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IL PATRIARCA POPPONE: Il denaro e il Santo Sepolcro.

L'unica imitatio (replica) del Santo Sepolcro di Gerusalemme sopravvissuta nella mia regione si trova all'interno della basilica di Aquileia (trova posto nella navata laterale sinistra).

Le imitationes devozionali del Santo Sepolcro potevano essere delle chiese, dei battisteri, degli altari, delle strutture lignee “a cassa” oppure, come in questo caso, dei sacelli, e venivano realizzate con lo scopo di conservare la memoria del luogo più venerato dalla cristianità, attorno alla quale si sarebbero ricreati, durante la liturgia pasquale, gli eventi della Passione e Resurrezione di Cristo. Ovviamente non si trattava di “copie” esatte nelle proporzioni matematiche, ma di strutture che riassumevano in sé alcuni elementi simbolici del modello di Gerusalemme, come nel caso del Sepolcro aquileiese, sintesi di due differenti edifici gerosolimitani: il Sepolcro vero e proprio, custodito all’interno dell’Edicola, e la Rotonda dell’Anastasis che la circonda. Il Santo Sepolcro aquileiese risale all’XI secolo e si ritiene sia stato commissionato dal patriarca Poppone (viene nominato per la prima volta in un documento del 1077, meno di cinquant’anni dopo la consacrazione del complesso sacro voluto dal Patriarca Poppone). Si presenta come un sacello a pianta circolare, realizzato in conci di marmo greco, da cui sporge un grosso muraglione che lo salda al muro della basilica, e in alto è coperto da un tetto conico sorretto da tredici colonnine (in origine dodici, come il numero degli Apostoli). Liturgicamente è connesso ai riti della settimana santa e alle sacre rappresentazioni di cui la chiesa aquileiese fu promotrice nel medioevo. L'interno del Sepolcro è caratterizzato da un altare monopode collocato sulla destra, mentre a sinistra un arcosolio sovrasta la tomba caratterizzata dalla presenza di tre incavi disposti orizzontalmente sulla lastra di copertura, di questi tre incavi solo quello centrale è forato e quindi in comunicazione con l’interno del sarcofago.

Dall’analisi dei testi liturgici aquileiesi, gli studiosi hanno concluso che il Venerdì Santo l’Ostia con la Croce, avvolte in un “sudario” o porpora, venivano riposte all’interno del foro che poi veniva chiuso con un coperchio, a simboleggiare la deposizione di Cristo all’interno del Sepolcro. I due incavi laterali servivano probabilmente come “mensa” nei quali poggiare degli oggetti liturgici. Un aiuto per decifrare il cosiddetto “tempietto” della moneta attribuita a Poppone. A guardarlo bene, esso risulta formato da un triangolo desinente superiormente in un globetto e poggiante in basso su tre linee verticali, le due a sinistra più ravvicinate e quella a destra addossata a una mezza ellisse posta in verticale. Cosa possiamo notare sul denaro? : 1) Una rotonda a corsi di marmo greco 2) Tredici colonne (in origine 12) 3) Tetto conico sul quale preesisteva un ornamento lineo 4) Un portoncino delineato da architrave. Figura che se posta in relazione all'aspetto del Sepolcro aquileiese, quanto meno evidenzia una forte rassomiglianza. Questo porrebbe fine alla diatriba, ormai secolare,sull'originalità del denaro e del diploma ad esso legato. Con tutta probabilità il denaro è originale (la moneta venne rinvenuta in Polonia assieme ad emissioni tutte databili entro il 1037). Una moneta coniata negli anni 30 dell'undicesimo secolo, quando quasi certamente i lavori di costruzione di quest'edicola erano ultimati (la consacrazione della Basilica di Aquileia è del 13 luglio 1031). Anche il diploma (anche se conservato solo in una copia) come ben ha ben esposto il prof. Saccocci (Moneta in Friuli al tempo di Poppone, Roma 1997) e come forse dimostrato da questo scritto è da ritenersi autentico.

Il diritto di zecca ad Aquileia deriva da un documento datato 1195 che riproduce un diploma di Corrado II il Salico, andato perduto e datato 1028.

Questa concessione imperiale venne redatta a Imbshausen, in Sassonia.Il documento notarile ha dato adito a numerose discussioni numismatiche sulla sua originalità o meno: Bernardi lo considera un falso in quanto era abitudine delle cancellerie imperiali “ragruppare” varie concessioni in un unico diploma, mentre in questo caso il documento accorda unicamente il diritto di zecca; Andrea Saccocci reputa autentici sia il diploma che il denaro, mettendolo in relazione alla concessione di zecca al comune di Padova da parte di Enrico III del 1049.

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Ciao Andrea.

L'ipotesi è sicuramente suggestiva ed interessante.

Quella della Basilica di Aquileia è certamente una antica e forse abbastanza fedele copia dell' Anastasis di Gerusalemme.

Per quanto ne so, e mi sembra plausibile, nei tre fori della lastra posta nella nicchia si ponevano i recipienti contenenti i tre Oli Sacri consacrati nel Giovedì Santo ( il Crisma, l'Olio dei Catecumeni e l'Olio degli Infermi).

Che questa costruzione sia stata raffigurata nella moneta di Poppone è possibile, ma è da dire che costruzioni simili sono raffigurati in molte monete medievali e cercare delle similitudini fra la figura della moneta e la copia aquileiese del Santo Sepolcro mi pare un po' forzata. Mi sembrano più evidenti le differenze (ragionando per altro su una moneta unica e che conosciamo solo per disegni e brutte foto) , quali la mancanza delle colonnine reggenti l'architrave alla quale erano appese lampade votive e la differente porta. 


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5 ore fa, chievolan dice:

ragionando per altro su una moneta unica e che conosciamo solo per disegni e brutte foto

Ciao e grazie delle tue osservazioni. Purtroppo è vero la rarità del pezzo non consente di avere buone immagini , ci accontentiamo :unknw:

 

5 ore fa, chievolan dice:

la mancanza delle colonnine reggenti l'architrave

Ho provato ad ingrandire il più possibile l'immagine del libro di Bernardi. Sinceramente la presenza di 6 globetti in quell'area potrebbe (POTREBBE!) indicare la volontà di rappresentare  le 12 (in origine erano appunto 12) colonnine. Poi, si sa, è umano che si cerchi di vedere anche quello che non c'è.....(un poco come il gioco delle nuvole, che si faceva quando eravamo giovincelli)

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15 ore fa, ak72 dice:

Ciao e grazie delle tue osservazioni. Purtroppo è vero la rarità del pezzo non consente di avere buone immagini , ci accontentiamo :unknw:

 

Ho provato ad ingrandire il più possibile l'immagine del libro di Bernardi. Sinceramente la presenza di 6 globetti in quell'area potrebbe (POTREBBE!) indicare la volontà di rappresentare  le 12 (in origine erano appunto 12) colonnine. Poi, si sa, è umano che si cerchi di vedere anche quello che non c'è.....(un poco come il gioco delle nuvole, che si faceva quando eravamo giovincelli)

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Hai fatto un bel ingrandimento.

Come detto la tua ipotesi è interessante. A me non era certo passato per la mente una comparazione dell'immagine nella moneta col Santo Sepolcro della Basilica. Ti do merito di averlo fatto.

Penso però che in tal caso lo avrebbero fatto più "somigliante", e ciò sarebbe stato possibile. Per cui continuo a pensare che sia una stereotipata immagine di un tempio-chiesa.


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Il 4/9/2017 at 18:06, ak72 dice:

 

Dall’analisi dei testi liturgici aquileiesi, gli studiosi hanno concluso che il Venerdì Santo l’Ostia con la Croce, avvolte in un “sudario” o porpora, venivano riposte all’interno del foro che poi veniva chiuso con un coperchio, a simboleggiare la deposizione di Cristo all’interno del Sepolcro. I due incavi laterali servivano probabilmente come “mensa” nei quali poggiare degli oggetti liturgici.

 

Da dove hai tratto questa ipotesi? Io ho sempre saputo e ritenuta corretta quella dei tre Oli Sacri.


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7 minuti fa, chievolan dice:

Da dove hai tratto questa ipotesi?

nel mio girovagare sulla rete: https://vienichetiporto.wordpress.com/tag/arte/page/3/

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Ok, grazie mille. Vi sono articoli interessanti, peccato la totale mancanza di bibliografia.

Io questa ipotesi non la conosco. Sicuramente però quella dei tre oli è la più logica e accettata e documentata. Gli oli sacri vengono consacrati il Giovedì Santo, nella mattutina Messa Crismale, ma pare che nel medioevo la consacrazione venisse fatta in altro momento.

Vedo comunque di informarmi presso una fonte autorevole.

 

Modificato da chievolan
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