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Il valore e l'interesse numismatico delle monete emesse appositamente per i collezionisti


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Inviato (modificato)
3 ore fa, Mr. Coin dice:

Grazie. Riconosco tranquillamente il fatto che le monete citate non circolarono e non furono coniare per la circolazione, però la gran parte aveva un valore facciale ampiamente più realistico rispetto alle emissioni più recenti, dove il taglio è volutamente simbolico e fatto apposta per rendere del tutto implausibile impossibile la circolazione: questo non lo trovo giusto e compatibile con la definizione di moneta. Sarebbe ben diverso, secondo il mio personalissimo parere, se il valore fosse vicino a quello intrinseco, tale da rendere comunque improbabile la circolazione, ma comunque più realistico  (es. monete da 200, 500, 1000 euro). Ecco perché, ad esempio per il periodo Repubblica, trovo ben più degne di considerazione le commemorative da 500 lire in argento che avevano lo stesso modulo delle Caravelle, anche se emesse in periodi successivi, che non quelle da 100000 lire in oro, con il valore simbolico. 

P.s. E le monete da 1000 lire "Roma Capitale" come dobbiamo considerarle? Per la circolazione o no?

Scusa se mi intrometto, ma a rendere improbabile la circolazione di una moneta da 5€ non è il taglio, perché avendo corso legale può benissimo essere spesa per comprare le zucchine al mercato. A renderla non circolante è semplicemente il fatto che viene distribuita ad un prezzo che è tot volte il suo valore nominale. Poi, ripeto, dipende dagli interessi e dalla sensibilità delle persone collezionare una moneta rispetto ad un'altra, ma il principio che sta alla base delle emissioni per collezionisti è uguale sia che esse abbiano un valore facciale comune sia che lo abbiano insolito.

Aggiungo che per quanto riguarda le 1000 lire di Roma capitale c'e' una discussione (tralaltro aperta proprio da me, avevo il tuo stesso dubbio) che parla proprio di questo. E' nella sezione repubblica. A quanto pare le 1000 lire suddette sarebbero da considerarsi monete emesse per la circolazione

Modificato da laguardiaimperial

Inviato
12 ore fa, Mr. Coin dice:

Grazie. Riconosco tranquillamente il fatto che le monete citate non circolarono e non furono coniare per la circolazione, però la gran parte aveva un valore facciale ampiamente più realistico rispetto alle emissioni più recenti, dove il taglio è volutamente simbolico e fatto apposta per rendere del tutto implausibile la circolazione

Ciao.

Beh, il valore facciale della totalità degli aurei di V.E. III abbiamo visto che aveva, in realtà, un valore "virtuale"; altrimenti non si spiegherebbe come mai un fascione da 100 Lire venisse ceduto dalla zecca a 400 lire.

Voglio dire che se 100 Lire avessero realmente rappresentato grammi 29,025 d'oro fino (questo era il contenuto di metallo prezioso fino del fascione) non si comprende il motivo per quadruplicarne il prezzo di cessione fin dall'origine.

Mi pare che, come valore facciale, ci fosse davvero poco di "realistico".

Per gli scudi (anzi, a ben vedere solo per lo scudo dell'11, perché di quello del '14 non abbiamo alcuna notizia e potrebbe anche non essere mai finito alle Tesorerie), abbiamo visto che bisognava prenotarlo e pagarlo con altro scudo. Quindi argento contro argento, previa prenotazione.

Considerate anche le modalità per ottenerlo, possiamo davvero ritenere che si tratti di un nominale recante un facciale "realistico"?

Direi poi che valutare questa monetazione preziosa di V.E. III sul piano della "plausibilità" circolatoria lascia il tempo che trova.

Possono esserci certamente delle piccole differenze con l'odierna monetazione aurea per collezionisti, ma non mi sembrano così significative.

Anzi, per certi versi la monetazione aurea attuale mi sembra persino più "sobria" (sul piano venale) che non quella di V.E. III.

Oggi se vuoi acquistare un 20 euro in oro italiano, che ha le stesse caratteristiche del marengo, spendi all'origine 350 euro e cioè circa l'80% in più dell'intrinseco aureo contenuto dalla moneta, che oggi è di circa 210 euro.

Chi acquistò nel 1923 un 20 lire fascetto, che ha lo stesso contenuto di fino dell'odierno 20 euro, dovette sborsare ben 80 lire, cioè il 300% in più del controvalore (teorico) dell'intrinseco contenuto dalla moneta.

Se non altro, rispetto al controvalore in oro, (non dico rispetto al valore facciale) sono più "ragionevoli" i prezzi di emissione delle odierne monete auree che non quelli delle monete vendute dalla zecca ai tempi di V.E. III.

13 ore fa, Mr. Coin dice:

Ad esempio per il periodo Repubblica, trovo ben più degne di considerazione le commemorative da 500 lire in argento che avevano lo stesso modulo delle Caravelle, moneta realmente esistente, anche se emesse in periodi successivi, che non quelle da 100000 lire in oro, con il valore simbolico. 

P.s. E le monete da 1000 lire "Roma Capitale" come dobbiamo considerarle? Per la circolazione o no?

Le monete da 500 Lire in argento hanno circolato, seppure per pochi anni.

Poi, probabilmente intorno al 1967, cominciarono a sparire progressivamente dalla circolazione, per poi sparire del tutto ben prima del 1970.

Per le monete da 1.000 Lire "Roma Capitale" abbiamo testimonianze dirette di persone che ne ricevettero alcuni esemplari nella busta paga.

Dopodiché è molto improbabile che qualcuno di costoro le abbia poi spese e quindi le abbia immesse nella ordinaria circolazione.

Al riguardo, si può forse sostenere che abbiano avuto un "principio" di circolazione, immediatamente soffocato dalla propensione alla tesaurizzazione di chi le deteneva.

Anche qui dovremmo prima intenderci su cosa consideriamo per "circolazione".

Il passaggio di una moneta dalle Tesorerie provinciali alle Banche e agli Uffici postali ed un successivo step da questi Enti ai privati, che però subitaneamente la tesaurizzano, ci consente di parlare di moneta che ha circolato?

Sono sufficienti due soli passaggi per considerare una moneta "circolata"?

Mah.

Saluti.

M.

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Inviato

Non le ho mai viste circolare,un mio amico che lavorava al banco di Roma , non riuscì a rimediarmele.


Inviato
Il Tuesday, March 13, 2018 alle 09:00, bizerba62 dice:

Ciao.

Beh, il valore facciale della totalità degli aurei di V.E. III abbiamo visto che aveva, in realtà, un valore "virtuale"; altrimenti non si spiegherebbe come mai un fascione da 100 Lire venisse ceduto dalla zecca a 400 lire.

Voglio dire che se 100 Lire avessero realmente rappresentato grammi 29,025 d'oro fino (questo era il contenuto di metallo prezioso fino del fascione) non si comprende il motivo per quadruplicarne il prezzo di cessione fin dall'origine.

Mi pare che, come valore facciale, ci fosse davvero poco di "realistico".

Per gli scudi (anzi, a ben vedere solo per lo scudo dell'11, perché di quello del '14 non abbiamo alcuna notizia e potrebbe anche non essere mai finito alle Tesorerie), abbiamo visto che bisognava prenotarlo e pagarlo con altro scudo. Quindi argento contro argento, previa prenotazione.

Considerate anche le modalità per ottenerlo, possiamo davvero ritenere che si tratti di un nominale recante un facciale "realistico"?

Direi poi che valutare questa monetazione preziosa di V.E. III sul piano della "plausibilità" circolatoria lascia il tempo che trova.

Possono esserci certamente delle piccole differenze con l'odierna monetazione aurea per collezionisti, ma non mi sembrano così significative.

Anzi, per certi versi la monetazione aurea attuale mi sembra persino più "sobria" (sul piano venale) che non quella di V.E. III.

Oggi se vuoi acquistare un 20 euro in oro italiano, che ha le stesse caratteristiche del marengo, spendi all'origine 350 euro e cioè circa l'80% in più dell'intrinseco aureo contenuto dalla moneta, che oggi è di circa 210 euro.

Chi acquistò nel 1923 un 20 lire fascetto, che ha lo stesso contenuto di fino dell'odierno 20 euro, dovette sborsare ben 80 lire, cioè il 300% in più del controvalore (teorico) dell'intrinseco contenuto dalla moneta.

Se non altro, rispetto al controvalore in oro, (non dico rispetto al valore facciale) sono più "ragionevoli" i prezzi di emissione delle odierne monete auree che non quelli delle monete vendute dalla zecca ai tempi di V.E. III.

Le monete da 500 Lire in argento hanno circolato, seppure per pochi anni.

Poi, probabilmente intorno al 1967, cominciarono a sparire progressivamente dalla circolazione, per poi sparire del tutto ben prima del 1970.

Per le monete da 1.000 Lire "Roma Capitale" abbiamo testimonianze dirette di persone che ne ricevettero alcuni esemplari nella busta paga.

Dopodiché è molto improbabile che qualcuno di costoro le abbia poi spese e quindi le abbia immesse nella ordinaria circolazione.

Al riguardo, si può forse sostenere che abbiano avuto un "principio" di circolazione, immediatamente soffocato dalla propensione alla tesaurizzazione di chi le deteneva.

Anche qui dovremmo prima intenderci su cosa consideriamo per "circolazione".

Il passaggio di una moneta dalle Tesorerie provinciali alle Banche e agli Uffici postali ed un successivo step da questi Enti ai privati, che però subitaneamente la tesaurizzano, ci consente di parlare di moneta che ha circolato?

Sono sufficienti due soli passaggi per considerare una moneta "circolata"?

Mah.

Saluti.

M.

Beh, a me pare che gli zecchini di Umberto I, coniati senz'altro per la circolazione, abbiamo continuato ad essere utilizzati anche durante i primi anni del Regno di V.E.III, e così pure gli scudi in argento, per quanto sempre più sostituiti dalla cartamoneta che andava diffondendosi. Per cui, intorno al 1910 scudo e marengo credo si possano ritenere senz'altro realistici: le 5 lire del 1911 e 1914 erano di peso perfettamente proporzionale rispetto alle comuni monete da 1 e 2 lire in argento (e le moente da 5 e 50 lire del cinquantenario sono state comunque cedute al facciale). Certo, fra le due guerre le cose sono cambiate, non si usavano proprio più monete d'oro ed in argento i tagli usati erano le 5 e 10 lire più piccole, ma le 20 lire in argento mi pare fossero ancora proporzionali nel peso, anche se non proprio perfettamente, e non credo ci siano dubbi sulla 20 lire Littore coniata per la circolazione, anche se questa è poi stata minima, e per le 20 lire Elmetto credo si tratti, data la tiratura, di un caso analogo a quello delle 1000 lire 1970: tiratura da circolazione che, però, è avvenuta solo in modo minimale data la tesaurizzazione. E sì, credo possa bastare la cessione al valore facciale da comuni rotolini negli sportelli delle banche ed uffici postali per parlare di circolazione.

Per quanto riguarda le monete d'oro attuali, invece, è vero che il prezzo di vendita è più vicino al valore intrinseco, ma quello facciale lo è molto meno, ed è quella che considero una presa in giro, ovvero attribuire un valore facciale di 50 euro ad una moneta in oro che pesa più di 10 g. Non se ne potrebbe dare uno decisamente maggiore? Non lo capisco proprio. Su un catalogo di monete euro ho letto che tale tipo di monete (le commemorative in euro in metalli preziosi) sono da considerarsi prive di valore numismatico, in quanto non solo aventi tagli prettamente simbolici, ma anche con differenze di taglio rispetto al peso per ogni Paese membro dell'unione monetaria (ognuno conia i tagli che vuole nei pesi e metalli più disparati, anche non preziosi) e pertanto hanno corso legale solo nei Paesi emittenti. Mi sento di condividere questa posizione, che estendo alle monete da 50000 e 100000 lire in oro degli anni '90, anch'esse con valore simbolico.

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Inviato
24 minuti fa, Mr. Coin dice:

Per quanto riguarda le monete d'oro attuali, invece, è vero che il prezzo di vendita è più vicino al valore intrinseco, ma quello facciale lo è molto meno, ed è quella che considero una presa in giro, ovvero attribuire un valore facciale di 50 euro ad una moneta in oro che pesa più di 10 g. Non se ne potrebbe dare uno decisamente maggiore? Non lo capisco proprio. Su un catalogo di monete euro ho letto che tale tipo di monete (le commemorative in euro in metalli preziosi) sono da considerarsi prive di valore numismatico, in quanto non solo aventi tagli prettamente simbolici, ma anche con differenze di taglio rispetto al peso per ogni Paese membro dell'unione monetaria (ognuno conia i tagli che vuole nei pesi e metalli più disparati, anche non preziosi) e pertanto hanno corso legale solo nei Paesi emittenti. Mi sento di condividere questa posizione, che estendo alle monete da 50000 e 100000 lire in oro degli anni '90, anch'esse con valore simbolico.

Non capisco quale sia la differenza di principio se quella moneta da 10 grammi avesse come facciale 200€ piuttosto che 50€. Rimane comunque una moneta coniata per non essere spesa.

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Inviato

Anche io colleziono per la maggiore monete pensate per la circolazione.
Dico pensate, perché collezionando prevalentemente Euro, avviene che moltissime monete siano emesse unicamente in confezioni per collezionisti, ma con tagli da normale circolazione (da 1 Centesimo a 2 Euro). Sono comunque monete a tutti gli effetti, e il mercato le vede infatti come maggiormente ricercate e collezionate :)


Inviato (modificato)
Il Wednesday, March 14, 2018 alle 16:25, laguardiaimperial dice:

Non capisco quale sia la differenza di principio se quella moneta da 10 grammi avesse come facciale 200€ piuttosto che 50€. Rimane comunque una moneta coniata per non essere spesa.

Il fatto che una moneta sia emessa per collezionisti (e quindi a tiratura limitata) non significa che non abbia importanza il contatto con la realtà ovvero il fatto che ci sia corrispondenza tra valore facciale ed intrinseco. Perdonatemi, ma se attribuisco un valore facciale di un dollaro ad una moneta d'oro non sto facendo un'aberrazione? Io la vedo come una presa in giro, perché una moneta a corso legale da alcuni grammi d'oro non può valere un dollaro o dieci euro. Che senso ha? Perché adottare un valore simbolico quando questo potrebbe essere verosimile? Tanto non verrebbe spesa lo stesso, ma sarebbe realistica.

Modificato da Mr. Coin
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Inviato
Il 14/03/2018 alle 16:25, laguardiaimperial dice:

Non capisco quale sia la differenza di principio se quella moneta da 10 grammi avesse come facciale 200€ piuttosto che 50€. Rimane comunque una moneta coniata per non essere spesa.

se la moneta d'oro da 10 grammi avresse un facciale da 500 euro sarebbe ragionevolmente spedibile (se ceduta dalla zecca per 500 euro e con l'oro sotto i 50 euro al grammo)

 

22 ore fa, Mr. Coin dice:

Il fatto che una moneta sia emessa per collezionisti (e quindi a tiratura limitata) non significa che non abbia importanza il contatto con la realtà ovvero il fatto che ci sia corrispondenza tra valore facciale ed intrinseco. Perdonatemi, ma se attribuisco un valore facciale di un dollaro ad una moneta d'oro non sto facendo un'aberrazione? Io la vedo come una presa in giro, perché una moneta a corso legale da alcuni grammi d'oro non può valere un dollaro o dieci euro. Che senso ha? Perché adottare un valore simbolico quando questo potrebbe essere verosimile? Tanto non verrebbe spesa lo stesso, ma sarebbe realistica.

credo possa essere legato a 2 fattori (mia personale interpretazione, prego correggermi o ragguagliarmi se aveste info):

-ogni Paese ha una quota di monete commemorative coniabili indipendentemente, e quindi meglio fare 10.000 monete da 10 euro che 1000 monete da 100 euro ;)

https://www.bancaditalia.it/compiti/emissione-euro/monete/index.html (paragrafo: monete da collezione)

- (qui siamo nella fantapolitica-paranoica-criminal-noir) per consentire un "corridoio sicuro" a spostamenti di denaro illeciti: una oncia d'argento Philarmonica costa 18/20 euro ed ha un facciale di 1,5 euro, quando fermano in dogana e chiedono se si ha valuta si può legalmente rispondere "si, un euro e mezzo" ma in verità sono 18/20 euro...


Inviato (modificato)
Il 20/3/2018 alle 13:03, Mr. Coin dice:

Il fatto che una moneta sia emessa per collezionisti (e quindi a tiratura limitata) non significa che non abbia importanza il contatto con la realtà ovvero il fatto che ci sia corrispondenza tra valore facciale ed intrinseco. Perdonatemi, ma se attribuisco un valore facciale di un dollaro ad una moneta d'oro non sto facendo un'aberrazione? Io la vedo come una presa in giro, perché una moneta a corso legale da alcuni grammi d'oro non può valere un dollaro o dieci euro. Che senso ha? Perché adottare un valore simbolico quando questo potrebbe essere verosimile? Tanto non verrebbe spesa lo stesso, ma sarebbe realistica.

Capisco cosa intendi ma nel caso dell'Euro è meglio evitarlo. Se si facesse così rischieremmo di trovarci con troppo materiale "da collezione" valido solo nello stato di emissione effettivamente circolante... dopo che abbiamo penato quarant'anni per mettere in piedi un'unione monetaria. Il che in particolare nei centri abitati vicini ai confini con gli altri stati (il miglior esempio è senza dubbio Gorizia) sarebbe una bella rottura.

Modificato da ART

Inviato
46 minuti fa, ART dice:

Capisco cosa intendi ma nel caso dell'Euro è meglio evitarlo. Se si facesse così rischieremmo di trovarci con troppo materiale "da collezione" valido solo nello stato di emissione effettivamente circolante... dopo che abbiamo penato quarant'anni per mettere in piedi un'unione monetaria. Il che in particolare nei centri abitati vicini ai confini con gli altri stati (il miglior esempio è senza dubbio Gorizia) sarebbe una bella rottura.

Perdonami, potresti spiegarti meglio? Non ho compreso.


Inviato (modificato)

Mi spiegherò meglio prendendo ad esempio quanto detto prima da laguardiaimperial:

Il 12/3/2018 alle 19:32, laguardiaimperial dice:

Scusa se mi intrometto, ma a rendere improbabile la circolazione di una moneta da 5€ non è il taglio, perché avendo corso legale può benissimo essere spesa per comprare le zucchine al mercato. A renderla non circolante è semplicemente il fatto che viene distribuita ad un prezzo che è tot volte il suo valore nominale.

C'è un certo rischio che monete da collezione (fin'ora sempre prodotte con entrambe le facce non standardizzate e validità limitata allo stato di emissione) in metalli preziosi il cui valore nominale coincide con quello fisico vengano effettivamente usate, per comprare zucchine o altro: per i motivi che ho già spiegato sarebbe proprio da evitare. Già i tentativi di circolazione fatti con le monete da 5 € d'argento in Francia o i 3 € sloveni, giusto per citare due casi eclatanti, sono bastati e avanzati.

 

 

Modificato da ART

Inviato

Ma, guarda, questo fatto delle monete da collezione a corso legale ma solo nello Stato di emissione mi pare una vera e propria aberrazione, in contrasto con il principio della moneta comune. 

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Inviato
Il 21/3/2018 alle 20:05, ART dice:

Mi spiegherò meglio prendendo ad esempio quanto detto prima da laguardiaimperial:

C'è un certo rischio che monete da collezione (fin'ora sempre prodotte con entrambe le facce non standardizzate e validità limitata allo stato di emissione) in metalli preziosi il cui valore nominale coincide con quello fisico vengano effettivamente usate, per comprare zucchine o altro: per i motivi che ho già spiegato sarebbe proprio da evitare. Già i tentativi di circolazione fatti con le monete da 5 € d'argento in Francia o i 3 € sloveni, giusto per citare due casi eclatanti, sono bastati e avanzati.

 

 

si ma se succedesse, ovvero qualcuno usa i 5€ d'argento dandoli come resto al posto - equivalente - di un 5€ di carta, ebbene cosa succederebbe ? Nulla penso se non qualche grido di dolore quando si fosse reso contro di quanto fatto. Ma certamente non ha infranto alcuna legge né regola...mi pare


Inviato

Non si parla di leggi e regole ma solo di buon senso.


Inviato (modificato)
14 ore fa, ART dice:

Non si parla di leggi e regole ma solo di buon senso.

Ma quale buon senso, quello di non mettere in difficoltà le persone che non conoscono quella monetazione? Gli esempi citati riguardano monete coniate in tirature da circolazione.

Modificato da Mr. Coin

Inviato (modificato)

Salve. Anch'io mi chiedo da tempo che significato dare a certi oggetti che oggi vengono chiamati monete. Stando alla numismatica come disciplina, io definirei come moneta un oggetto metallico lavorato che funga da denaro (o che abbia funto da denaro!), che sia pratico per quanto riguarda trasporto e tesaurizzazione, che rispetti i concetti di emissione e sigillo (come garanzia di qualità e regolamentazione condivisa...i greci chiamavano le monete "nòmisma", perché valide secondo leggi riconosciute e condivise dai singoli e dai popoli). Quindi mi viene difficile chiamare "moneta" un 10€ in argento che ne vale magari 85, è qualcosa che può fungere sì da merce, ma solo in campo collezionistico, non economico in senso stretto. Non mi sembra tanto un veicolo di scambio, ma quasi una merce in se stessa. È importante il fine con cui viene prodotta e da questo poi vedere se rispetta le caratteristiche della monetazione. Altrimenti è una medaglia. Certamente di interesse numismatico, ma non è una moneta, anche se la si vuol far sembrare tale!

Un esempio stupido: se fosse d'oro, potrebbero anche scriverci sopra "-50€" , "Brambilla il Matto" o "findus", ma chiunque conoscesse il prezzo-valore dell'oro la accetterebbe come merce-tesoro o anche per il valore della rappresentazione artistica e forse poi storica.

Sento come una certa differenza tra il collezionismo di monete non più in corso e il collezionismo di monete in corso; ma soprattutto tra qualcosa che ha circolato in qualità di denaro e qualcosa che viene prodotta e battuta solo per essere collezionata come cimelio artistico e rappresentativo. In questo caso la chiamo medaglia, anche se me la fanno sembrare una moneta. Se chiamo "vanga" un "rastrello", quello rimane un rastrello.

Come in ogni campo, anche nello studio delle monete (e nel collezionismo che logicamente ne deriva) ci sono casi di esagerazione che tendono al vero e proprio feticismo. O mania.

Modificato da Lugalbanda

Inviato
34 minuti fa, Lugalbanda dice:

Come in ogni campo, anche nello studio delle monete (e nel collezionismo che logicamente ne deriva) ci sono casi di esagerazione che tendono al vero e proprio feticismo. O mania.

Non mi è molto chiara l'attinenza tra quest'ultimo tuo pensiero e il resto del tuo ragionamento


Inviato (modificato)
5 ore fa, Mr. Coin dice:

Ma quale buon senso, quello di non mettere in difficoltà le persone che non conoscono quella monetazione? Gli esempi citati riguardano monete coniate in tirature da circolazione.

Intendo sia quello puramente tecnico di non mettere in difficoltà chi non si occupa di numismatica sia quello di non istigare un'inopportuna circolazione di monete valide in un singolo stato quando facciamo parte di un'unione monetaria, cosa che definisco anch'io aberrante. Se proprio vogliamo far circolare tagli/modelli/materiali diversi da quelli ordinari, cosa che nel principio non mi trova affatto contrario, dico solo di farlo con criterio: una faccia comune e validità in tutta l'eurozona.

 

39 minuti fa, Lugalbanda dice:

Sento come una certa differenza tra il collezionismo di monete non più in corso e il collezionismo di monete in corso; ma soprattutto tra qualcosa che ha circolato in qualità di denaro e qualcosa che viene prodotta e battuta solo per essere collezionata come cimelio artistico e rappresentativo. In questo caso la chiamo medaglia, anche se me la fanno sembrare una moneta. Se chiamo "vanga" un "rastrello", quello rimane un rastrello.

E' un argomento molto dibattuto. Io appartengo alla categoria di chi tendenzialmente considera monete "vere" solo quelle emesse apposta per circolare e non quelle emesse solo per essere collezionate, infatti raccolgo solo le prime. Tutto ciò a prescindere dalla considerazione innegabilmente vera che anche la seconda categoria è definibile moneta, in quanto lo stato gli attribuisce quella funzione a prescindere dal prezzo a cui vengono vendute al pubblico. Invece non mi pongo problemi per la questione in corso - non più in corso, sempre col distinguo dell'emissione funzionale alla circolazione.

Modificato da ART

Inviato (modificato)
55 minuti fa, laguardiaimperial dice:

Non mi è molto chiara l'attinenza tra quest'ultimo tuo pensiero e il resto del tuo ragionamento

Conosco un bel numero di persone che colleziona tanto per passare il tempo, senza passione per la conoscenza, ma solo per "feticismo", ossia un attaccamento all'oggetto per ragioni diverse dall'apprendere o dal goderne artisticamente ("Guarda qua cos'ho! Ne hanno fatte solo 100!) e che godono solo di possederla perché è rara fine a se stessa. Certe monete (che io personalissimamente non voglio chiamare così, ma va ben..) che mai circoleranno come denaro sono ambite solo per che sono delle chicche di rarità, una rarità creata appositamente e unicamente per il collezionista.

Quindi condivido quello che scrive ART quando fa notare che ha davvero poco senso dare valori nominali a casaccio e magari regolamentarne il corso (visto che la chiamano Euro).

Modificato da Lugalbanda

Inviato
13 minuti fa, Lugalbanda dice:

Conosco un bel numero di persone che colleziona tanto per passare il tempo, senza passione per la conoscenza, ma solo per "feticismo", ossia un attaccamento all'oggetto per ragioni diverse dall'apprendere o dal goderne artisticamente ("Guarda qua cos'ho! Ne hanno fatte solo 100!) e che godono solo di possederla perché è rara fine a se stessa. Certe monete (che io personalissimamente non voglio chiamare così, ma va ben..) che mai circoleranno come denaro sono ambite solo per che sono delle chicche di rarità, una rarità creata appositamente e unicamente per il collezionista.

Quindi condivido quello che scrive ART quando fa notare che ha davvero poco senso dare valori nominali a casaccio e magari regolamentarne il corso (visto che la chiamano Euro).

Ti do ragione, ma il collezionare per il gusto della rarità fine a se stessa credo sia un atteggiamento che non concerne solo le monete per collezionisti, ma tutte le monete.


Inviato
14 ore fa, Lugalbanda dice:

Quindi mi viene difficile chiamare "moneta" un 10€ in argento che ne vale magari 85, è qualcosa che può fungere sì da merce, ma solo in campo collezionistico, non economico in senso stretto. Non mi sembra tanto un veicolo di scambio, ma quasi una merce in se stessa. È importante il fine con cui viene prodotta e da questo poi vedere se rispetta le caratteristiche della monetazione. Altrimenti è una medaglia. Certamente di interesse numismatico, ma non è una moneta, anche se la si vuol far sembrare tale!

 

Buongiorno,

se fossero chiamate medaglie, non riuscirebbero a raggiungere lo scopo per cui sono state emesse, attirare più collezionisti possibile.

Ricordiamoci che sono solo un modo per rimpolpare le casse, se c'è domanda il giochino funziona, se non c'è domanda il prezzo crolla.

Io colleziono medaglie Papali, artisticamente favolose, ricche di storia, coniate in pochissimi pezzi se paragonate alle monete, ma sono meno molto ambite delle Monete e quindi meno richieste.

Se sulle medaglie Papali ci fosse scritto "5 scudi" andrebbero a ruba e questo è uno dei motivi per cui preferiscono far passare queste "emissioni speciali" per monete.

Cordiali Saluti 

Silver

 

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