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Inviato

Mi riferisco in particolare alla coniazione di ducati-zecchini e grossi.

All'inizio si incidevano le matrici e poi si batteva la moneta.

Successivamente, penso, si iniziò a comporre la matrice inserendovi i punzoni già predisposti con le lettere della legenda e le raffigurazioni ? , forse con la nuova zecca durante il dogato di Pietro Lando(1539/1545)  quando divenne "zecchino" ?

(Questo per l'oro, i grossi suppongo siano tutti battuti da matrice incisa)

C'è qualche scritto a riguardo scaricabile dal web ? 

@417sonia che sa molte cose, può illuminarmi ?

Inviato

Consiglio il libro di Alan M. Stahl, Zecca, la zecca di Venezia nell'Italia medioevale, Il Veltro Editrice.

Arka

P.S. Direi che per le monete sia preferibile il termine conio. Matrice la vedo più per la stampa.


Supporter
Inviato
7 ore fa, rorey36 dice:

Mi riferisco in particolare alla coniazione di ducati-zecchini e grossi.

All'inizio si incidevano le matrici e poi si batteva la moneta.

Successivamente, penso, si iniziò a comporre la matrice inserendovi i punzoni già predisposti con le lettere della legenda e le raffigurazioni ? , forse con la nuova zecca durante il dogato di Pietro Lando(1539/1545)  quando divenne "zecchino" ?

(Questo per l'oro, i grossi suppongo siano tutti battuti da matrice incisa)

C'è qualche scritto a riguardo scaricabile dal web ? 

@417sonia che sa molte cose, può illuminarmi ?

Ciao Roberto

Sottoscrivo il commento di Arka; purtroppo il libro citato è relativamente nuovo e non si trova in rete, bisogna acquistarlo. In ogni caso è fondamentale per la monetazione medioevale; viene inclusa tutta la monetazione fino a quella prima del doge Francesco Foscari (che non è inclusa).

I punzoni per le lettere e per le iconografie erano comunque già usati nel medioevo; erano uno standard per monete dalla iconografia "ingessata" com'erano le veneziane.

Per quanto riguarda la monetazione dal 1400 in poi, sicuramente, venivano usati dei punzoni più raffinati, soprattutto quando all'opera c'erano dei veri artisti, come i fratelli dalle Masegne o il Camelio; non hanno però scoperto nulla, hanno solo interpretato con un po' più di grazia i soliti elementi: il corpo di san Marco, quello del doge, la sua testa e poi gli altri elementi al dritto; così per il Cristo, la mandorla di stelle, ecc. ecc.

Per l'elezione di Antonio Grimani (1521-1523), Marin Sanudo, nei suoi diarii scrive:

"Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha bateseno monede col nome ANTONIO GRIMANI DOXE, videlicet da 16, 8 e 4 soldi; et cussì fo batuto ducati 300. Era a la cassa Masser a la moneda di l'arzento sier Vincenzo Orio qu. sier Zuane. Fo batudo etiam ducati da uno e da mezo nuovi zercha ducati 200. Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude, né mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo"……

Da queste poche righe si capisce benissimo che si trattava di assemblare la legenda ed aggiungere la testa del doge ... il resto erano elementi "anonimi" e buoni per ogni stagione; erano routine .... ma già da secoli.

saluti

luciano

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