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Qualche considerazione sull'America del sud sotto diversi aspetti, giusto per la chiacchiera.

 

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Ho sempre visto questa zona del mondo come particolare e interessante: la sua struttura politica generale non è così compatta come quella del Nord America, suddiviso in soli tre paesi con netta prevalenza della lingua inglese (escludendo la Groenlandia, dipendenza danese), ma è comunque lontana dal grande frazionamento politico centroamericano, europeo, africano o asiatico. E' anche piuttosto omogeneo dal punto di vista culturale dato che come sappiamo si parlano alla stragrande maggioranza solo due lingue, spagnolo e portoghese, escludendo le piccole eccezioni anglofone della Guyana e delle Falkland (dipendenza britannica), quella neerlandofona del Suriname e quella francofona della Guyana francese (dipartimento d'oltremare francese e regione ultraperiferica dell'UE). Inoltre ha un territorio vasto e vario, ricco di risorse e situato nello stesso emisfero dell'Antartide, continente di cui due suoi paesi, Argentina e Cile, rivendicano una fetta.

Sono le premesse di un continente che a mio avviso ha enormi potenzialità, ostacolate in generale dal frazionamento politico e in particolare dall'instabilità politica e/o economica di alcuni paesi. Va detto che dal punto di vista politico le cose sono migliorate perchè oggi l'area gode di tranquillità, con conflitti armati fra i suoi paesi ormai impensabili: dopo le guerre Bolivia - Paraguay degli anni '30 e Perù - Ecuador degli anni '40 l'unica successiva è stata la cosiddetta Guerra del Cenepa, un conflitto limitato Perù - Ecuador che si è combattuo in una zona contesa fra il 26 gennaio e il 28 febbraio 1995 ed è stato risolto con un trattato nel 1998.

Già da tempo il continente ha sviluppato anche una forma di cooperazione sempre più stretta, prima con alcune organizzazioni regionali di collaborazione economica e più recentemente con l'UNASUR (Unione delle Nazioni Sud Americane, fondata nel 2008 e pienamente operativa dal 2011), un'organizzazione apertamente ispirata all'UE che allo stato attuale ricorda il livello d'integrazione di quest'ultima negli anni '70 - '80, comprendente tutti i paesi del continente eccetto naturalmente le dipendenze europee. Le sue istituzioni ricordano quelle dell'UE, con tanto di Consiglio e Parlamento, gli obiettivi concreti a breve-medio termine sono l'eliminazione completa degli ostacoli al commercio e alla libera circolazione, mentre si discute a livello per ora solo embrionale anche di una valuta unica. Attualmente ogni paese ha la sua, tranne l'Ecuador che nel 2000 ha adottato il dollaro USA.

Del resto gli ostacoli da superare per arrivare a maggiore stabilità e prosperità del sistema continentale sono simili a quelli che si presentarono e in parte si presentano tutt'ora all'UE. Come si vede anche oggi in varie occasioni, in modo eclatante con casi come il Venezuela di Maduro o le periodiche crisi economiche in Argentina (*), le asimmetrie fra alcuni paesi sono ancora troppo elevate e la strada da fare per formare un blocco stabile, compatto e forte è ancora lunga: se ci riusciranno il Sud America potrebbe diventare uno dei nuovi poli del mondo di domani e una delle più attraenti zone del pianeta. 

 

(*) Proprio in queste settimane l'Argentina è di nuovo in grossa difficoltà, con l'inflazione che sta decollando e lo spettro di un altro default come quello del 2014. Ulteriore monito ai genialoidi di casa nostra che fino a qualche anno fa urlavano: "Facciamo come l'Argentina!", farneticando di default volontari e uscita dall'unione monetaria.

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Stimando molto un tuo parere ti vorrei chiedere,forse ingenuamente, perche' un paese potenzialmente ricco come il Venezuela si trova in una situazione economica e politica cosi disastrosa? 

Ringrazio anticipatamente.

Adelchi.

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Come noto il Venezuela ha fatto l'errore di basare quasi totalmente le entrate dello Stato su una sola risorsa, quel petrolio di cui tanto abbonda e che quando aveva prezzo molto elevato garantiva un flusso di soldi sufficiente, trascurando tutto il resto. Meno noto è che contrariamente a quanto si potrebbe pensare queste enormi riserve di petrolio non sono per niente ben sfruttate dal paese: la compagnia petrolifera di Stato, PDVA (Petroleos de Venezuela), da fine anni '90 viene usata come gallina dalle uova d'oro da cui attingere a volontà per finanziare spese e politiche discutibili, senza un minimo d'attenzione per efficienza e redditività, e come se non bastasse molti dei suoi dipendenti esperti sono stati buttati fuori per aver partecipato a scioperi, facendo così scadere le capacità tecnologiche e operative della società.

Tutto questo ha portato il Venezuela ad indebitarsi fortemente, sia per sostenere i progetti governativi che per l'esportazione di petrolio a prezzi stracciati in vari paesi amici o presunti tali. In particolare nell'ultimo decennio sono nati debiti e ipoteche varie per decine di miliardi nei confronti di Cina e India, che non hanno perso tempo ad approfittare della situazione per accalappiare il Venezuela e procurarsi petrolio a basso prezzo come contropartita. Non a caso questi due paesi e la Russia, interessata a sostenere un governo notoriamente anti-USA, sono i principali alleati di Maduro.

Al contrario di altri paesi in cui il petrolio conta molto nei bilanci, il Venezuela non si è neanche mai preoccupato di cercare di diminuire la sua dipendenza dall'elemento idrocarburi, tantando di diversificare e/o sviluppare riserve finanziarie che permettessero di rimanere in piedi in caso di turbolenze. Quindi una volta crollato il prezzo del petrolio (mossa attuata dell'Arabia Saudita per cercare di uccidere la produzione statunitense di shale oil) è crollato tutto il sistema che ci vegetava sopra.

In sostanza un disastro economico provocato dalla totale incapacità della classe politica venezuelana fin dai tempi di Chavez, che con Maduro ha raggiunto l'inevitabile apice. Unica consolazione per i venezuelani era la benzina di fatto gratis, venduta a prezzo simbolico, ma la situazione catastrofica attuale ha costretto ad aumentarne di molto il prezzo, mettendo fine a questa cuccagna che contribuiva a pesare sulle casse dello Stato.

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Il 10/5/2018 alle 06:24, adelchi dice:

@ART ti ringrazio per l'analisi lucida che ci hai offerto ,

Prego, per me è un piacere discutere di queste cose.

________________

Ne approfitto per accennare brevemente a un posto molto particolare del Sud America, la Guyana francese.

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Primo elemento interessante è il suo attuale status politico, infatti dal 1946 è un dipartimento e regione francese d'oltremare: a tutti gli effetti un pezzo di Francia, e quindi anche di UE (classificato come regione ultraperiferica), situato in un altro continente. Confina ad ovest col Suriname, che rivendica ufficialmente la piccola zona a sud compresa tra i fiumi Litani e Marouini, e per il resto col Brasile. Gli abitanti sono 260.000, la valuta in uso l'euro.

Piccola parentesi numismatica, in passato oltre alle emissioni generali per le colonie francesi la Guyana ebbe le sue specifiche.

coins-old-french-colonies-guyane-louis-xcoins-old-french-colonies-guyane-louis-x         coins-old-french-colonies-guyane-louis-pcoins-old-french-colonies-guyane-louis-p

 

Non parlerò della lunga e travagliata storia della colonizzazione della Guyana, partita sostanzialmente nel XVII secolo, ma accennerò una cosa poco nota: nel 1608 la sua costa venne visitata fra l'altro da una spedizione del granduca Ferdinando I di Toscana, nell'ambito di un progetto di fondazione di una colonia commerciale del Granducato di Toscana nella zona dell'attuale capoluogo, Cayenne, che poi non avvenne a causa della morte prematura del granduca e il disinteresse dei suoi discendenti all'espansione coloniale. In questo thread ho scritto di un curioso fatto storico che la riguarda più o meno direttamente:  https://www.lamoneta.it/topic/168943-la-repubblica-delle-banane-amazzoniche/

Secondo elemento interessante, il territorio. La regione è quasi totalmente coperta da una porzione della foresta amazzonica, con l'interno scarsamente popolato in piccoli villaggi quasi tutti raggiungibili unicamente in aereo o via fiume coi "piroga taxi". Il clima è quello tipico della zona equatoriale, con estati umide e inverni piovosi.

Terzo elemento, il Centro spaziale guyanese. Dalla grande base spaziale dell'ESA (per maggiori informazioni si veda questo post:  https://www.lamoneta.it/topic/149302-i-simboli-europei-sulle-monete/?tab=comments#comment-1764287 ), situata sulla costa presso la cittadina di Kourou, partono i vettori Ariane e Vega che mettono in orbita satelliti civili e militari di ogni genere.

 

In definitiva, cos'è la Guyana francese?

Vedendola con criteri convenzionali un posto abbastanza squallido: benchè il governo francese abbia cercato in tutti modi di sostenere e sviluppare l'economia locale, rimane una zona difficile afflitta da disoccupazione e criminalità comune elevate, prezzi mediamente alti e scarso turismo (colpa soprattutto della distanza dall'UE continentale e del clima), benchè il Prodotto Interno Lordo abbia crescita elevata e la popolazione sia da tempo in incremento. Ma dietro tutto questo si nasconde un paradiso dell'avventura, fuori dalle rotte e i canoni turistici tradizionali: la foresta è un bacino immenso per l'esplorazione e lo studio della flora e la fauna, il Centro spaziale offre occasioni uniche a chi lavora nel campo dell'aerospazio o semplicemente se ne interessa.

 

Scegliere immagini che rendano l'idea di questo stupendo luogo è difficile. Ne metto quattro che secondo me lo rappresentano bene:

 

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  • 2 mesi dopo...
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Purtroppo il Sud America non se la sta passando bene in questo periodo.

Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Perù e Paraguay hanno sospeso la loro partecipazione all'UNASUR (rimangono pienamente membri Ecuador, Venezuela, Bolivia, Uruguay, Suriname e Guyana) perchè stanno emergendo prevedibili contrasti fra il Venezuela di Maduro, appoggiato dalla Bolivia di Morales e anche dal Suriname, e il resto dei membri. La crisi si riflette nel non riuscire a trovare un accordo sull'elezione del nuovo segretario generale dell'organizzazione dopo la scadenza del mandato del colombiano Ernesto Samper: l'elezione dell'argentino José Octavio Bordón viene bloccata dal Venezuela con l'appoggio di Bolivia e Suriname. I motivi concreti ovviamente sono più profondi: quei tre paesi vengono accusati di concepire l'UNASUR troppo ideologicamente, strumentalizzandola come mezzo per contrastare gli USA piuttosto che come comunità con lo scopo di portare il continente all'integrazione e in prospettiva futura all'unione.

La sospensione durerà un anno, in cui bisognerà trovare una soluzione al problema, pena la fine de facto dell'UNASUR per abbandono dei suoi membri principali. Va detto che questo non segnerebbe necessariamente la fine dell'integrazione regionale in America del sud, visto che esistono altre due organizzazioni più blande (il MERCOSUR e la Comunità Andina) che volendo potrebbero essere integrate ed approfondite, escludendone Venezuela e Bolivia.

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Ciao @ART 

Penso che il turismo nella Guyana francese sia un tantino frenata dalla cattiva pubblicità che ha avuto negli anni: ricordiamoci che era una colonia penale dove venivano deportati i criminali francesi (se non sbaglio anche per reati minori puniti con una pena detentiva di almeno 5 anni) .

Una sorta di immensa prigione a cielo apero.

A parte il cinema che c'è l'ha raccontata a modo suo, la reclusione nella Guyana era un vero inferno: stupri sui detenuti (non solo fra detenuti ma anche le guardie penitenziarie erano alquanto "sadiche") e prostituzione dei detenuti, malattie tropicali, insetti e rettili velenosi, oltre che il lavoro disumano (si doveva tagliare un m3 di legname al giorno con un'ascia) , l'alimentazione scarsa dei detenuti era poi subordinata alla riuscita del compito giornaliero.

Penso che siano tutte buone ragioni che hanno influenzato il pubblico, soprattutto francese, a considerare negativamente questo territorio.

C'è però da aggiungere che anche l'Australia era partita come colonia penale e poi si è evoluta fino a diventare il paese moderno e progredito che oggi conosciamo.

L'aspetto più interessante è che pur essendo un territorio dell'UE, non attira ancora dei flussi migratori :whome:...ma aspettiamo .....

 

 

 


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2 ore fa, ARES III dice:

Ciao @ART 

Penso che il turismo nella Guyana francese sia un tantino frenata dalla cattiva pubblicità che ha avuto negli anni: ricordiamoci che era una colonia penale dove venivano deportati i criminali francesi (se non sbaglio anche per reati minori puniti con una pena detentiva di almeno 5 anni) .

E' vero, anche se la colonia penale è cosa di molti decenni fa. Nel frattempo sia il governo francese che l'amministrazione locale hanno fatto di tutto per cercare di abilitare l'immagine del dipartimento come luogo turistico, o comunque "normale", anche se riesce ancora difficile per quello e altri motivi concepirlo come ideale per il turismo di massa.

http://www.guyane-amazonie.fr/

 

2 ore fa, ARES III dice:

L'aspetto più interessante è che pur essendo un territorio dell'UE, non attira ancora dei flussi migratori :whome:...ma aspettiamo .....

Li attira, li attira eccome.

A dire il vero l'ha sempre fatto, dal Suriname e dal Brasile, e da qualche anno addirittura anche come rotta alternativa per l'UE (si va in Brasile con visto turistico e da lì si entra in Guyana e si chiede asilo), anche se con flussi irrilevanti.

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  • 2 settimane dopo...
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Video del fallito attentato a Maduro. La colpa viene attibuita da Maduro all'estrema destra venezuelana in collaborazione con "cospiratori a Miami e Bogotà", compreso lo stesso presidente colombiano Juan Manuel Santos e l'estrema destra colombiana.

https://www.youtube.com/watch?v=5yVYFrWJwuc

E' facile che l'evento venga preso come pretesto per ulteriori epurazioni e limitazioni della libertà in Venezuela.

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  • 2 settimane dopo...
Inviato
Il 9/5/2018 alle 22:53, ART dice:

Unica consolazione per i venezuelani era la benzina di fatto gratis, venduta a prezzo simbolico,

Quando in Venezuela è morto mio zio, mio padre ci è andato per aiutare sua moglie. Si è fermato un mese.

Il suo terrore era il rifornimento di benzina .... le auto si mettevano in fila ed il benzinaio passava da una all'altra senza  chiudere la pistola erogatrice; la benzina correva sulla canaletta di scolo accanto al marciapiede e tutti fumavano.


Inviato
Il 9/5/2018 alle 22:53, ART dice:

Come noto il Venezuela ha fatto l'errore di basare quasi totalmente le entrate dello Stato su una sola risorsa, quel petrolio di cui tanto abbonda e che quando aveva prezzo molto elevato garantiva un flusso di soldi sufficiente, trascurando tutto il resto. Meno noto è che contrariamente a quanto si potrebbe pensare queste enormi riserve di petrolio non sono per niente ben sfruttate dal paese: la compagnia petrolifera di Stato, PDVA (Petroleos de Venezuela), da fine anni '90 viene usata come gallina dalle uova d'oro da cui attingere a volontà per finanziare spese e politiche discutibili, senza un minimo d'attenzione per efficienza e redditività, e come se non bastasse molti dei suoi dipendenti esperti sono stati buttati fuori per aver partecipato a scioperi, facendo così scadere le capacità tecnologiche e operative della società.

Tutto questo ha portato il Venezuela ad indebitarsi fortemente, sia per sostenere i progetti governativi che per l'esportazione di petrolio a prezzi stracciati in vari paesi amici o presunti tali. In particolare nell'ultimo decennio sono nati debiti e ipoteche varie per decine di miliardi nei confronti di Cina e India, che non hanno perso tempo ad approfittare della situazione per accalappiare il Venezuela e procurarsi petrolio a basso prezzo come contropartita. Non a caso questi due paesi e la Russia, interessata a sostenere un governo notoriamente anti-USA, sono i principali alleati di Maduro.

Al contrario di altri paesi in cui il petrolio conta molto nei bilanci, il Venezuela non si è neanche mai preoccupato di cercare di diminuire la sua dipendenza dall'elemento idrocarburi, tantando di diversificare e/o sviluppare riserve finanziarie che permettessero di rimanere in piedi in caso di turbolenze. Quindi una volta crollato il prezzo del petrolio (mossa attuata dell'Arabia Saudita per cercare di uccidere la produzione statunitense di shale oil) è crollato tutto il sistema che ci vegetava sopra.

In sostanza un disastro economico provocato dalla totale incapacità della classe politica venezuelana fin dai tempi di Chavez, che con Maduro ha raggiunto l'inevitabile apice. Unica consolazione per i venezuelani era la benzina di fatto gratis, venduta a prezzo simbolico, ma la situazione catastrofica attuale ha costretto ad aumentarne di molto il prezzo, mettendo fine a questa cuccagna che contribuiva a pesare sulle casse dello Stato.

In Venezuela è venuta a mancare la classe borghese; piccoli imprenditori, negozianti, professionisti in vari settori produttivi.

Sicuramente colpa della politica populista di Chavez, ma penso anche perché quella classe, formata quasi essenzialmente da immigrati europei, si è esaurita perché sono invecchiati e morti quei "contributori".

Io ho in Venezuela i miei cugini. Uno (che un tempo era ingegnere civile) ha per fortuna una "finca" nella foresta dove può produrre cibo, per consumo o vendita clandestina. Anni fa ci andava una volta alla settimana unendosi ad altri proprietari di tenute agricole, che formavano una colonna armata per andata e ritorno. Ora vi risiede stabilmente perché le "finche" vengono espropriate senza possibilità di riaverle. I suoi figli sono recentemente emigrati in altri paesi sudamericani. Il Venezuela è diventato un paese molto pericoloso, per tutti.

Chi esce la sera rischia il "sequestro lampo" .... rapimenti che si concludono con veloci riscatti se si hanno i soldi. Se i soldi non ci sono non si torna più a casa.

 

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Il 14/8/2018 alle 00:47, chievolan dice:

In Venezuela è venuta a mancare la classe borghese; piccoli imprenditori, negozianti, professionisti in vari settori produttivi.

Sicuramente colpa della politica populista di Chavez, ma penso anche perché quella classe, formata quasi essenzialmente da immigrati europei, si è esaurita perché sono invecchiati e morti quei "contributori".

Un fattore che ha certamente contribuito, aggiungendosi a tutto il resto.

Prima o poi questo casino doveva succedere, era solo questione di tempo.

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  • 2 anni dopo...
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Il 21/7/2018 alle 13:11, ART dice:

Purtroppo il Sud America non se la sta passando bene in questo periodo.

Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Perù e Paraguay hanno sospeso la loro partecipazione all'UNASUR (rimangono pienamente membri Ecuador, Venezuela, Bolivia, Uruguay, Suriname e Guyana) perchè stanno emergendo prevedibili contrasti fra il Venezuela di Maduro, appoggiato dalla Bolivia di Morales e anche dal Suriname, e il resto dei membri. La crisi si riflette nel non riuscire a trovare un accordo sull'elezione del nuovo segretario generale dell'organizzazione dopo la scadenza del mandato del colombiano Ernesto Samper: l'elezione dell'argentino José Octavio Bordón viene bloccata dal Venezuela con l'appoggio di Bolivia e Suriname. I motivi concreti ovviamente sono più profondi: quei tre paesi vengono accusati di concepire l'UNASUR troppo ideologicamente, strumentalizzandola come mezzo per contrastare gli USA piuttosto che come comunità con lo scopo di portare il continente all'integrazione e in prospettiva futura all'unione.

La sospensione durerà un anno, in cui bisognerà trovare una soluzione al problema, pena la fine de facto dell'UNASUR per abbandono dei suoi membri principali. Va detto che questo non segnerebbe necessariamente la fine dell'integrazione regionale in America del sud, visto che esistono altre due organizzazioni più blande (il MERCOSUR e la Comunità Andina) che volendo potrebbero essere integrate ed approfondite, escludendone Venezuela e Bolivia.

L'UNASUR è ormai un malato in coma irreversibile: tutti i membri tranne Venezuela, Guyana, Suriname e Bolivia si sono autosospesi dalla comunità e in seguito alcuni si sono ritirati o hanno annunciato di farlo.

Con l'obiettivo apertamente dichiarato di rimpiazzarla l'anno scorso è nato a Santiago del Cile il PROSUR, Foro para el Progreso y Desarrollo de América del Sur (Forum per il Progresso e lo Sviluppo dell'America del Sud): ne fanno parte i vecchi membri dell'ormai di fatto defunta UNASUR tranne Venezuela, Suriname, Bolivia e Uruguay. Almeno formalmente questa nuova organizzazione sembra porsi obiettivi meno ambiziosi dell'UNASUR quanto a integrazione politica dei membri, anche se è troppo presto per dirlo con certezza.

Si riparte ancora una volta dall'inizio, con risultati tutti da vedere. La mia impressione è che in generale il Sud America si trovi per l'ennesima volta in un casino per cui sarà difficile arrivare a un po' di stabilità, complice anche il colpo economico causato dal COVID.

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  • 3 anni dopo...
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Il 12/5/2018 alle 07:20, ART dice:

Ne approfitto per accennare brevemente a un posto molto particolare del Sud America, la Guyana francese.

800px-Guyane_map-en.svg.png

 

Dal 1930 al 1946 l'assetto politico della Guyana francese è stato molto diverso da quello di oggi: la maggior parte del suo del territorio, che all'epoca non era ancora dipartimentalizzato (formalmente annesso come parte integrante della Francia) ma costituiva una dipendenza separata, fu staccato dal resto e andò a costituire il Territorio dell'Inini.

Inini - Localizzazione    Le Territoire De L'Inini (Guyane). - PHILATÉLIE POUR TOUS

 

Ho scoperto che esiste addirittura una canzone relativamente recente dedicata all'Inini, questa terra ancora selvaggia e dalla scarsissima popolazione, del cantautore francese Gérard Manset. 

 

Chaud comme un nid
Territoire de l'Inini,
Tout est fini,
S'enfonce vers l'infini,
Tronc équarri
Glisse sur le Maroni,
Piroguiers aguerris,
Chamane qui les guérit,
Pluie sans répit
Sur le rio Kamopi,
Seins ronds comme des fruits,
Nagent nus dans l'Inini.
Danse et magie
Ont duré toute la nuit.
Cendres sur l'abatti
Et l'avion est reparti.
Dans la cabane pour la nuit
Contre des perles et des fusils,
Femmes livrées sans un bruit,
Pluies sur l'abatti
Dans le village endormi,
Fièvres, maladies
Et l'avion est reparti.
Pleure et prie,
Arawak, Guarini
Guayara, Galibi
Pour les indiens
Du fond de leur sinistre nuit.
C'est comme un bout
De paradis
Qui tient debout.
Pleure et prie,
Arawak, Guarini,
Guayara, Galibi,
Pour les indiens d'Amazonie

 

https://www.peakbagger.com/peak.aspx?pid=8710

Modificato da ART

  • 6 mesi dopo...

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