FERDINANDO II DI BORBONE (1830-1859) Medaglia ottagonale 1840 per l'inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici, prima ferrovia d'Italia. Opus Benoist. D'Auria 197 Ag g 18,42 mm 36  RR • Sul taglio le contromarche dell'epoca (mano che indica e ARGENT).

Da un po’ di tempo ricercata, non solo e non tanto perché sempre affascinato dalle locomotive, ma perché la ferrovia Napoli-Portici fu la prima linea ferroviaria costruita nella penisola italiana, nel territorio all'epoca facente parte del regno delle Due Sicilie. Commissionata da re Ferdinando II delle Due Sicilie, la linea venne ufficialmente inaugurata il 3 ottobre 1839: era a doppio binario e aveva la lunghezza di 7,25 chilometri.

Meritano di essere evidenziate alcune info storiche: https://www.ilsole24ore.com/art/napoli-portici-prima-linea-ferroviaria-italiana-doppio-binario-AC7Dyzo?refresh_ce=1

Viaggio inaugurale con la locomotiva Vesuvio 
La locomotiva a vapore “Vesuvio”, di fattura inglese, con 258 passeggeri, partita da Portici - poiché la stazione di Napoli al Carmine non era ancora pronta - percorse la tratta in una decina di minuti circa alla velocità di 50 km orari. Il primo convoglio era composto dalla Vesuvio, locomotiva a vapore di costruzione inglese Longridge, e da otto vagoni.

Il discorso del Re 
La mattina del 3 ottobre 1839, il Re si recò nella villa del Carrione al Granatello di Portici dove era stato allestito il padiglione reale, lì ricevette il costruttore e gestore Armando Giuseppe Bayard e la sua squadra di ingegneri al suo seguito e insieme presero posto sul convoglio inaugurale verso Napoli. Ferdinando II, tenne un discorso in francese con il quale auspicò di veder realizzata la ferrovia fino al mare Adriatico. A mezzogiorno in punto ordinò la partenza. Sul primo convoglio ferroviario italiano viaggiavano quella mattina 48 personalità, una rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai. Nell'ultima vettura prese posto la banda della guardia reale.

Un'opera realizzata in soli tre anni 
La convenzione per la costruzione era stata firmata il 19 giugno 1836: con essa si concedeva all'ingegnere francese Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie la concessione per la costruzione in quattro anni di una linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore con un ramo per Castellammare. L'anno seguente venne costituita a Parigi la società Bayard & De Vergès, per la costruzione e la gestione della ferrovia.

I successivi tagli del nastro 
Quella prima linea era solo parte di un progetto più vasto: il 1º agosto 1842 venne inaugurato il tratto fino a Castellammare e due anni dopo, nel 1844, la prosecuzione per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Nel 1846 l'ingegnere Bayard ottenne la concessione anche per il prolungamento ad Avellino.

Tecnologia e prodotti importati 
L'Italia che fino a quel momento non aveva utilizzato linee ferroviarie, per la realizzazione dovette rivolgersi all'industria straniera: la progettazione, così come il capitale investito, era francese; le locomotive giunsero dall'Inghilterra ed erano costruite sul modello delle prime, progettate da George e Robert Stephenson, nelle officine Londridge e Starbuk di Newcastle. Il resto dei materiali rotabili era stato invece costruito nel Regno delle Due Sicilie. Il ferro delle rotaie proveniva dalle miniere della Vallata dello Stilaro e fu lavorato nel Polo siderurgico di Mongiana, in Calabria. 

Nasce anche l'industria ferroviaria 
Effetto indotto dalla realizzazione della prima linea ferroviaria italiana fu la conversione alla produzione ferroviaria, nel 1842, di un grande stabilimento dapprima adibito a fabbrica di cannoni e proiettili d'artiglieria. Si tratta delle Officine di Pietrarsa che vennero adibite alla costruzione di locomotive e all'assemblaggio del materiale rotabile (con decreto reale del 22 maggio 1843). Nel 1860 Pietrarsa contava una forza lavoro di circa 1200 unità. La fabbrica di oltre 13.500 metri quadrati oggi è diventata il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. 

Lo studioso: Alfredo Buccaro 
Quello della ferrovia è un autentico primato napoletano in Italia, che si aggiunge ad altri primati. «Ricordo che i primi ponti di ferro realizzati in Italia - segnala Alfredo Buccaro, docente di storia dell'architettura alla Federico II - sono quelli realizzati nel 32 sui fiumi Garigliano e nel 35 sul Calore». E ancora, «sempre in quegli anni comincia a produrre materiale ferroviario l'opificio di Pietrarsa: prima industria metalmeccanica in Italia». E il primo impianto di illuminazione a gas viene acceso a Napoli nel 32. Per Alfredo Buccaro «il Re Ferdinando II di Borbone, che regnò dal 30 al 59, diede una grande spinta alla costruzione di infrastrutture soprattutto nella Capitale del Regno delle Due Sicilie». Napoli in quegli anni diventa la terza città europea dopo Londra e Parigi.

Una vera “rivoluzione” 
E' facile immaginare quale impatto potè avere la ferrovia nel 1839. Dapprima venne riservata quasi esclusivamente alla famiglia e all'entourage reale. Ma quando i binari arrivarono a Castellammare cominciarono a utilizzarli anche cittadini e imprese. «Cambiò insomma, l'immagine del territorio - osserva il professore Buccaro - se pensiamo che ci si spostava solo con carrozze, accessibili a pochi, o a piedi. Il tram a cavallo compare dopo l'unità d'Italia».

A titolo di ulteriore contributo, riporto quanto presente nella descrizione di analogo esemplare esitato in asta Nomisma 62 settembre-2020 lotto 858:

“…Armando Joseph Bayard de la Vingtrie, un ingegnere francese, nel mese di gennaio del 1836 espose un suo progetto ferroviario al marchese Nicola Santangelo, ministro di Ferdinando II di Borbone. Per costruire la linea ferrata a proprie spese, in cambio della concessione della gestione per 99 anni. La strada ferrata avrebbe collegato Napoli con Nocera, con una diramazione per Castellammare. Il Re approvò la concessione con decreto del 19 giugno 1836, dietro versamento di una cauzione di 100.000 ducati. Seguirono altri due decreti, uno del 3 febbraio 1838, che rimodulava la durata della concessione ad 80 anni ed un altro definitivo del 19 aprile 1838 che sanciva il diritto di proprietà dello Stato dopo 80 anni di gestione. I lavori, diretti dall’ingegnere francese, incominciarono l’8 agosto 1838. Dopo tredici mesi il primo tratto giungeva al Granatello di Portici. I vagoni furono costruiti a Napoli, nello stabilimento di San Giovanni a Teduccio, le locomotive acquistate dalla società inglese Longridge Starbuck e Co. Il primo tratto della Ferrovia fu inaugurato il 3 ottobre del 1839 con grande solennità. Il re a Portici diede il segnale di partenza davanti a tutte le autorità, pronunziando un discorso in cui disse: "Questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico". In questo primo tronco, di ponti ne furono costruiti ben 33, con 2.958 metri di mura di sostegno e metri 541 di ringhiere di ferro. Nel 1840 la via ferrata arrivò a Torre del Greco, nel 1842 a Castellammare di Stabia. I lavori furono continuati per portare la Ferrovia fino a Nocera e terminarono il 18 maggio del 1844. La medaglia fu coniata solo in Francia, come si evidenzia: dal disegno ottagonale di chiara fattura francese, dalle scritte, l’incisore; tipici della zecca di Parigi. Le medaglie francesi, dal 1832, furono marcate sul taglio con identificazione del periodo di coniazione e del metallo utilizzato. La medaglia fu coniata, con i conii originali, dal 1840 per tutto il XIX secolo. (lampada 1832-1841: prora 1841-1842: ancora 1842-1845: mano 1845-1860: ape 1860-1879: corno dell’abbondanza 1880…).

Descrizione dell’Incisore: Felix Benoist nacque il 15 aprile 1818 a Saumur in Francia e morì nel 1896 a Nantes. Fu pittore, disegnatore e litografo francese, oltre che medaglista incisore; autore di vedute di città, monumenti e paesaggi. Lavorò per Pierre Henri Charpentier, e in particolare per suo figlio, Henri-Désiré Charpentier negli stabilimenti H. Charpentier di Nantes, specializzati nell’edizione di litografie. Inoltre aprì anche un suo negozio a Parigi. Benoist, tra l’altro, partecipò alla straordinaria collezione parigina, contenente oltre 100 litografie, alcune delle quali da fotografie, tra cui vedute aeree, e circa 38 incisioni su legno. Il suo nome è spesso associato al famoso pittore francese François Hippolyte Lalaisse.…”

Ulteriori notizie: http://www.clamfer.it/02_Ferrovie/TrenoNapoliPortici/TrenoNapoliPortici.htm

(da cui posto le ulteriori immagini dei vagoni e del quadro già citato in discussione)


Saluti,

Domenico

 

P.S.: Unico rimorso: coniazione fatta in Francia.

 

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21 ore fa, Oppiano dice:

Buonasera,

riprendo questa discussione.

Finalmente, sono riuscito ad acquisirla nella mia collezione, dalla recente ultima asta Varesi:

NAPOLI - FERDINANDO II DI BORBONE (1830-1859) Medaglia ottagonale 1840 per l'inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici, prima ferrovia d'Italia. Opus Benoist. D'Auria 197 Ag g 18,42 mm 36  RR • Sul taglio le contromarche dell'epoca (mano che indica e ARGENT).

Da un po’ di tempo ricercata, non solo e non tanto perché sempre affascinato dalle locomotive, ma perché la ferrovia Napoli-Portici fu la prima linea ferroviaria costruita nella penisola italiana, nel territorio all'epoca facente parte del regno delle Due Sicilie. Commissionata da re Ferdinando II delle Due Sicilie, la linea venne ufficialmente inaugurata il 3 ottobre 1839: era a doppio binario e aveva la lunghezza di 7,25 chilometri.

Meritano di essere evidenziate alcune info storiche: https://www.ilsole24ore.com/art/napoli-portici-prima-linea-ferroviaria-italiana-doppio-binario-AC7Dyzo?refresh_ce=1

Viaggio inaugurale con la locomotiva Vesuvio 
La locomotiva a vapore “Vesuvio”, di fattura inglese, con 258 passeggeri, partita da Portici - poiché la stazione di Napoli al Carmine non era ancora pronta - percorse la tratta in una decina di minuti circa alla velocità di 50 km orari. Il primo convoglio era composto dalla Vesuvio, locomotiva a vapore di costruzione inglese Longridge, e da otto vagoni.

Il discorso del Re 
La mattina del 3 ottobre 1839, il Re si recò nella villa del Carrione al Granatello di Portici dove era stato allestito il padiglione reale, lì ricevette il costruttore e gestore Armando Giuseppe Bayard e la sua squadra di ingegneri al suo seguito e insieme presero posto sul convoglio inaugurale verso Napoli. Ferdinando II, tenne un discorso in francese con il quale auspicò di veder realizzata la ferrovia fino al mare Adriatico. A mezzogiorno in punto ordinò la partenza. Sul primo convoglio ferroviario italiano viaggiavano quella mattina 48 personalità, una rappresentanza militare costituita da 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai. Nell'ultima vettura prese posto la banda della guardia reale.

Un'opera realizzata in soli tre anni 
La convenzione per la costruzione era stata firmata il 19 giugno 1836: con essa si concedeva all'ingegnere francese Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie la concessione per la costruzione in quattro anni di una linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore con un ramo per Castellammare. L'anno seguente venne costituita a Parigi la società Bayard & De Vergès, per la costruzione e la gestione della ferrovia.

I successivi tagli del nastro 
Quella prima linea era solo parte di un progetto più vasto: il 1º agosto 1842 venne inaugurato il tratto fino a Castellammare e due anni dopo, nel 1844, la prosecuzione per Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Nel 1846 l'ingegnere Bayard ottenne la concessione anche per il prolungamento ad Avellino.

Tecnologia e prodotti importati 
L'Italia che fino a quel momento non aveva utilizzato linee ferroviarie, per la realizzazione dovette rivolgersi all'industria straniera: la progettazione, così come il capitale investito, era francese; le locomotive giunsero dall'Inghilterra ed erano costruite sul modello delle prime, progettate da George e Robert Stephenson, nelle officine Londridge e Starbuk di Newcastle. Il resto dei materiali rotabili era stato invece costruito nel Regno delle Due Sicilie. Il ferro delle rotaie proveniva dalle miniere della Vallata dello Stilaro e fu lavorato nel Polo siderurgico di Mongiana, in Calabria. 

Nasce anche l'industria ferroviaria 
Effetto indotto dalla realizzazione della prima linea ferroviaria italiana fu la conversione alla produzione ferroviaria, nel 1842, di un grande stabilimento dapprima adibito a fabbrica di cannoni e proiettili d'artiglieria. Si tratta delle Officine di Pietrarsa che vennero adibite alla costruzione di locomotive e all'assemblaggio del materiale rotabile (con decreto reale del 22 maggio 1843). Nel 1860 Pietrarsa contava una forza lavoro di circa 1200 unità. La fabbrica di oltre 13.500 metri quadrati oggi è diventata il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. 

Lo studioso: Alfredo Buccaro 
Quello della ferrovia è un autentico primato napoletano in Italia, che si aggiunge ad altri primati. «Ricordo che i primi ponti di ferro realizzati in Italia - segnala Alfredo Buccaro, docente di storia dell'architettura alla Federico II - sono quelli realizzati nel 32 sui fiumi Garigliano e nel 35 sul Calore». E ancora, «sempre in quegli anni comincia a produrre materiale ferroviario l'opificio di Pietrarsa: prima industria metalmeccanica in Italia». E il primo impianto di illuminazione a gas viene acceso a Napoli nel 32. Per Alfredo Buccaro «il Re Ferdinando II di Borbone, che regnò dal 30 al 59, diede una grande spinta alla costruzione di infrastrutture soprattutto nella Capitale del Regno delle Due Sicilie». Napoli in quegli anni diventa la terza città europea dopo Londra e Parigi.

Una vera “rivoluzione” 
E' facile immaginare quale impatto potè avere la ferrovia nel 1839. Dapprima venne riservata quasi esclusivamente alla famiglia e all'entourage reale. Ma quando i binari arrivarono a Castellammare cominciarono a utilizzarli anche cittadini e imprese. «Cambiò insomma, l'immagine del territorio - osserva il professore Buccaro - se pensiamo che ci si spostava solo con carrozze, accessibili a pochi, o a piedi. Il tram a cavallo compare dopo l'unità d'Italia».

A titolo di ulteriore contributo, riporto quanto presente nella descrizione di analogo esemplare esitato in asta Nomisma 62 settembre-2020 lotto 858:

“…Armando Joseph Bayard de la Vingtrie, un ingegnere francese, nel mese di gennaio del 1836 espose un suo progetto ferroviario al marchese Nicola Santangelo, ministro di Ferdinando II di Borbone. Per costruire la linea ferrata a proprie spese, in cambio della concessione della gestione per 99 anni. La strada ferrata avrebbe collegato Napoli con Nocera, con una diramazione per Castellammare. Il Re approvò la concessione con decreto del 19 giugno 1836, dietro versamento di una cauzione di 100.000 ducati. Seguirono altri due decreti, uno del 3 febbraio 1838, che rimodulava la durata della concessione ad 80 anni ed un altro definitivo del 19 aprile 1838 che sanciva il diritto di proprietà dello Stato dopo 80 anni di gestione. I lavori, diretti dall’ingegnere francese, incominciarono l’8 agosto 1838. Dopo tredici mesi il primo tratto giungeva al Granatello di Portici. I vagoni furono costruiti a Napoli, nello stabilimento di San Giovanni a Teduccio, le locomotive acquistate dalla società inglese Longridge Starbuck e Co. Il primo tratto della Ferrovia fu inaugurato il 3 ottobre del 1839 con grande solennità. Il re a Portici diede il segnale di partenza davanti a tutte le autorità, pronunziando un discorso in cui disse: "Questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico". In questo primo tronco, di ponti ne furono costruiti ben 33, con 2.958 metri di mura di sostegno e metri 541 di ringhiere di ferro. Nel 1840 la via ferrata arrivò a Torre del Greco, nel 1842 a Castellammare di Stabia. I lavori furono continuati per portare la Ferrovia fino a Nocera e terminarono il 18 maggio del 1844. La medaglia fu coniata solo in Francia, come si evidenzia: dal disegno ottagonale di chiara fattura francese, dalle scritte, l’incisore; tipici della zecca di Parigi. Le medaglie francesi, dal 1832, furono marcate sul taglio con identificazione del periodo di coniazione e del metallo utilizzato. La medaglia fu coniata, con i conii originali, dal 1840 per tutto il XIX secolo. (lampada 1832-1841: prora 1841-1842: ancora 1842-1845: mano 1845-1860: ape 1860-1879: corno dell’abbondanza 1880…).

Descrizione dell’Incisore: Felix Benoist nacque il 15 aprile 1818 a Saumur in Francia e morì nel 1896 a Nantes. Fu pittore, disegnatore e litografo francese, oltre che medaglista incisore; autore di vedute di città, monumenti e paesaggi. Lavorò per Pierre Henri Charpentier, e in particolare per suo figlio, Henri-Désiré Charpentier negli stabilimenti H. Charpentier di Nantes, specializzati nell’edizione di litografie. Inoltre aprì anche un suo negozio a Parigi. Benoist, tra l’altro, partecipò alla straordinaria collezione parigina, contenente oltre 100 litografie, alcune delle quali da fotografie, tra cui vedute aeree, e circa 38 incisioni su legno. Il suo nome è spesso associato al famoso pittore francese François Hippolyte Lalaisse.…”

Ulteriori notizie: http://www.clamfer.it/02_Ferrovie/TrenoNapoliPortici/TrenoNapoliPortici.htm

(da cui posto le ulteriori immagini dei vagoni e del quadro già citato in discussione)


Saluti,

Domenico

 

P.S.: Unico rimorso: coniazione fatta in Francia.

 

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Complimenti per la medaglia e la discussione. 

Sottolineo solo come la medaglia da quanto si estrapola anche dall'ultimo libro di Salvatore D'Auria il medagliere dei Re, che tratta ampiamente e approfonditamente la coniazione in questione, dovrebbe avere come punzone una Lanterna per essere originale e contemporanea dell'epoca. La mano dovrebbe essere successiva di qualche anno. Infine, in pieno accordo con D'Auria a proposito della coniazione francese, penso che qualche esemplare senza punzone è molto plausibile possa esistere, ed essere stato coniato a Napoli.  Cordialmente MB

Modificato da Michelangelo2
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Per completezza.

 

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  • 3 mesi dopo...
Supporter

Ecco altro esemplare senza punzone.

Lotto 1528 asta Numismatica Ferrarese 22-24/9/2022

Regno di Napoli- Ferdinando II di Borbone (1830-1859) - Medaglia Ottagonale FERROVIA NAPOLI CASTELLAMARE 1840 - opus F. Benoist - Ricciardi 171 ; D'Auria 197 - MOLTO RARA (RR) - Patina da medagliere - 23,22 g; 35x35 mm. La medaglia non presenta alcun punzone sui bordi.

Grading/Stato: qFDC

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