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IGNORED

Tetradramma Leontini Boehringer 55


Emilio Siculo

Risposte migliori

Ciao,

riconosco che il mio post sopra, come notato, manchi dei requisiti di "scientificità", in particolar modo perché prendo a riferimento un generico bell'esemplare, peraltro caratterizzato dai segni di una coniatura successiva rispetto all'esemplare oggetto di discussione. Ad esempio il segno all'angolo dell'occhio, ma non solo... Si tratta però di un esemplare a mio parere di freschezza veramente notevole, e che lascia veramente una bella impressione a chi abbia studiato la tipologia, come abbiamo fatto per preparare tutta la discussione sopra.

Prendere a riferimento un esemplare assolutamente "certo" per questa tipologia è infatti molto difficile. Se ricordo bene, sopra si diceva che nelle vecchie collezioni museali o di grandi collezionisti questa tipologia mancava. E in effetti sembra che la maggior parte degli esemplari siano post anni '80.

Tuttavia, un elemento che potremmo considerare acquisito - almeno fino a nuove evidenze - è che di questa tipologia esistono 1 conio di dritto e 2 di rovescio (spiegato meglio nei post precedenti). Credo che accettare questo postulato sia ragionevole e riduca i rischi di errore al minimo, considerato che sono noti centinaia di esemplari e tutti solo da questi conii (quasi tutti poi da un solo conio di rovescio che costituisce l'accoppiamento Boehringer 55 e SNG ANS 257). L'applicazione delle metodologie statistiche di stima della numerosità della popolazione (conii realizzati) a partire dagli esemplari e dai conii noti (campione) potrebbe dare un interessante risultato.

Sotto allego altri 2 esemplari (da primarie aste, ma non importa: parliamo di monete e non di aste!) con perlinato completo al dritto, almeno fra ore 9 e 13.

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IMG_0672.JPG.bd7df8f299d74a752839de969df75e0a.JPG

Si tratta di esemplari non scientificamente "certi" - è vero - ma credo abbastanza facili da leggere: bel metallo, evidente coniatura, coerenza dell'impronta con i conii noti. Il secondo è peraltro parte delle prime battiture, perché non reca i segni delle rotture di conio successive. Anche qui abbiamo un perlinato più diradato e con circa 16 perline fra i punti che avevo segnato.

Chiaramente non ho la pretesa di affermare quanto dico con certezza e potrei sbagliarmi, ma mi sembra che ci siano degli argomenti validi di approfondimento.

Ciao

ES

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1 ora fa, Emilio Siculo dice:

Ciao,

riconosco che il mio post sopra, come notato, manchi dei requisiti di "scientificità", in particolar modo perché prendo a riferimento un generico bell'esemplare, peraltro caratterizzato dai segni di una coniatura successiva rispetto all'esemplare oggetto di discussione. Ad esempio il segno all'angolo dell'occhio, ma non solo... Si tratta però di un esemplare a mio parere di freschezza veramente notevole, e che lascia veramente una bella impressione a chi abbia studiato la tipologia, come abbiamo fatto per preparare tutta la discussione sopra.

Prendere a riferimento un esemplare assolutamente "certo" per questa tipologia è infatti molto difficile. Se ricordo bene, sopra si diceva che nelle vecchie collezioni museali o di grandi collezionisti questa tipologia mancava. E in effetti sembra che la maggior parte degli esemplari siano post anni '80.

Tuttavia, un elemento che potremmo considerare acquisito - almeno fino a nuove evidenze - è che di questa tipologia esistono 1 conio di dritto e 2 di rovescio (spiegato meglio nei post precedenti). Credo che accettare questo postulato sia ragionevole e riduca i rischi di errore al minimo, considerato che sono noti centinaia di esemplari e tutti solo da questi conii (quasi tutti poi da un solo conio di rovescio che costituisce l'accoppiamento Boehringer 55 e SNG ANS 257). L'applicazione delle metodologie statistiche di stima della numerosità della popolazione (conii realizzati) a partire dagli esemplari e dai conii noti (campione) potrebbe dare un interessante risultato.

Sotto allego altri 2 esemplari (da primarie aste, ma non importa: parliamo di monete e non di aste!) con perlinato completo al dritto, almeno fra ore 9 e 13.

IMG_0671.thumb.JPG.95ec7b82244712ce7567f7fd3e4ad09a.JPG

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Si tratta di esemplari non scientificamente "certi" - è vero - ma credo abbastanza facili da leggere: bel metallo, evidente coniatura, coerenza dell'impronta con i conii noti. Il secondo è peraltro parte delle prime battiture, perché non reca i segni delle rotture di conio successive. Anche qui abbiamo un perlinato più diradato e con circa 16 perline fra i punti che avevo segnato.

Chiaramente non ho la pretesa di affermare quanto dico con certezza e potrei sbagliarmi, ma mi sembra che ci siano degli argomenti validi di approfondimento.

Ciao

ES

Già di per se, il fatto che mette più in allarme e che della tipologia manchino esemplari nelle collezioni più famose e che quelli conosciuti risalgano tutti agli anni 80...,,ci sono altri esempi di monete con questa problematica e, pur essendo universalmente accettate come autentiche e come tali trattate, vanno prese con le molle. 

A questo punto se sia gli esemplari con 16 palline nellintervallo sua quelli con 21 sono apparsi nello stesso periodo i dubbi si amplificano per tutte e due le tipologia, ma per logica consequenziale, la versione con 21 palline deve essere successiva( o desunta) da quella con 16. 

Conclusione logica vorrebbe che quella con 21 sia il miglior candidato alla falsità, ma se anche la versione a 16 palline è dello stesso periodo allora la cosa si complica. 

Tutto ciò se ho ben capito la faccenda del post 80 come data di nascita, in caso contrario vogliate ritenere nulla questa mia e spiegarmi meglio la sequenza di apparizione. 

Modificato da Tinia Numismatica
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In ognicaso, più che della perlinatura e del suo passo, a me sembra molto più significativa la differenza di impressione delle foglie dietro al leone ,come tratto discriminatorio tra vero e falso ,e delle lettere ,con morfologie più coerenti con le possibilità meccaniche degli strumenti incisori dell’epoca. 

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Il 17/3/2018 alle 00:19, Tinia Numismatica dice:

Già di per se, il fatto che mette più in allarme e che della tipologia manchino esemplari nelle collezioni più famose e che quelli conosciuti risalgano tutti agli anni 80...,,ci sono altri esempi di monete con questa problematica e, pur essendo universalmente accettate come autentiche e come tali trattate, vanno prese con le molle. 

A questo punto se sia gli esemplari con 16 palline nellintervallo sua quelli con 21 sono apparsi nello stesso periodo i dubbi si amplificano per tutte e due le tipologia, ma per logica consequenziale, la versione con 21 palline deve essere successiva( o desunta) da quella con 16. 

Conclusione logica vorrebbe che quella con 21 sia il miglior candidato alla falsità, ma se anche la versione a 16 palline è dello stesso periodo allora la cosa si complica. 

Tutto ciò se ho ben capito la faccenda del post 80 come data di nascita, in caso contrario vogliate ritenere nulla questa mia e spiegarmi meglio la sequenza di apparizione. 

Sicuramente il fatto che sia una tipologia nota con certi volumi solo dagli anni '80 non è una cosa gradevole. Ma sopra è stata già raccontata l'ipotesi più accreditata, e comunque la tipologia era nota con minori volumi anche prima di tale periodo, solo era più rara.

Però mettere in discussione l'intera emissione mi sembra esagerato, e sicuramente tu ed altri esperti - che al momento non sono intervenuti - avrete visto al microscopio esemplari di questa tipologia inequivocabilmente genuini, corrispondenti ai conii noti ad oggi.

Allego qui sotto il dritto della moneta SNG ANS 256, con il perlinato conforme al conio di dritto noto finora, oltre che agli esemplari postati sopra per confronto (per intenderci a 16 pallini fra i punti segnati). È evidentemente autentico, oltre che di riportata provenienza "Carlentini hd., CH VIII 166".

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Ho dovuto comprimere la foto per allegarla, e la foto sul sito ANS è di definizione veramente eccezionale.

Spero di aver dato un contributo utile a sviluppare la discussione, ma soprattutto spero di leggere altri contributi, in una sezione del forum ricca di esperti talvolta "dormienti" ?...

ES

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52 minuti fa, Emilio Siculo dice:

Sicuramente il fatto che sia una tipologia nota con certi volumi solo dagli anni '80 non è una cosa gradevole. Ma sopra è stata già raccontata l'ipotesi più accreditata, e comunque la tipologia era nota con minori volumi anche prima di tale periodo, solo era più rara.

Però mettere in discussione l'intera emissione mi sembra esagerato, e sicuramente tu ed altri esperti - che al momento non sono intervenuti - avrete visto al microscopio esemplari di questa tipologia inequivocabilmente genuini, corrispondenti ai conii noti ad oggi.

Allego qui sotto il dritto della moneta SNG ANS 256, con il perlinato conforme al conio di dritto noto finora, oltre che agli esemplari postati sopra per confronto (per intenderci a 16 pallini fra i punti segnati). È evidentemente autentico, oltre che di riportata provenienza "Carlentini hd., CH VIII 166".

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Ho dovuto comprimere la foto per allegarla, e la foto sul sito ANS è di definizione veramente eccezionale.

Spero di aver dato un contributo utile a sviluppare la discussione, ma soprattutto spero di leggere altri contributi, in una sezione del forum ricca di esperti talvolta "dormienti" ?...

ES

La mia era una iperbole , perché vi sono emissioni totalmente inventate che presentano, appunto, la caratteristica di essere apparse in un ben preciso periodo, come appartenenti a ritrovamenti monetali pseudodicumentati, è che sono ormai università salmente accettate dal mercato e dalla bibliografia Numismatica. 

Tali esemplari, nonostante le ripetute analisi anche di laboratorio sono sfuggiti , fino a poco tempo fa, al riconoscimento della loro non autenticità e sono correntemente venduti e comprati. 

L spartiacque lo fa la presenza registrata di esemplari rinvenuti sicuramente in precedenza del ritrovamento principale, che hanno tutte le probabilità di essere autentici...ma anche tutte le probabilità di essere serviti da prototipi , se l’emissione non è inventata di sana pianta come quelle che ho citato. 

Resta il fatto che suppongo ci siano report di ritrovamento per queste emissioni anche successivi o precedenti al grosso del gruppo in stratigrafia integra. 

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Anche qui, come per la discussione sul messana. Inserisco foto fatte in luce ambiente e non al banco ottico. Sono meno definite ma più aderenti al reale colore e tono della moneta in mano. 

Spero siano utili. 

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Non è corretto dire che l'emissione con "testa bagnata" fosse sconosciuta prima degli anni '80. Ci sono esemplari noti da molti anni, anche se erano molto rari. Grazie soprattutto a un grande ritrovamento vicino Lentini furono trovati molti esemplari freschi (e subito falsificati)....

Allego l'esemplare del medagliere di Parigi, FG 646, noto fin dalla metà del XIX secolo:

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e un esemplare del British Museum, immesso in quel medagliere nel 1904...:

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24 minuti fa, acraf dice:

Non è corretto dire che l'emissione con "testa bagnata" fosse sconosciuta prima degli anni '80. Ci sono esemplari noti da molti anni, anche se erano molto rari. Grazie soprattutto a un grande ritrovamento vicino Lentini furono trovati molti esemplari freschi (e subito falsificati)....

Allego l'esemplare del medagliere di Parigi, FG 646, noto fin dalla metà del XIX secolo:

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e un esemplare del British Museum, immesso in quel medagliere nel 1904...:

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Certo che anche l'esemplare ANS  se confrontato con il pezzo di Parigi perde parecchio di naturalezza. 

Con questo non sto assolutamente dicendo che non sia autentico, ma mi ha fatto lo stesso effetto della didracma di Gela del museo di Siracusa confrontata a tutte le altre postate. 

Si “spengono”.

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Ciao cari,

nel corso della discussione avevamo presentato gli esemplari museali noti, provenienti talvolta anche da ritrovamenti, e non sono d'accordo che quello ANS sia poco naturale o piacevole. Anzi.

Quello che però possiamo riassumere é che ad oggi è noto un solo conio di dritto, quello per intenderci con i pallini del perlinato "più diradati".

Ad un'analisi più attenta, si può benissimo ricostruire una sequenza di battitura fra gli esemplari noti, come aveva fatto sinteticamente @gionnysicily in alto in questa discussione. A poco a poco il conio di dritto si rovina, compare presto l'evidente rottura al bordo dell'occhio, oltre che altre meno vistose sul perlinato o fra i capelli e il perlinato o nei campi. La rottura sui capelli vicino all'orecchio mi pare di capire che sia praticamente immediata.

Così, il secondo esemplare che ho allegato al post 126 fa parte delle prime battute, mentre l'ANS appena sopra fa parte di quelle più tarde, ma non ancora alle ultime, che hanno altre rotture sulla guancia. Ferme restando le 16 palline (nel tratto del perlinato evidenziato sopra) e la coerenza dell'avanzamento delle rotture del conio.

Ciò che non rispetta questi requisiti rappresenta alternativamente un conio ad oggi non noto (improbabile, e meritevole della massima attenzione per una pubblicazione) o un falso.

Ciao

ES

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E si caro @Emilio Siculo Leontini ha coniato solo e unicamente con un conio di dritto , l'esemplare cosi detto  "capelli bagnati" .Allego la sequenza del dritto , dagli esemplari di prima battitura , fino alla deturpazione delle rotture che prima dai capelli e poi sulla guancia. 

 

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Da qui , non più con la logica........ma con fatti oggettivi, La zecca di Lentini , non necessitava un'altro conio di dritto , visto che poteva continuare a coniare con il ( E SOLO) conio , anche se maltrattato.

Come da vecchie notizie ,  il ritrovamento è avvenuto nel 1988 , le prima riproduzioni furono scoperte da R. Russo subito dopo e nel 1989 già i grandi come Russo, Hunther, erano in grado di riconoscerli .......come ??  esperienza, conoscenza,alla base di tutto.

Cosi fino al 2000 le riproduzioni non circolarono più , tranne singole monete .

Dal 2000 ad oggi , i mercati con l'avvento delle aste elettroniche , vuoi anche modesti collezionisti o modesti investitori , hanno svegliato le monete di Leontini. facendole apprezzare , anche per i prezzi "modesti" per un tetradramma di gran bello stile del V sec. a C.

Uno dei pochi che si è avvicinato a far si di riconoscere una riproduzione......e stato @Emilio Siculo che con pazienza si e messo a contare le perline del dritto .........Come avevo fatto io durante questo inverno , per individuare la consecutività di questo conio. 

EBBENE tutte le monete GENUINE di Leontini "capelii bagnati" l'incisore ( a noi anonimo) ma sicuramente un grande maestro racchiude il suo conio ....... con un perlinato che non è mai stato modificato. 

Per le  monete genuine , se si traccia una retta davanti al naso e si fa un'altra retta alla punta della corona di alloro, si contano SOLO e UNICAMENTE 17 perline.

Le riproduzioni riconducibili al defunto Fichera , alcune con 22 e molti con  25 .

Come da foto che allego.

 

5ab41cafc936b_falsiFicheraegenuiniCopia.thumb.jpg.87445e03d91bec4470dfd128ce5e2f48.jpg

 

 

Modificato da gionnysicily
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11 minuti fa, gionnysicily dice:

Da qui , non più con la logica........ma con fatti oggettivi, La zecca di Lentini , non necessitava un'altro conio di dritto , visto che poteva continuare a coniare con il ( E SOLO) conio , anche se maltrattato

Ottimo intervento di cui, senza polemica, non riesco a capire il solo passo citato....perché no?....Leontinoi ha continuato a coniare con il conio usurato e danneggiato, come si vede dalla sequenza, ma perché doveva farlo solo con quello? Che limitazioni tecniche o economiche o culturali o politiche c’erano?

non capisco su che basi è stata esclusa questa possibilità. Qualcuno potrebbe chiarirmelo?

 

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Anche dando per scontato che i conii con 21 e/o 25 palline siano o no del Fichera o chiunque altro, cosa determina una esclusione così netta e definitiva dell’esistenza di altri conii del tipo capelli bagnati?

perche di altre tipologie di conii se ne ammettono varie emissioni e di questo no?.....

e ribadisco, non lo sto chiedendo perché non voglio tenere in conto di quanto scritto, ma sul serio qui non vi seguo. 

Modificato da Tinia Numismatica
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Io non so se vi debba essere una ragione per un solo conio, però tutti gli esemplari di questo tetra possiedono una frattura caratterizzante davanti all'orecchio (come è stato più volte rimarcato) e ciò può essere il risultato di un danneggiamento di un unico conio: ve ne fossero due non potrebbero "casualmente" presentare la stessa frattura. E' lapalissiano!

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1 minuto fa, Giov60 dice:

Io non so se vi debba essere una ragione per un solo conio, però tutti gli esemplari di questo tetra possiedono una frattura caratterizzante davanti all'orecchio (come è stato più volte rimarcato) e ciò può essere il risultato di un danneggiamento di un unico conio: ve ne fossero due non potrebbero "casualmente" presentare la stessa frattura. E' lapalissiano!

Corretto.........e non solo una frattura , sui 9 esemplari che ho postato, alla fine è un disastro, ma è sempre quello.

Chi ha copiato ha scelto sicuramente le migliori conservazioni, non tenento conto che il perlinato di un conio è e resta solo quello. Se si copia e viene a mancare una parte, due son le cose , ho si reintegra e questo solo l'incisore originale poteva farlo con i suoi utensili. o rifare tutto il perlinato. con questa seconda opzione e facile smascherare la copia.

@Tinia Numismatica Non voglio DIALOGARE con te, io mi faccio i miei interventi e rispondo a chi ama la numismatica classica , senza offendere la dignità di NESSUNO.  Qui si parla solo di numismatica............

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11 minuti fa, gionnysicily dice:

Corretto.........e non solo una frattura , sui 9 esemplari che ho postato, alla fine è un disastro, ma è sempre quello.

Chi ha copiato ha scelto sicuramente le migliori conservazioni, non tenento conto che il perlinato di un conio è e resta solo quello. Se si copia e viene a mancare una parte, due son le cose , ho si reintegra e questo solo l'incisore originale poteva farlo con i suoi utensili. o rifare tutto il perlinato. con questa seconda opzione e facile smascherare la copia.

@Tinia Numismatica Non voglio DIALOGARE con te, io mi faccio i miei interventi e rispondo a chi ama la numismatica classica , senza offendere la dignità di NESSUNO.  Qui si parla solo di numismatica............

Ok, non dialogare con me, ma posso intervenire, si?

la mia domanda”perché” può ricevere risposta da chiunque, non è diretta te nello specifico, anzi....

Modificato da Tinia Numismatica
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19 minuti fa, Giov60 dice:

Io non so se vi debba essere una ragione per un solo conio, però tutti gli esemplari di questo tetra possiedono una frattura caratterizzante davanti all'orecchio (come è stato più volte rimarcato) e ciò può essere il risultato di un danneggiamento di un unico conio: ve ne fossero due non potrebbero "casualmente" presentare la stessa frattura. E' lapalissiano!

Diciamo più correttamente che è il risultato del danneggiamento di “quel” conio. 

Se ce ne fossero due, l’altro non potrebbe mostrare la stessa frattura e/o gli stessi dettagli minuti. 

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49 minuti fa, gionnysicily dice:

Chi ha copiato ha scelto sicuramente le migliori conservazioni, non tenento conto che il perlinato di un conio è e resta solo quello. Se si copia e viene a mancare una parte, due son le cose , ho si reintegra e questo solo l'incisore originale poteva farlo con i suoi utensili. o rifare tutto il perlinato. con questa seconda opzione e facile smascherare la copia.

Concedetemi di fare l’avvocato del diavolo:

Tanto per capire....ma se chi ha copiato ha usato gli esemplari migliori da cui trarre il conio falso, perché il perlinato non l’ha copiato e reintegrato ma ha deciso di rifarlo da capo “tutto “ e a suo gusto,  e non solo la parte eventualmente mancante per coniatura fuori tondello nei o nell’esemplare meglio conservati? Non credo che gli mancasse la capacità di replicare un utensile così semplice come un punzone per perlinatura, è solo una barretta appuntita della giusta dimensione

E perché cambiare passo delle perline, poi, e non rifarlo identico? Aveva in mano gli originali  

Sei un genio della copiatura delle monete, un artista del ritocco dei conii ( almeno da quanto dice la vox populi) e poi mi vai a cascare su un particolare così facilmente identificabile?

cosa è: una specie di firma dell’artista? Un vezzo?

non capisco e non lo trovo congruo con la descrizione che si fa dell’abilita di falsario  dell’individuo in oggetto. 

Mi pare una spiegazione un po’ troppo semplicistica. 

Modificato da Tinia Numismatica
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9 minuti fa, gionnysicily dice:

Non ho dette che non ci possano essere più conii derivati ricavati, ho detto che due conii originali differenti non possono avere gli stessi difetti. Uno li avrà, tutti gli altri no. Stavamo parlando dell’unico conio autentico che la bibliografia contempla per il tipo capelli bagnati. 

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Continuando a fare l’avvocato del diavolo e sempre relativamente alla perlinatura differente. 

L'unica spiegazione per la quale il Fichera dovrebbe essersi inventato una perlinatura ex novo ( sbagliandola) è che la moneta meglio conservata del gruppo, non presentasse perlinatura affatto, perché troppo stretta. Quindi, la cera ottenuta e il conio ricavato per fusione non l’avrebbero avuta a loro volta. 

Però, suppongo che il Fichera abbia potuto scegliere l esemplare da cui ricavare il conio a lui attribuito , tra un certo numero di esemplari della moneta, tra cui almeno qualcuno avrebbe mostrato la perlinatura originale anche se parziale. A questo punto, il Fichera, capace di rifinire un conio creato per fusione fino a renderlo perfettamente identico a quello originale, parte per la tangente e si mette non a riprodurre la perlinatura con il passo corretto, cosa di cui conosce certamente l’importanza, ma se la inventa ex novo? E la sbaglia nonostante avesse a disposizione gli originali da cui copiarla?

la faccenda presenta parecchie forzature e incongruenze. 

Io invece penso che di conii con i capelli bagnati ne esistano almeno di due tipi, uno con la perlinatura rada e uno con la perlinatura stretta e che il Fichera abbia copiato solo quest’ultimo tipo, per cui della versione con la perlinatura rada non esistano falsi, mentre esistano falsi, ma ovviamente anche monete autentiche, del tipo con le perline più fitte. 

Questo spiegherebbe molto meglio la questione e non dovrebbe far assumere come assioma che del conio ne esista uno solo autentico , ne che il Fichera abbia commesso un cosi grossolano errore ,vista la sua conclamata abilità di incisore  e falsario, la cui caratteristica principale è proprio quella di sapere imitare al meglio gli originali e non inventarne parti. 

Modificato da Tinia Numismatica
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L'osservazione di Tinia merita un approfondimento. E' in effetti difficile che un falsario abbia copiato bene la testa "bagnata" e sbagliato sul perlinato del bordo. La prima e più ovvia osservazione è che il falsario aveva copiato uno o più esemplari con tondello stretto e quindi abbia dovuto rifare il perlinato usando tondelli un poco più grandi. E' una eventualità che ci può stare, dal momento che anzi la maggior parte degli esemplari autentici di quel ripostiglio non hanno la perlinatura completa (come si può evincere anche dalla sequenza dell'usura del conio mostrata da Gionnysicily). E' difficile capire perché il falsario Fichera non abbia avuto un pò più pazienza a cercare un esemplare di modulo largo, appunto per evitare di dover rifare, almeno in parte, la perlinatura. Ricordo solo che mi dissero allora che dal momento del ritrovamento del ripostiglio ci fu un certo fermento e non pochi esemplari presero il volo, ovviamente all'estero... Quindi in realtà il falsario probabilmente ebbe accesso solo a una parte degli esemplari ritrovati. E poi si era anche sbrigato a fare le copie, anche al fine di mischiarle con i pezzi originali. Ricordo molto bene che appunto per avere avuto in mano un certo numero di esemplari mischiati che Roberto Russo si accorse piuttosto rapidamente delle incongruenze, dando l'allarme ai suoi colleghi in Svizzera. La conferma, almeno come mi disse (e non ricordo le sue esatte parole dopo tanti anni), era che i pezzi col bordo perlinato "irregolare" (ossia in soprannumero) erano accomunati anche da una strana superficie e angolatura del bordo, dovuti al fatto che erano stati ricavati con la pressofusione (e Fichera fu forse il primo a perfezionare tale tecnica e forse Gionnysicily può spiegare meglio su questo punto).

L'altra possibilità è che esista un secondo conio molto simile, con diversa perlinatura. Personalmente tendo a rigettare tale ipotesi, conoscendo la monetazione siceliota in generale. Normalmente un incisore greco non creava un secondo conio che fosse praticamente identico al precedente, con minime e marginali differenze, come il numero delle perlinature. Possono capitare esemplari che presentano minime discordanze: se sono autentici, esse sono generalmente frutto di ritocchi operati dallo stesso incisore, per rinfrescare il conio che si stava usurando e questo soprattutto nel caso che l'artista fosse molto soddisfatto del suo conio, al quale cercava di assicurare la massima durata durante la produzione. Poi con un conio, specialmente se di incudine (diritto), si potevano coniare monete probabilmente dell'ordine di 15.000-20.000 esemplari (e forse anche un poco di più). E' facile quindi che in particolari circostanze storiche una buona parte potesse essere confluita in un tesoretto rapidamente sotterrato. E invece comparire molto saltuariamente in altri ripostigli non esattamente coevi, spiegando la sua rarità prima degli anni '80....

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