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Buongiorno a tutti,

dato che nell'ultimo periodo mi sto interessando parecchio alla monetazione partica ed in particolare ai bronzi, desidero condividere con voi il mio ultimo acquisto. Si tratta di un dichalkous attribuito a Vologase IV, l'imperatore dei parti antagonista di Lucio Vero ed Avidio Cassio durante la guerra che l'impero romano condusse ad oriente tra il 161 ed il 166.

La moneta in oggetto ha un peso di 4,35g ed un diametro di 16mm (escludendo il codolo). Considerando il codolo la lunghezza è di 20mm.

Classificazione : Sellwood 84.144-153

Zecca: Seleucia

Tutte le monete appartenenti a questa serie hanno la particolarità di mostrare codoli di fusione (due) molto evidenti, caratteristica che al contrario non è invece per le monete partiche. Se non sbaglio questa caratteristica deriva dal tipo di tondello e la moneta dovrebbe essere comunque coniata.

Al diritto compare il busto dell'imperatore a sinistra con una lunga barba. Indossa un diadema ed una tiara decorata con crestine ed un corno è visibile sul lato della stessa. Dalla tiara scende un paraorecchie. Non è presente né la verruca né l'orecchino e non si capisce se è presente una collana (torque) attorno al collo. Le monete di questa serie spesso (ma non sempre riportano) davanti al busto la data secondo l'era seleucide: la moneta in oggetto sembrerebbe non riportarla. Il bordo è perlinato

Al rovescio viene invece raffigurato il busto di una divinità turrita (Tyche?) rivolto a destra. Di fronte la lettera A di cui ignoro il significato (segno di zecca?).

Cosa ne pensate della moneta in oggetto? Avete magari qualche chiarimento da dare relativamente alle sue caratteristiche ed attribuzione?

Se qualche amico studiasse questo tipo di monetazione (generalmente non molto gettonata) mi faccia sapere, per favore.

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Modificato da Ross14
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Per inquadrare meglio la moneta vi posto alcune immagini di monete della stessa serie, alcune datate altre no, recuperate sul web.

La prima è recuperata da coinproject  http://www.coinproject.com/coin_detail.php?coin=233435

Questa moneta, a differenza della mia, è datata: 475 ΕΟΥ (basandosi sull'era selucide risulta 163-164 d.c)

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Modificato da Ross14

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Ciao @Ross14, complimenti per la bellissima moneta. Purtroppo i miei interessi persiani si limitano all'Impero Achemenide, quindi non saprei aggiungere altro alle tue informazioni :( Vediamo se c'è qualche altro appassionato qui su Lamoneta ;)

Una nota a margine: secondo me una collezione del tipo "Roma e i suoi nemici" potrebbe dare molte soddisfazioni.

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14 minuti fa, Matteo91 dice:

Ciao @Ross14, complimenti per la bellissima moneta. Purtroppo i miei interessi persiani si limitano all'Impero Achemenide, quindi non saprei aggiungere altro alle tue informazioni :( Vediamo se c'è qualche altro appassionato qui su Lamoneta ;)

Una nota a margine: secondo me una collezione del tipo "Roma e i suoi nemici" potrebbe dare molte soddisfazioni.

Ciao Matteo 91 e grazie del commento. Ho cominciato da poco ad interessarmi di monetazione partica e sto cercando di studiare per capire sia la monetazione stessa che la storia dei Parti che rimane ancora abbastanza misteriosa. Riguardo alla tua nota, io stesso ho conosciuto i Parti quali nemici di Roma ed in effetti ciò che si conosce di loro riguarda per la maggior parte i rapporti con l'impero romano.

Parliamo comunque di una monetazione affascinante: soprattutto i bronzi hanno una grande varietà di rappresentazioni mentre gli argenti denotano una certa monotonia.

Sono però stranamente i bronzi ad essere "snobbati" sia dagli studi che dal mercato collezionistico e c'è quindi tanto ancora da comprendere.

Mi piacerebbe quindi potermi confrontare con qualcuno che conosca questa monetazione. Vorrei capire la logica adottata per le classificazioni e da quali basi Sellwood e gli altri studiosi hanno dedotto le attribuzioni oggi adottate.


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In effetti do completamente ragione a Ross14 che indica le monete partiche bronzee ben più interessanti di quelle d'argento, piuttosto ripetitive.

Posto un esempio di Vologases IV d'argento ed uno bronzeo, augurandomi che la discussione possa espandersi anche sulla dinastia partica .

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Modificato da roth37
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Grazie @roth37 per le monete postate.

Come si può notare in questo periodo (siamo nella seconda metà del II secolo d.C) lo stile dei ritratti delle monete partiche (sia bronzi ma soprattutto argenti) era diventato molto più semplicistico e meno curato rispetto a quello adottato nei secoli precedenti. I ritratti più raffinati, improntati al modus ellenistico di ispirazione seleucide, sono stati quelli di Mitridate II che regnò dal 123 all'88 a.C e, da quel momento in poi, con il succedersi dei sovrani, i tipi assunsero dei tratti sempre più elementari o, come diremmo noi moderni, "naif".

Questa è tuttavia un'analisi condotta secondo una visione meramente classicista e ciò non vuol dire che le monete del tardo impero partico siano meno interessanti rispetto a quelle del primo periodo. Anzi, mentre queste ultime costituiscono una sorta di riedizione dei canoni ellenistici, le monete delle ultime fase presentano dei tratti stilistici maggiormente originali, più orientali e probabilmente peculiari dell'area di origine dei Parti che originariamente provenivano dalla zona a sud-est del mar Caspio.

 

Modificato da Ross14

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Vologase IV viene citato come antagonista romano nella campagna romana di Lucio Vero principalmente due fonti scritte:

  • Historia Augusta (Marco Aurelio 8, VI "fuit eo tempore etiam Parthicum bellum, quod Vologaesus paratum sub Pio Marci et Veri tempore indixit, fugato Attidio Corneliano, qui Syriam tunc administrabat")
  • Cassio Dione (LXXI, 2) "Vologese iniziò una nuova guerra, e dopo aver circondato da ogni partela legione romana sotto il comando di Severiano dislocata ad Elegia, una località dell'Armenia, l'assalì da tutte le parti e a colpi di frecce sterminò anche gli ufficiali, avanzando con grandi forze e minacciosamente contro le città della Siria...."

Le fonti non citano mai il numero "IV" accanto al nome di Vologese. Anzi, la numerazione è stata dibattuta dagli storici: oggi si ritiene che sia "IV" mentre precedentemente si pensava fosse "III".

La campagna partica di Lucio Vero (la quarta dopo quella di Crasso con la sconfitta di Carre, quella di Nerone/Corbulone e quella ambiziosa di Traiano) fu quindi una reazione ad un attacco dei Parti con il consueto scopo del predominio sull'Armenia (161). Riassumendo in modo ultra sintetico, la campagna militare romana ebbe successo e si può distinguere una prima fase rivolta verso l'Armenia (162-164) ed una seconda indirizzata direttamente verso l'impero partico (164-166). Ricordiamo che nel 165 la capitale dell'impero partico Ctesifonte (seguita poi da Seleucia) venne presa e data alle fiamme dall'esercito di quell'Avidio Cassio che nel 175 diede luogo ad un tentativo di usurpazione nei confronti di Marco Aurelio.

Tuttavia la conclusione della campagna partica, nonostante il successo militare, ebbe conseguenze funeste: l'esercito contrasse una grave pestilenza, la cosiddetta peste antonina, che poi si propagò all'intero impero con conseguenze drammatiche sia a livello demografico che economico. Nonostante manchino stime esatte sull'accaduto numerosi studiosi hanno ritenuto questa pestilenza una delle cause principali dell'inizio del declino dell'impero e del passaggio dall'età dell'oro a quella della ruggine. 

Modificato da Ross14
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