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MILANO, LE MONETE SIMBOLO, STORIA, CULTURA, INFO, LINK


Risposte migliori

Una interessante conferenza si terrà il 14 febbraio a Milano al museo Archeologico nella sala di Nirone 7, si parlerà delle ricerche dell'Università degli Studi di Milano a Tarquinia ecco la locandina

Locandina conferenza 14-02.pdf

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  • 2 settimane dopo...

CONVERSAZIONI

Il Cardinal Federigo Borromeo, San Carlo, Ambrosiana e il Manzoni. 

Inizio qualche post che riguarda chi è menzionato sopra e che indubbiamente fa parte della Milano storica, letteraria, della carità, delle eccellenze e utilizzerò i Promessi Sposi in particolare il Capitolo XXII perché di loro si parla….

" il bravo venne a riferire che il giorno avanti il cardinal Federigo Borromeo, Arcivescovo di Milano, era arrivato...e ci starebbe stato tutto quel giorno ….e che la nuova sparsa la sera di quest'arrivo nei paesi d'intorno aveva invogliati tutti d'andare a veder quell'uomo….il Signor, rimasto solo, continuò a guardar nella valle, ancor più pensieroso. Per un uomo ! Tutti premurosi, tutti allegri, per vedere un uomo ! "

Quindi Federigo, un uomo, ma che uomo se tutti i paesi facevano accorrere tanta gente, e cosa aveva la gente di essere così allegra per un uomo, in fondo è poi un uomo ...

Sarà per dare qualche soldo, elemosina o sarà per altro ?

Il Manzoni incomincia così nel descrivere il Cardinal Federigo, un uomo...ma un uomo che sa coinvolgere, che sa parlare alla gente...

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Federico in latino. Federigo in italiano volgare, Manzoni usa il secondo …

" da venti e più miglia veniva gente in folla, per vedere Federigo ."

Intorno a questo personaggio che tutti volevano vedere e conoscere, Innominato compreso, il Manzoni a questo punto lo descrive :

" Federigo Borromeo, nato nel 1564, fu degli uomini rari in qualunque tempo, che abbiano impiegato un ingegno egregio, tutti i mezzi d'una grand'opulenza, tutti i vantaggi d'una condizione privilegiata, un intento continuo, nella ricerca e nell'esercizio del meglio."

Il meglio….dice Manzoni e nel dire questo si sbilancia in un giudizio critico sul Cardinale che continuerà in qualcosa di più esplicito dopo….

Il Manzoni ama decisamente descrivere i suoi personaggi ...

 

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" la sua vita è come un ruscello…", questo è per Manzoni Federigo…" va limpido a gettarsi nel fiume."

e continua così :

" Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse rende la sua utile e santa ".

Ognuno dovrà rendere conto...e qui c'è un macigno morale sia di Federigo che dello stesso Manzoni, la morale, la rettitudine sopra tutto e tutti...

 

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E qui nasce il confronto, tra i due cugini, il Santo, San Carlo e il Cardinale, Federigo.

Il Manzoni vuole volutamente distinguere, Federigo entra nel collegio fondato in Pavia e che porta il nome di del casato Borromeo, Federigo successivamente penserà in modo diverso.

E oltre alle occupazioni prescritte ne aggiunse due, insegnare la dottrina Cristiana ai più derelitti del popolo e visitare, servire, consolare e soccorrere gli infermi.

La grande scuola di Filippo Neri a Roma lo aiuto’ in questa missione.

Ma ben presto Federigo fu obbligato a camminare e operare da solo ...

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" In Federigo arcivescovo apparve uno studio singolare e continuo di non prender per sé, delle ricchezze, del tempo, delle cure, di tutto se stesso in somma, se non quanto fosse strettamente necessario."

" Diceva che le rendite ecclesiastiche erano patrimonio dei poveri …"

Nella descrizione di Federigo c'è nel Manzoni elogio e ammirazione sia sulle regole di vita che su quello che poi farà concretamente….

E certamente nel romanzo, non tacendo l'importanza di San Carlo, verso Federigo vanno le attenzioni maggiori del Manzoni.

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Piccolo intramezzo ...in fondo poi tutto si collega e tutto e' qui, il vero centro di Milano, San Sepolcro, Ambrosiana, San Carlo, Leonardo Da Vinci, Federigo Borromeo, il Codice Vinciano, la Palma simbolo milanese, Alessandro Manzoni, ma poi il Manzoni e' stato in Ambrosiana e la conosceva ? Mah ...mah...

Quanto mi piacciono i blog ...

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E qui arriva forse la parte più interessante di Manzoni su Federigo.

Federigo tenne il minimo indispensabile per la sua vita corrente, non volle altro, una occupazione che volle invece fortemente fu la costituzione della prima Biblioteca pubblica che fu chiamata Ambrosiana, mando in giro uomini per prendere il meglio che c’era in campo bibliografico in Europa, oggi diremmo un grande bibliofilo collezionista, si ma per tutti gli altri ...

E poteva chiamarla non so Biblioteca federiciana, borromaica ma non volle, scelse il nome del simbolo, del Patrono, Ambrogio ...

Manzoni si sofferma molto sugli aspetti della costituzione di Ambrosiana, l’opera per tutti indubbiamente lo attrae ...

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" Così riuscì a radunarvi circa trentamila volumi stampati e quattordicimila manoscritti. Alla biblioteca unì un un collegio di dottori...e il loro uffizio era di coltivare vari studi….."

" di nove dottori, otto ne prese tra i giovani alunni del seminario , e da questo si può argomentare che giudizio facesse degli studi consumati e delle reputazioni fatte di quel tempo. "

E qui si vede come Federigo nel concepire Ambrosiana si sia mosso con idee e scopi delineati.

Un altro aspetto sul quale insiste Manzoni è quello dell'intento DELL'UTILITA' PUBBLICA e ai quei tempi non era così, era decisamente rivoluzionario il tutto...

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" Ma pensate che generoso, che giudizioso, che benevolo, che perseverante amatore del miglioramento umano, dovesse essere colui che volle una tal cosa, la volle in quella maniera, e l'eseguì, in mezzo a quell'ignorantaggine, a quell'inerzia, a quell'antipatia generale per ogni applicazione studiosa, e per conseguenza in mezzo ai cos'importa ? e c'era d'altro da pensare ? e che bell'invenzione ! e manca anche questa e simili…"

Giudizio morale del Manzoni su Federigo e su quanto da lui fatto, un commento anche forte e sferzante, si vede trasudare l'ammirazione e il compiacimento manzoniano, in fondo il fare per gli altri, sempre attuale….

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Tante sono le parole che usa Manzoni nella descrizione di Federigo Borromeo : carità, di facile abbordo con tutti, in particolare con quelli di bassa condizione, di una pacatezza imperturbabile, non dava né segni di gioia, né di rammarico,  modesto nella vita, attento e infaticabile a disporre e governare, ma non dimentica il Manzoni nel dire che certamente Federigo fu anche un uomo dotto, non poteva essere altro che così in fondo...

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Mi sembra giusto a questo punto anche una citazione monetaria del Manzoni :

" Volle che si stimasse a quanto poteva ascendere il suo mantenimento e quello della sua servitù; e dettogli che seicento scudi ...diede ordine che tanti se ne contasse ogni anno dalla sua cassa particolare a quella della mensa, non credendo che a lui ricchissimo fosse lecito vivere di quel patrimonio ".

Il Manzoni per scudo intende e la descrive come moneta d'oro del peso e titolo di quella che fu poi detta zecchino.

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Il Manzoni si domanda a questo punto se Federigo abbia lasciato anche opere di studio per i posteri.

E qui ci indica un cento opere tra latine e italiane che si trovano nella Biblioteca da lui fondata, quindi Manzoni sapeva bene cosa era custodito in Ambrosiana, e specifica trattarsi di trattati di morale, orazioni, dissertazioni di storia, d'antichità sacra e profana, di letteratura, arti e altro.

E conclude dicendo perché cotante opere non sono conosciute ? E qui un po' tatticamente lascia al lettore le risposte ritornando al canovaccio del romanzo ….

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Il tutto viene poi concentrato nel simbolo di Ambrosiana e simbolo di Milano, la Palma di Federigo Borromeo, recentemente ristrutturata e che trovate sullo scalone di ingresso.

Sapienza e rigenerazione, un monito e una testimonianza per tutti !

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Una domanda lecita direi finale sul tema, visto come ha circostanziato con dovizia di particolari il Manzoni la parte Ambrosiana, può essere questa : il Manzoni era un frequentatore della stessa ? So che ci sono studi con documenti in corso che saranno divulgati  tra non molto, la mia personale impressione e’ che la conoscesse bene e la apprezzasse molto ....

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Si diceva non vale una svanzica….che stava per vale poco...gergo popolare milanese.

Vediamone una di queste monete, da 20 kreuzer o svanzica, siamo a Ferdinando I d'Asburgo-Lorena, nel 1847.

E' una monetazione di tipo imperiale però coniata nella zecca di Milano., tipo testa laureata e aquila bicipite coronata.

Da NAC 68.

 

svanzica.jpg

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Il 12/1/2019 alle 16:51, ceolo dice:

 Questa non è una lamentela, si tratta solo della constatazione della mancanza di uno strumento per approfondire la conoscenza di un'epoca storica fondamentale per la formazione della nostra identità,

Argomento molto interessante. Domanda. Secondo la tua opinione i principali legami storici che hanno formato l'identità del moderno abitante di Milano.

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53 minuti fa, Brios dice:

Argomento molto interessante. Domanda. Secondo la tua opinione i principali legami storici che hanno formato l'identità del moderno abitante di Milano.

Forse più che i numismatici qui ci vorrebbero storici che ripercorrano la storia del Ducato di Milano, il periodo Visconti, Sforza e' quello più importante per l'identità e i simboli di questa città, nel contempo tenerli vivi oggi e' molto difficile in particolare nei giovani, Milano oggi e' una città estremamente attrattiva e stimolante nel contempo non so chi senta veramente le sue radici ( sentiamo magari anche @ceolo)

Davanti alla scrofa semilanuta in Piazza Mercanti per esempio vedo solo gruppi di turisti giapponesi ascoltare le spiegazioni, credo che pochi in Milano sappiano cosa rappresenti ...

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1 ora fa, dabbene dice:

Forse più che i numismatici qui ci vorrebbero storici che ripercorrano la storia del Ducato di Milano, il periodo Visconti, Sforza e' quello più importante per l'identità e i simboli di questa città, nel contempo tenerli vivi oggi e' molto difficile in particolare nei giovani, Milano oggi e' una città estremamente attrattiva e stimolante nel contempo non so chi senta veramente le sue radici ( sentiamo magari anche @ceolo)

Davanti alla scrofa semilanuta in Piazza Mercanti per esempio vedo solo gruppi di turisti giapponesi ascoltare le spiegazioni, credo che pochi in Milano sappiano cosa rappresenti ...

:pardon:identità personale all'interno di una persona. L'Italia è una, ma il ducato di Milano rimane

 

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