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Inviato (modificato)

Dopo aver discusso e presentato in questa sezione molte ripostigli inglesi del III secolo, questa volta mi trasferisco in Francia, più precisamente a Reyssouze nell’Ain dove l’11 ottobre del 2014 durante alcuni lavori privati in un terreno, è stato fortuitamente scoperto un ripostiglio di 2096 monete di cui 17 denari e 2079 antoniniani.

 

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1147 antoniniani appartengono all’Impero Gallico e 577 risultano essere produzioni irregolari. Tra le imitazioni vengono segnalati anche almeno 11 esemplari della serie DIVO CLAVDIO (conteggiati però con il gruppo di emissioni relative all’Impero Centrale). L’intero ripostiglio, dopo uno studio preliminare, è stato messo in vendita tramite asta pubblica.

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Questa è la composizione del ripostiglio per imperatori (e congiunti):

Impero Centrale

Settimio Severo

 Geta

Caracalla

Eliogabalo

 Giulia Mesa

Alessandro Severo

Massimino

Gordiano III

Filippo I

 Otacilia Severa

 Filippo II

Traiano Decio

 Errenia Etruscilla

 Divi

Treboniano Gallo

Volusiano

Valeriano I

 Gallieno

 Marianina

 Salonina

 Salonino

 Valeriano II

Gallieno (regnante da solo)

 Salonina

Claudio II

 Divo Claudio

Quintillo

Aureliano

Severina

Tacito

Florian

Probo

Caro

Carino

Numeriano

Diocleziano

 

Impero Gallico

Postumo

Aureolo

Mario

Vittorino

Tetrico I

Tetrico II

 Imitazioni

Il report preliminare attualmente disponibile (a cura di Isabelle Bollard-Raineau), costituisce l’unico studio esistente sul ripostiglio, ma non è completo e soprattutto non è privo di errori e refusi. Il blocco di monete degli imperatori gallici, per esempio, non è stato classificato completamente e nella lista dei sovrani ufficialmente non risultano emissioni di Mario, mentre a seguito di una revisione del materiale da parte della casa d’aste che ne ha curato la vendita, è emerso un antoniniano dell’imperatore gallico del tipo FELICITAS AVG. Leliano non risulta invece presente nel ripostiglio.

Il deposito è stato trovato con il suo contenitore originario: una vaso in lamina di bronzo di fattura italica, ma di produzione locale. Si tratta di un normale vaso di uso comune di fatto presente tra le normali dotazioni domestiche. Si tratta quindi di un possibile ripostiglio apparentemente “domestico”.

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C’è un grande lasso temporale tra le emissioni più vecchie e quelle più recenti: il termine “post quem” è il 286 a fronte di un termine “ante quem” del 195.

Tale tipologia di ripostiglio rientra in una serie di depositi analoghi come Goeblingen (2769 es; TPQ 279), Cléry (2787 es; TPQ 282), Reichenstein (2555 es; TPQ 283) ma è paragonabile anche a depositi più consistenti come Evreux (73373 es; TPQ 282), Sainte-Pallaye (8864 es; TPQ 283), Bavai (6659 es; TPQ 289), Annecy (10640 es; TPQ 281) o l’italiano La Venera (46077 es; TPQ 287).

Il tesoro di Reyssouze presenta una parte di evidente tesaurizzazione (lampante la presenza di denari d’argento del periodo severiano, ma anche di buoni antoniniani in biglione con un discreto quantitativo di argento) e una parte che doveva riflettere parte della circolazione monetaria del periodo nonostante il mantenimento dello scopo iniziale dell'accumulo (la tesaurizzazione).  

La presenza di antoniniani di Probo in ottimo stato di conservazione fa propendere per una data di chiusura del ripostiglio anteriore al 300, approssimativamente collocabile tra il 286/290 e potrebbe quindi essere messo in relazione con le invasioni barbariche che interessarono le Gallie attorno agli anni ‘80 del III secolo e quindi condizionato proprio dal periodo di instabilità e scarsa sicurezza del territorio che gravava sulla provincia gallica recentemente riannessa all’Impero Centrale.

Sulla composizione si possono fare alcune considerazioni.

Per la componente di monete relative all’Impero Centrale, gli esemplari  anteriori al 253 costituiscono una porzione consistente di una sessantina di esemplari di cui fanno parte 17 denari che di sicuro uscirono dalla circolazione monetaria attorno al 251 a seguito del loro recupero sistematico durante il regno di Traiano Decio prima e Treboniano Gallo dopo.

Il grado di usura di questi pezzi non è elevato, anzi, alcuni esemplari godono di una buona conservazione come ad esempio il pezzo di divinizzazione emesso da Caracalla per Settimio Severo.

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(DIVO SEVERO PIO / CONSECRATIO; RIC 191e; 211 d.C.)

Si tratta quindi di esemplari sottratti abbastanza repentinamente dalla circolazione e quindi di una sorta di ripostiglio iniziato e continuato nel tempo. Molto presumibilmente l’accantonamento dev’essere iniziato prima della sparizione totale dalla circolazione delle monete di argento puro e quindi sicuramente prima degli anni ‘50 del III secolo: una sorta di ripostiglio famigliare presumibilmente gestito da più generazioni.

La presenza di antoniniani di buona lega della prima metà del III secolo è altrettanto rilevante: 22 esemplari di Gordiano III (20 della zecca di Roma e 2 della zecca di Antiochia) 13 esemplari di Filippo I e congiunti (di cui anche un denario a nome di Otacilia Severa, tutti della zecca di Roma), 9 esemplari di Traiano Decio e congiunti, 3 esemplari di Treboniano Gallo e 1 solo esemplare di Volusiano.

La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata:

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52 sono gli esemplari della serie DIVO CLAVDIO di cui 11 ufficiali, 31 indetermnati e 10 imitativi. Complessivamente sono raggruppati in 40 di tipo Altare e 12 di tipo Aquila.

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Circa la componente “gallica” invece la ripartizione fatta nello studio preliminare è la seguente:

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Che va tuttavia rettificata dato che nel computo è “scappato” un esemplare di Mario confuso per un altro sovrano gallico.

Mi soffermo ad approfondire alcuni aspetti di questo gruppo dato che, come ben sapete, il cuore dei miei interessi numismatici riguarda proprio la monetazione dell’Impero Gallico.

  1. la presenza delle monete galliche è piuttosto notevole (più della metà dell’intero ripostiglio se consideriamo le imitative)

  2. le imitative galliche sono quasi tutte di buon modulo e di buon peso. Si possono considerare pressoché assenti i cosiddetti minimi (diametro inferiore ai 10 mm). Le imitative presenti inoltre hanno uno stile molto aderente ai prototipi ufficiali o comunque abbastanza buono tale da confondersi con i tipi imitati o comunque da essere utilizzati con pari valore delle emissioni ufficiali.

La presenza di moneta gallica così strutturata rispecchia l’evoluzione della produzione (e circolazione monetaria) senza tradire l’intento originario del deposito ovvero la costituzione di un gruzzolo di tesaurizzazione che riflette il progressivo impoverimento del materiale monetale pur tuttavia continuando a rispettare il principio della legge di Gresham: accantonamento della moneta con maggior contenuto di fino e mantenimento nel flusso circolatorio della moneta più povera. La qualità delle imitative presenti infatti rappresenta proprio un lavoro di selezione del circolante: tesaurizzazione della sola moneta rispondente a determinati standard (buon peso, buon modulo e stile vicino alle emissioni regolari) e conseguente scarto di imitative di bassa qualità, peso e moduli ridotti che erano comunque in circolazione (se non addirittura in produzione) al momento della formazione/occultamento del tesoro.

Utilizzando le classi di catalogazione delle imitative proposte da Jean Marc Doyen nel suo studio sulla monetazione imitativa, nel ripostiglio di Reyssouze la produzione locale è da ricondurre sostanzialmente alle classi 1 e 2 con sporadici esemplari rientranti nelle classi 3 e 4 (quantitativi comunque non rilevanti):

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Quindi le classi 3 e 4, di fatto assenti nel deposito, erano in circolazione e in produzione proprio nell’ultimo periodo di accantonamento del deposito e della sua chiusura.

L’ultimo blocco di Antoniniani a essere analizzato è quello riferibile agli anni 270/288 e riconducibile all’Impero Centrale con la riannessione dei territori gallici (dopo il 273 grazie ad Aureliano). La composizione è così strutturata:

  • Aureliano: 199 esemplari (48,7% Milano; 21,1% Roma; 16,7% zecca incerta; 4,5% Serdica; 4% Siscia; 2,5% Lione; 2,5% Pavia; 0,5% Cizico)

  • Tacito: 61 esemplari (70,5 % Lione; 23% Pavia; 4% Roma)

  • Floriano: 7 esemplari (Lione)

  • Probo: 177 esemplari (79,7% Lione; 14,7% Pavia; 2,3% Roma; 1% Siscia; 2,3% zecca incerta)

  • Caro: 6 esemplari (5 Lione, 1 Roma)

  • Carino: 19 esemplari (18 Lione, 2 Roma)

  • Numeriano: 16 esemplari (Lione)

  • Diocleziano: 4 esemplari (Lione)

Gli esemplari appartenenti al periodo di chiusura del ripostiglio sono mal rappresentati e costituiscono un gruppo assai poco numeroso rispetto l’insieme del tesoro. Ampliando lo spettro d’analisi si può notare come con Aureliano il grosso dell’apporto al flusso monetario era garantito dalla zecca di Milano per poi passare il primato alla zecca di Lione che di fatto garantiva, assieme all’atelier di Pavia (aperto in concomitanza alla chiusura di Milano) la quasi totalità del circolante dell’area gallica.

Verosimilmente la tesaurizzazione di esemplari nuovi e riformati di Aureliano prima e Probo poi, doveva essere bilanciata dal permanere in circolazione di un considerevole quantitativo di numerario imitativo abbondantemente svilito e sottopeso segnale di come vi fosse necessità di moneta spicciola per i traffici quotidiani e di come nei territori gallici abbia faticato a imporsi la moneta riformata che doveva sostituire le emissioni galliche.

Chiudo ora la discussione allegandovi la mia rappresentanza del ripostiglio qui analizzato, ovviamente la scelta degli esemplari è ricaduta sostanzialmente nei sovrani gallici, imitative comprese, con l’inclusione degli imperatori centrali coevi Claudio, Quintillo e Aureliano (di quest’ultimo ho optato per l’ultima emissione uscita dalla zecca di Milano prima della sua chiusura). Purtroppo mancano all’appello Gallieno e Mario per la rappresentanza completa dell’arco temporale di mio interesse, ma mi ritengo comunque soddisfatto della composizione del mio “petit tresor monétaire”.

1) Postumo e Aureolo

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2) Vittorino

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3) Tetrico I e II

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4) Claudio e Quintillo

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5) Imitative 1/2

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6) Imitative 2/2

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7) Aureliano

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Portate pazienza per le foto... fatte al volo ieri sera con il telefono, poca luce e nessun accorgimento particolare.

Nel gruppo, apparentemente alquanto "ordinario", ci sono alcune chicche per appassionati gallici :) e un pezzo interessante e anche, direi, abbastanza raro che è sfuggito sia in fase di catalogazione preliminare che in fase di verifica prima della vendita all'incanto e della successiva rivendita da parte del venditore professionale (purtroppo i miei sono acquisti di "seconda" tornata e quindi risentono di un leggero rincaro).

Vediamo se notate gli elementi di maggior interesse... io non vi dico nulla :P

Modificato da grigioviola
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Inviato

Ovviamente sono graditi (e attesi!!!) gli interventi di tutti e di chi, in particolare, condivide la passione per gli hoard e il III secolo in generale

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Inviato
1 ora fa, grigioviola dice:

 

La composizione di antoniniani dell’Impero Centrale da Valeriano a Quintillo è così strutturata:

upp26S_2wlcoEgbP7lmPLZ_yLiEeRsHa2asxzwsNqVC_a4ZJqlmRy-tXiiF6CqsEIIVtthdRfZvsv9L-aqCrYwMbDCEAnf2njsB513gmTMyiIxd9Ca4_ZX7QjKtMV8Qa9-PtBJsk

 

Ciao @grigioviola,

come sempre leggerti arricchisce. Mi sembra che i dati in questa tabella siano parziali (mancano diversi regnanti).

Spunto di riflessione al volo: la tesaurizzazione potrebbe essere avvenuta durante i Bagaudae? Il periodo sembra corrispondere con quello del primo Massimino.

Dove sono state licitate le monete?

Grazie.

Curcuas

P.S. Io colleziono Quintilli per motivi che non mi spiego:). Da qui l'interesse per il periodo.


Inviato

Il report, da cui sono tratte le tabelle, è parziale oltre che con diversi refusi pertanto la mia analisi ha dovuto fare i conti anche con questo....

Il periodo di interramento potrebbe essere quello o comunque leggermente precedente. Purtroppo non è semplice indicarlo con certezza.

L'intero ripostiglio è stato dapprima venduto (compreso il vaso!) in quest'asta: http://www.guillaumot-richard.com/html/index.jsp?id=81930&aff=1&npp=150&lng=fr&ordre=&np=1#lot1 e in seconda battuta da un venditore francese professionale che si è aggiudicato diversi lotti e ha rimesso in vendita circa 300 pezzi.

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Visto che nessuno "abbocca" al mio indovinello, vi dico che tipologicamente una delle monete qui presenti figura anche negli hoard di Cunetio e Normanby in un solo esemplare... :) 

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Inviato

Ciao @grigioviola!

Io non abbocco solo perché sono ignorante (parlando di monete, beninteso :-D) come una capra analfabeta! :-)

Però ti voglio fare i complimenti per quanto hai scritto, per la professionalità e la passione e la competenza che sempre dimostri.

E voglio, inoltre, ringraziarti perché grazie a te la mia passione aumenta ogni volta che leggo un tuo "articolo".

Ciao.

TWF


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Suvvia @TheWhiteFly basta prendere le monete una a una e cercarle :P

Mi rendo conto che è una cosa alquanto di nicchia... su cui ho nutrito qualche dubbio io stesso, salvo poi confortarmi con riscontri fotografici e darmi ragione :)

Vi dico come ulteriore indizio che riguarda un imperatore gallico e che non è una imitativa... 

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Inviato

E alla fine è arrivato anche lui... cioè, non è ancora partito in realtà :) ma arriverà.

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GALLIENO

Roma, 3a off.; Antoniniano; AE; 20,5 mm; 2,36 gr; or. assi 6h

D\ Testa radiata di Gallieno a destra; "GALLIENVS AVG"

R\ Il sole stante a sinistra con mano destra alzata e globo nella sinistra; "AETERNITAS AVG Γ|-/-"

RIC 160; Ex Tresor de Reyssouze; Ex Guillaumot Richard; Ex CGB

 

Ora mi manca solo Mario per la rappresentanza completa della parte di hoard che ho deciso di collezionare :D ...è strano capire cosa scatta nella testa di un collezionista, fatico a capirlo io stesso! Non so per quale motivo mi sono innamorato di questo piccolo ripostiglio francese... posso solo dire che è stato amore a prima vista nonostante la vista non contemplasse comunque monete eccezionali da mozzare il fiato! Sarà stata la possibilità di accedere a un pezzo di storia a un prezzo abbordabile e con molto materiale a disposizione (tanto da costruire una sorta di mini collezione completa), sarà stato il brivido di sentirsi tra i "primi" a studiare la cosa.... un po' tutto questo e tanto altro di non spiegabile... chi lo sa! Però... che emozione!!!

 

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DE GREGE EPICURI

Ciao Alberto, non partecipo per ora all'indovinello sulla gallica, che richiede un po' di tempo e di ricerche. Io sono stato favorevolmente colpito dal bell'Aureliano milanese: di questa emissione non ho mai avuto neppure una moneta...Bello anche il Vittorino con la doppia impronta (ma non credo sia l'oggetto dell'indovinello!)

Modificato da gpittini

Inviato

@gpittini Ce n'erano diverse di Aureliano da Milano davvero notevoli per modulo e conservazione. Monete tesaurizzate e quindi selezionate con cura. 

il Vittorino ribattuto preso prima del passaggio su eBay e quindi a prezzo di favore. Simpatica moneta, ma non è lei pur essendoci involontariamente vicino :)

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@TheWhiteFly Il gruppo dei Tetrico II è interessante. Posto che solo uno dovrebbe essere ufficiale (rimane comunque un esemplare borderline di SPES PVBLICA), i tre imitativi propongono un LAETITIA con errore di legenda, un PAX ripreso dal padre e un COMES con busto ibridato a metà tra Tetrico I e II... Ma, no. Non è Tetrico II. 

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Devo cercare meglio, ma l'INVICTVS di Vittorino potrebbe essere un candidato?

Non cerco ulteriori indizi, devo trovare il tempo di fare delle ricerche. :)


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@Curcuas ...no, ma sei sulla casella giusta :P

 

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E' la VIRTVS AVG? Non la sto sparando, ma mi sembra che l'unico esemplare sia il Normanby 1422. Il problema è che in cunetio hoard viene presentato come 2555 oppure 2553.

:help:


Inviato

Allora allora... le numerazioni di Normanby, Cunetio (e di tutti gli hoard in genere) non indicando di per sé il quantitativo di monete di quella tipologia presenti nel ripostiglio. Ad esempio al numero xxxx di un dato hoard, segue generalmente anche un secondo numero yyy che indica quante monete di quel tipo sono presenti.

E... no! Non è nemmeno la VIRTVS graziosa per il dritto ribattuto come aveva sottolineato @gpittini (motivo dell'acquisto, visto che ce l'ho doppia, tripla e forse quadrupla... è l'inconveniente di quando si acquistano dei piccoli lotti perché interessati a una moneta e non a tutto il lotto).

A questo punto svelo l'arcano! :)

La moneta in questione è la rimanente delle tre ovvero la SALVS che ripropongo nella foto dell'inserzione di vendita:

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Di questo tipo, nel Cunetio hoard, ce n'era un solo esemplare (nonostante la SALVS della Mint II, forse identificabile con Colonia e non con Treveri come si pensava quando sono state riorganizzate le emissioni di Vittorino a seguito dello studio del Beachy Head Hoard).

Come pure un solo esemplare perfettamente identificato presente nel South Petherton Hoard.

La particolarità sta nel dritto reso con il busto D1 tipico della Mint I e, teoricamente, non presente nelle emissioni ordinarie della Mint II. In effetti la differenza si nota, sebbene l'esemplare in questione non sia in condizioni ottimali. Guardate queste SALVS (nelle loro varianti di legenda) condividono sempre e comunque un altro tipo di busto (corazzato!):

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E' evidente il panneggio del mantello del busto della moneta di Reyssouze che è reso più plasticamente e maschera un po' la corazza.

Son piccole varianti... a volte così piccole che... ci si deve convincere che ci siano! :D

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Confermato anche da Mauseus nel F.A.C. la corretta identificazione del pezzo di Vittorino e confermata pure la rarità del pezzo. C'avevo preso nonostante avessi qualche piccolo margine di dubbio.

Questo è l'esemplare presente nel Normanby hoard:

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e questo invece è l'esemplare della collezione di Mauseus (alias Richard Bourne) proveniente dal Suffolk hoard:

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Oltre a questi esemplari non sono riuscito a trovare altre immagini in rete né tanto meno passaggi commerciali, ma non escludo che ve ne siano stati e che siano scivolati via senza essere notati com'è accaduto per l'esemplare che ho acquistato io.

Significativo infatti il dettaglio che i pezzi noti sono tutti censiti con provenienza da hoard ovvero con la supervisione di uno studioso che ha curato la catalogazione del ripostiglio. Nel mio caso, la fortuna mi ha assistito: il ripostiglio di Reyssouze conta unicamente di uno studio preliminare in cui la parte delle galliche è stata studiata prevalentemente nel suo insieme e non pezzo per pezzo... potenzialmente potrebbe esserci ancora qualche sorpresa... ma temo che a differenza del commerciante da cui mi sono rifornito, molti dei lotti provenienti dal ripostiglio saranno rivenduti senza indicarne la provenienza.

 

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Per inciso, proseguo questa discussione in cui ho un po' l'impressione di fare un grande monologo :pardon:dicendo che lo studio di questo hoard con la lettura del suo report preliminare, mi ha portato - grazie alla bibliografia citata - alla raccolta di altro materiale pubblicato su altri ripostigli analoghi (e non) in territorio francese che hanno aggiunto interessanti informazioni al mio bagaglio conoscitivo dell'impero gallico facendo un po' più di "chiaro" sulla permanenza e sparizione dalla circolazione della moneta degli imperatori gallici dopo la riannessione dei territori con la resa di Tetrico.

Lo studio dei vari tesori infatti offre scenari interpretativi interessanti che vanno poi posti in relazione con altri dati e altri tesori rinvenuti in aree geografiche lontane dai territori gallici. A breve vedrò se avrò modo di fare qualche sunto un po' più specifico... per ora, a mo' di appunti, vi segnalo che la questione sostanzialmente lega questi eventi:

1) emissione moneta gallica durante impero gallico

2) emissione imitativa di buon modulo (durante imp. gall. e appena dopo la sua caduta)

3) emissione imitativa minima (fine imp. gallico e dopo sua caduta)

4) sparizione emissioni galliche uff. e di buon modulo rimpiazzate da grossi quantitativi di em. di gallieno ufficiali e di Claudio II / Quintillo ufficiali e imitative (serie DIVO) (dopo caduta impero gallico) con permanenza in circolazione (e produzione?) di imitativi minimi (non tesaurizzati ma usati per scambi per sopperire moneta frazionata) (a grandi linee le emissioni galliche uff. e imitative omologhe scompaiono con la riforma monetaria di Caro che ha attuato politiche di ritiro e vengono appunto rimpiazzate dai Gallieno/Claudio/Quintillo, che già avevano iniziato a penetrare in maniera decisa dopo la riforma di Aureliano)

5) le imitazioni minime scompaiono dalla circolazione (secondo alcuni autori) non per azioni di ritiro ma per trasferimento in massa in altri territori (nord africa, italia del sud e italia isole) dopo riforma di Caro e comunque non vengono più prodotte in Gallia

6) dopo il trasferimento di masse monetarie imitative minime in nord africa/italia sud-isole si assiste alla nascita di centri produttivi in loco (principalmente in nord africa) dove i minimi radiati godono di una seconda stagione

Il tutto ovviamente non con cronologia serrata, ma sostanzialmente l'impianto in sé regge supportato dalle evidenze dei vari ripostigli.

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Inviato

Ciao interessante come articolo, ti volevo chiedere le varianti "in questo caso il busto" sono solo sui bronzi ? Su aurei tremissi solidi .... ? 

Inviato

Be', ovviamente qui il discorso verte(va) sulle varianti delle monete presenti nel ripostiglio e in particolare sulle varianti legate a una particolare serie emessa da Vittorino.

Allargando il discorso si può dire che potenzialmente nessuna emissione monetale è esente dall'avere varianti. Semplicemente alcune sono note, altre non lo sono perché o non ce ne sono o non sono ancora state censite.

Per variante ovviamente non si intende una resa stilistica differente dovuta a una diversa mano incisoria e nemmeno un errore di legenda che altro non è che, appunto, un incidente più o meno fortuito nell'esecuzione del conio. Come pure non è da considerarsi variante una moneta battuta malamente (incusi vari, doppie battiture ecc ecc).

Per variante si intende una caratteristica propria di una moneta che di fatto ne costituisce un sottotipo potenzialmente presente in X esemplari.

Nel caso specifico del pezzo di Vittorino esiste per la SALVS - cosiddetta di Tipo 2 (quella con la Salus stante a destra con serpente in mano coniata unicamente presso la seconda zecca) - appunto la variante con il busto corazzato e drappeggiato che non è presente nelle produzioni di questa zecca durante Vittorino in quanto normalmente associato alle emissioni della prima zecca (entrambe lavoravano in contemporanea, una identificata in Colonia e una in Treviri).

In questo caso i due tipi (busto proprio di una zecca e rovescio proprio di un'altra) sono accoppiati assieme e questo implica diverse ipotesi:

- una temporanea unificazioni delle due zecche;

- l'errato invio in questa zecca di un conio di dritto destinato all'altra (ma non venivano prodotti presso la stessa zecca?);

- la presenza di personale addetto alla coniazione che operava in entrambe le zecche e viaggiava con conii a seguito e quindi ecco la possibilità di fare errori simili

- l'introduzione di questa tipologia di busto anche nell'altra zecca (o al contrario l'introduzione della tipologia di rovescio in una zecca in cui in precedenza non veniva utilizzato)

Sarebbe interessante fare un censimento di tutti i ripostigli noti in cui è presente il tipo in questione e verificare se tra questi vi sono ripostigli che si chiudono con Vittorino oppure, meglio ancora, con Tetrico I e ipotizzarne una possibile datazione/collocazione tra le varie serie.

L'emissione a nome di Domiziano II è ricondotta alla Zecca I dove era tipico il busto D1 usato per questa emissione di Vittorino. In un momento di turbolenza legato alla successione post Vittorino, è ipotizzabile una temporanea fuoriuscita di materiale e personale dalla Zecca I verso la Zecca II e la conseguente coniazione (causa fretta) di moneta ibridata con vecchi conii di Vittorino malamente accoppiati presso la Zecca II? Da ricordare che presso la Zecca II sono state battute le due serie di divinizzazione a nome di Vittorino da parte di Tetrico pertanto è presumibile che inizialmente Tetrico avesse il controllo solo di questa zecca mentre l'altra, per un brevissimo periodo, fosse in mano a Domiziano II. Ovviamente butto là la questione (da approfondire per eventuali riscontri), ma è in questi termini che mi frullava per la testa una possibile spiegazione... ma!

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Inviato

Sono riuscito a trovarne un altro esemplare, lotto n. 7007 venduto nel 2006 nell'asta 111 di Kunker (prezzo di partenza 100 €, aggiudicazione senza diritti 450 €):

7007.thumb.jpg.ded407152affdb294b9eaf5fc30d8158.jpg

Ora sto concentrando le ricerche su di un altro pezzo proveniente dal medesimo hoard, è un work-in-progress perché sono aperte diverse possibilità:

TETRICUS_COMES_CUIRASSED_BUST_01.thumb.JPG.602e3972e2fd98199d0615c388aa1d8f.JPGTETRICUS_COMES_CUIRASSED_BUST_02.thumb.JPG.fbaed5a56905007153659966c5c8b779.JPG

Apparentemente un "semplice" TETRICO I - COMES AVG, tuttavia sto vagliando diverse possibilità e mi piacerebbe sentire i vostri pareri (anche se non siete ferratissimi coi gallici... un'impressione in più fa sempre piacere leggerla!): anche qui tutto si gioca sul tipo di busto dell'imperatore: i COMES sono con busto corazzato e drappeggiato, mentre qui direi che siamo in presenza di un busto solamente corazzato. Vi lascio il riscontro del tipo canonico (RIC 56):

comes.jpg.dd703c7dfe8b6869306c14501cb5a31a.jpg

Ecco le ipotesi che sto valutando:

1) IMITATIVA: una imitazione del COMES AVG di Tetrico I con stile molto buono e legende corrette (per quel che si può leggere causa usura e fuori tondello). Sul rovescio non ci sono dubbi interpretativi: è un COMES e la legenda è corretta e ben fatta. La Vittoria è rappresentata con accuratezza di dettagli anche se in uno stile leggermente differente dai COMES che normalmente si vedono, ma definirlo imitativo... bah! è dura secondo me... forse la corona un po' troppo grande?!? ripeto... bah! ipotesi che comunque tendo a scartare.

2) UFFICIALE: in questo caso siamo in presenza di una variante (non mi risultano riferimenti per il Petherton e per il Normanby... non ho il Cunetio per vedere se lì c'era... e non ho altri riferimenti di hoard in cui sembra ci sia)

3) UFFICIALE, MA...: ma è davvero Tetrico? la legenda al dritto non si legge per vari fattori, il profilo richiama principlamente Tetrico, ma non potrebbe essere Vittorino? Alcune emissioni di Vittorino non hanno il naso aquilino come il profilo "istituzionale"... in questo caso si tratterebbe di una emissione ancor più rara, e oltretutto una variante perché il COMES di Vittorino (con la Vittoria a sinistra) presenta sempre busto anche drappeggiato (sempre... è nota in pochissimi esemplari!)

comesvict01.thumb.JPG.4e4b8a728a3f053c96020569c17c0f78.JPGcomesvict02.thumb.JPG.bb91fecf89d32e2f32b9273e14bbed18.JPG

Ho provato a scrivere anche nel FAC (forumancientcoins) per avere qualche riscontro, ma tutto tace... per ora! :)

Secondo voi? Qualche opinione in merito? III secolisti e non... vi aspetto!!!

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Inviato

DE GREGE EPICURI

A me sembra troppo bella (specie il rovescio) per essere imitativa.

Quanto alle altre due ipotesi: difficile scegliere. Il ritratto potrebbe essere di Vittorino. Ma non escluderei la variante di Tetrico.


Inviato

Sarà difficile venire a capo in maniera definitiva. Per Richard Bourne si tratta di un'ottima imitativa. Ho qualche perplessità, ma non lo escludo. 

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  • 2 mesi dopo...
Inviato

Alla fine, il mio Gallieno da Reyssouze era solo soletto e voleva compagnia... mi guardava sempre con quegli occhioni lucidi... così non ho saputo resistere e gli ho preso un "se stesso" da Milano :P

brm_432870.thumb.jpg.bc14a78b130c946287074ab753dd0495.jpg

D\  GALLIENVS AVG
R\  LAETITIA AVG// S
19 mm - 1,95 gr
RIC 489 v.

 

Mi piaceva il busto di Gallieno con il drappo sulla spalla sinistra, tipico di una serie di emissioni Milanesi (qui, seconda officina).

Da foto la moneta appare spatinata, ma se tanto mi dà tanto, dovrebbe arrivarmi di nuovo brunita (o comunque dovrebbe brunirsi da sé in fretta com'è toccato alle altre provenienti dal medesimo ripostiglio e ripulite un po' troppo).

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