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IGNORED

Denario di Postumio Albino


L. Licinio Lucullo

Risposte migliori

La Pietas al diritto allude alla capacità di perdono vantata dal conquistatore delle Gallie. Anche il rovescio con le due mani che si stringono, in segno di amicizia, rimarca questa parte evidentemente strategica della politica di Cesare al suo ritorno a Roma da dittatore. Il caduceo rappresenta la Felicitas.

Il tipo al retro ricorda un tema caro alla propaganda cesariana della clemenza e riconciliazione. Le due mani destre giunte appartengono all'iconografia antica della dextrarum iunctio; la mano destra era consacrata infatti alla dea Fides. La stretta di mano appare nell'iconografia monetale subito dopo il ritorno di Cesare a Roma nel 49 caricandosi di un nuovo valore, legato ancora di più alla sfera individuale, come gesto simbolico di fiducia in un uomo, di appartenenza ad un generale. Albinus subisce tuttavia le adulazioni di Cassio e Labeone per indurlo a partecipare alla congiura contro Cesare. Assicuratosi del coinvolgimento di Marcus Brutus, aderisce. I tipi sono una chiara allusione alle attività militari di Cesare ma anche ai temi della clemenza e della riconciliazione, grazie ai simboli della Felicitas e della Concordia. Quasi un invito alla moderazione, durante la terribile guerra civile.

Per la personalità del monetiere, si veda http://www.lamoneta.it/topic/106537-denario-di-bruto-albino-con-marte-e-carnices/

 

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  • 6 anni dopo...
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Bellissima moneta e interessante storia. Decimo Giunio Bruto Albino fu un fedelissimo di Giulio Cesare e quest'ultimo evidentemente riponeva in lui molta fiducia. Basti pensare che il giorno del cesaricidio, fu proprio Decimo Bruto a convincere Cesare a recarsi in senato. In un primo momento Cesare era infatti frenato dalla moglie Calpurnia, che cercava di farlo desistere e farlo rimanere a casa (probabilmente avendo intuito qualcosa). Pare anche che Cesare avesse indicato Decimo Bruto nel suo testamento. Eppure, nonostante tutta questa vicinanza, Decimo Bruto diede la terza pugnalata a Cesare.

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