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549/1 - statere Cn. Cornelius P.f. Lentulus Marcellinus


Risposte migliori

Inviato

Rileggendo la discussione sull'Aquila di Giove che è ritornata dall'oblio di recente, ho letto del raro statere d'oro di Gneo Cornelio Lentulo Marcellino. Non avendo trovato un'immagine a colori nel catalogo https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G35/23, l'ho cercata nella sezione online del British Museum ed eccola in tutto il suo splendore. Ho fatto aggiungere la foto sul nostro catalogo.

Un saluto a tutti

549-1 dritto (Londra).jpg

549-1 rovescio (Londra).jpg

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Inviato

Dimenticavo: qualcuno può corredare, se ha voglia, un po' di storia a questa splendida moneta?


Inviato

Di questa emissione si conoscono solo due esemplari, Londra e Parigi.

Una moneta autentica, di grande fascino, ma anche di grande problema di inquadramento storico e numismatico. Proprio su questa emissione sto preparando da un mese un impegnativo articolo da pubblicare, in cui confuto la teoria di Crawford per una emissione durante il governatorato di Lentulo in Siria....

Preferisco attendere il completamento e la pubblicazione dell'articolo, tra pochi mesi....

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Inviato

Ottimo. Attendo con ansia l'articolo allora ?


Inviato (modificato)

Fu emesso dal monetiere del denario 393/1 e, prima di Crawford, era ritenuto ad esso contemporaneo; tuttavia lo stile è considerevolmente diverso.

Crawford , considerata anche l'incertezza su data e luogo di coniazione, ne ritiene impossibile una precisa classificazione e lo attribuisce a Lentulo, quale governatore della Siria (annessa nel 64, a seguito delle campagne di Pompeo), ritenendo probabile che là sia stato emesso, forse ad Antiochia; il bordo, detto a “perle e olive”, è caratteristico dei tetradrammi seleucidi. La tipologia sembra tradire un intento celebrativo, quasi adulatorio, dei Siriani nei confronti del governatore.

Facci sapere quando pubblichi il tuo nuovo articolo, Acraf!

 

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato

si conosce il luogo del ritrovamento e l'anno ?


Inviato

Comunque così per completare, metto anche l'esemplare parigino 

549-1 dritto (Parigi).jpg

549-1 rovescio (Parigi).jpg


Inviato

Stavo cercando di capire cosa fosse quella macchia nera nel dritto. Il  sito riporta che rappresenta "Incrustation de Gonzague", quindi da quanto ho capito vorrebbe dire che apparteneva alla ricca collezione dei Gonzaga. Ingrandendo l'immagine però, sembra più lo stemma che usavano gli Este, nel marcare le  monete nella loro collezione. Sbaglio?

Allego un aureo di Augusto con contromarca l'aquila estense presa da internet.

0064.jpg


Inviato
1 ora fa, Ser. Broccolo dice:

Stavo cercando di capire cosa fosse quella macchia nera nel dritto. Il  sito riporta che rappresenta "Incrustation de Gonzague", quindi da quanto ho capito vorrebbe dire che apparteneva alla ricca collezione dei Gonzaga. Ingrandendo l'immagine però, sembra più lo stemma che usavano gli Este, nel marcare le  monete nella loro collezione. Sbaglio?

 

 

La collezione da cui provengono queste monete fu assemblata dai Gonzaga, che in seguito la vendettero agli Este. Non è chiaro quale delle due famiglie abbia apposto le contromarche sulle monete, ecco perchè troverai fonti che parlano di aquiletta dei Gonzaga ed altre che parlano di aquiletta degli Este.

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Inviato

Grazie mille per il chiarimento ?


Inviato

Ovviamente non posso ancora rispondere sulla complessa problematica riguardante questo aureo, in attesa di completare il mio studio monografico, che dovrebbe apparire a fine anno sulla rivista Monete Antiche, ma intanto anticipo sotto il completo pedigree dei due esemplari finora noti e alcune informazioni relative all'intarsio (piuttosto che contromarca) presente nell'esemplare di Parigi

1

O1

R1

7,90

10

Londra, British Museum, 1896,0608.1 = Grueber II, p. 360, 61 = Rollin & Feuardent, 20.iv.1896, 15 ex coll. Montagu = Dura & Sambon 2.iv.1881, 428 ex coll. Borghesi [Bahrfeldt 1923, tav. IV, 23]

2

O1

R1

7,78

1

Parigi, Bibliothéque Nationale, REP-21377 = BN 93 = ex coll. Estense, con intarsio in argento con aquila al D/ e colpo di zappa al R/ [Bahrfeldt 1923, tav. IV, 24]

Purtroppo non abbiamo informazioni sul luogo di rinvenimento degli aurei di Cn. Lentulo. L’esemplare del British Museum apparteneva in origine alla famosa collezione del romagnolo Bartolomeo Borghesi, che era formata da monete rinvenute per lo più in Italia. L’altro esemplare noto, della Bibliothéque Nationale di Parigi, proveniva in origine da un’altra nota collezione italiana, del duca Alfonso II d’Este, come attestata dalla presenza dell’intarsio “aquiletta” sul diritto (Fig. 33).

 L’attribuzione dell’intarsio “aquiletta”, generalmente apposto in argento oppure oro, era sempre oscillata tra la famiglia dei Gonzaga, signori di Mantova e quella degli Estensi, duchi di Ferrara e poi di Modena[1].

Attualmente la questione può dirsi risolta, nel senso che gli esemplari recanti tale contromarca debbano riferirsi alla collezione ducale estense, dell’epoca di Alfonso II (1559-1597), che ne affidò le cure, in momenti successivi, a Enea Vico e a Pirro Ligorio, due dei più celebri antiquari del tempo, collezione poi andata purtroppo dispersa[2].

Quindi nulla vieta di pensare che questi due esemplari siano stati trovati in Italia e non abbiamo conferma di una loro origine in Oriente, come emissione della zecca di Antiochia (ipotesi sostenuta dal Crawford).


[1]     Per una storia delle diverse attribuzioni e la bibliografia precedente cfr. Simonetta B., Riva R.: “Aquiletta” estense o “aquiletta“ gonzaga?, in Numismatica e Antichità Classiche, VIII, 1979, pp. 359-373 e Poggi C., Le collezioni numismatiche estensi tra XVII e XVIII secolo: “un prezioso avanzo” in Sovrane Passioni. Studi sul collezionismo Estense. Milano 1998 pp. 215-237.

[2]     Poggi C., La collezione numismatica di Alfonso II d’Este: una attribuzione delle monete recanti la cosiddetta “aquiletta estense o gonzaga”, in Proceedings of the 3rd International Numismatic Congress in Croatia, Pula 2002, pp. 189-200. Quest’ultimo lavoro prende le mosse dal classico lavoro di Cavedoni, C., Delle monete antiche in oro un tempo del Museo Estense descritte da Celio Calcagnini, intorno all’anno MDXL, memoria dell’abate sig. d. Celestino Cavedoni letta nell’adunanza del 13 maggio 1825, in Memorie della Reale Accademia di Scienze Lettere e d’Arti di Modena, tomo I, parte III, 1825 pp. 77-112.

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Inviato (modificato)

Il particolare bordo che si vede sugli aurei di Lentulo, che è esattamente definito "bordo di rocchette e puntini" (in inglese, "reel-bead border"), si presenta diverso dal bordo che si riscontra in coevi tetradrammi di Antiochia. Basta prendere uno coniato sotto Licinio Crasso e uno sotto Aulo Gabinio, rispettivamente il predecessore e il successore di Lentulo nel governo della Siria per vedere che non ci sono affinità stilistiche. Piuttosto ci sono maggiori affinità con il bordo di alcuni denari (come ad esempio di L. Papius (RRC 384 a.C.). Il primo bordo di questa foggia ad apparire sulle monete romane si riscontra nei vittoriati di Luceria (RRC 97/1a).

Poi a quale titolo Lentulo abbia coniato, senza riportare alcuni titolo politico (come propretore) una moneta d'oro ad Antiochia, dove tra l'altro non c'era consuetudine a coniare oro, ma piuttosto argento. Non vale neanche il parallelo con l'aureo di Flaminino, che è a tutti gli effetti una moneta greca, emessa dai Greci in onore di questo comandante romano. Nei due anni come governatore in Siria, Lentulo fu impegnato soprattutto a rintuzzare gli attacchi degli Arabi, senza particolari eventi storici e politici, e non si hanno notizie nemmeno di celebrazioni da parte dei Siriani in onore del loro governatore...

Non c'entrebbe Gneo Cornelio Lentulo Marcellino, ma un altro personaggio di simile nome Gneo Cornelio Lentulo e ho sviluppato una teoria che farebbe alzare non poco la relativa cronologia, fornendo varie pezze di appoggio. 

Resta un problema numismatico molto complesso e spero di poter fornire nei prossimi mesi nuove chiavi di lettura.

Modificato da acraf
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