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Inviato

Ho notato un'interessante articolo, non so quanto effettivamente valido, sull'ipotesi di una causa che avrebbe convinto i vichinghi islandesi a convertirsi al Cristianesimo e ad abbandonare i loro culti "pagani":

"I vulcani della Terra oggi sono considerati uno dei responsabili principali del clima del nostro pianeta. Essi possono sia aumentare la temperatura sulla sua superficie, espellendo grandi masse di biossido di carbonio e altri gas serra o abbassarla, riempiendo di cenere l'atmosfera della Terra e con microgocce aerosol che riflettono i raggi e il calore solare.

L'umanità ha già sperimentato diverse di queste catastrofi nella breve storia della sua esistenza. Ad esempio, l'eruzione del supervulcano di Toba, avvenuta circa 70.000 anni fa, ha portato all'inizio di un "inverno vulcanico" per diversi anni e alla scomparsa quasi totale degli esseri umani. Un altra eruzione più piccola, l'esplosione dell'isola di Tambora nel 1815 e le massicce eruzioni vulcaniche in Sud America nel 530 d.C. hanno causato carestie e focolai di peste.

Newfield e i suoi colleghi hanno scoperto ancora un altro esempio della insolita influenza dei vulcani sulla vita dell'umanità, cercando di trovare le radici storiche di uno dei monumenti più famosi della cultura vichinga islandese: il brano epico Vǫluspá dell'Edda epica.

In questo poema epico, la profetessa predisse la morte degli antichi dèi in un cataclisma universale, potenti e massicce eruzioni vulcaniche, fulmini, eclissi, e l'invasione dei giganti del fuoco. Quando Odino e i suoi fratelli muoiono, il loro posto viene occupato da un unico dio che governa l'intero universo.

Oggi, la maggior parte degli scienziati ritengono che questa canzone, apparsa al passaggio dall'era pagano a quella cristiana della storia dell'Islanda, racconta la storia di come gli abitanti dell'isola hanno adottato il cattolicesimo. Il prototipo di questo "giorno del giudizio", secondo Newfield, fu l'eruzione di uno dei molti vulcani dell'Islanda, le cui tracce sono state trovate dal suo gruppo.

Come osserva lo storico la sua squadra inizialmente non sapeva che tipo di vulcano ha causato questo cataclisma l'unico indizio era la data approssimativa della scrittura della composizione dei poemi, nella metà o alla fine del X del XIX secolo d.C. Guidati da tale data e dai dati sul livello tipico di attività dei più grandi e più pericolosi vulcani dell'Islanda, gli scienziati hanno raccolto campioni di ghiaccio, formatisi in questo momento della Groenlandia vicina per cercar di trovare tracce di cenere.

Newfield e il suo team sono riusciti a trovare tracce di cenere negli strati di ghiaccio che si sono formate nel 939 d.C. quando secondo le testimonianze provenienti da altre parti del mondo, in Europa regnava costantemente la nebbia, e l'estate e l'inverno erano insolitamente freddi. Un'analisi chimica di queste emissioni hanno dimostrato che il vulcano Eldgyau fu la causa di questi eventi: uno dei più grandi vulcani del mondo.

La sua eruzione secondo i calcoli degli scienziati, ha ridotto le temperature medie estive nell'emisfero nord di circa due gradi Celsius, che ha avuto un impatto estremamente negativo sulla resa dell'agricoltura e sul benessere degli isolani. Questo, secondo Newfield, potrebbe essere stato usato dai predicatori cristiani che hanno collegato questa catastrofe alla morte degli antichi dei e alla nascita di un nuovo, unico Dio da adorare."

https://it.sputniknews.com/mondo/201803195792257-Geologi-eruzione-vulcanica-vichinghi-cristianesimo/

Inoltre:

"Islanda, terra di vulcani. Terra sempre martoriata da uno degli eventi naturali più spettacolari e disastrosi. Secondo un recente studio, una serie di eruzioni vulcaniche sconvolgenti occorse in Islanda durante il Medioevo potrebbero aver contribuito affinché le popolazioni locali si allontanassero dai culti pagani per convertirsi al Cristianesimo.

La scoperta è avvenuta grazie alla datazione precisa delle eruzioni vulcaniche avvenute circa due generazioni prima che il popolo islandese cambiasse religione confermando che questi catastrofici eventi avrebbero condotto la popolazione verso il culto monoteistico, spinti anche dalle catastrofiche predizioni indicate nel Voluspá, un famoso poema medievale che ha predetto che un’eruzione infuocata avrebbe aiutato a portare alla rovina degli dei pagani.

Gli storici, da tempo, hanno confermato che Vichinghi e Celti hanno colonizzato l’Islanda intorno all’874 d.C., ma non hanno mai avuto la certezza cronologica dell’inondazione lavica di Eldgja, la più grande eruzione che ha colpito l’Islanda negli ultimi millenni. Conoscere questa data è stato cruciale perché, secondo gli scienziati, l’eruzione, che avrebbe scatenato sulla Groenlandia ben 20 km cubi di materiale eruttivo, sembra che abbia avuto un impatto enorme anche sugli insediamenti islandesi.

I ricercatori hanno esaminato i carotaggi effettuati in zone completamente ghiacciate, dimostrando che l’eruzione sia avvenuta meno di 100 anni dopo che le persone hanno colonizzato l’isola. Il vulcano, dunquue, ha iniziato a scatenare la propria lava nella primavera del 939 d.C. , protraendosi, almeno episodicamente, fino all’autunno del 940!

Il capo della spedizione di ricerca, Clive Oppenheimer, professore di vulcanologia presso l’Università di Cambridge, in Inghilterra, ritiene che l’eruzione sia avvenuta esattamente all’interno del ciclo di vita delle prime due o tre generazioni di coloni islandesi e le prime ondate di migranti in Islanda potrebbero aver assistito al catastrofico spettacolo naturale.

I risultati dello studio combaciano con le cronache medievali di Irlanda, Germania e Italia che hanno annotato la diffusione di una nebbia nel 939. Inoltre, li studi dendrocronologici sugli anelli degli alberi hanno rilevato che nel 940 d.C., l’emisfero settentrionale ha avuto una delle estati più fredde nei precedenti 1500 anni, un cambiamento climatico coerente con il rilascio di grandi quantità di zolfo vulcanico nell’atmosfera.

Anche il co-ricercatore Markus Stoffel, professore nel Dipartimento di Scienze della Terra presso l’Università di Ginevra, in Svizzera, ritiene che nel 940 il raffreddamento estivo è stato più pronunciato in Europa centrale, in Scandinavia, sulle Montagne Rocciose canadesi, in Alaska e in Asia centrale, provocando temperature medie estive inferiori di ben 2 gradi Celsius. A questo sono seguiti inverni rigidi e siccità in primavera e in estate, locuste che hanno invaso i raccolti e corposa mortalità tra il bestiame. Anche se la carestia non ha colpito dappertutto, numerose cronache tedesche, iraqene e, addirittura, cinesi, raccontano di fame e vasta mortalità tra la popolazione.

Tuttavia, nessun testo islandese è sopravvissuto o narra di quell’infausto periodo: due generazioni dopo l’eruzione di Eldgjá, intorno all’anno 1000, il popolo islandese si è formalmente convertito al Cristianesimo e, secondo i ricercatori, il Voluspá, scritto intorno al 961 d.C., dopo le eruzioni, descrive come un’evento catastrofico avrebbe segnato la fine degli dei pagani e che sarebbero stati sostituiti da un unico dio.

Da una traduzione si legge: “[…] il sole inizia a diventa nero, la terra sprofonda nel mare, le stelle brillanti si diffondono dal cielo, […], la fiamma vola alta contro il cielo stesso, […]”.

Ovviamente le eruzioni di Eldgjá, che risalgono a prima della stesura del poema, sono state sicuramente redatte da Islandesi che hanno assistito al terribile spettacolo e, guardando indietro agli eventi, hanno scritto il poema con lo scopo di stimolare la Cristianizzazione dell’Islanda nella seconda metà del X secolo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Climatic Change."

http://www.danielemancini-archeologia.it/eruzioni-vulcaniche-in-islanda-hanno-influenzato-la-conversione-al-cristianesimo/


Inviato

Quindi il "crepuscolo degli dei" è dipeso anche dal cambiamento climatico ?

Ciò che sappiamo di certo è che il fenomeno della conversione al Cristianesimo dei vichinghi risale già all’epoca di Carlo Magno quando, con l'intento di un’espansione verso nord, il sovrano franco aveva favorito l’istituzione di alcune missioni in Danimarca intorno all'anno 777 d.C.

Qui si aprono due scenari  sulla modalità di conversione:

1- le conversioni spontanee, per lo più individuali, di soggetti che desideravano aderire al nuovo culto, senza esserne costretti;

2- le conversioni di massa, che non erano affatto spontanee e avvenivano in occasione della conversione di un re o di un importante aristocratico, il quale obbligava l'intera famiglia (compresi servi e schiavi) e altri soggetti sottoposti a vari vincoli di fedeltà, a mutare religione.

Naturalmente le motivazioni che spingevano queste conversioni possono essere le più disparate: dalla reale convinzione alla mera convenienza.

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Inviato

@ARES III cosi' conclude il post : "Naturalmente le motivazioni che spingevano queste conversioni possono essere le più disparate: dalla reale convinzione alla mera convenienza" 

Mi sembra la conclusione piu' verosimile ; anche se le manifestazioni naturali , all' epoca non spiegabili scientificamente , poterono influire sulle convinzioni e mutazioni religiose , ma in questo caso rientreremmo nella ipotesi della "mera convenienza"  


Inviato

Infatti @Legio II Italica all'inizio parlavo proprio di "un'ipotesi di una causa che avrebbe convinto" , certo è che quello che per noi oggi sono fenomeni naturali (seppur catastrofici), in epoche più remote erano i segni della collera divina e che dovevano essere placati.

E proprio adesso mi è venuto in mente che soprattutto durante i periodi di grandi cambiamenti climatici le persone che li subivano, tenevano due comportamenti:

1- atteggiamento di paura e di superstizione nei confronti di tutto ciò che è "diverso" o sconosciuto, ad esempio il fenomeno della caccia alle streghe è avvenuto essenzialmente nell'arco temporale dal 1300 al 1600, secoli notoriamente più freddi climaticamente (e per ciò epoche in cui vi erano più carestie, vabbè non voglio però sminuire neppure il fattore patogeno peste e il fattore umano guerra, però la fame causata dalla scarsità dei raccolti era la principale causa di morte diretta e indiretta);

2- atteggiamento di sacrificio ed accondiscendenza estrema nei confronti della divinità, ad esempio nei periodi antichi si era disposti anche a compiere sacrifici umani e perfino di bambini (creature tanto care alle divinità), come mostrano i resti archeologici sull'isola di Creta dopo lo tsunami derivato dall'eruzione vulcanica di Santorini, oppure nel medioevo quando si inventavano ogni sorta di penitenza corporale per mortificare la carne e fare cosa gradita a Dio affinché facesse terminare le carestie.


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