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2 CARLINI, PIO VI 1796 Roma


rcamil

Risposte migliori

Ciao a tutti, approfitto del tempo libero dovuto alle festività per scrivere due righe relativamente ad un interessante (spero :rolleyes: ) falso d'epoca di una moneta da 2 CARLINI ROMANI di papa Pio VI, coniata a Roma nel 1796 (A.XXII), a confronto con la moneta originale.

Innanzitutto va fatta una premessa, indispensabile per delineare il contesto storico, e capire il proliferare di monete falsificate in quel periodo nello Stato Pontificio.

Gli anni conclusivi del pontificato di Papa Pio VI furono infatti, a partire dal 1796 e fino alla Repubblica Romana del 1798-1799, assai tumultuosi.
Era il periodo della prima campagna napoleonica in Italia, che si concluse con il Trattato di Tolentino del 19 febbraio 1797 tra il Papa ed i francesi, a chiudere formalmente l'armistizio di Bologna il 23 giugno 1796, accettato dal Papa come il male minore rispetto ad una discesa verso Roma (solo rimandata), che l’esercito pontificio non avrebbe potuto arginare.

La crisi di quegli anni, accentuata poi a causa dei tributo da pagare ai francesi, fece sì che le casse dello Stato Pontificio si svuotassero, ed alla mancanza di circolante si era posto rimedio con una sempre più massiccia emissione di cedole cartacee a corso forzoso, accettate malvolentieri dalla popolazione perché praticamente impossibili da convertire in moneta, e con il progressivo aumento e svilimento della monetazione metallica in mistura, con la la contemporanea scomparsa della moneta d’argento...

La moneta in esame, il 2 carlini o 15 baiocchi all'inizio del pontificato di Pio VI, è una moneta in mistura 500/1000, del peso legale di 5,65 grammi, ma subirà nel tempo ben due riforme:

I riforma (1794): Il peso legale resta di 5,65 grammi ma il titolo della lega viene diminuito a 416,67/1000

II riforma (1796): Il peso legale viene portato a 4,238 grammi ed il titolo della lega ulteriormente diminuito a 333,33/1000.

E' in questo "caos monetario" che la monetazione in mistura diviene sempre più preda dei falsari, che nella confusione generale approfittavano per invadere il mercato con falsi in bronzo spesso anche assai curati, dei tagli maggiori da 12-25-60 baiocchi e appunto il doppio carlino da 15 baiocchi :rolleyes: .

L'ORIGINALE

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La moneta originale in foto, classificata dal Muntoni al n°81 è opera di Tommaso Mercandetti, del quale compaiono al diritto le iniziali ai lati dei cordoni.

Curiosamente questo esemplare presenta un peso che rispecchia al centesimo quello legale stabilito dalla I riforma del 1794, 5,65 grammi mentre nel Muntoni è classificato come appartenente alla II riforma (4,238 grammi) per la quale erano state appositamente rifatte le incisioni, soprattutto del rovescio, come distinzione dalle emissioni degli anni precedenti, in cui il valore era contenuto in cartella con rami ai lati.

Il diametro è di 26,7 mm, il taglio cordonato, rigato con un'operazione successiva alla coniazione per passaggio del tondello tra due matrici (una fissa ed una mobile).

Come tutte le monete in mistura del periodo, subiva anche un processo di argentatura superficiale.

IL FALSO D'EPOCA

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Stando al solo diametro, 25,6 mm, oltre 1 mm inferiore alla moneta originale, si può già intuire che sia otttenuto per fusione, in bronzo, da una matrice ottenuta proprio da una moneta originale.

Inoltre è ben visibile la porosità generale, che nei campi è stata in parte eliminata, manualmente, dato che sono visibili delle raschiettature...

Manca la firma dell'incisore TM, per cui l'originale da cui sono partiti i falsari accoppiava stranamente il diritto classificato come Muntoni 82, al rovescio della moneta precedente.

Probabilmente anche per questi falsi d'epoca sarebbe poi stata effettuata una argentatura che li confondesse meglio con il circolante (anche se di questo non appare traccia nell'esemplare in foto), anche perchè il peso è di soli 3,75 grammi, al di sotto di 2 grammi rispetto al particolare esemplare presentato in precedenza, e comunque di oltre mezzo grammo rispetto al peso legale della II riforma... :rolleyes:

Curiosamente, ed è ben visibile dalla foto successiva con il confronto tra le lavorazioni del contorno, sul falso d'epoca questa operazione è stata eseguita manualmente, con incisioni a distanza e profondità variabile...

Sicuramente un lavoro certosino che lascia intendere che per i falsari, al di là di un rischio notevole, ci sarebbe stato anche un notevole ritorno economico.... tongue.gif

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Un saluto a chi non ha abbandonato a metà questa lunghissima, e spero non noiosissima, esposizione wink.gif

Ciao, RCAMIL cool.gif

Modificato da rcamil
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Rcamil,

i tuoi sono sempre interventi interessantissimi, anche grazie alla profondità di argomentazione e ai dettagli molto curati che fornisci...

non credo ci si possa annoiare se la lunghezza dei post è dovuta alla precisione massima dell'esposizione.. grazie, saluti

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ciao Rc, grazie per l'interessantissimo falso d'epoca e per la descrizione minuziosa che ci fa fare un salto nel 1796!

il falso d'epoca rispetto ai pochi falsi che ho visto è di qualità notevole. Se era argentato sicuramente traeva in inganno la gran parte dei contemporanei...

Modificato da Michele2198
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posto le immagini di 3 monete da 2 carlini romani di Pio VI in mio possesso (foto come al solito mediocri), per sentire da rcamil un suo parere:

1. 1780 anno VI diam 27 peso 5.28 foro riparato a ore 12

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2. 1781 anno VII diam 27 peso 5,58 riparazione a ore 3

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3. 1795 anno XX diam 26 peso 5.66 buona conservazione

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Poichè non ho il Muntoni mi piacerebbe sapere il numero di catalogo, la percentuale di Ag, e ovviamente la bontà delle monete.

Grazie

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Un saluto a chi non ha abbandonato a metà questa lunghissima, e spero non noiosissima, esposizione  ;)

Ciao, RCAMIL  B)

183108[/snapback]

Altro che noiosissima, è molto interessante :)

Se permetti, aggiungo due parole sulle cedole cartacee che hai citato.

Prodotte in più di 2000 varianti, finirono per generare un'inflazione senza precedenti a cui la Repubblica Romana cercò di porre rimedio con la demonetizzazione dei tagli superiori a 35 scudi (il taglio massimo era di 3000 scudi) e con la riduzione di valore degli altri, prima a un terzo e poi a un quindicesimo.

Il grave danno economico subito dai detentori delle cedole fece sì che per una quarantina d'anni nello Stato Pontificio nessuno volle più sentir parlare di cartamoneta; per avere altre emissioni cartacee bisognerà aspettare il 1834 e la creazione della Banca Romana.

petronius B)

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1. 1780 anno VI diam 27 peso 5.28 foro riparato a ore 12

183135[/snapback]

 

Ciao, Muntoni 74, CNI 73

Moneta precedente la prima riforma, per cui in mistura a titolo d'argento 500/1000

 

2. 1781 anno VII diam 27 peso 5,58 riparazione a ore 3

183135[/snapback]

 

Questa seconda è classificabile come Muntoni 76, CNI 95

Anche in questo caso, moneta precedente la prima riforma del 1794, per cui sempre a titolo d'argento 500/1000

 

3. 1795 anno XX diam 26 peso 5.66 buona conservazione

183135[/snapback]

 

La terza è classificabile come Muntoni 80-a, CNI 267

Questa moneta fa parte delle emissioni tra le due riforme, il peso rimane quello originario ma il titolo dell'argento scende a 416,67/1000 :rolleyes:

Tutte e tre le tue monete sono originali.

Dell'ultima approfitto per allegare la foto di un altro falso d'epoca (però con A.XXI), sempre fuso in bronzo e privo di tracce di argentatura superficiale, anche qui il peso è fortemente calante (4,92 grammi per un diametro di 26 mm), contorno con fogliette appena accennate, più simili ad una rigatura obliqua :rolleyes:

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Ciao, RCAMIL cool.gif

Modificato da rcamil
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Se permetti, aggiungo due parole sulle cedole cartacee che hai citato.

183137[/snapback]

 

Certo che permetto, e grazie del contributo smile.gif

Aggiungo un paio di foto delle cedole del periodo, una per ciascun ente emittente, giusto per completare l'opera... wink.gif

Entrambi i tagli sono un pò inconsueti per gli standard attuali tongue.gif :

35 scudi Banco Santo Spirito di ROMA - 1796

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45 scudi Sacro Monte della Pietà di ROMA - 1797

post-35-0-83276900-1449395621_thumb.jpg

Ciao, RCAMIL cool.gif

Modificato da rcamil
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Manca la firma dell'incisore TM, per cui l'originale da cui sono partiti i falsari accoppiava stranamente il diritto classificato come Muntoni 82, al rovescio della moneta precedente.

183108[/snapback]

Se non sbaglio anche la spaziatura delle lettere dell'iscrizione e' diversa...

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  • 9 anni dopo...

Complimenti @rcamil per questo post interessante.

Ho trovato questa discussione mentre stavo cercando di capire se mi sono imbattuto (a me sembrerebbe proprio di sì) in un falso d'epoca del 2 Carlini 1796 da te citato, allego una foto.

peso 4.26g

diametro 26.06 mm

grazie

ciao Valerio

2 carlin 1796.jpg

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  • 1 anno dopo...
  • 7 mesi dopo...

Aggiungo l'ultimo mio arrivato, esemplare anno XXI a data 1795, appartenete alla tipologia della prima riduzione con riferimento Muntoni 80b. Diametro 28,63mm e peso 5,44gr.

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