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a mio parere la moneta seppur molto bella non arriva ad una valutazione cosi' alta.  

342016.m.jpgImportante serie di monete di zecche italiane Parte I
Parma
Ferdinando I di Borbone duca di Parma (1765-1802).
No.: 354
Estimate: EUR 8000
d=42 mm
Da 8 doppie 1786. AV 56,69 g. – ø 39,9. FERDINANDVS I·HISPAN·INFANS Testa a d.; nel taglio del collo, SILIPRA e sotto, nel giro, é . Rv. D·G ·PARMÆ PLAC·ET VAST·DVX I787 Scudo coronato su corona di tre rami secchi con due rami d’alloro fioriti ai lati; sotto, S. CNI 63. MIR 1057/5. Friedberg 926.
Rara. BB
Don Ferdinando, secondogenito e primo maschio del duca di Parma Filippo di Borbone e di Elisabetta Farnese, nacque a Parma nel 1751. A soli 14 anni Ferdinando divenne duca di Parma, Piacenza e Guastalla , sotto la guida del plenipotenziario e ministro del padre Guillaume du Tillot, personaggio intelligente e culturalmente aggiornato, sensibile alle novità, non solo francesi ma anche italiane, e soprattutto milanesi. Con tali premesse, nella metà del Settecento Parma si trasformò in uno dei luoghi di maggior cultura ed innovazione di tutta la Penisola. Importanti esempî furono la fondazione dell’Accademia delle Belle Arti (1752), della Biblioteca Pubblica Parmense (1762) e l’apertura del Museo Archeologico, a seguito della scoperta e degli scavi della città etrusca di Veleja. Numerosi scienziati francesi ed italiani vi si trasferirono (?) e nel 1768 nacque la Stamperia Regia sotto la direzione di G. B. Bodoni. Nel campo della medicina il Duca si offrì da cavia per l’inoculazione del vaccino del vaiolo Ma fu l’espulsione dei Gesuiti, avvenuta il 3 febbraio del 1768, a porre il piccolo Ducato al centro dell’attenzione europea. L’anno successivo Ferdinando sposò Maria Amalia d’Absburgo-Lorena. I festeggiamenti furono sontuosi e degni dell’unione delle case reali di Francia e Spagna. Le nozze con la figlia dell’Imperatore vennero a segnare così la pace definitiva fra i Borbone e l’Austria. Parma rimase un piccolo paradiso anche nei vorticosi anni che segnarono il passaggio della Rivoluzione Francese, ma nel 1796 Napoleone invase l’ Italia settentrionale, chiedendo impossibili indennità di guerra in denaro e opere d’arte. Parma e le sue chiese furono spogliate di importanti opere del Correggio,e del Parmigianino, solo per citare due tra gli artisti più conosciuti. Il Ducato purtroppo non si salvò dalla girandola dinastica decisa dai capricci del Bonaparte che, d’accordo con la Spagna, assegnava motu proprio a Ferdinando la Toscana (trattato di Luneville), ma avendo quest’ultimo rifiutato, fu privato dei suoi domini con il trattato di Aranjuez (21 marzo); l’organigramma prevedeva, infine, la concessione della Toscana e del titolo di re d’Etruria a Ludovico I, figlio ed erede di Ferdinando. Il Duca si spense improvvisamente il 9 ottobre 1802 nel convento dei cappuccini di Fontevivo, dove si era ritirato, e non furono pochi coloro che videro in questo inaspettato trapasso la mano francese.


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