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10 Lire, Municipalità provvisoria


Risposte migliori

La collocazione di questa monetazione nell'ambito delle discussioni sulla Serenissima è discutibile, eppure a mio avviso rappresenta una scelta obbligata.

Su questo forum si è discusso (meglio, polemizzato) sulla medaglia-osella cosiddetta "del Lido" ma, stranamente, mai sul 10 lire Municipalità Provvisoria. E' questa una moneta forse tecnicamente non ben riuscita e molto contestata dai Veneziani del tempo, ma sicuramente importante, significativa e che merita qualche commento. Il primo conio (anzi i primi 2 conii) sarebbero frutto di due (?) incisori ebrei; criticati, fu affidato l'incarico ad Antonio Schabel di rifare il conio, con risultati al tempo ritenuti accettabili, in realtà di qualità solo parzialmente soddisfacente. L'ulteriore punto dolens fu la debolezza del conio che si ruppe quasi subito dando luogo ad una frattura ad ore 2, destinata ad allargarsi e ramificarsi come visibile in vari esemplari. Non mi è chiaro perché nei cataloghi la classificazione dei 2 tipi faccia precedere il 2° (Schabel) al primo (incisore/i ignoti), ma tant' è...

Posto un interessantissimo articolo di Giovannina Majer (tratto da RIN 1950-51) che delinea attraverso i documenti dell'epoca, il panorama storico ed il clima della zecca che si trovò a dover approntare in poche settimane una moneta del valore di un ducato ed un quarto e con titolo corrispondente.

 

Municipalità provvisoria RIN 1950-51.pdf

Modificato da Giov60
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Credo sia particolarmente gradito il postare le immagini che per ora limito al secondo tipo (Schabel) con due begli esemplari: il primo (ex Numismatica Genevensis) volato da Nomisma ad una cifra astronomica (quasi € 19.000, diritti inclusi): è la tipologia ancora priva di fratture di conio.

 

 

01491.jpg

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Supporter

Buon pomeriggio Giovanni,

Per qualcuno la sedicente "Osella del Lido" dovrebbe essere considerata l'ultima della serie di oselle della Serenissima; chissà mai perchè, visto che nulla la accomuna!

Ancor più della prima, ritengo che mai potrebbe essere considerata veneziana la moneta da 10 Lire della Municipalità Provvisoria.

Certamente è veneziana nell'accezione corretta del termine; la municipalità risiedeva a Venezia, la zecca e le maestranze erano  veneziane, così pure il metallo che ne consentì la sua realizzazione era veneziano ma, alla fine, che cosa di "veneziano" rappresentava?

Nulla a mio parere; e così la pensò anche gran parte del popolo, che già disprezzava i simboli giacobini e che venivano riportati anche in moneta.

Come poter accettare il cappello frigio (sarcasticamente chiamato "bareta"), un "albero della libertà" che il più delle volte non era che un palo con posta in cima la "bareta"  come simboli della libertà?

Bareta senza testa

Albero senza vesta

Libertà che no resta

Quattro minchioni che fa festa

Questo era lo stato d'animo predominante dei veneziani, disilluso e dileggiato dal termine LIBERTA' ITALIANA che, già sapevano, era vuoto e menzognero. Lo stesso ITALIA LIBERTA' che Venezia aveva scelto come grido di battaglia ai tempi della guerra di Cambrai al posto di MARCO ...MARCO, quando Venezia voleva cacciare dall'Italia i francesi.

Ebbene, si potrebbe dire che siamo al contrappasso, adesso sono i francesi, a Venezia, che danno lezione di libertà ....

No. A differenza delle monete del 48, volute da chi voleva riscattarsi dalla servitù austriaca e che erano frutto di genuina volontà popolare, prodotte col metallo acquistato grazie a donazioni, sovvenzioni e da prestiti popolari, queste 10 Lire erano imposte ed estorte, saccheggiando il metallo presente nelle chiese e nelle scuole di devozione; istituzioni, queste ultime, alle quali i veneziani erano sinceramente affezionati.

Credo che sia per questi motivi che la moneta non incontri, ancora oggi, consensi e si preferisca non enfatizzarla.

Con questo ho espresso il mio parere riguardo ai pochi interessi che suscita questo conio ma, detto questo, ritengo comunque interessante la sua storia e bene hai fatto a parlarcene.

saluti

Luciano

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Caro Luciano, mi pare sia necessario rivitalizzare un po' la sezione, paradossalmente con monete che suonano un po' come un "de' profundis" ... a Venezia. Io le trovo estremamente interessanti e non concordo sul tacitarle.

Posto ora un esemplare del 1° tipo (incisore non noto) che in genere si presenta spesso con evidenti debolezze di conio ed in bassa conservazione (ex Munzen & Medaillen 24 del 2007). Sembra apparire di meno nel mercato numismatico, direi con una frequenza circa dimezzata rispetto al secondo tipo di cui si è detto più sopra.

 

Munzen & Medaillen 24-2007, lot 01867.jpg

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Non conosco benissimo la situazione storica in cui la zecca veneziana (quella ufficiale, si intende) coniò le monete per la sedicente municipalità provvisoria, ma in effetti quel breve periodo di occupazione francese fu avvallato da non pochi veneziani DOC, magari affascinati dai moti rivoluzionari francesi. Tempo fa avevo letto un po' della storia di quei brevi mesi, e in effetti i nobili che si erano schierati a favore dei francesi venivano considerati un po' quasi come dei collaborazionisti. Sempre veneziani, però, per questo io non ho problemi a considerare queste monete - peraltro molto belle a mio avviso - come veneziane tout court.

Se non fosse così sarebbe un bel problema: abbiamo, dopo la fine della Serenissima, un susseguirsi ininterrotto di dominazioni veneziane filofrancesi (queste), poi austriache, poi di nuovo francesi con Napoleone, poi di nuovo austriache, poi c'è il '48... e poi di nuovo austriache. Per me trattasi sempre di monete "veneziane", così come nessuno si sognerebbe mai di dire che le monete di Milano o Napoli sotto il dominio spagnolo non sono a tutti gli effetti "milanesi" o "napoletane", tanto per fare un esempio.

La zecca è quella di Venezia, è ufficiale e ci sono faldoni e faldoni di documenti nell'ASVe che lo accertano. Se anche poi quelli fossero considerati come invasori (in effetti i Francesi non erano proprio ben visti dalla popolazione quando arrivarono dopo i fatti del maggio 1797 e poi del trattato di Campoformido di ottobre), e se anche una parte del patriziato fosse stata in effetti favorevole al nuovo occupante, le monete sono veneziane senza dubbio. Certo non più dogali, come anche la famosa c.d. osella del Lido (spesso ristampata su tondelli austriaci, non dimentichiamolo), ma sicuramente ufficiali, e di corso anche se come evidenziato estremamente rare.

 

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