Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato (modificato)

Ciao a tutti, 

il passaggio dalla numismatica classica a quella napoletana, passa attraverso l'acquisto di un cavallo di Ferdinando I° e del libro di Mario Rasile " I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese", caldamente consigliato dagli utenti dell'epoca.

Sambon, nell'articolo del 1891, intitolato i Cavalli di Ferdinando I°, Re DI Napoli": riporta:

"Regnando Ferdinando I d’Aragona, essendo nei denarelli aragonesi assai scarsa proporzione d’argento,3 e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, n’ era venuto di conseguenza che, nel Reame e negli stati circonvicini, continuamente si falsassero. Per la quel cosa i pubblici uffiziali, destinati a riscuotere le imposte del reame, ricorsero al re, dicendo che sui mercati era maggior copia di moneta adulterata, di quella coniata dalla Regia Zecca.

Ferdinando allora, per consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, con sua lettera del 16 febbraio 1472 4, diretta agli ufficiali della Regia Camera della Sommaria bandì che fossero vietati i denari di biglione, battuti per lo innanzi, e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini; sulle quali monete essendo scarso il guadagno, non troverebbero utilità alcuna i falsarli.

Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse una qualche digna cosa proposta dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che ne addimostrano le monete, essere stato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNIche, complicata col tipo mercè la somiglianza delle voci equus ed æquitasveniva a glorificare la savia disposizione data da Ferdinando, essendo evidente prova codesta, come Ferdinando avesse a cuore il benessere del popolo, preferendo rinunziare al guadagno che traeva dalla monetazione erosa pur d’impedire il danno che arrecava ai minuti commerci del reame. Una curiosa circostanza ci permette di rintracciare i fatti che suggerirono il tipo di questa moneta.

È noto a tutti qual copia di preziosi avanzi [p. 328 modifica]dell’antichità avesse radunato il Conte di Maddaloni. Di lui, dice l’Aldimari: «fu il Conte di Maddaloni, Diomede, historico et antiquario celeberrimo, fondando tutti i suoi consigli sopra gli esempi degli antiqui e nei libri di conto delle sue cose familiari, si trovò scritto havere speso 17.000 scudi, somma grandissima in questi tempi, in medaglie et statue et altre antichità delle quali ne lasciò adornato il suo palagio, magnificamente da lui eretto nel quartiere di Nido.»

Diomede Carafa era stato aio di Ferdinando, di cui fu sempre fido e sagace consigliere; e sempre Ferdinando ebbe per lui grande ammirazione e rispetto. A lui si rivolse adunque, perchè gli consigliasse un tipo pel rovescio di questo nuovo denaro di schietto rame. Non si servi però il Conte di esempî antichi; ma come diremo in seguito, fu assai probabilmente indotto a tale scelta da un’opera di un suo contemporaneo, rinomatissimo artista, il fiorentino Donatello.

Il Vergara e poi il Lazari, dando credito alla favolosa leggenda riferita dal compilatore della cronaca di Partenope, dal Collenuccio e da altri scrittori, dissero che il cavallo posto su questi denari era ricordo di un’opera greca di gran pregio e rinomanza che per lungo tempo era stata in sulla piazza del Duomo, sinché un arcivescovo, per togliere certa superstizione, di cui era cagione, non avesse ordinato venisse distrutta, nel 1322, per convertirla in campane pel Duomo. Il Tarcagnota, a questa leggenda aveva poi aggiunto di suo che «quella gran testa che si vede ora in casa del signor Duca di Maddaloni potrebbe essere reliquia di quel cavallo;» ed il Summonte riportò poi questa notizia, non più come una ipotesi, ma come un fatto accertato. Per la qual cosa il Lazari, accettando [p. 329 modifica]questo intreccio di fantastiche notizie, asserì che il Duca di Maddaloni propose a Ferdinando I di porre sui denari il ricordo di «quel cavallo colossale di bronzo, la cui stupenda testa tuttavia s’ammira nel Museo Borbonico, eh’ è fama stesse eretto dinnanzi l’antica Cattedrale di Napoli, ecc.» Ma il Capecelatro, e dopo di lui il Capasse, addimostrarono l’assurdità di tale favola ed il Filangieri in un suo scritto: «sulla testa di Cavallo di bronzo già di casa Maddaloni»5 dimostrò che questa opera non era, come da parecchi sinora si era creduto, di tempi antichi, ma sibbene del XV secolo e, siccome già aveva osservato il Vasari, dello scultore Donatello. Il Filangieri fece trascrivere dall’Archivio di Stato di Firenze la lettera del conte di Maddaloni, in data 12 luglio 1471, inviata da Napoli a Lorenzo il Magnifico, per ringraziarlo del dono di una testa di cavallo in bronzo foggiata dal Donatello. Ricevendo poco dopo, da Ferdinando, l’ incarico di ideare un tipo per la nuova moneta di rame, pare a me che il pensiero di quello stupendo lavoro del Donatello, che doveva riuscire tanto più grato al Conte, per essere il cavallo, ad un tempo, insegna del Seggio di Nido e della città di Napoli, determinasse la scelta di lui per il tipo della nuova moneta."

Modificato da eliodoro
  • Mi piace 7

Inviato

ciao @eliodoro,

spero che la tua collezione di cavalli aumenti, infatti ad oggi i cavalli si trovano ancora a buon prezzo, se non si cercano tipi molto rari come quello di Ortona,

interessante nel cavallo con colonna, i 3 puntini di interpunzione al D


Inviato

Tra i più cavalli più rari, ci sono quelli di Amatrice ( legenda o scudo) e quelli delle zecche abruzzesi come Ortona..complicato è trovare anche il cavallo di Filippo III°...non credo che esista il cavallo di Ferdinando I° coniato a Capua..come ricollocherei a Napoli e non ad Amatrice, il cavallo con la M in esergo

 

 


Inviato (modificato)

Riguardo i cavalli con la M in esergo, potrei essere d'accordo con te, che la zecca potrebbe essere Napoli. Vorrei aggiungere una notizia in piu'. Vivendo in una zona di confine fra Umbria, Marche, Lazio e non lontano dall'Abruzzo, quella purtroppo del recente terremoto, non distante quindi da Amatrice, so della presenza in zona di un numero non irrilevante di cavalli, che per me circolavano alla stregua dei quattrini papali. Quelli con la M, unitamente a pochi/pochissimi con la leggenda FIDELIS AMATRIX, visti in zona, sono un numero considerevole. Qui la presenza poi di cavalli aquilani è abbondante, ma quelli napoletani non sono/sarebbero tanti. Trattasi di rilevazione empirica, fatta con osservazioni personali o confrontandomi con altri appassionati della zona. Chiaramente, non basta certo tutto cio' per dare una attribuzione sicura, ma la provenienza reale da una zecca della zona spiegherebbe il numero non bassissimo di cavalli con la M. Non la escluderei affatto insomma. 

Modificato da aemilianus253
  • Mi piace 3

Inviato

Ho visto centinaia e centinaia di cavalli in molte collezioni della zona di Salerno e Napoli. Non ho mai osservato uno di Amatrice. Pensandoci adesso, posso dire che i cavalli aquilani probabilmente circolavano in queste zone nello stesso numero di quelli napoletani. Pochissimi visti (le dita di una mano) i cavalli brindisini o forse meglio dire di Tagliacozzo.

  • Mi piace 2

Inviato

La mia idea, balzana, è che coniava sempre Napoli per Amatrice e, poi trasferiva il contante nelle zone più ai confini del regno, in aree in cui il circolante era composto anche dalla monetazione papale..come si evince dall'articolo di adolfo e giuliani sul corrente numero di Monete Antiche

 

 


Inviato
6 ore fa, eliodoro dice:

La mia idea, balzana, è che coniava sevoltampaltrie Napoli per Amatrice e, poi trasferiva il contante nelle zone più ai confini dedil regno, in aree in cui il circolante era composto anche dalla monetazione papale..come si evince dall'articolo di adolfo e giuliani sul corrente numero di Monete Antiche

 

 

Ci potrebbe anche stare. Bisognerebbe capire l'esistenza di documenti che parlino di una zecca realmente presente ad Amatrice (cosa che ignoro). Immagino che coniare rame fosse vantaggioso per piccole comunita', quindi una zecca poteva portare prestigio e soldi. Visti i cavalli amatriciani e soprattutto quelli con la sola M qui in zona e il modesto ragionamento sulla convenienza ad aprire una zecca locale (che magari smentirete), sono propenso a pensare ad una zecca realmente attiva, che abbia coniato gli esemplari con la M e gli altri con la scritta. Tanto per dare dei numeri, precisando meglio il concetto espresso nel precedente post, quando collezionavo i cavalli, moneta che apprezzo tuttora molto, avro' posseduto non meno di 10/15 esemplari con la M di entrambi i regnanti e di stili a volte differenti e almeno 3/4 con la scritta, con e senza armetta (gli uni e gli altri non contemporaneamente, ma cambiando la qualita' di volta in volta). E conosco altre persone con piu' di un pezzo in raccolta. Siete naturalmente liberi di credermi o meno. Qualcuno addirittura afferma che Amatrice potrebbe aver prodotto altre monete, senza la M, ma mi fermo qui per non bruciare uno studio attualmente in corso d'opera. 

  • Mi piace 2

Inviato
1 minuto fa, eliodoro dice:

Spero di poterlo leggere questo studio, sarà, sicuramente, molto interessante

Lo leggeremo tutti quando pronto. Non sono certo io l'autore. Non so a che punto sia, ma immagino che non manchi molto. 


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.