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Inviato
3 ore fa, gionnysicily dice:

E si caro @Emilio Siculo Leontini ha coniato solo e unicamente con un conio di dritto , l'esemplare cosi detto  "capelli bagnati" .Allego la sequenza del dritto , dagli esemplari di prima battitura , fino alla deturpazione delle rotture che prima dai capelli e poi sulla guancia. 

 

5ab4158de1d82_ConsecutivitdelconiodiLeontinib.thumb.jpg.325ca85358dfdf8333fffbfd305d5ebb.jpg

 

Da qui , non più con la logica........ma con fatti oggettivi, La zecca di Lentini , non necessitava un'altro conio di dritto , visto che poteva continuare a coniare con il ( E SOLO) conio , anche se maltrattato.

Come da vecchie notizie ,  il ritrovamento è avvenuto nel 1988 , le prima riproduzioni furono scoperte da R. Russo subito dopo e nel 1989 già i grandi come Russo, Hunther, erano in grado di riconoscerli .......come ??  esperienza, conoscenza,alla base di tutto.

Cosi fino al 2000 le riproduzioni non circolarono più , tranne singole monete .

Dal 2000 ad oggi , i mercati con l'avvento delle aste elettroniche , vuoi anche modesti collezionisti o modesti investitori , hanno svegliato le monete di Leontini. facendole apprezzare , anche per i prezzi "modesti" per un tetradramma di gran bello stile del V sec. a C.

Uno dei pochi che si è avvicinato a far si di riconoscere una riproduzione......e stato @Emilio Siculo che con pazienza si e messo a contare le perline del dritto .........Come avevo fatto io durante questo inverno , per individuare la consecutività di questo conio. 

EBBENE tutte le monete GENUINE di Leontini "capelii bagnati" l'incisore ( a noi anonimo) ma sicuramente un grande maestro racchiude il suo conio ....... con un perlinato che non è mai stato modificato. 

Per le  monete genuine , se si traccia una retta davanti al naso e si fa un'altra retta alla punta della corona di alloro, si contano SOLO e UNICAMENTE 17 perline.

Le riproduzioni riconducibili al defunto Fichera , alcune con 22 e molti con  25 .

Come da foto che allego.

 

5ab41cafc936b_falsiFicheraegenuiniCopia.thumb.jpg.87445e03d91bec4470dfd128ce5e2f48.jpg

 

 

Ottima analisi! Complimenti!!

Grazie Gionnysicily, ci hai mostrato una sorta di "prova del nove"


Inviato (modificato)
12 ore fa, acraf dice:

L'osservazione di Tinia merita un approfondimento. E' in effetti difficile che un falsario abbia copiato bene la testa "bagnata" e sbagliato sul perlinato del bordo. La prima e più ovvia osservazione è che il falsario aveva copiato uno o più esemplari con tondello stretto e quindi abbia dovuto rifare il perlinato usando tondelli un poco più grandi. E' una eventualità che ci può stare, dal momento che anzi la maggior parte degli esemplari autentici di quel ripostiglio non hanno la perlinatura completa (come si può evincere anche dalla sequenza dell'usura del conio mostrata da Gionnysicily). E' difficile capire perché il falsario Fichera non abbia avuto un pò più pazienza a cercare un esemplare di modulo largo, appunto per evitare di dover rifare, almeno in parte, la perlinatura. Ricordo solo che mi dissero allora che dal momento del ritrovamento del ripostiglio ci fu un certo fermento e non pochi esemplari presero il volo, ovviamente all'estero... Quindi in realtà il falsario probabilmente ebbe accesso solo a una parte degli esemplari ritrovati. E poi si era anche sbrigato a fare le copie, anche al fine di mischiarle con i pezzi originali. Ricordo molto bene che appunto per avere avuto in mano un certo numero di esemplari mischiati che Roberto Russo si accorse piuttosto rapidamente delle incongruenze, dando l'allarme ai suoi colleghi in Svizzera. La conferma, almeno come mi disse (e non ricordo le sue esatte parole dopo tanti anni), era che i pezzi col bordo perlinato "irregolare" (ossia in soprannumero) erano accomunati anche da una strana superficie e angolatura del bordo, dovuti al fatto che erano stati ricavati con la pressofusione (e Fichera fu forse il primo a perfezionare tale tecnica e forse Gionnysicily può spiegare meglio su questo punto).

L'altra possibilità è che esista un secondo conio molto simile, con diversa perlinatura. Personalmente tendo a rigettare tale ipotesi, conoscendo la monetazione siceliota in generale. Normalmente un incisore greco non creava un secondo conio che fosse praticamente identico al precedente, con minime e marginali differenze, come il numero delle perlinature. Possono capitare esemplari che presentano minime discordanze: se sono autentici, esse sono generalmente frutto di ritocchi operati dallo stesso incisore, per rinfrescare il conio che si stava usurando e questo soprattutto nel caso che l'artista fosse molto soddisfatto del suo conio, al quale cercava di assicurare la massima durata durante la produzione. Poi con un conio, specialmente se di incudine (diritto), si potevano coniare monete probabilmente dell'ordine di 15.000-20.000 esemplari (e forse anche un poco di più). E' facile quindi che in particolari circostanze storiche una buona parte potesse essere confluita in un tesoretto rapidamente sotterrato. E invece comparire molto saltuariamente in altri ripostigli non esattamente coevi, spiegando la sua rarità prima degli anni '80....

Più che poco comprensibile che il Fichera non abbia avuto la pazienza di cercare un modulo largo, che magari ha anche maneggiato ma che non era sufficientemente ben conservato per la bisogna, è decisamente strano che invece di replicarne la perlinatura con le sue caratteristiche di passo, rilevabili anche su esemplari usurati o con impressione incompleta , abbia avuto la necessità di inventarsela da zero e per di più senza imitarne l’originale forma. 

È questo che non mi spiego , non è logico, non è coerente con l’attenzione e l’abilità con cui ha effettuato tutto il resto del lavoro, stride fortemente con quanto si sa dell’intera sua produzione. 

È , invece, valida l’osservazione che un incisore difficilmente realizzava due conii identici, vuoi perché non ne aveva alcun bisogno , vuoi per oggettive difficoltà, a meno dell’uso di punzoni positivi, per cui la faccenda è complicata e poco chiara. 

Diciamo che, alla luce di queste considerazioni: incertezza dell’esistenza di uno o di più di un conii del tipo, in base alla perlinatura più o meno fitta,

in base alla non peregrina ipotesi che, davvero i conii esistenti fossero due, uno con perlinatura rada, di ritrovamenti più antichi e originalità non discussa e uno con perlinatura più fitta, copiato poi dal Fichera (compresa la perlinatura relativa stretta) e , di conseguenza , del sovvenire di un forte grado di incertezza nell'individuazione dei pezzi buoni e dei pezzi replicati di questa tipologia

e, per ultimo ma non ultimo , il più importante ,la controversa “storiografia” delle origini di questa emissione , stiamo orientandoci sul ritiro del pezzo in questione, a prescindere dalla fondatezza o meno di tutte le altre osservazioni. 

Modificato da Tinia Numismatica
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Inviato

Discussione molto bella ed interessante. Che aumenta gli interrogativi invece che risolverli. Ritirerete la moneta? Mah, sì, sarebbe un atteggiamento molto etico, ma equivarrebbe anche alla condanna di una moneta che, con prova definitiva, non possiamo affermare come assolutamente falsa. Forse la coerenza maggiore sarebbe quella di metterla lo stesso all'incanto ma con una specifica: "moneta di controversa autenticità". Starà poi ai possibili acquirenti fare le loro valutazioni.


Inviato
16 minuti fa, deadhead dice:

Discussione molto bella ed interessante. Che aumenta gli interrogativi invece che risolverli. Ritirerete la moneta? Mah, sì, sarebbe un atteggiamento molto etico, ma equivarrebbe anche alla condanna di una moneta che, con prova definitiva, non possiamo affermare come assolutamente falsa. Forse la coerenza maggiore sarebbe quella di metterla lo stesso all'incanto ma con una specifica: "moneta di controversa autenticità". Starà poi ai possibili acquirenti fare le loro valutazioni.

La controversia non è tanto sull autenticità...,che è quella meno preoccupante...quanto la storiografia. 


Inviato

Non me ne intendo, mi fanno però riflettere i tempi.

Sino a quando i Santamaria sono stati in attività? Quali sono le probabilità che questa controversa moneta sia antecedente al ritrovamento in oggetto?

Tanti interrogativi, ma nel dubbio, non penso si sbagli a propendere per la cautela.


Inviato
11 minuti fa, Curcuas dice:

Non me ne intendo, mi fanno però riflettere i tempi.

Sino a quando i Santamaria sono stati in attività? Quali sono le probabilità che questa controversa moneta sia antecedente al ritrovamento in oggetto?

Tanti interrogativi, ma nel dubbio, non penso si sbagli a propendere per la cautela.

Livio dovrebbe aver smesso alla fine degli anni 80 più o meno. Se il ritrovamento è del 1988 , e più o meno contemporaneo alla chiusura dell’attività. 


Inviato

I primi falsi sono subito successivi, se ho ben capito. Se fosse uno di quei falsi, dovremmo forse supporre che questo sia uno degli ultimi esemplari effettivamente commerciati dai Santamaria?

La tempistica mi pare "borderline", ferme restando tutte le considerazioni tecniche espresse da voi professionisti ed esperti del Forum sulle quali non sono in grado di pronunciarmi, né di contribuire.


Inviato (modificato)
3 minuti fa, Curcuas dice:

I primi falsi sono subito successivi, se ho ben capito. Se fosse uno di quei falsi, dovremmo forse supporre che questo sia uno degli ultimi esemplari effettivamente commerciati dai Santamaria?

La tempistica mi pare "borderline", ferme restando tutte le considerazioni tecniche espresse da voi professionisti ed esperti del Forum sulle quali non sono in grado di pronunciarmi, né di contribuire.

Difficile essere più circostanziati se non ci sono dati precisi su cui potersi basare, ma ce ne sono a sufficienza per porsi parecchie domande a tutto tondo. 

Modificato da Tinia Numismatica

Inviato (modificato)

Salve,

domanda da profano: siamo sicuri che il "Falsario" sapesse che il conio poteva essere solo uno? Magari ignaro di questo fondamentale dettaglio non si curò troppo del numero di perline da replicare poiché tanto poteva essere appartenuto ad un differente conio. 

A questo punto sorge un'altra domanda che potrebbe aiutare nello stabilire il numero di conii: si ha una chiara traccia delle monete battute con lo stesso conio (17 perline, occhio rotto etc.), chiara al punto da poterne stabilire anche il degrado strutturale (grazie @gionnysicily ) , cosa si sa degli esemplari con 21, 22 o comunque non 17 perline? Abbiamo vari esempi di riferimento?, gli esemplari a parità di numero di perline presentano anche altri tratti simili? se si, dove sono queste monete (sono in un museo o valutate da mani esperte oppure sono state  smerciate in passato in aste di dubbia reputazione)?. Potendo ricreare la famiglia della 21, 22, o non 17 perline si potrà stabilire con maggior chiarezza se il conio fosse solo uno o più.

Spero di aver esposto chiaramente i miei pensieri e di non aver fatto solo confusione.

Grazie

A.

Modificato da Eolo
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Inviato
1 ora fa, Eolo dice:

Salve,

domanda da profano: siamo sicuri che il "Falsario" sapesse che il conio poteva essere solo uno? Magari ignaro di questo fondamentale dettaglio non si curò troppo del numero di perline da replicare poiché tanto poteva essere appartenuto ad un differente conio. 

A questo punto sorge un'altra domanda che potrebbe aiutare nello stabilire il numero di conii: si ha una chiara traccia delle monete battute con lo stesso conio (17 perline, occhio rotto etc.), chiara al punto da poterne stabilire anche il degrado strutturale (grazie @gionnysicily ) , cosa si sa degli esemplari con 21, 22 o comunque non 17 perline? Abbiamo vari esempi di riferimento?, gli esemplari a parità di numero di perline presentano anche altri tratti simili? se si, dove sono queste monete (sono in un museo o valutate da mani esperte oppure sono state  smerciate in passato in aste di dubbia reputazione)?. Potendo ricreare la famiglia della 21, 22, o non 17 perline si potrà stabilire con maggior chiarezza se il conio fosse solo uno o più.

Spero di aver esposto chiaramente i miei pensieri e di non aver fatto solo confusione.

Grazie

A.

Giusta osservazione, come anche quella di Tinia. Per poter risolvere la complessa questione servirebbe uno studio molto analitico su questa emissione e magari anche un vero Corpus almeno sui tetradrammi di Leontinoi. Il materiale ci sarebbe, con accurata raccolta di tutte le immagini di adequata definizione ed esame diretto quando possibile, anche di monete presenti nelle varie collezioni pubbliche. Tale studio dovrebbe comprendere anche l'analisi della sequenza dei vari conii usati da Leontinoi con l'identificazione di contesti anche storici ed archeologici oltre che ovviamente dei falsi riconosciuti come tali.

Non mi risulta che qualcuno abbia intrapreso un simile studio. Non è facile, ma mi auguro che qualcuno abbia il coraggio di affrontarlo e avrà tutta la nostra riconoscenza. Senza questo studio molti dettagli restano problematici.


Inviato

Preciso che non è facile pianificare un vero Corpus. Quello su Akragas sono più di 40 anni che ci sta lavorando Ulla Westermark e ancora non so bene a che punto sia (anche se un mio amico inglese ha potuto visionare alcune bozze per la revisione di Historia Numorum dedicato alla Sicilia)... E quello su Katana sono quasi 30 anni che sta lavorando il prof. Boehringer. E ambedue hanno ormai superato l'ottantina di anni....


Inviato
14 minuti fa, acraf dice:

Giusta osservazione, come anche quella di Tinia. Per poter risolvere la complessa questione servirebbe uno studio molto analitico su questa emissione e magari anche un vero Corpus almeno sui tetradrammi di Leontinoi. Il materiale ci sarebbe, con accurata raccolta di tutte le immagini di adequata definizione ed esame diretto quando possibile, anche di monete presenti nelle varie collezioni pubbliche. Tale studio dovrebbe comprendere anche l'analisi della sequenza dei vari conii usati da Leontinoi con l'identificazione di contesti anche storici ed archeologici oltre che ovviamente dei falsi riconosciuti come tali.

Non mi risulta che qualcuno abbia intrapreso un simile studio. Non è facile, ma mi auguro che qualcuno abbia il coraggio di affrontarlo e avrà tutta la nostra riconoscenza. Senza questo studio molti dettagli restano problematici.

Il corpus attualmente di riferimento per Leontini è:

C. Boehringer. “Die Münzgeschichte von Leontini in klassischer Zeit” in Studies Price.

Dove "Studies Price" sta per:

R. Ashton & S. Hurter, eds. Studies in Greek Numismatics in Memory of Martin Jessop Price. London. 1998.

ES

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Inviato

Giusto e pertinente il riferimento a Boehringer, che però è in tedesco (difficile da tradurre anche per chi conosce quella lingua) e fornisce solo un quadro generale delle varie emissioni che si sono succedute. Allego il lavoro e sarò molto grato se qualcuno riesce a tradurlo:

Boehringer 1998 monete di Leontinoi di età classica ex Price.pdf

Viene fatto un cenno al noto ripostiglio di Carlentini del 1984, che conteneva tetradrammi con "testa bagnata". Maggiori dettagli su questo ripostiglio si trovano nel volume Coin Hoards vol. VIII, che purtroppo non ho e già in altra occasione sul forum avevo chiesto di poterlo scansionare.

Boehringer illustra con una sola foto, n. 55, il tetradramma con "testa bagnata", ma non dice esplicitamente se è un unico conio e il suo articolo non è un vero Corpus....

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  • Grazie 1

Inviato

Senza entrare nello specifico della moneta in asta da Tinia Varesi. Questa discussione più di un pensiero lo fa venire. Sulla Lentini Apollo capelli bagnati io penso che abbia giocato un grosso fattore psicologico. E cioe: a seguito del ritrovamento di Carlentini questa moneta ha invaso il mercato. Da alcune fonti dirette che ho mi hanno parlato di un tesoretto di circa 2000 monete (anche di altre tipologie). Mi domando: che grande necessità ci poteva essere di falsificare da subito una moneta che grazie ad un ritrovamento abusivo era diventata da rarissima a comune? Ed infatti il mercat o non ha premiato questo conio: sono monete che non fanno mai grandi realizzi e spesso restano invendute. A mio avviso l'invasione sul mercato (avvenuta 30 anni fa ormai ) di una moneta rarissima, di grandissimo stile e mediamente anche di alta conservazione ha fatto nascere una anche giustificabile psicosi del "quasi tutte false". E se invece in realtà i pezzi originali siano quantitativamente molti di più delle farlocche? Se in effetti il conio fosse stato più di uno? Se molti esemplari cassati come falsi siano stati invece vittime di un tribalismo ustorio figlio di una pur parzialmente giustificabile campagna di timore del falso? Non so... butto lì.


Inviato

Un conto sono le supposizioni - plausibilmente logiche come quella esposta sopra - un conto l’accertamento dell’evidenza .se l’evidenza non trova riscontro allora la logica non solo e’ plausibike ma anche corretta. 

Per ora l’evidenza tecnica propende pero’ piuttosto verso una replica di falsi diffusi accanto agli originali ...

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Inviato
45 minuti fa, numa numa dice:

Un conto sono le supposizioni - plausibilmente logiche come quella esposta sopra - un conto l’accertamento dell’evidenza .se l’evidenza non trova riscontro allora la logica non solo e’ plausibike ma anche corretta. 

Per ora l’evidenza tecnica propende pero’ piuttosto verso una replica di falsi diffusi accanto agli originali ...

giusto...ma il problema sollevato è se davvero quelli con la perlinatura fitta siano TUTTI falsi ,oppure se esiste davvero una versione autentica con le perline fitte( che poi ha fatto da modello per la falsificazione che esiste in modo più che certo), questo intendeva deadhead e anche io, soprattutto ora che Acraf ha confermato che l'unicità di quel conio non è stata definitivamente stabilita dal Boheringer o altri, ma semplicemente il Boheringer ha fotografato solo quel tipo e da lì se ne è desunta l'unicità...ma che ,in effetti, è ancora di là dall'essere stabilita.

Se la conditio sine qua non dell'esserci un solo conio accertato con i capelli bagnati, e cioè quello con le perline rade, non è assodata, allora tutte le deduzioni successive sono afflitte da un errore di fondo che ne inficia la validità in modo determinante..

A questo punto ( trascurando quella in asta nostra), considerato che la base su cui si fonda la categorizzazione è incompleta e incerta, quante di quelle finora passate in asta sono davvero false e quante potrebbero invece essere state condannate prematuramente?

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Inviato (modificato)
19 minuti fa, Tinia Numismatica dice:

giusto...ma il problema sollevato è se davvero quelli con la perlinatura fitta siano TUTTI falsi ,oppure se esiste davvero una versione autentica con le perline fitte( che poi ha fatto da modello per la falsificazione che esiste in modo più che certo), questo intendeva deadhead e anche io, soprattutto ora che Acraf ha confermato che l'unicità di quel conio non è stata definitivamente stabilita dal Boheringer o altri, ma semplicemente il Boheringer ha fotografato solo quel tipo e da lì se ne è desunta l'unicità...ma che ,in effetti, è ancora di là dall'essere stabilita.

Se la conditio sine qua non dell'esserci un solo conio accertato con i capelli bagnati, e cioè quello con le perline rade, non è assodata, allora tutte le deduzioni successive sono afflitte da un errore di fondo che ne inficia la validità in modo determinante..

A questo punto ( trascurando quella in asta nostra), considerato che la base su cui si fonda la categorizzazione è incompleta e incerta, quante di quelle finora passate in asta sono davvero false e quante potrebbero invece essere state condannate prematuramente?

 

Modificato da numa numa

Inviato (modificato)

Giusto anche questo.

 » the jury is still out » 

nel senso che effettivamente potrebbe esserci un conio originale con un perlinato e caratteristiche leggermente differenti dal quale - a sua volta - sono stati derivati falsi di ‘secondo tipo ‘ per questore  ho espresdo cautela nelle mie affermazioni - e sempre si dovrebbe poter esprimere cautela - salvo il caso di falsi acclarati - quando si esaminano esemplari di queste zecche e di questo periodo. 

Il terreno e’ davvero minato ..

come diceva il grande Roberto ( Russo - quanto mi mancano le lunghe  conversazioni che avevamo caro Roberto    In compagnia di ottimi rossi in ristoranti all’altezza dei rossi  ...:)  

« Il piu’ bravo e’ chi sbaglia meno... » 

Modificato da numa numa
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Inviato
1 ora fa, numa numa dice:

Giusto anche questo.

 » the jury is still out » 

nel senso che effettivamente potrebbe esserci un conio originale con un perlinato e caratteristiche leggermente differenti dal quale - a sua volta - sono stati derivati falsi di ‘secondo tipo ‘ per questore  ho espresdo cautela nelle mie affermazioni - e sempre si dovrebbe poter esprimere cautela - salvo il caso di falsi acclarati - quando si esaminano esemplari di queste zecche e di questo periodo. 

Il terreno e’ davvero minato ..

come diceva il grande Roberto ( Russo - quanto mi mancano le lunghe  conversazioni che avevamo caro Roberto    In compagnia di ottimi rossi in ristoranti all’altezza dei rossi  ...:)  

« Il piu’ bravo e’ chi sbaglia meno... » 

Le discussioni in compagnia di ottimi rossi , in ristoranti degni dei suddetti rossi, di solito non portano a grandi progressi in campo numismatico.....ma che ce frega?! ?????

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Inviato

A proposito di "conio originale", ricordo che in questa stessa discussione dissi che non si trattava del rinvenimento isolato di un singolo ripostiglio, ma della scoperta della zecca di Leontinoi, infatti stando alle voci che circolavano ai tempi si disse che furono ritrovati anche i conii originali delle monete.

Personalmente non ritengo impossibile l'utilizzo di conii originali da parte dei falsari, basti pensare che nella stessa Centuripe sono state utilizzate in ambito diverso, matrici fittili originali del periodo ellenistico per la riproduzione di statuette e coroplastica, non è quindi da escludere che a seguito di scavo clandestino, possano essere stati trovati conii antichi, utilizzati successivamente per la produzione di prodotti di seconda generazione.

Restando invece nell'ambiente dei falsari centuripini, posto qui di seguito un breve articolo che ho recentemente scovato sul web, si vedano in particolare le pp. 70 e 71

https://books.google.it/books?id=eHif2iaxCFIC&pg=PA71&dq=conii++monete&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiA0paniYXaAhUwh6YKHT0NDhkQ6AEIVDAI#v=onepage&q&f=false

Un articolo simile, ma molto più ampio lo avevo postato in quest'altra discussione:

https://www.lamoneta.it/topic/151895-articolo-zecca-clandestina/?tab=comments#comment-1732870


Inviato
1 ora fa, Cromio di Aitna dice:

A proposito di "conio originale", ricordo che in questa stessa discussione dissi che non si trattava del rinvenimento isolato di un singolo ripostiglio, ma della scoperta della zecca di Leontinoi, infatti stando alle voci che circolavano ai tempi si disse che furono ritrovati anche i conii originali delle monete.

Personalmente non ritengo impossibile l'utilizzo di conii originali da parte dei falsari, basti pensare che nella stessa Centuripe sono state utilizzate in ambito diverso, matrici fittili originali del periodo ellenistico per la riproduzione di statuette e coroplastica, non è quindi da escludere che a seguito di scavo clandestino, possano essere stati trovati conii antichi, utilizzati successivamente per la produzione di prodotti di seconda generazione.

Restando invece nell'ambiente dei falsari centuripini, posto qui di seguito un breve articolo che ho recentemente scovato sul web, si vedano in particolare le pp. 70 e 71

https://books.google.it/books?id=eHif2iaxCFIC&pg=PA71&dq=conii++monete&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiA0paniYXaAhUwh6YKHT0NDhkQ6AEIVDAI#v=onepage&q&f=false

Un articolo simile, ma molto più ampio lo avevo postato in quest'altra discussione:

https://www.lamoneta.it/topic/151895-articolo-zecca-clandestina/?tab=comments#comment-1732870

Un conio originale è praticanente impossibile che possa essere riutilizzato. Se fosse in ferro, la corrosione avrebbe reso instabile la superficie e sotto sollecitazione si disintegrerebbe, se fosse in bronzo, la superficie sarebbe ossidata, quindi avrebbe perso le caratteristiche meccaniche del metallo originale e anche in questo caso non reggerebbe allo sforzo senza contare che, di solito, le patine sono obliteranti, quindi l’impressione verrebbe in ogni caso difforme. 

Piu facile copiare una moneta fdc e ricavarne una cera in negativo con cui colare il conio da portare all aggiustamento e rilavorazione da parte del Fichera di turno. 

E qui si ritorna alla inspiegabile necessità di inventarsi una perlinatura difforme se si avevano a disposizione esemplari tra cui scegliere per realizzare la cera. 

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Inviato
4 ore fa, Cromio di Aitna dice:

A proposito di "conio originale", ricordo che in questa stessa discussione dissi che non si trattava del rinvenimento isolato di un singolo ripostiglio, ma della scoperta della zecca di Leontinoi, infatti stando alle voci che circolavano ai tempi si disse che furono ritrovati anche i conii originali delle monete.

Personalmente non ritengo impossibile l'utilizzo di conii originali da parte dei falsari, basti pensare che nella stessa Centuripe sono state utilizzate in ambito diverso, matrici fittili originali del periodo ellenistico per la riproduzione di statuette e coroplastica, non è quindi da escludere che a seguito di scavo clandestino, possano essere stati trovati conii antichi, utilizzati successivamente per la produzione di prodotti di seconda generazione.

Restando invece nell'ambiente dei falsari centuripini, posto qui di seguito un breve articolo che ho recentemente scovato sul web, si vedano in particolare le pp. 70 e 71

https://books.google.it/books?id=eHif2iaxCFIC&pg=PA71&dq=conii++monete&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiA0paniYXaAhUwh6YKHT0NDhkQ6AEIVDAI#v=onepage&q&f=false

Un articolo simile, ma molto più ampio lo avevo postato in quest'altra discussione:

https://www.lamoneta.it/topic/151895-articolo-zecca-clandestina/?tab=comments#comment-1732870

Grazie Cromio

nel secondo articolo e’ riconoscibile anche il conio ( bruttissimo peraltro) del famoso tetra di Aitna con la testa di Sileno, un esemplare dei quali fece una capatina anche su questo forum diversi anni fa proposto da un personaggio che necsostenevz l’autenticità ( forse credendo che la sua audience fosse composta da un drappello di ingenui farlocchi).

il conio deve essere stato ricavato da qualche foto o da un calco oppure ( meno probabilmente) dalla riproduzione della moneta fatta da un artista francese circa un secolo fa, essendo l’originale tuttora unico e ben custodito presso la Biblioteca Reale del Belgio. 


Inviato

Questa del ritrovamento dei conii non l'avevo mai sentita. Bè anche fosse stato come dice giustamente Vanni sarebbero inutilizzabili.
Altro interessante nodo è il come mai le conservazioni di queste emissioni viaggino sempre attorno allo Spl. Sotto il Bb non ne ho mai viste.


Inviato (modificato)
2 ore fa, deadhead dice:

Questa del ritrovamento dei conii non l'avevo mai sentita. Bè anche fosse stato come dice giustamente Vanni sarebbero inutilizzabili.
Altro interessante nodo è il come mai le conservazioni di queste emissioni viaggino sempre attorno allo Spl. Sotto il Bb non ne ho mai viste.

 

5, Parigi.jpg

 

PARIGI

Modificato da gionnysicily

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