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Inviato

Mi chiedo se la mancanza di una moneta per il Friuli non sia causata dal fatto che non ci fosse la possibilità di ricavarci un utile per la zecca..?

Arka


Supporter
Inviato
2 ore fa, Arka dice:

Mi chiedo se la mancanza di una moneta per il Friuli non sia causata dal fatto che non ci fosse la possibilità di ricavarci un utile per la zecca..?

Arka

Ciao!

Non so Artur; certamente il guadagno è una motivazione forte per indurre chiunque a optare per determinate scelte.

In questo caso credo che l'emissione un uno spicciolo, come poteva essere un bagattino, magari con un richiamo iconografico al Friuli, non avrebbe comportato spese sconsiderate, tali da non rendere l'operazione proficua.

Abbiamo visto l'enorme guadagno che la zecca fece con la creazione del bagattino per Brescia sotto il Foscari (almeno fino a quando si accorse di averne fatti così tanti da creare problemi di circolazione).

Forse non c'era l'utilità di creare una moneta specifica che soppiantasse altre valute che circolavano in loco?

saluti

luciano

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Inviato

Che ne deduciamo, alla fine? Papera del Paperopoli o veramente monetina circolante per il Friuli?

Ovviamente dobbiamo considerare che al tempo della conquista veneziana il circolante dalle mie parti era per la quasi totalità denari degli ultimi patriarchi, v. foto:

Una moneta veneziana "cuscinetto" sarebbe stata comoda tra i due sistemi..

001.JPG

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Inviato

eh grazie alex, era parte di un lotticino multiplo di qualche tempo fa, ne avevo parlato sul forum credo


Inviato

 

Dunque il Pap descrive il doppio bagattino col busto di S. Marco (n. 12 della tavola XIV) come possibile nuova moneta per il Friuli ma nell'elencare le monete di Tommaso Mocenigo descrive il piccolo con la croce accantonata da globetti (n.11) come moneta pel Friuli. Una papera del Papadopoli come dice Luigi.

Se come sappiamo il piccolo n.11 è moneta per Verona e Vicenza, ci resta il doppio bagattino da considerare come moneta pel Friuli. Ma  ... Ma che "c'azzecca" col Friuli? Mi riferisco al peso. Non sostituisce ne il soldo di Ludovico ultimo patriarca ne il suo piccolo.


Inviato

Bella domanda... Io propendo per una Paperopoli. Non si hanno notizie negli archivi (anche  se inizialmente mi pareva di ricordare il contrario, chiedo scusa), e le ipotesi del P. sarebbero da rimanere tali.


Inviato

Mah ... forse per il Friuli non è stata coniata alcuna moneta da parte della Serenissima.

Dopo la conquista il clima era ancora caldo, ... Ludovico di Tech continuava a rivendicare titolo e dominio, Venezia dichiarava di occupare il Friuli per "sua difesa" (dalle mire imperiali), ... e anche negli anni successivi il territorio friulano non veniva considerato parte del territorio veneziano ma un territorio a parte sotto dominio veneziano, continuando a chiamarlo "Patria del Friuli".

Forse questi motivi Venezia non ha ritenuto il caso di coniare monete per il Friuli.


Supporter
Inviato
17 ore fa, chievolan dice:

 

Dunque il Pap descrive il doppio bagattino col busto di S. Marco (n. 12 della tavola XIV) come possibile nuova moneta per il Friuli ma nell'elencare le monete di Tommaso Mocenigo descrive il piccolo con la croce accantonata da globetti (n.11) come moneta pel Friuli. Una papera del Papadopoli come dice Luigi.

Se come sappiamo il piccolo n.11 è moneta per Verona e Vicenza, ci resta il doppio bagattino da considerare come moneta pel Friuli. Ma  ... Ma che "c'azzecca" col Friuli? Mi riferisco al peso. Non sostituisce ne il soldo di Ludovico ultimo patriarca ne il suo piccolo.

Ciao!

Doppio bagattino? Non è doppio.

Il doppio bagattino di Tommaso Mocenigo è simile, ma la croce non ha nei quarti, nessun segno.


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Inviato

Buona serata

Vediamo insieme un'altra "meteora".

Il dogado è quello di Andrea Contarini (1368 – 1382); Venezia è in guerra con Genova e la sua flotta, al comando di Vittor Pisani, è sconfitta duramente in prossimità di Pola dalle galere genovesi che sono risalite lungo l'Adriatico.

Continuando la risalita, la flotta Genovese non ha più ostacoli e riesce ad occupare Chioggia; Venezia si trova ad avere il nemico in laguna ed è sotto scacco.

Bisogna attuare delle misure draconiane per rastrellare denaro da impegnare nelle spese di guerra ed anche la zecca viene impegnata per raggiungere lo scopo.

Tra le varie iniziative viene decisa di riformare la coniazione del soldino, moneta che è tra quelle base degli scambi monetari del Dominio ed è del 19 dicembre 1369 il provvedimento con il quale si decide di ridurre le caratteristiche ponderali della moneta.

Se precedentemente il soldino pesava gr. 0,552 con un titolo d'argento dello 0,965, ora deve pesare gr. 0,513 con un titolo d'argento dello 0,952 e per distinguere questo nuovo conio dal precedente, si modifica l'iconografia del diritto, mettendo l'immagine del doge in piedi anziché in ginocchio ed apponendogli davanti la sigla del massaro; nonché del rovescio, apponendovi un leone in soldo (in moleca), al posto del leone rampante.

saluti

luciano

A. Contarini Soldino con leone in soldo.jpg

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Inviato

Buona serata

Si è accennato al doppio bagattino e tra le "meteore" ci includerei senza dubbio quello coniato sotto il ducato di Giovanni Mocenigo (1478 – 1485)

Si tratta di una simpatica monetina di rame, coniata solamente sotto questo dogato, in forza di un decreto del 14 marzo 1481.

Alla morte del doge, questa monetina, non venne più coniata.

D/ Il Doge inginocchiato verso destra, regge con entrambe le mani il vessillo che svolazza sul corno; nel giro: IOANES ° M CENIGO ° DVX °

R/ Leone in soldo all'interno di un doppio cerchio, dove quello esterno è di perline.

L'immagine è presa in prestito dal sito di @ak72 :pardon:

saluti

luciano

Doppio Bagattino D.jpg

Doppio Bagattino R.jpg

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Inviato

Bella! la mia fa pietà!

P2090083.JPG

P2090084.JPG


Inviato
Il 19/7/2017 at 18:37, 417sonia dice:

Ciao!

Doppio bagattino? Non è doppio.

Il doppio bagattino di Tommaso Mocenigo è simile, ma la croce non ha nei quarti, nessun segno.

A quanto pare devo rivedere qualcosa ....


Inviato
Il 18/7/2017 at 09:26, 417sonia dice:

Ciao!

No .... confermo il mio precedente. Se guardi nel Papadopoli

http://incuso.altervista.org/docs/Le_monete_di_Venezia-1.pdf

pag. 253 il rimando è Tav. XIV n° 12 ed è corretto. Il n° 11 riguarda il piccolo per Verona e Vicenza.

saluti

luciano

Chiarito. Avevo archiviato un full text in cui i numeri di classificazione delle monete sono "slittati".

Nessuna papera del Papadopoli ma mia.


Inviato
Il 18/7/2017 at 09:26, 417sonia dice:

 

Dunque abbiamo :

n.6 - Piccolo (denaro piccolo)  con le croci in cerchio. (Tav. XIV n.10)

n.7 - Piccolo per Ver. e Vic. con croce intersecante la leggenda ed accantonata da quattro globetti / Busto di S. Marco. (Tav.XIV n. 11).

N.8 - Piccolo "per il Friuli" con crocetta accantonata da triangoli / Busto di S. Marco. (Tav. XIV n. 12).


Inviato

In questi momenti di poca pace trovo rasserenante leggere queste belle discussioni.

Le meteore sono coniate in tutti i periodi della vita della Serenissima. Un piccolo esempio è il famoso Leone per la Dalmazia e l'Albania di cui il nostro caro @gigetto13 ha ben 3 esemplari. ed il sottoscritto 1.

Questa moneta viene emessa solo sotto il doge Alvise Mocenigo II (1700-1709) inseguito alla constatazione che la repubblica di Ragusa  aveva rimesso in circolazione i vecchi artilucchi da 3 grossi

Risultati immagini per ragusa artilucchi da 3 grossi

Queste monete avevano trovato un grande riscontro tra i mercanti creando una svalutazione nei confronti dello zecchino che era passato da 52 artilucchi a 48.

La lega doveva essere migliore di soli 20 carati rispetto agli artilucchi, ma non doveva essere nemmeno di grande finezza per non incentivare la speculazione.

Infatti aveva il titolo di 0,609 ed era divisa in mezza lira, lira, 2 lire e 4 lire.

La moneta presenta un iconografia diversa. Il leone è un leone gentile, che cammina sulle acque, con un ramoscello d'ulivo ben diverso dai leoni armati ed aggressivi delle passate battaglie.

Risultati immagini per leone per dalmazia e albania

Risultati immagini per leone per dalmazia e albania

Moneta da amare e era meteora.

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Inviato

I tre grossi di Ragusa imitavano i tre grossi di Polonia e Lituania della fine del '500. Queste monete ebbero grande fortuna in oriente e furono parecchio imitate.

Arka


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Inviato
1 ora fa, Arka dice:

I tre grossi di Ragusa imitavano i tre grossi di Polonia e Lituania della fine del '500. Queste monete ebbero grande fortuna in oriente e furono parecchio imitate.

Arka

Buona Domenica

.... e sono anche belline come monete.

luciano


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Inviato

Buona serata

riprendiamo il nostro viaggio tra le "meteore".

Durante il dogato di Pasquale Cicogna (1585 - 1595) veniva coniata una piccola monetina in argento, da annoverarsi tra quelle denominate "gazzette". L'anno di emissione pare sia stato il 1587 (pare perché manca la determinazione ufficiale e ci si deve rifare a memorie di zecca); Il suo controvalore era di 2 soldi.

Sebbene sia stata emessa anche sotto il doge successivo, Marino Grimani, questa è estremamente rara (R5), indice del fatto che se ne coniarono proprio poche, oppure ritirate in maniera massiccia.

Quella a nome del Cicogna sono invece comuni; queste le caratteristiche:

Arg. titolo 0,948 - gr. 4,54 - diam. mm. 15

D/ ° PASC ° CICON ° DVX ° S ° M ° V ° - S. Marco stante verso destra porge il vessillo al doge inginocchiato

R/ IVSTINA ° VIRGO ° - S. Giustina stante di fronte con libro nella mano sinistra e palma nella mano destra, pugnale nel petto.

saluti

luciano

 

Gazzetta da 2 soldi.jpg

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Inviato

I 2 soldi con la Santa Giustina, ci permettono di valutare bene la continua svalutazione. Tra il  Foscari ( 1450 circa) ed il suo mezzo grosso ed il Cicogna (fine 1500) con i 2 soldi, i 150 anni si ha un deprezzamento di oltre il 30% passando da grammi 0,75 a 0,45 con in mezzo i 2 soldi da 0,54 emessi da Gritti a Da Ponte.

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Inviato (modificato)

Altra meteora interessante (le mie preferite). Mi permetto un copia incolla con @oldgold  di una discussione aperta da Luciano per presentare la Galeazza:

Nell’enciclopedia si legge: “leone per le province marittime (ma al nome ufficiale il popolo sostituì quello di galeazza per il tipo del rovescio) il pezzo da 12 lire coniato durante il dogado di Alvise Pisani con le frazioni del mezzo e del quarto”.

 

Dunque ci troviamo nell’anno 1736, durante il dogato di Alvise Pisani (1735-1741).

Dalla lettura di quanto scritto in “le monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma descritte ed illustrate da Vincenzo Lazari”, risulta che al tempo a Venezia vi erano ben 5 monete principali, tuttavia nessuna di esse era esattamente multipla della lira di conto della Dalmazia e come se non bastasse gli abitanti dei possedimenti oltremarini continuavano noncuranti di ciò a valersi di questa moneta “ideale”.

Per sopperire a questo problema venne quindi decretata la coniazione di una frazione dello zecchino, pensata per agevolare le transazioni commerciali tra Venezia e le colonie.

Si viene quindi a “creare” questa moneta, la Galeazza, che corrispondeva in Dalmazia a un terzo dello zecchino (12 lire), ma che a Venezia (ragguagliata alla lira veneta) valeva 7 lire (lo zecchino ne valeva 22).

La moneta è in argento 875 e misura 37mm di diametro, per un peso di 19,15g.

Al dritto troviamo S * M * VENETVS = ALOY: * PISANI * D * con S. Marco benedicente il Doge inginocchiato ed in esergo l’anno 1736.

Al rovescio invece presenta una galea (da qui galeazza) con le vele ammainate e la bandiera veneziana, all’orizzonte un’altra nave e a sinistra due fortificazioni che, sempre secondo il libro sopracitato, dovrebbero rappresentare la cittadella e il castello da mar di Corfù. Il campo è chiuso da un giro di perline e l’epigrafe PROVINCIJS MARITIMIS DATVM, con in esergo “XII”.

Di questa moneta furono battuti anche due sottomultipli, rispettivamente da 6 e 3 lire. 

Interessante è ciò che viene riportato verso la fine del capitolo dove si legge: “Abbiamo dalle memorie di zecca piu volte citate che di queste galeazze se ne stamparono 223,387 cio`e per un valore approssimativo

di 74,462 zecchini. Ma gli speculatori si valsero ben presto dell'introduzione di questa nuova moneta per far isparire l'oro e rialzare il prezzo dell'altro argento; quindi sorse il malcontento de' popoli oltremarini che reclamarono il ritorno alla vecchia monetazione. La Repubblica ritir`o tosto in brevissimo tempo quante pi`u pot´e galeazze e loro spezzati e le rimand`o alla zecca come metallo da fondere. Tutte per`o non le fuse, ma ne rimase in giro in buon dato, a saziare i desiderii de' numismatici, a' quali non `e difficile aggiungere questi tre pezzi a' lor medaglieri.”

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Modificato da fabry61
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Inviato

Ciao!

Belissima moneta che "rompe" la tipica iconografia veneziana, alquanto ingessata. Peccato che sia stata ritirata!

Riguardo al commento che: ... "non è difficile aggiungere questi tre pezzi a' lor medaglieri.” ... magari. <_<

luciano

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