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Risposte migliori

Inviato
1 ora fa, adelchi dice:

No,probabilmente l'italianizazzione  di "su' da doss ,can!" Togliti di dosso cane!..:blush:

In milanese sarebbe "sta su' de' doss" ovvero in italiano "lasciami stare".


Inviato
55 minuti fa, Sirlad dice:

In milanese sarebbe "sta su' de' doss" ovvero in italiano "lasciami stare".

...o anche: "non starmi addosso!". Interessanti proposte di traduzione. L'italianizzazione sarebbe allora dovuta alla traballante pronuncia di un tedesco (forse uno dei due raffigurati in foto...).

Grazie per l'intervento.


Inviato
Il 30/8/2017 at 09:56, 417sonia dice:

reclutamento/trasferimento di partigiani cremonesi verso la Val di Susa, dove la Resistenza era particolarmente organizzata

In Val di Susa c'era come graduato della Garibaldi mio zio Aldo, fratello di mio padre, che fu ucciso in uno scontro a fuoco con alcuni brigatisti neri ormai allo sbando, il 24 aprile alla vigilia della Liberazione. 

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Per non parlare solo di morti ...........

Come ho già detto passavo l'estate in montagna dai nonni materni. Si mangiava perchè nonno teneva galline e conigli. 

All'inizio dell'estate arrivava un camion con alcune mucche molto magre che venivano affidate gratuitamente a chi le voleva, e il nonno ne prendeva una.Gli animali in montagna e al pascolo tutto il giorno mettevano su carne e facevano latte e quindi formaggio. Poi in autunno quelli che le avevano portate le venivano a riprendere, ben pasciute.

C'era un apicultore ligure che passava l'estate lì e aveva una centrifuga a manovella per recuperare il miele dai favi. Poi però recuperava anche la cera d'api e i pezzi di favo dovevano essere ripuliti dal miele residuo. Della cosa ci incaricavamo noi bambini. Succhiavamo i pezzi di favo finchè erano ripuliti a dovere e poi li sputavamo in un bidone.  Era piacevole e non costava niente.

 

Supporter
Inviato

Buona giornata

Fortunati, se così si può dire, erano effettivamente gli allevatori e gli agricoltori e coloro che svolgevano comunque attività in campagna; c'era sempre un orto, qualche pollo o coniglio che consentisse - almeno - di mangiare .... nonostante razzie, requisizioni e sequestri.

Erano i "cittadini" che se la "vedevano nera", magari senza lavoro, senza casa ... sfollati di qua o di la, con la tessera per acquistare derrate che non c'erano.

La guerra è anche fame.

saluti

luciano

  • Mi piace 2

  • 1 mese dopo...
Inviato

Riprendo questa discussione per aggiungere qualcosa che non era guerra ma l'immediato dopo guerra:

Ci fu per tutto il tempo di guerra l' "oscuramento". Per non facilitare i bombardieri nemici a trovare di notte il percorso per raggiungere le grandi città tutte le luci dovevano essere spente. Quindi niente illuminazione pubblica e anche le finestre dovevano essere schermate con tende scure, così come i fari di auto e moto che proiettavano la luce verso il basso (di mezzi circolanti ce n'erano molto pochi ). Ben pochi andavano in giro la sera nel buio.

E così appena finita la guerra furono rimesse le lampadine ai lampioni e "FIAT LUX".

E per diversi giorni, di sera, tutti in piazza a chiacchierare e i bambini a rincorrersi per dimenticare i "tempi bui".

 

 


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