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Il 258° e l'XI Battaglia dell'Isonzo


El Chupacabra

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Buongiorno a tutti.

Oggi voglio provare a fare una piccola ricostruzione, attraverso foto inedite dell'epoca in mio possesso, dei movimenti del 258° Reggimento Fanteria durante l'XI Battaglia dell'Isonzo. Spero possa piacerVi.

10 giugno 1917: La Brigata Tortona è riunita presso Kambresco. Ricomposta negli effettivi dall’arrivo dei complementi da Manzinello, la Tortona si porta in linea per prendere parte all'XI Battaglia dell’Isonzo (17-31 agosto), nel tratto di fronte tra lo Jelenik e la quota 711 (Uhr Kuk) con obiettivo, una volta vinta la resistenza nemica, di puntare sul monte Oscedrik e la Bainsizza, penetrando più in profondità possibile.

Il piano di azione italiano prevede la conquista dei due altipiani da parte della 2a armata del Generale Capello, mentre la 3a armata del Duca d'Aosta  deve superare le difese del monte Hermada, aprendosi la strada verso Trieste.

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Manzinello, frazione di Manzano (UD),  giugno 1917: partenza della IV Compagnia del 258° Fanteria per formare il Battaglione di marcia.

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Il 258° Reggimento in marcia sfila davanti alla Bandiera per la "benedizione".

19 luglio 1917: In seguito ad una riduzione del settore, il 258° cede il tratto di fronte dallo sbocco dell'impluvio di Nekovo a quello del torrente Gorenje Vas al 12° bersaglieri, limitando la sua occupazione dallo sbocco di quest'ultimo torrente all'impluvio subito a nord di Krestenica.

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Luglio 1917: il Maggiore Sergio Martucci, comandante del I Battaglione del 258° Reggimento con i suoi comandanti di Compagnia osserva le linee nemiche dal monte Crior.

17 agosto 1917: Il 258° Reggimento si trasferisce a Liga. Alle 6 del mattino, tutti i cannoni delle due armate aprono contemporaneamente il fuoco, dal Mrzli al mare. Sull'Isonzo, nei pressi di Caporetto, gli Italiani hanno costruito uno sbarramento artificiale per diminuire la portata del fiume e permettere il gittamento di passerelle, sulle quali la notte del 19 agosto passeranno le truppe del XXIV e XXVII Corpo d'Armata.

 

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Agosto 1917: Ufficiali del I Battaglione del 258° Reggimento dinnanzi al Comando di Battaglione a Liga di Canale. Foto ricordo prima dell'avanzata.

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Agosto 1917: La III Compagnia del I Battaglione (258° Reggimento, Brigata Tortona) posa anch'essa in attesa dell'ordine d'attacco.

18 agosto 1917: All'inizio della battaglia della Bainsizza, la Brigata Tortona ha il compito di varcare l'Isonzo fra Gorenje Vas e Gorenje Polje, di impadronirsi dell'Uhr Kuk (o l'Orologio a Cucù) e dello Jelenik, di procedere all'occupazione di quota 855 estendendola fino al margine orientale del bosco che la copre e spingendo la sua ala sinistra fino alla selletta compresa fra la quota 800 ed il cocuzzolo di quota 856.

Costituisce due colonne: quella Sud, composta dai Battaglioni I e III del 257°, passato  l'Isonzo e vinte le resistenze dello Jelenik attaccherà la quota 850 passando per Oscedrik quella Nord, Battaglioni I e II del 258°, attaccherà il Kuk dal quale muoverà contro la quota    856 in concorso del 257. Il III del 258° in riserva divisionale, il II del 257° in riserva di Brigata.

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Gran Wass, 18 agosto 1917: l'artiglieria austriaca risponde ai tiri di preparazione italiani per l'azione sulla Bainsizza.

 

 

 

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In questa cartina potete apprezzare i movimenti del 258° Reggimento alla conquista della Bainsizza (18-31 agosto 1917).

19 agosto 1917: La Brigata Tortona passa all’attacco, superato l’Isonzo le sue colonne tentano di occupare le prime linee avversarie, ma la reazione è tale da non consentire che modeste conquiste. Dura e più lunga è la resistenza nemica a Canale, ridotta a fortezza inespugnabile, che i nostri alla fine riescono a espugnare al prezzo di gravi perdite.  In merito al forzamento del fiume, la Relazione Ufficiale Austriaca riporta: "19 agosto. Grazie ad una preparazione molto accurata, gli italiani riuscirono a superare l'Isonzo, costituente un notevole ostacolo di fronte le posizioni dei difensori e dopo, con relativa rapidità, travolti i posti di guardia, produssero ben presto una situazione critica per la difesa".

 

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Due vedute di Canale d'Isonzo al momento dell'avanzata italiana il 19 agosto 1917.

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19 agosto 1917: Soldati italiani posano alla stazione di Canale conquistata.

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20 agosto 1917: Dopo due giorni di lotta con alterne fortune, riprende l’offensiva spostandosi verso l'altipiano della Bainsizza, ove maggiori sono i nostri successi. La nostra artiglieria ha in parte isolato la prima linea nemica dalla sua retrovia, l’attacco dei fanti della Tortona riesce a  scalzare le difese austriache. Trovandosi però, la testa di ponte austriaca di Tolmino e l'altipiano di Ternova a Est-Nord- Est, e la battaglia in movimento verso sud, i veri obiettivi si vanno allontanando. Nonostante notevoli contrattacchi austriaci, l’avanzata italiana è in pieno svolgimento su tutta la linea d'attacco, mentre gli Austriaci non hanno più riserve per contrastare la 3a armata verso Trieste; il Generale Boroevic, preso atto della situazione, ordina il ritiro delle truppe austriache su una nuova linea difensiva alle spalle dell'altipiano della Bainsizza. Il Generale Gonzaga, al comando della nostra 53° divisione, così descrive quei momenti: "...le fanterie avanzano, dovunque tragiche visioni di morte, di distruzione... grovigli di reticolati, trincee spianate, caverne crollate divenute cripte, villaggi distrutti, armi e  munizioni sparpagliate alla rinfusa… e cadaveri, cadaveri ed ancora cadaveri…"

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Due immagini dell'Uhr Kuk (L'Orologio a Cucù - 711 m.): a sinistra la cima minacciosa aspetta i fanti italiani e a destra i nostri soldati appostati in attesa dell'assalto.

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20 agosto 1917: Ufficiali austriaci catturati in una caverna dell'Uhr Kuk dalla III Compagnia del I Battaglione.

21 agosto 1917: Finalmente, la quota 711 è conquistata: cinque contrattacchi del nemico vengono respinti.

22 agosto 1917: Con l’arrivo di nuove forze, le colonne d’attacco della Brigata puntano sullo Jelenik: all’avversario manca il supporto del presidio sulla quota 711 conquistata nei giorni precedenti e dopo alcune ore di accaniti combattimenti deve cedere ai fanti italiani anche detta cima.

 

 

 

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23 agosto 1917: Il 258° è riunito al 257° con la conquista dello Jelenik e la Brigata Tortona, così ricomposta, muove all'assalto dell'Oscedrik (856 m.)

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23 agosto: il 258° "arranca" sull'Oscedrik...

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Fanti italiani in azione sull'Oscedrik.

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25 agosto 1917: Per gli austriaci arrivano importanti rinforzi dalla Galizia (fronte orientale), e la battaglia entra in fase di esaurimento per poi concludersi definitivamente il 31.

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25 agosto 1917 - altipiano della Bainsizza: a sinistra fanti austriaci caduti per mano del 258° Reggimento e a destra artiglieria austriaca abbandonata dal nemico in ritirata.

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Bainsizza, 25 agosto 1917: carriaggi austriaci colpiti dall'artiglieria italiana.

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26 agosto 1917: Il Comando supremo che fino al momento aveva, specie su questo fronte, circondato di    mistero l’azione, nel suo bollettino di guerra del 26 agosto, riassume brevemente la battaglia e fa nomi di località e di brigate: “Le valorose truppe - dice - della 2a Armata, gettati 14 ponti sotto il fuoco nemico, varcavano l’Isonzo nella notte sul 19 e procedevano all’attacco  dell’altopiano della Bainsizza, puntando decisamente sul fronte Jelenik-Vhr, aggiravano le tre linee difensive nemiche del Semmer, del Kobilek e di Madoni, poi riunitisi contemporaneamente attaccavano le stesse linee anche di fronte e le rompevano, nonostante l’ostinatissima difesa del nemico; conseguenza dell’ardita manovra la caduta del Monte Santo.“ Le truppe dell’Armata continuano ad avanzare verso il margine orientale dell’altopiano della Bainsizza, incalzando il nemico che oppone vivacissima resistenza con forti nuclei di mitragliatrici e di artiglierie leggere. Nei combattimenti dal 19 al 23 si sono fra tutti distinti per valore ed ardire: le Brigate Livorno (Reggimenti 33° e 34°), Udine (95° e 96°), Firenze (127° e 128°), Tortona (257° e 258°), Elba (261° e 262°), il 279° Fanteria (Brigata Vicenza), la 1a e la 5a Brigata Bersaglieri (Reggimenti 6° e 12°, 4° e 21°), il 9° e il 13° Raggruppamento Bombardieri, il 2° e il 4° Battaglione Pontieri del Genio.

27-28 agosto 1917: Proseguono le azioni d'assestamento delle posizioni italiane che si rivelano assai difficili da mantenere data la totale mancanza di strade che impediscono l'arrivo di rifornimenti per le truppe e l'avanzata delle artiglierie a supporto dei fanti. A peggiorare la situazione il terreno è privo d'acque superficiali e risorse rendendo molto impegnativa la vita delle nostre truppe.

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Slemo, 27 agosto 1917: il Comandante della III Compagnia in un momento di relax "in prima linea in periodo d'azione".

29 agosto 1917: Il Comando Supremo italiano ordina di sospendere l'offensiva e di tentare solo un ultimo sforzo contro il blocco delle difese austriache a nord ed a est di Gorizia, ritenendone la conquista utile a favorire le operazioni della III Armata. 

31 agosto 1917: L'offensiva italiana s'arresta definitivamente. L'XI battaglia è costata agli italiani circa 144.000 uomini fuori combattimento tra morti, feriti e dispersi; mentre per gli austriaci sono 85.000. Sono stati sparati circa 4 milioni di proiettili da parte dell'artiglieria italiana, e circa 2 milioni da quella austriaca che rimane con oltre il 38% dei suoi cannoni  fuori uso. La consapevolezza da parte austriaca di non poter sostenere un altro urto italiano, spinge i Comandi a chiedere l'aiuto dell'alleato germanico. Caporetto è alle porte.

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  • 1 mese dopo...
Supporter

Molto bella e avvincente la precisa ricostruzione degli eventi e la relativa documentazione fotografica.

 

Ma 144.000 soldati fuori combattimento per quelle rocce, che orrore di guerra.....

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  • 3 mesi dopo...
Il 6/5/2017 at 16:04, sandokan dice:

Molto bella e avvincente la precisa ricostruzione degli eventi e la relativa documentazione fotografica.

 

Ma 144.000 soldati fuori combattimento per quelle rocce, che orrore di guerra.....

144.000 Italiani e 85.000 Austroungarici, per un totale di 229.000 uomini spazzati via per poche centinaia di metri di fronte guadagnati che nemmeno due mesi dopo verranno persi assieme a centinaia di chilometri quadrati di terra veneta. Un immane fiume di sangue versato...

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