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Manca solo il cosiddetto Ponte Milvio di Costantino di cui aggiungo un paio di foto. Qui direi che ci sono pochi dubbi sul fatto che sia effettivamente un ponte:

 

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Modificato da cliff
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Inviato

Mi sembra impensabile che i romani al tempo di Traiano possano aver costruito un ponte in pietra con struttura a volta e a una sola campata che attraversava l'intero Danubio in quel punto largo 1.135 metri. Credo peraltro sia un impresa ardua anche oggi dovendolo realizzare solo utilizzando pietra.

A questo punto ne dedurrei che il ponte rappresentato sulla moneta non rappresenta il ponte realmente realizzato sul Danubio in località Drobeta-Turnu Severin in Romania.

Affascinante l'ipotesi l'arco trionfale sia riconducibile all'arco costruito ad Ancona da Traiano in occasione dell'ampliamento del porto. Aggiungo a maggior supporto di questa tesi che le statue che appaiono chiaramente visibili sulla moneta e sopra l'arco gradinato si riconducono alle statue in bronzo dorato originariamente presenti nell'attico dell'arco di Ancona.  

Tratto da Wikipedia " Secondo la lunga e costante tradizione, nel lato verso terra, sull'attico, erano poste altre tre statue in bronzo dorato: al centro la statua equestre di Traiano, alla destra quella di Plotina, sua moglie, e alla sinistra quella di Ulpia Marciana, sua sorella. La presenza di queste statue sull'attico è suffragata anche dall'esame dei fori sul ripiano superiore dell'arco. Le ipotesi più recenti confermano questa tradizione[5], ma la statua di Traiano non sarebbe stata equestre, ma stante.

Originariamente dunque l'arco aveva sull'attico sei statue in bronzo, forse dorato: tre statue di divinità, verso il mare, e le tre statue dell'imperatore, di sua moglie e di sua sorella, verso terra"

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Inviato
1 ora fa, FrancoMari dice:

Mi sembra impensabile che i romani al tempo di Traiano possano aver costruito un ponte in pietra con struttura a volta e a una sola campata che attraversava l'intero Danubio in quel punto largo 1.135 metri. Credo peraltro sia un impresa ardua anche oggi dovendolo realizzare solo utilizzando pietra.

A questo punto ne dedurrei che il ponte rappresentato sulla moneta non rappresenta il ponte realmente realizzato sul Danubio in località Drobeta-Turnu Severin in Romania.

Affascinante l'ipotesi l'arco trionfale sia riconducibile all'arco costruito ad Ancona da Traiano in occasione dell'ampliamento del porto. Aggiungo a maggior supporto di questa tesi che le statue che appaiono chiaramente visibili sulla moneta e sopra l'arco gradinato si riconducono alle statue in bronzo dorato originariamente presenti nell'attico dell'arco di Ancona.  

Tratto da Wikipedia " Secondo la lunga e costante tradizione, nel lato verso terra, sull'attico, erano poste altre tre statue in bronzo dorato: al centro la statua equestre di Traiano, alla destra quella di Plotina, sua moglie, e alla sinistra quella di Ulpia Marciana, sua sorella. La presenza di queste statue sull'attico è suffragata anche dall'esame dei fori sul ripiano superiore dell'arco. Le ipotesi più recenti confermano questa tradizione[5], ma la statua di Traiano non sarebbe stata equestre, ma stante.

Originariamente dunque l'arco aveva sull'attico sei statue in bronzo, forse dorato: tre statue di divinità, verso il mare, e le tre statue dell'imperatore, di sua moglie e di sua sorella, verso terra"

Grazie per aver condiviso con me l' ipotesi che il Ponte sul Sesterzio possa rappresentare una costruzione del Porto di Ancona , rimanendo comunque nel campo delle teorie , essendo impossibile oggi risolvere il problema .

Per quanto riguarda invece il Ponte di Drobeta sul Danubio , questo non era ovviamente ad una sola campata data la larghezza del fiume in quel punto di oltre 1000 metri , ma composto da ben 12 o 13 campate , non ricordo bene ; quindi l' iconografia della moneta , se riconducibile a questo Ponte , e' idealizzata ad una sola campata mettendo bene in evidenza i due archi di accesso .

Ti allego un passaggio di Cassio Dione : « ....... ci sono altre opere per le quali (Traiano) si distinse, ma questa le sorpassò tutte. Il ponte poggia su 20 pilastri in pietra quadrangolare di 150 piedi di altezza escluse le fondamente e di 60 di larghezza. Questi (piloni) sono distanti 170 piedi l'uno dall'altro e sono collegati da archi. »

In foto una ricostruzione ipotetica del mastodontico Ponte , rimasto per secoli il piu' lungo al mondo .

Ponte di Drobeta.jpg


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Complimenti per questa discussione!

Questa emissione mi ha sempre affascinato. Vi riporto una nota degli estensori dei cataloghi CNG i quali si concentrano sull'altra possibile attribuzione al Pons Sublicius sostenuta da Hill rigettandola, mentre non menzionano affatto la possibilità del porto.

Personalmente concordo con le loro conclusioni. Le rappresentazioni dei monumenti sulle monete spesso non sono accurate sotto il profilo archiettonico sia per le dimensioni del tondello sia per la volontà di evidenziare alcuni dettagli.

 

The bridge on the reverse of this coin has been generally thought to be that constructed across the Danube by Trajan’s architect, Apollodorus of Damascus, in AD 104. There is good circumstantial evidence for this. The date range for this coin’s issue is closely contemporary with the date of the bridge’s construction, and would fit in well programmatically with those war-related issues of the same time frame. The statuary displayed along the roof line of the attic of the arches situated at either end of the structure – one of which is clearly a trophy – suggests that these arches are triumphal in nature and that the bridge should be associated with some war-related construction. There is no literary or epigraphic evidence describing the construction or restoration of another bridge during Trajan’s reign. The only plausible structure is the bridge across the Danube.

Based on the tenuous assumption that all architectural types on Roman sestertii must depict structures located within the civic boundaries of Rome, Philip V. Hill (The Monuments of Ancient Rome as Coin Types [London, 1989], pp. 105-6) posited a possible alternative attribution, that the bridge may be the ancient wooden Pons Sublicius. Built by Ancus Marcius, the fourth king of Rome, it was the first bridge to span the Tiber, connecting the city environs with the region of Janiculum. It was also the site of the heroic defensive stand of Horatius Cocles against the invading Etruscan army of Lars Porsena around 506/5 BC. Hill based his attribution largely on the dissimilarity in the depiction of the coin’s bridge with that of the bridge on the Column of Trajan, a fact which, Hill states, “alone is sufficient to cast doubt upon it.” Such a dissimilarity, however, can be reasonably explained by the fact that the construction of Trajan’s Column and its decoration was not completed until AD 113 – long after this coin was issued – and, since Apollodorus of Damascus was the architect of both Trajan’s Forum (including the Column) and the bridge across the Danube, the more-accurate rendition of the bridge on the Column would have been the result of the architect’s own input.

Strack (Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts. Teil 2: Die Reichsprägung zur Zeit des Traian [Stuttgart, 1931], p. 129) argued for the Danube bridge: it was not meant to be an exact representation of the actual structure, but it was contrived so as to provide an overall general impression of the structure, or to emphasize specific prominent features. Strack noted that Trajan’s sestertius issue with the Circus Maximus on the reverse was oriented in such a way as to emphasize those features of the complex which the emperor had restored, rather than to provide a strict representation of the Circus itself. Mattingly, who, prior to the publication of Strack’s findings, initially entertained the possibility that the bridge depicted was the Pons Sublicius (RIC II, p. 239), completely reversed his view a decade later when, now armed with Strack’s evidence, he stated categorically (BMCRE p. ci) that the bridge “can hardly be anything but the great bridge over the Danube near Dobretae.”

Hill’s evidence for maintaining Mattingly’s abandoned theory that the bridge might be the Pons Sublicius is tenuous at best. First, he chose to ignore Strack’s argument regarding the attribution to the Danube bridge, even though Mattingly does note it in his own discussion in BMCRE – something of which Hill should have been aware, especially since he does point out Mattingly’s change of opinion. Hill suggests his awareness of Strack’s views about the orientation of the Circus Maximus on Trajan's coins concludes that it was done “undoubtedly to show its monuments more clearly,” and that such a practice was not that unusual in other media, as well. If the engraver of the Circus Maximus was allowed to exercise a certain amount of artistic license in his depiction, then why couldn’t the engraver of the bridge do the same?

To support his own attribution of the bridge as the Pons Sublicius, Hill also cites a portion of his correspondence with Lino Rossi, an important scholar of Trajan’s Column. In an article in the 1968 issue of Antiquaries Journal (p. 42), Rossi fancifully mused that while the coin was struck in celebration of the building of the Danube bridge, the depiction was “probably reminiscent of the famous Pons Sublicius, thus linking the work of Trajan with ancient tradition.” Ironically, though, Rossi (like Strack) discounted the argument of the dissimilarity of the bridge on the coin to the depiction of the bridge on the Column, noting a mosaic at Ostia that represented the twenty-spanned bridge across the Rhône at Arelate, depicted with only one span. Hill also undercuts his own argument by noting that even the depiction of the bridge on the Column is not exact in its proportions, but is a "simplified representation" (p. 106). In light of the contradictory evidence, Hill’s main arguments, that the bridge on the coin is not an exact representation of the Danube bridge and does not resemble the depiction on Trajan's Column, collapse.

Historical evidence also contradicts the suggestion that the bridge is the Pons Sublicius. Being a wooden bridge built on wooden pilings, the Pons Sublicius was frequently damaged or swept away when the Tiber flooded. As noted by Hill (pp. 105-6), the bridge was always rebuilt by the Romans as a matter of religious practice (cf. Pliny the Elder, NH 36.23.100). Considering the bridge’s ancient origin, built during Rome’s initial civic expansion beyond its original seven hills, as well as the religious requirements regarding its reconstruction or rebuilding, it would seem highly unlikely that triumphal arches with war-related statuary would have ever been included. Likewise, the frequent nature of this religiously significant rebuilding, especially with its association with the heroism of Horatius Cocles, would certainly have been commemorated by other emperors, as such an event would have provided the emperor an opportunity to promote his pietas. Only two other issues in the Imperial series are known to depict a bridge. One, a sestertius of Septimius Severus dated to AD 208, depicts a bridge of a style similar to that on Trajan’s, but with highly decorated, triple-bayed triumphal arches on either end. It must not have been a restoration or rebuilding of the Pons Sublicius, and Hill does not attempt to link it to that bridge, instead associating it with the Milvian Bridge. The other issue depicting a bridge was struck in Constantinople on the dedication of that city in AD 330. Although there is no legend on the reverse, the obverse type of Roma suggests the bridge depicted was the Milvian Bridge, an appropriate type in a Constantinian commemorative issue. That no other imperial issue, in any denomination, is known to commemorate the restoration of the Pons Sublicius, something one would expect considering its susceptibility to frequent damage, one must conclude that Hill’s argument should be rejected, and that the bridge is none other than that constructed across the Danube.

Modificato da quattrino

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In questo esemplare ex Triton XX, Lot: 721, si nota quello che a me sembra un tentativo di prospettiva: a sinistra sembra mostrare il ponte "da sotto". Inoltre sono rappresentati dei piccoli "denti" sotto il ponte che potrebbero rappresentare i numerosi pilastri del ponte reale. 

10400721.jpg

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58 minuti fa, quattrino dice:

Complimenti per questa discussione!

Questa emissione mi ha sempre affascinato. Vi riporto una nota degli estensori dei cataloghi CNG i quali si concentrano sull'altra possibile attribuzione al Pons Sublicius sostenuta da Hill rigettandola, mentre non menzionano affatto la possibilità del porto.

Personalmente concordo con le loro conclusioni. Le rappresentazioni dei monumenti sulle monete spesso non sono accurate sotto il profilo archiettonico sia per le dimensioni del tondello sia per la volontà di evidenziare alcuni dettagli.

 

The bridge on the reverse of this coin has been generally thought to be that constructed across the Danube by Trajan’s architect, Apollodorus of Damascus, in AD 104. There is good circumstantial evidence for this. The date range for this coin’s issue is closely contemporary with the date of the bridge’s construction, and would fit in well programmatically with those war-related issues of the same time frame. The statuary displayed along the roof line of the attic of the arches situated at either end of the structure – one of which is clearly a trophy – suggests that these arches are triumphal in nature and that the bridge should be associated with some war-related construction. There is no literary or epigraphic evidence describing the construction or restoration of another bridge during Trajan’s reign. The only plausible structure is the bridge across the Danube.

Based on the tenuous assumption that all architectural types on Roman sestertii must depict structures located within the civic boundaries of Rome, Philip V. Hill (The Monuments of Ancient Rome as Coin Types [London, 1989], pp. 105-6) posited a possible alternative attribution, that the bridge may be the ancient wooden Pons Sublicius. Built by Ancus Marcius, the fourth king of Rome, it was the first bridge to span the Tiber, connecting the city environs with the region of Janiculum. It was also the site of the heroic defensive stand of Horatius Cocles against the invading Etruscan army of Lars Porsena around 506/5 BC. Hill based his attribution largely on the dissimilarity in the depiction of the coin’s bridge with that of the bridge on the Column of Trajan, a fact which, Hill states, “alone is sufficient to cast doubt upon it.” Such a dissimilarity, however, can be reasonably explained by the fact that the construction of Trajan’s Column and its decoration was not completed until AD 113 – long after this coin was issued – and, since Apollodorus of Damascus was the architect of both Trajan’s Forum (including the Column) and the bridge across the Danube, the more-accurate rendition of the bridge on the Column would have been the result of the architect’s own input.

Strack (Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts. Teil 2: Die Reichsprägung zur Zeit des Traian [Stuttgart, 1931], p. 129) argued for the Danube bridge: it was not meant to be an exact representation of the actual structure, but it was contrived so as to provide an overall general impression of the structure, or to emphasize specific prominent features. Strack noted that Trajan’s sestertius issue with the Circus Maximus on the reverse was oriented in such a way as to emphasize those features of the complex which the emperor had restored, rather than to provide a strict representation of the Circus itself. Mattingly, who, prior to the publication of Strack’s findings, initially entertained the possibility that the bridge depicted was the Pons Sublicius (RIC II, p. 239), completely reversed his view a decade later when, now armed with Strack’s evidence, he stated categorically (BMCRE p. ci) that the bridge “can hardly be anything but the great bridge over the Danube near Dobretae.”

Hill’s evidence for maintaining Mattingly’s abandoned theory that the bridge might be the Pons Sublicius is tenuous at best. First, he chose to ignore Strack’s argument regarding the attribution to the Danube bridge, even though Mattingly does note it in his own discussion in BMCRE – something of which Hill should have been aware, especially since he does point out Mattingly’s change of opinion. Hill suggests his awareness of Strack’s views about the orientation of the Circus Maximus on Trajan's coins concludes that it was done “undoubtedly to show its monuments more clearly,” and that such a practice was not that unusual in other media, as well. If the engraver of the Circus Maximus was allowed to exercise a certain amount of artistic license in his depiction, then why couldn’t the engraver of the bridge do the same?

To support his own attribution of the bridge as the Pons Sublicius, Hill also cites a portion of his correspondence with Lino Rossi, an important scholar of Trajan’s Column. In an article in the 1968 issue of Antiquaries Journal (p. 42), Rossi fancifully mused that while the coin was struck in celebration of the building of the Danube bridge, the depiction was “probably reminiscent of the famous Pons Sublicius, thus linking the work of Trajan with ancient tradition.” Ironically, though, Rossi (like Strack) discounted the argument of the dissimilarity of the bridge on the coin to the depiction of the bridge on the Column, noting a mosaic at Ostia that represented the twenty-spanned bridge across the Rhône at Arelate, depicted with only one span. Hill also undercuts his own argument by noting that even the depiction of the bridge on the Column is not exact in its proportions, but is a "simplified representation" (p. 106). In light of the contradictory evidence, Hill’s main arguments, that the bridge on the coin is not an exact representation of the Danube bridge and does not resemble the depiction on Trajan's Column, collapse.

Historical evidence also contradicts the suggestion that the bridge is the Pons Sublicius. Being a wooden bridge built on wooden pilings, the Pons Sublicius was frequently damaged or swept away when the Tiber flooded. As noted by Hill (pp. 105-6), the bridge was always rebuilt by the Romans as a matter of religious practice (cf. Pliny the Elder, NH 36.23.100). Considering the bridge’s ancient origin, built during Rome’s initial civic expansion beyond its original seven hills, as well as the religious requirements regarding its reconstruction or rebuilding, it would seem highly unlikely that triumphal arches with war-related statuary would have ever been included. Likewise, the frequent nature of this religiously significant rebuilding, especially with its association with the heroism of Horatius Cocles, would certainly have been commemorated by other emperors, as such an event would have provided the emperor an opportunity to promote his pietas. Only two other issues in the Imperial series are known to depict a bridge. One, a sestertius of Septimius Severus dated to AD 208, depicts a bridge of a style similar to that on Trajan’s, but with highly decorated, triple-bayed triumphal arches on either end. It must not have been a restoration or rebuilding of the Pons Sublicius, and Hill does not attempt to link it to that bridge, instead associating it with the Milvian Bridge. The other issue depicting a bridge was struck in Constantinople on the dedication of that city in AD 330. Although there is no legend on the reverse, the obverse type of Roma suggests the bridge depicted was the Milvian Bridge, an appropriate type in a Constantinian commemorative issue. That no other imperial issue, in any denomination, is known to commemorate the restoration of the Pons Sublicius, something one would expect considering its susceptibility to frequent damage, one must conclude that Hill’s argument should be rejected, and that the bridge is none other than that constructed across the Danube.

Salve @quattrino, concordo con te per l' ultima parte della tua risposta ; senza nulla togliere in competenza ai numismatici dell' area angloamericana , personalmente ritengo piu' affidabili i nostri numismatici antichi e moderni e gli storici archeologi per quanto riguarda le strutture antiche romane ; detto questo , tutto e' possibile ma non dimostrabile perche' anche il Ponte Sublicio a Roma era composto da piu' archi , da 3 a 5 , ma non sappiamo se erano presenti archi nelle due sponde di accesso , quindi rimaniamo nel campo delle ipotesi , come l' ultima che rappresenti invece il Ponte Milvio a Roma , come vedi tutte sono plausibili ma non dimostrabili .

Per comodita' di tutti ho tradotto tramite il traduttore di rete il tuo lungo allegato . 

Il ponte sul retro di questa moneta è stato generalmente pensato come quello costruito sul Danubio dall'architetto di Traiano, Apollodoro di Damasco, nel 104 d.C. Ci sono buone prove circostanziali per questo. L'intervallo di date per il problema di questa moneta è strettamente contemporaneo con la data della costruzione del ponte, e si adatterebbe bene a livello di programmazione con quei problemi relativi alla guerra dello stesso periodo di tempo. La statuaria esposta lungo la linea del tetto della soffitta degli archi situati alle due estremità della struttura - una delle quali è chiaramente un trofeo - suggerisce che questi archi sono di natura trionfale e che il ponte dovrebbe essere associato a una costruzione legata alla guerra . Non ci sono prove letterarie o epigrafiche che descrivono la costruzione o il restauro di un altro ponte durante il regno di Traiano. L'unica struttura plausibile è il ponte sul Danubio.

Basandosi sulla tenue ipotesi che tutti i tipi di architettura sui sestertii romani debbano rappresentare strutture situate entro i confini civici di Roma, Philip V. Hill (I monumenti dell'antica Roma come tipi di monete [Londra, 1989], pp. 105-6) pose un possibile attribuzione alternativa, che il ponte possa essere l'antico Pons Sublicius in legno. Costruito da Ancus Marcius, il quarto re di Roma, fu il primo ponte per attraversare il Tevere, collegando i dintorni della città con la regione del Gianicolo. Fu anche il sito dell'eroica posizione difensiva di Orazio Cocles contro l'invasione dell'esercito etrusco di Lars Porsena intorno al 506/5 aC. Hill ha basato la sua attribuzione in gran parte sulla dissimilarità nella raffigurazione del ponte della moneta con quella del ponte sulla Colonna di Traiano, un fatto che, afferma Hill, "da solo è sufficiente a gettare dubbi su di esso". Tale dissomiglianza, tuttavia, può essere ragionevolmente spiegato dal fatto che la costruzione della Colonna di Traiano e la sua decorazione non fu completata fino al 113 d.C. - molto tempo dopo che questa moneta fu emessa - e, poiché Apollodoro di Damasco era l'architetto di entrambi i Fori di Traiano (compresa la Colonna) e il ponte sul Danubio, la resa più accurata del ponte sulla colonna sarebbe stata il risultato dell'input dell'architetto.

Strack (Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts) Teil 2: Die Reichsprägung zur Zeit des Traian [Stoccarda, 1931], p. 129) sosteneva il ponte sul Danubio: non era inteso come una rappresentazione esatta della struttura attuale, ma è stato ideato in modo da fornire un'impressione generale generale della struttura, o per enfatizzare specifiche caratteristiche di rilievo. Strack notò che la questione del sesterzio di Traiano con il Circo Massimo sul retro era orientata in modo tale da enfatizzare quelle caratteristiche del complesso che l'imperatore aveva restaurato, piuttosto che fornire una rappresentazione rigorosa del Circo stesso. Mattingly, che, prima della pubblicazione delle scoperte di Strack, inizialmente nutriva la possibilità che il ponte raffigurato fosse il Pons Sublicio (RIC II, p. 239), invertì completamente la sua visione un decennio più tardi quando, ora armato con le prove di Strack, dichiarò categoricamente (BMCRE p. ci) che il ponte "non può essere altro che il grande ponte sul Danubio vicino a Dobretae".

Le prove di Hill per mantenere la teoria abbandonata di Mattingly secondo cui il ponte potrebbe essere il Pons Sublicio è alquanto tenue. Per prima cosa, ha scelto di ignorare l'argomento di Strack riguardante l'attribuzione al ponte sul Danubio, anche se Mattingly lo annota nella sua stessa discussione in BMCRE - qualcosa di cui Hill avrebbe dovuto essere a conoscenza, specialmente dal momento che sottolinea il cambio di opinione di Mattingly. Hill suggerisce che la sua consapevolezza delle opinioni di Strack sull'orientamento del Circo Massimo sulle monete di Traiano conclude che è stato fatto "indubbiamente per mostrare i suoi monumenti più chiaramente" e che tale pratica non è stata così insolita anche in altri media. Se l'incisore del Circo Massimo aveva il permesso di esercitare una certa quantità di licenza artistica nella sua rappresentazione, allora perché l'incisore del ponte non poteva fare lo stesso?

Per sostenere la propria attribuzione del ponte come Pons Sublicio, Hill cita anche una parte della sua corrispondenza con Lino Rossi, un importante studioso della Colonna Traiana. In un articolo pubblicato nel numero del 1968 di Antiquaries Journal (pagina 42), Rossi pensò fantasticamente che mentre la moneta veniva colpita per celebrare la costruzione del ponte sul Danubio, la raffigurazione "ricorda probabilmente il famoso Pons Sublicio, collegando così il lavoro di Traiano con antica tradizione. "Ironia della sorte, però, Rossi (come Strack) sottovalutava l'argomento della dissomiglianza del ponte sulla moneta per la raffigurazione del ponte sulla Colonna, notando un mosaico di Ostia che rappresentava i venti spanning ponte attraverso il Rodano ad Arelate, raffigurato con una sola campata. Hill sottrae anche la sua argomentazione osservando che anche la rappresentazione del ponte sulla Colonna non è esatta nelle sue proporzioni, ma è una "rappresentazione semplificata" (pagina 106). Alla luce delle prove contraddittorie , argomenti principali di Hill, secondo cui il ponte sulla moneta non è una rappresentazione esatta del ponte sul Danubio e non assomiglia alla raffigurazione della Colonna di Traiano, crollo.

Le prove storiche contraddicono anche il suggerimento che il ponte sia il Pons Sublicio. Essendo un ponte di legno costruito su pali di legno, il Pons sublicio fu spesso danneggiato o spazzato via quando il Tevere fu inondato. Come notato da Hill (pp. 105-6), il ponte fu sempre ricostruito dai Romani come una questione di pratica religiosa (cfr Plinio il Vecchio, NH 36.23.100). Considerando l'antica origine del ponte, costruita durante l'iniziale espansione civica di Roma oltre le sue sette colline originarie, così come le esigenze religiose relative alla sua ricostruzione o ricostruzione, sembrerebbe altamente improbabile che gli archi trionfali con statue di guerra siano mai stati inclusi. Allo stesso modo, la frequente natura di questa ricostruzione religiosamente significativa, in particolare con la sua associazione con l'eroismo di Orazio Cocles, sarebbe stata certamente commemorata da altri imperatori, in quanto tale evento avrebbe fornito all'imperatore l'opportunità di promuovere i suoi pietas. Solo due altri numeri della serie Imperial sono noti per rappresentare un ponte. Uno, un sesterzio di Settimio Severo datato al 208 d.C., raffigura un ponte di uno stile simile a quello di Traiano, ma con archi trionfali a tre alloggiamenti decorati a tre ali su entrambe le estremità. Non deve essere stato un restauro o una ricostruzione del Pons Sublicio, e Hill non tenta di collegarlo a quel ponte, invece di associarlo al Ponte Milvio. L'altro problema che descriveva un ponte fu trovato a Costantinopoli sulla dedica di quella città nel 330 d.C. Anche se sul retro non vi è alcuna leggenda, il tipo di Roma indiretto suggerisce che il ponte raffigurato era il Ponte Milvio, un tipo appropriato in un memoriale costantiniano problema. Che nessun'altra questione imperiale, in nessuna denominazione, è nota per commemorare la restaurazione del Pons Sublicio, qualcosa che ci si aspetterebbe considerando la sua suscettibilità a frequenti danni, si deve concludere che l'argomentazione di Hill dovrebbe essere respinta, e che il ponte non è altro che quello costruito attraverso il Danubio .


Inviato (modificato)

Proseguendo la mia precedente risposta allego in foto un medaglione di Antonino Pio che ci ripropone l' episodio di Orazio Coclite che difende il Ponte Sublicio prima che sia tagliato per impedire il passaggio agli Etruschi di Porsenna ; qui il Ponte viene raffigarato con un solo arco e tagliato verso la sponda romana , si notano forse ai due lati due archi sopra i quali si fronteggiano Etruschi e Romani , in basso Orazio Coclite che a nuoto raggiunge la sponda amica . 

Comunque i restauri di questo Ponte , in eta' che interessa il nostro argomento , furono eseguiti nel 69 d.C. , poi all' epoca di Antonino Pio , quindi non da Traiano , di conseguenza la moneta di Traiano non dovrebbe rappresentare questo Ponte .

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Modificato da Legio II Italica
Foto Cohen

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Inviato

Grazie @Legio II Italica per la traduzione.

In effetti l'articolo è lungo e non di facilissima comprensione.

Per quel che vale, sono convinto che si tratti del ponte sul Danubio. Riguardando la moneta ho come l'impressione che l'incisore volesse rappresentare il ponte originario, piatto come nelle ricostruzioni con i vari piloni che sono diventati dei "denti", ma per mancanza di spazio lo abbia schiacciato ai lati rappresentando quello che sembra un ponte a campata unica.

Interessante quella che sembra una catena. E' possibile che fosse un modo per impedire (ai nemici) il traffico sul Danubio un po' come si faceva con le catene che chiudevano i Porti? Dopo tutto si era ancora in guerra con i daci.

 


Inviato
4 minuti fa, quattrino dice:

Grazie @Legio II Italica per la traduzione.

In effetti l'articolo è lungo e non di facilissima comprensione.

Per quel che vale, sono convinto che si tratti del ponte sul Danubio. Riguardando la moneta ho come l'impressione che l'incisore volesse rappresentare il ponte originario, piatto come nelle ricostruzioni con i vari piloni che sono diventati dei "denti", ma per mancanza di spazio lo abbia schiacciato ai lati rappresentando quello che sembra un ponte a campata unica.

Interessante quella che sembra una catena. E' possibile che fosse un modo per impedire (ai nemici) il traffico sul Danubio un po' come si faceva con le catene che chiudevano i Porti? Dopo tutto si era ancora in guerra con i daci.

 

Ciao @quattrino, al fine di questo lungo argomento ritengo anch' io che il Ponte sul Sesterzio possa rappresentare quello sul Danubio , seppur con tutti i dubbi espessi nei precedenti interventi . Non credo che Daci e Germani possedessero navi per poter navigare sul Danubio , al piu' barche o zattere , pero' all' epoca di Traiano sulla sponda orientale del Danubio esisteva una breve fascia neutra di terreno interdetta a Germani e Daci e vigilata da piccoli distaccamenti romani , proprio per impedire pericolosi avvicinamenti ai fiumi Reno e Danubio .

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Inviato (modificato)

Scusate @gpittini e @quattrino e altri interessati al Ponte se torno nuovamente su questo intrigante argomento del Ponte , ma quando si presenta un problema cerco sempre nei limiti del possibile di venirne a capo , anche se in questo caso specifico sara' difficile , comunque provo . Per tentare di risolvere il caso di questo Sesterzio vorrei fare riferimento ai meravigliosi pannelli della Colonna Traiana , forse l' unico appiglio a cui apporgiarsi per capire se il Ponte in questione sia quello di Drobeta come ritenuto dai piu' , me compreso anche se con qualche dubbio . 

Allego alcuni pannelli della Colonna nei quali , nel primo , compare il Ponte nella prima versione provvisoria della prima guerra dacica , fatto di barche accostate l' una all' altra sulle quali tramite passerella transita l' esercito romano invasore ; nel secondo pannello siamo gia' all' inizio della seconda guerra dacica quando Traiano parte dal Porto di Ancona verso la costa dalmata in direzione del tragitto piu' breve probabilmente a Zara , notare in questo pannello i vari Templi di Ancona e l' Arco con statue sotto il quale transita Traiano per imbarcarsi ; nel terzo pannello siamo gia' in prossimita' del Ponte di Drobeta che tra le due guerre era stato completato , che ben si vede in alto , come si nota il Ponte e' naturalmente dritto con sovrastrutture in legno , mentre i piloni e gli archi di sostegno sono in pietra , purtroppo in questo pannello non si vedono gli archi di accesso al Ponte , forse costruiti insieme alle statue a guerra finita e vinta ; nei successivi pannelli si vedono i Legionari romani scendere dal Ponte sulla riva sinistra del Danubio tramite un lieve pendio , a gradini ? manca il particolare della catena , ma per lo scultore del pannello non era un particolare importante e forse neanche sapeva della sua esistenza .

Credo che altre prove oltre ai pannelli della Colonna , che possano accostare il Ponte della moneta a quello sul Danubio non esistano , forse non sono prove decisive , ma in mancanza di altre dobbiamo pensare che lo siano .   

 

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Modificato da Legio II Italica
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Inviato

@Legio II Italica grazie per le foto.

Confrontando i rilievi della Colonna Traiana con la rappresentazione sul sesterzio, notavo un particolare: le strutture in legno rappresentate sulla colonna (rettangoli con una X all'interno) sono su due livelli. Anche nella rappresentazione del sesterzio si individuano due livelli di sovrastrutture anche se di forma diversa. E' possibile che gli incisori di Roma non avessero mai visto il ponte  e si basassero su descrizioni orali mentre l'autore dei rilievi della Colonna, costruita dopo l'emissione dei sesterzi, era probabilmente lo stesso autore del ponte (Apollodoro da Damasco).

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Inviato

Ciao @gpittini, per chi non potra' essere presente a questo interessante e imminente convegno del giorno 13 c.m. , spero che ci informerai sulle conclusioni a cui giungerete circa questo famoso Sesterzio di Traiano , grazie .

Un saluto


Inviato

DE GREGE EPICURI

Ciao @Legio II Italica, intanto grazie davvero per i tuoi mirati e utilissimi interventi. Dunque, temo che non riusciremo a registrare il tutto (come abbiamo fatto anni fa per alcune conferenze); però Mario Ventrella in genere scrive un testo abbastanza completo, a volte anche più ampio di quello che espone alla conferenza. In questo caso, certamente lo diffonderemo.

  • Grazie 1

Inviato

DE GREGE EPICURI

@snamGrazie per le foto del Donini: non lo conoscevo, e credo che manchi anche alla biblioteca della SNI: di che anno è, puoi dare i riferimenti? Ormai siamo all'antivigilia dell'incontro, vedremo se l'oratore terrà conto di quanto emerso da questa interessantissima discussione...


Inviato

Ciao,

Eccole:

 

Donini "PONTI SU MONETE E MEDAGLIE" editto da  P. & P. Santamaria nel 1959. Il mio ha la tela blu altri forse rossa.

Ciao

 


Inviato (modificato)

Ciao @gpittini, un' ultima considerazione sul Ponte prima del Convegno , piu' a livello tecnico che numismatico . 

Da come e' raffigurato il Ponte sul Sesterzio , si pensa che gli Archi di sostegno sovrastanti i piloni in pietra fossero di legno , in questo caso a me sorgerebbe un dubbio : da quanto ci racconta Cassio Dione , libro LXVIII - XIII , nella sua lunga descrizione costruttiva del Ponte di Traiano , ci fa sapere che i venti piloni in pietra che attraversavano il Danubio erano distanti 170 piedi ( circa 50 metri ) l' uno dall' altro , non sembrerebbe assurdo persare che questa enorme distanza tra due piloni non fosse stata realizzata da Archi in legno , ma in pietra ? non sono un tecnico del legno percio' chiederei se sia possibile realizzare Archi arcuati in legno ad unica campata della lunghezza di 50 metri ; anche considerando che le travi in legno a forma di arco anziche' essere lavorate in un unica trave in legno fossero invece costituite da piu' sezioni curve , in questo caso i punti di giunzione tra sezioni sarebbero stati tutti punti deboli anche se uniti da graffe in metallo , il tutto mi farebbe pensare ad una debolezza generale del Ponte anche in considerazione alla lunghezza di oltre 1 Km. ; inoltre il legno in prossimita' dell' acqua e di ambienti umidi , saldato con metallo , abbisogna di costante manutenzione . Considerando questi problemi sarei piu' propenso a pensare che anche gli Archi fossero stati realizzati in pietra , lasciando in legno , forse , solo la passerella di transito e le balaustre laterali .

Modificato da Legio II Italica

Inviato

DE GREGE EPICURI

@Legio II ItalicaOttima osservazione, ma neppure io sono un tecnico delle costruzioni (tanto meno antiche!); e non so se l'oratore lo sia, però è un ingegnere, quindi forse ne sa qualcosa di più. Beh, manca solo qualche ora, e lo sentiremo.

  • Grazie 1

Inviato

Bella e interessante esposizione, data l'ora tarda posto solo qualche foto della serata, altre a giovedi

5a8374a845721_VENTRELLA1.thumb.jpg.47cf99bbe9e17f52857eda3a0acb7029.jpg


Inviato

anche un buon pubblico, Traiano e il porto di Civitavecchia la catena permette l'accesso alla zona militare, le torri permettono di posizionare l'albero delle navi

WP_20180213_21_36_44_Pro.jpg


Inviato

Serata piacevolissima, complimenti a Gianfranco @gpittini per l'organizzazione e  all'oratore Mario Ventrella per aver esposto tesi...molto convincenti! 

Antonio

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Inviato

Salve , vorrei proporre una classifica delle probabilita' circa la corrispondenza tra il Ponte del Sesterzio e la localita' presso la quale era ubicato in base a quelle piu' probabili :

Drobeta , Ancona , Civitavecchia , Roma - Sublicio 

Solo per capire quale sia la localita' piu' votata dal Forum prima di conoscere le conclusioni a cui sono giunti gli organizzatori del Convegno .

Inizio come proponente il test , dieri : Drobeta , Ancona , Civitavecchia , Roma - Sublicio


Inviato (modificato)

Sicuramente una bellissima serata, purtroppo non sono riuscito a venire, sarà per la prossima volta.

Modificato da simo88

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