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IGNORED

Varianti delle piastre di Ferdinando II


Risposte migliori

3 minuti fa, Rocco68 dice:

Secondo esemplare che vedo..

pensa che questa piastra era finita in Nuova Zelanda... ne ho curato personalmente il rimpatrio, caratterizzato da una snervante quarantena presso l'Ufficio delle Dogane di Milano ;) 

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Ciao @LOBU

complimenti per le sorelline veramente carine! Questo tipo di conio è caratterizzato dalla mancanza di punteggiatura sia al D/ che al R/ ( a mio parere il puntino dopo VTR è un esubero di conio ) e soprattutto dalla frattura di conio che partendo dalla base di FERDINANDVS arriva fino alla data. 

Le gemelle hanno un'altra sorella che posto. Così, senza interpellare "Chi l'ha visto?" ricomponiamo la famiglia...

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Buona Serata 

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Ciao @giuseppe ballauri è bella anche la tua, chissà... magari un giorno  ci organizziamo per una rimpatriata di famiglia ;) Però, per avere l'età che hanno si mantengono bene...  non so se si nota ma - io mi specchio in una delle sorelle ;)

A proposito del rovescio: il puntino dopo VTR c'é e non è un esubero di metallo... il puntino è piccolo, ma così tondo e nitido che non lascia spazio ad interpretazioni. 

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Buona giornata 

Modificato da LOBU
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Dimenticavo @giuseppe ballauri... senza alcun dubbio, il dettaglio più caratterizzante ed affascinante di queste piastre... é proprio quella lunga frattura di conio vicino la data... spesso però, tendiamo a trascurare dei piccoli dettagli che potrebbero apparire come degli elementi casuali, ma che invece potrebbero essere dei "segni" di zecca. Uno degli elementi che spesso viene trascurato, ad esempio, é la scritta in incuso sul contorno...

Mi faresti la gentilezza di controllare il verso della scritta della tua piastra? Magari mi sbaglio... ma qualcosa mi dice che anche la tua presenta la scritta leggibile dal rovescio... se così fosse, il senso della scritta potrebbe non essere poi così casuale come si tende a pensare... potrebbe invece significare che: stesso dritto + stesso rovescio = stesso contorno / stessa liberata. Ipotizzo in base a quello che ho potuto constatare sulle mie piastre, ma potrebbero essere solo una serie di coincidenze e nulla più. 

Condivido il rovescio di quattro piastre 1834 - 3 delle quali - varianti "13 torrette". Possiamo riscontrare 2 conii diversi e quindi, le due piastre del conio B e la piastra C risultano gemelle al rovescio.

A proposito del puntino molto piccolo dopo VTR... lo possiamo riscontrare anche sui questi diversi conii. 

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Questo é il dritto delle stesse: In questo caso, si possono riconoscere 3 diversi conii.

Quindi, le piastre del conio B sono gemelle sia al dritto che al rovescio. 

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Modificato da LOBU
ho fatto un po di confusione
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Controllando il contorno, risulta che la piastra dei conii C é l'unica che presenta la scritta capovolta rispetto al rovescio. 
Il dato di mio interesse é che - le due piastre gemelle dei conii B - hanno entrambe la scritta in incuso leggibile dal rovescio. 


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2 ore fa, LOBU dice:

A proposito del puntino molto piccolo dopo VTR... lo possiamo riscontrare anche sui questi diversi conii. 

Ti dò ragione. Dopo VTR il puntino delle 3 sorelle può essere considerato un vero puntino, anche se di solito è più grande e meglio definito. E' proprio il fatto che sia " piccolo, leggermente decentrato etc " che mi ha dato l'impressione di un esubero. Sorry 

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3 ore fa, LOBU dice:

Magari mi sbaglio... ma qualcosa mi dice che anche la tua presenta la scritta leggibile dal rovescio... se così fosse, il senso della scritta potrebbe non essere poi così casuale come si tende a pensare... potrebbe invece significare che: stesso dritto + stesso rovescio = stesso contorno / stessa liberata. Ipotizzo in base a quello che ho potuto constatare sulle mie piastre, ma potrebbero essere solo una serie di coincidenze e nulla più. 

Confermo quanto hai scritto. 

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22 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Confermo quanto hai scritto. 

Grazie Beppe... chissà se questa non sia l'ennesima coincidenza... vedremo ;)

In realtà, c'è un motivo per cui ho condiviso le mie due piastre gemelle... sempre a proposito di dettagli che spesso passano inosservati - ma che poi in realtà si scopre siano dei veri e propri "segni" - apposti volontariamente dall'incisore.

C'é un "segno" - una variante inedita - che é presente sulle nostre piastre "gemelle": La terza perla posta tra i montanti della corona é contrassegnata da una perlina. Ad oggi, ho potuto constatare che questa variante rara é presente sulle corone di questi quattro diversi conii del 1834. 

La prima corona é di una delle nostre gemelle. 

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Buonasera a tutti, ciao @giuseppe ballauri ... scusa se scrivo solo ora, ma è stata una settimana molto piena. Comunque, sempre a proposito della "terza perla contrassegnata da una perlina"... Mi sono reso conto d'avere le immagini di altri due conii 1834 con questa variante: Il primo che allego é un rovescio "13 torrette" (dove lo zero non é ribattuto). 

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Per il resto, ho trovato solo un paio di casi con qualcosa di molto simile sulla corona... Ad esempio, su questa piastra 1834 (dritto GRTIA), si vede bene la "quarta" perla contrassegnata - e s'intravede qualcosa anche sulle altre perle, ma questo non lo si può stabilire con certezza (bassa risoluzione dell'immagine). 

 

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Modificato da LOBU
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Un altro caso simile invece, é su una piastra del 1838 - dove tutte e quattro le perle tra i montanti, pare siano state contrassegnate, oppure potrebbe anche sembrare che siano state incise in un modo diverso dal solito... dove però, la terza perla è sempre visibilmente "segnata" da un'altra perlina più piccola. 

Un caro saluto, Lorenzo

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Ciao a Tutti e come al solito "chapeau" a @LOBU che ha scoperto una interessante e mai descritta variante nella Corona. Guardando l'archivio delle 1834 che Gianni, @Raff82 ed il sottoscritto aggiornano costantemente, ho trovato altre Piastre con il 3° montante "perlinato". Posto le foto. 

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Esiste anche un'ulteriore varietà, quella che al posto del "globetto" o "perlina" , presenta una specie di "fiammella". In questo ultimo caso penso si possa trattare di un conio sporco, ma mi ripropongo di presentarlo. 

Buona Serata, Beppe 

 

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Non voglio annoiare gli amici che ci leggono, ma ci terrei a sottolineare che " il globo crucigero " posto al di sopra della Corona presenta molte differenze in questa tipologia. E' sufficiente osservare le foto che sono state postate per rendersi conto che, in un notevole numero di casi, è diverso, come diversa è l'incisione della Corona ( perlinatura, conformazione dei bracci etc ). Uno dei pochi documenti inerenti la coniazione è il Decreto n.2329 / Regolamento del 17/03/1829 ( riportato dal Pin ) . Cattura_01.thumb.JPG.951ca58667553852324a542881050a81.JPGCattura_02.JPG.dc8c23f567b54e8a4604107351103239.JPG

Purtroppo non chiarisce se il 1° e 2° Incisore fossero preposti alla formazione ( oltre che dello Stemma ) anche della Corona. Delegavano questo compito agli aiutanti? E' possibile che costoro non avessero ancora acquisito quell'abilità manuale propria dei "maestri"? Oppure le "variabilità" di questi particolari erano voluti, per distinguere chi vi aveva posto mano, o la lega d'argento derivata dalla fusione di vecchie monete od ancora comperata in altri Paesi?  Sicuramente un dato è certo: le variabili nella monetazione Borbonica sono così innumerevoli che non trovano riscontro in altre Zecche molto più arretrate tecnologicamente. Questo è un argomento che è già stato trattato molte volte sul Forum. Conclusioni: nessuna, in quanto non esistono documenti. Ma in questo caso, sarebbe opportuno avanzare anche qualche ipotesi, senza avere la pretesa di arrivare a "qualcosa di certo". Sarebbe interessante un dibattito che definisse delle argomentazioni verosimili, probabili o meglio possibili. 

Buona Serata a Tutti

 

   

 

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Ciao @giuseppe ballauri, il tuo é un ottimo spunto di riflessione...

Il Pin nel suo libro racconta nel dettaglio che - per la piastra del 1831 - sotto la Direzione del Rega vi erano: Vincenzo Catenacci come primo incisore dei "dritti"; Andrea Cariello, dapprima come aiutante incisore e poi dal '32, come secondo incisore dei dritti ; Vi era anche Achille Arnaud come primo incisore dei "rovesci" (che nel '34 fu sostituito da Tommaso Vernucci)... Sempre nel 1834 vi lavorava anche Luigi Arnaud, che era uno dei migliori incisori napoletani - nonché autore del dritto delle piastre del 1855 - lo stesso, era spesso impegnato a realizzare sia i dritti che i rovesci delle monete, come anche i decori ed i caratteri delle legende. 

Questo per dire che si trattava sempre di stimati e ben remunerati artisti (autori anche di molte medaglie)... e premesso che la corona é un elemento molto importante dello stemma araldico - cioé - é parte fondamentale dello stemma borbonico... possiamo supporre che i primi incisori, non avrebbero mai lasciato metter mano sui loro pregiati lavori - a qualche giovane aiutante sprovveduto e alle prime armi... o a qualche distratto giovanissimo alunno senza paga... e credo che nella Zecca non vi fossero affatto dei maestri di conio incapaci - o degli aiutanti semi-analfabeti - o degli apprendisti incisori non curanti dell'araldica. 

Per questo, volendo avanzare delle ipotesi in merito alle mille differenze di conio, variabili o varianti della stessa data... di certo non parlerei di mille errori, di distrazioni o di approssimazione. A mio avviso, quando ad esempio nel 1834, servì coniare una grandissima quantità di monete, si dovettero realizzare decine e decine di conii dello stesso millesimo e si dovettero applicare per questo, una miriade di "segni" utili a contraddistinguere ogni singolo conio realizzato. Questo CODICE, fatto da una "combinazione" di segni segreti, serviva come un codice a barre, come un numero di serie. Ogni diversificazione del conio originale fungeva allo stesso tempo da: segno di paternità - di tracciabilità - di autenticità. 

Ora, proviamo ad immaginare una specifica combinazione di "segni" attuata dall'incisore "X" per poter distinguere il suo specifico conio, che fu realizzato con l'aiuto di "Y" nel mese di Settembre 1834 - e facente parte di una serie di 9 conii realizzati appositamente tutti con la variante "K" ed abbinati ai 3 diversi dritti dell'incisore "A" (che a Settembre era aiutato da "B"). Questi 9 conii con la variante "K" furono utilizzati solo ed esclusivamente per le 3 liberate del mese di Ottobre 1834 - per un totale di 36000 Piastre coniate.

Cosa ne pensate? 

Un saluto, Lorenzo

Modificato da LOBU
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Buongiorno a tutti,

mi rendo conto che quando si cerca di elaborare delle ipotesi - é sempre utile fare degli esempi chiari e facilmente comprensibili, magari in forma grafica, con delle immagini esplicative.

Penso che la scoperta di una nuova variante - per chi studia l'arte monetale - non rappresenti "un punto di arrivo", ma un nuovo punto di partenza, un altro tassello utile per decifrare l'opera incisoria. Una nuova variante quindi, rappresenta semplicemente un'altra "chiave", utile a decriptare il metodo di elaborazione dei conii. 

Ad esempio, se analizziamo nel dettaglio questi 6 conii - e proviamo a mettere in relazione questo "segno", con tutti gli altri elementi che compongono la corona (tipo le interessanti "combinazioni" del numero di perle sui montanti), tutti gli stemmi all'interno dello scudo, la legenda... ci rendiamo conto che ogni conio é MATEMATICAMENTE diverso dagli altri e quindi, che ogni conio é stato VOLUTAMENTE eseguito come PEZZO UNICO, dove la "combinazione" di certe caratteristiche é presente SOLO su UNO specifico conio.

Queste "combinazioni di elementi", niente affatto casuali e che non hanno niente a che vedere né con gli alchimisti ;) - né con il simbolismo massonico - venivano certamente riportate per iscritto, probabilmente corredate anche da tavole di disegni e l'incisione del conio (ovvero l'impronta su carta). Così l'incisore illustrava queste caratteristiche sul suo taccuino personale - o su un registro di lavoro - o documento riservato - custodito in una cassaforte del Gabinetto d'incisione - con il quale ogni artista - nel momento in cui venisse chiamato a testimoniare - avrebbe avuto la possibilità di riconoscere (e dimostrare) l'opera sua (o di altri) con insindacabile certezza. 

Saluti
 

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  • 4 mesi dopo...

Buongiorno a tutti.

Allego la scansione (no foto - no prospettiva) di due mie Piastre del 1843. Comparando le due effigi, a parte l'elemento più "eclatante" e cioè, una testa più o meno voluminosa, si possono notare anche delle altre differenze: la forma del naso; la dimensione del mento; la larghezza del collo; etc. Secondo voi, si tratta di debolezze di conio o di un'effige diversa e "ridimensionata"?  

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