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Inviato (modificato)

Buongiorno a tutti,
facendo ricerche sui tornesi in circolazione in Piemonte a cavallo tra XIII e XIV secolo e sui loro cambi in denari astesi, mi sono imbattuto in un documento in cui si citano "denarii viennensium esperonatorum" e "grossum esperonatum". Negli anni Settanta del XIII secolo la principale moneta di conto nel Torinese era costituita dal denaro viennese, proveniente cioè dalla zecca dei Vescovi di Vienne (Rosada 1990, pp. 309 e seg.) e lo stesso vale per Savigliano, Rivoli, e altre aree adiacenti. Non mi era mai capitato di trovare l'aggettivo "esperonatum" associato a tali monete. QUalcuno ne conosce il significato e se fa riferimento ad una particolare tipologia / emissione?
I documenti in questione sono tratti dal volume: Le Udienze dei Conti e duchi di Savoia nella Valle d'Aosta (1337-1351) a cura di Augusta Lange. Editions A. & J. Picard, Torino, di cui allego di seguito le pagg. 109-110. Sono voci estratte dal conto della gestione di Pietro di Montgellas ballivo di Aosta e castellano di Chatel Argent, dal 1 aprile 1337 al 24 giugno 1338. A metà della seconda pagina i cambi incriminati:
...viginti denarii viennensium esperonatorum valent unum grossum esperonatum.
...viginti sex denarii astensium valent unum grossum turonensem.
...viginti sex denarii viennensium valent unum grossum turonensem.

Da notare, tra l'altro, a parità di tornese il medesimo cambio a 26 denari astesi e viennesi.

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@monbalda @teofrasto @adamaney @dabbene @eligio

Modificato da Luca_AT

Inviato

 si riferisce al grosso viennese di Giacomo d'Acaia (1334-1367) con sperone ?

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Inviato

Dai .... qui ci vuole qualcuno che si sieda ad un banco di cambio, con un mucchio di denari viennesi davanti, speronati, escucellati, cursibili, viennesi con la E, lionesi, d'Aosta, del conte e del principe, tipi vecchi e nuovi, forti e deboli (ne avrò certo dimenticato qualcuno) ... e ne faccia tanti mucchietti in base al cambio reciproco. Io diventerei matto :D.

 

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Inviato (modificato)

Siamo nell'epoca di Aimone

Potrebbe trattarsi del grosso bianco Dozzeno con gli speroni che affiancano la A    

https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AIMO/8

Modificato da savoiardo
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Supporter
Inviato

I viennesi speronati potrebbero equivalere ai viennesi di Edoardo

https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EDV/4


  • 5 anni dopo...
Inviato (modificato)

Mi rendo conto di essere assolutamente fuori tempo... ma sono nel forum da un tempo relativamente breve e questa discussione non l’avevo ancora vista... e soprattutto, mi interessa parecchio il rapporto tra “fonti scritte” e “fonti materiali”, come ha scritto qualcuno...

Dal “Monete dei Reali di Savoia” di Domenico Casimiro Promis, volume I...

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Modificato da Ulpianensis

Inviato (modificato)

...siamo al capitolo “Delle monete coniate e di conto”, e a quanto pare gli “aquilati”, poi “speronati”, e gli “escucellati” erano i due tipi di denari “a tipo viennese” battuti nei territori sabaudi, distinti per le immagini impresse (uno scudetto gli “escucellati”, un’aquila bicefala gli “aquilati” ed una stella “a foggia di stelletta di sperone” gli “speronati“), di valore diverso (se ho capito bene, per diverso contenuto di intrinseco...) e con cambio tra loro (se ho ben inteso le parole del Promis, a me non così chiare) di 5 escucellati per 4 aquilati o (poi) 4 speronati...

...dal 1359 in poi, la distinzione non venne più fatta ma vennero chiamati indistintamente “viennesi” (forse per una modifica nell’iconografia? forse per una “omogeneizzazione” nel contenuto di fino? e perché mai dovevano essere battuti “forti” e “viennesi” a due diverse “bontà di fino”? c’entravano forse le diversità tra zecche sabaude “al di qua ed al di là dei monti”?)

Modificato da Ulpianensis

Inviato
Il 21/12/2017 alle 15:54, Luca_AT dice:

Negli anni Settanta del XIII secolo la principale moneta di conto nel Torinese era costituita dal denaro viennese, proveniente cioè dalla zecca dei Vescovi di Vienne (Rosada 1990, pp. 309 e seg.) e lo stesso vale per Savigliano, Rivoli, e altre aree adiacenti.

Una domanda per @Luca_AT... sto cercando di ricostruire il circolante nel Piemonte nord-occidentale tra XI ed inizio del XIV secolo, e mi sono imbattuto in documenti che riportano la diffusione dei cosiddetti denari “pittavini”, originari del Poitou, nel Piemonte nord-occidentale tra XI e XII secolo... con però assenza di ritrovamenti di questa specie monetaria (stando agli ultimi aggiornamenti del progetto ... di Luca Gianazza) e con il sacrosanto dubbio sul perché dovessero circolare così diffusamente monete dal Poitou e non invece monete più “vicine”, come quelle del Viennois (forse perché ancora non abbondanti/diffuse in quel periodo...?): leggendo quel riferimento bibliografico che non conosco (Rosada 1990), per caso parla della diffusione/circolazione del denaro viennese e, se sì, la circoscrive anche dal punto di vista cronologico?


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