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IGNORED

Tetradramma di Siracusa nella prossima Nomos 16


Risposte migliori

7 ore fa, Emilio Siculo dice:

Correggetemi se sbaglio, ma non mi sembra che prima del Naxos citato e dopo non ci siano stati altri falsi importanti, anzi...

Quel che succede è che il mercato ha fretta - the show must go on - e si lascia per lo più il collezionista a sé stesso. È lui che deve essere in grado di discriminare, e se poi sbaglia in alcuni casi può esercitare il diritto alla restituzione garantito da alcuni venditori.

ES

Prima del Naxos citato ci sono stati tantissimi falsi ma erano soprattutto coinvolte trattative private.

una volta al grande collezionista Moretti fu offerto un tetra di Leontini che lui acquisto’ ritenendolo buono. Un grande mercante gli disse che qualcosa in quel tetra non andava pur essendo una bella moneta  con tutte le sue cose apparentemente a posto. Moretti si incaponi e spese per due perizie private importanti che le certificarono buona. 

Di nuovo il grande mercante non era convinto e Moretti per stravincere ( e convincerlo) spedi nientemeno che al British museum la moneta per un’analisi molto costosa ( piu del valore della moneta). Il BM stabili’ che il metallo era originale dell’epoca e quindi congruo con la coniazione. Trionfante sbandiero’ il certificato del British sotto il naso  del grande mercante che pero’ chiese di tenere la moneta per po’ di tempo per rifletterci sopra. 

Dopo qualche settimana si presento’ da Moretti e mostrandogli un particolare lo convinse che il pezzo era un falso moderno. In realtà era una riconiazione ( l’antesignano di quanto oggi avviene abbastanza frequentemente) .

L’analisi del British sul metallo era corretta purtroppo non andava al di la’ di quanto mostrava. Ci voleva tutta l’esperienza e tutta la sensibilità di un profondo conoscitore per accorgersi che cio’ che diceva il metallo e cio’ che appariva agli occhi non era che un artifizio - realizzato secoli dopo - ma ingegnosamente e subdolamente con lo stesso metallo dell’epoca originale. Avrebbe ingannato chiunque tranne chi le monete le ‘sentiva’ e aveva compreso da alcuni particolari che la moneta non comunicava le stesse sensazioni degli esemplari autentici pur apparendo tale.

“The show must go on “ lasciamolo ai mercanti avidi e ai collezionisti superficiali o frettolosi. Sulle monete e’ bene prendersi tutto il tempo che serve per studiare e approfondire . La conoscenza di cio’ che si vuole acquistare , o anche soltanto osservare, resta fondamentale. 

 

 

Modificato da numa numa
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2 ore fa, numa numa dice:

Prima del Naxos citato ci sono stati tantissimi falsi ma erano soprattutto coinvolte trattative private.

una volta al grande collezionista Moretti fu offerto un tetra di Leontini che lui acquisto’ ritenendolo buono. Un grande mercante gli disse che qualcosa in quel tetra non andava pur essendo uba bella moneta apparentemente con tutte ke sue cose a posto. Moretti si incaponi e spese per due oerizie private importanti che le certificarono buono. 

Di nuovo il grande mercante non era convinto e Moretti per stravincere ( e convincerlo) spedi nientemeno che al British museum la mineta per un’analisi

molto costosa ( piu del valore della moneta). Il BM stabili’ che il metallo era originale dell’epoca e quindi congruo con la coniazione. Trionfante sbandiero’ il certificato del British sotto il naso  del grande mercante che pero’ chiese di tenere la moneta per po’ di tempo per rifletterci sopra. 

Dopo qualche settimana si presento’ da Moretti e mostrandogli un particolare lo convinse che il pezzo era un falso moderno. In realtà era una riconiazione ( l’antesignano di quanto oggi avviene abbastanza frequentemente) . L’analisi del British sul metallo era corretta purtroppo non andava al di la’ di quanto mostrava. Ci voleva tutta l’esperienza e tutta la sensibilità di un profondo conoscitore per accorgersi che cio’ che diceva il metallo e cio’ che appariva agli occhi non era che un artifizio - realizzato secoli dopo - ma ingegnosamente e subdolamente con lo stesso dell’epoca originale. Avrebbe ingannato chiunque tranne chi le monete le ‘sentiva’ e aveva compreso da alcuni particolari che la moneta non comunicava le stesse sensazioni degli esemplari autentici pur apparendo tale.

Lo show must go on lasciamolo ai mercanti avidi e ai collezionisti superficiali o frettolosi. Sulle monete e’ bene prendersi tutto il tempo che serve per studiare e approfondire . La conoscenza di cio’ che si vuole acquistare , o anche soltanto osservare, resta fondamentale. 

 

 

Molto bello questo racconto, ma pone degli interrogativi non indifferenti: quanti pezzi non buoni ci sono in vendita e nelle nostre collezioni (dal collezionista più avveduto al più avventato) che in questo momento non sono riconosciuti tali?

Sarebbe bello "sentire" l'autenticità delle monete, ma a volte lo studio e la passione possono non essere sufficienti. Probabilmente non bastano neppure ai più esperti dei mercanti. Purtroppo le tecniche di sofisticazione delle monete sono tante e sempre più insidiose. Riconoscere un falso pacchiano credo che sia un esercizio a cui molti di noi siano in grado di rispondere positivamente, ma con altri non sempre è così semplice e l'esperienza potrebbe non bastare e neppure la capacità dei mercanti più onesti.

Allora cosa fare? E' davvero tutto finito? Dobbiamo smettere di collezionare? Sarebbe troppo drastico. 

Ci vuole sì maggiore consapevolezza da parte dei collezionisti, ma anche i mercanti devono fare la loro parte. Da loro e da parte da parte dei principali canali di vendita mi aspetto e pretendo più solerzia in modo che facciano sparire dal mercato quei pezzi che non "urlano" la loro autenticità, su cui ci sono dei dubbi da parte loro oppure su cui sono stati espressi dei dubbi da parte della comunità. Meglio una vendita in meno che un pezzo dubbio in più in giro. Questo è un primo passo per riacquistare fiducia e dare serenità al mercato e alla comunità.

Ma se continuerà a esserci ostinazione.... Non oso neppure pensare a cosa possa succedere...

 

 

 

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48 minuti fa, cippal dice:

Molto bello questo racconto, ma pone degli interrogativi non indifferenti: quanti pezzi non buoni ci sono in vendita e nelle nostre collezioni (dal collezionista più avveduto al più avventato) che in questo momento non sono riconosciuti tali?

Sarebbe bello "sentire" l'autenticità delle monete, ma a volte lo studio e la passione possono non essere sufficienti. Probabilmente non bastano neppure ai più esperti dei mercanti. Purtroppo le tecniche di sofisticazione delle monete sono tante e sempre più insidiose. Riconoscere un falso pacchiano credo che sia un esercizio a cui molti di noi siano in grado di rispondere positivamente, ma con altri non sempre è così semplice e l'esperienza potrebbe non bastare e neppure la capacità dei mercanti più onesti.

Allora cosa fare? E' davvero tutto finito? Dobbiamo smettere di collezionare? Sarebbe troppo drastico. 

Ci vuole sì maggiore consapevolezza da parte dei collezionisti, ma anche i mercanti devono fare la loro parte. Da loro e da parte da parte dei principali canali di vendita mi aspetto e pretendo più solerzia in modo che facciano sparire dal mercato quei pezzi che non "urlano" la loro autenticità, su cui ci sono dei dubbi da parte loro oppure su cui sono stati espressi dei dubbi da parte della comunità. Meglio una vendita in meno che un pezzo dubbio in più in giro. Questo è un primo passo per riacquistare fiducia e dare serenità al mercato e alla comunità.

Ma se continuerà a esserci ostinazione.... Non oso neppure pensare a cosa possa succedere...

 

 

 

Quoto quanto hai scritto.

Il rapporto che c’è tra chi compra e chi vende, oltre in alcuni casi di amicizia, è soprattutto di fiducia.... cerchiamo di dormire sonni tranquilli e poterci sempre fidare....

skuby

 

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In altra discussione ( tetradramma di Leontini Boerhinger 55 - post 23 ), leggo la definizione di " tombaroli-falsari " riferita a certi ricercatori-artigiani isolani .

Ciò essendo, chiunque  per ventura si rifornisse da tombaroli, potrebbe rischiare di diventare cliente di falsari .

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2 ore fa, VALTERI dice:

In altra discussione ( tetradramma di Leontini Boerhinger 55 - post 23 ), leggo la definizione di " tombaroli-falsari " riferita a certi ricercatori-artigiani isolani .

Ciò essendo, chiunque  per ventura si rifornisse da tombaroli, potrebbe rischiare di diventare cliente di falsari .

successo piu' e piu' volte con collezioni, pur rilevanti (per gli esemplari buoni)  "inquinate" a manetta (ne ricordo una in special modo di bronzi siciliani piena di monete tarocche..)

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27 minuti fa, numa numa dice:

successo piu' e piu' volte con collezioni, pur rilevanti (per gli esemplari buoni)  "inquinate" a manetta (ne ricordo una in special modo di bronzi siciliani piena di monete tarocche..)

Io ne ricordo più di una...

skuby

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