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Inviato

 

Ciao!

Ho passato anni che vogliono sapere di questa medaglia. Ho trovato in casa dei miei nonni in Spagna, ed essi ei loro antenati erano contadini che non lasciano la loro regione.

Se qualcuno conosce la storia dell'organizzazione massonica sarebbe molto grato di sapere. Inoltre, sul retro il numero 150 appare, e non so se questo numero corrisponde a quello era un membro dell'organizzazione o si riferisce a qualcosa di diverso.

Vorrei anche sapere se questa medaglia è apprezzato dai collezionisti e se si dispone di una sorta di valore.

Saluti:

Luis

(Ci scusiamo per il mio italiano ottenuto da traduttore Google).

anverso.gif

reverso.gif


Inviato (modificato)

Salve Luis Herranz, le foto della medaglia sono un po' piccole. Sembra in bronzo e presenta i resti di una doratura superficiale intaccata in molte delle sue parti. Purtroppo non sono un esperto di questo settore, per questo chiamerei in nostro aiuto il gentilissimo @Rex Neap che è molto più ferrato di me sull'argomento. Intanto inizio anticipandoti che Domenico Jaccarino, dopo l'Unità d'Italia, fu un personaggio molto importante nel panorama sociale e culturale di Napoli. Nel 1870 fondò il Circolo Promotore Partenopeo "Giambattista Vico" che aveva il compito di promuovere lo studio e la diffusione delle lettere, delle scienze, delle industrie e delle arti. Tra le sue fondazioni più celebri c'è forse la Scuola Dantesca Napolitana, approvata da S. E. il Ministro della P. Istruzione Coppino, il 7 agosto 1867. Obiettivo di questa Scuola era quello di promuovere i valori comunicati nell'opera dantesca a tutte le masse illetterate o semi-analfabete del popolo napoletano. La comunicazione con questa fascia della popolazione, che non poteva permettersi un'istruzione adeguata, avveniva usando il linguaggio e i costumi propri del detto ceto sociale. Più particolare è invece l'incisione che si presenta al rovescio della tua medaglia tra le fronde di quercia: L'IRREDENTA // N° 150 e una data che a causa delle foto non riesco a leggere bene (1889 forse?). Secondo me, ci possono essere dei legami con quest'altra Società napoletana: l' "Associazione pro Italia irredenta". Fu fondata a Napoli il 21 maggio 1877, ebbe tra i suoi scopi principali quelli di rivendicare all'Italia le province del Trentino e della Venezia Giulia rimaste sotto il dominio austriaco dopo il 1866, nonché quello di promuovere azioni contro l'Austria. L'Associazione ebbe come presidente Giuseppe Avezzana, vicepresidenti Luigi Zuppetta e Giovanni Bovio, segretario e maggiore esponente Matteo Renato Imbriani, e "presidi d'onore" Garibaldi, Saffi e Campanella. Tra gli intellettuali che ne condivisero le finalità e ne sostennero l'attività, oltre ai precedenti, vi fu anche Giosuè Carducci.
L'Associazione nasceva in un momento di grande tensione politica europea per la situazione venutasi a creare nei Balcani, che nel 1877 sfociò nella guerra russo-turca. In questo frangente si acuirono le tensioni tra Italia e l'Austria, la quale accusò il Governo italiano, che aveva sperato in una rettifica territoriale dei confini, di favorire l'irredentismo. L'Associazione per l'Italia irredenta durante il 1877 si mostrò molto attiva e reattiva, soprattutto a causa del processo intentato dagli austriaci contro il giornalista italiano Ulmann, e a causa di un divieto di sbarco a Riva di Trento imposto ad una comitiva di italiani. Suo organo ufficioso fu la "Lega della Democrazia", che aveva a capo Alberto Mario. Nel comizio tenutosi a Forlì il 19 ottobre 1878 furono approvati alcuni ordini del giorno, uno dei quali, pubblico, istituiva una "Federazione nazionale dei tiratori a segno" e un altro, segreto, "invitava tutti i comitati della «Pro Italia» a preparare "entro il mese di marzo 1879", uomini armi e mezzi per una spedizione di volontari nel Trentino". Matteo Renato Imbriani aveva scritto nel bollettino irredentista intitolato "L'Italia degli Italiani", fondato a Napoli nel febbraio 1878: "Qualunque rettificazione di confini nell'Oriente deve portare per conseguenza la rettificazione dei nostri confini orientali verso le Retiche e le Giulie". L'Associazione per l'Italia irredenta aveva una struttura gerarchica che non prevedeva l'elezione degli organismi che ne erano al vertice, ponendo in evidenza le sue caratteristiche paramilitari. L'articolo IV dell'ordinamento prevedeva infatti, la costituzione dei cosiddetti "Comitati di Trasmissione", i quali avevano carattere di segretezza e il compito di corrispondere "direttamente con quei comitati con i quali debbono mantenersi in relazione, e con i comitati delle terre irredente".
Nel 1889 Matteo Renato Imbriani, Bovio e Fratti prepararono un violento manifesto che accusava il Governo italiano di aver lasciato l'Italia in balia dello straniero ed esortava gli italiani ad unirsi "in un patto nei sacri nomi di Trieste e di Trento". Francesco Crispi, allora a capo del Governo italiano, ordinò il divieto di affissione del manifesto e sciolse il Comitato di Trento e Trieste. La questione delicata dell'irredentismo fu affrontata dallo stesso Crispi nel discorso tenuto a Firenze l'8 ottobre 1890, in cui lo statista condannava l'irredentismo, che dietro la "calda poesia della Patria", nascondeva un "grido di guerra". Non avendo per oggetto solo la "liberazione di Trento e Trieste, ma anche l'unione di Malta, della Corsica e del Canton Ticino", sosteneva ancora il Crispi, "avrebbe fatto schierare contro l'Italia mezza Europa". Il movimento irredentista, che ebbe anche un suo strumento organizzativo nella "Società Dante Alighieri", fu sottoposto a diverse misure repressive da parte del Governo austriaco e italiano, fino al già citato scioglimento tra il 1890 e il 1891, ordinato dal Crispi, del Comitato di Trento e Trieste e dei circoli "Oberdan", nati in seguito all'impiccagione del triestino Guglielmo Oberdan, avvenuta il 20 dicembre 1882. Dopo il suo scioglimento ufficiale l' "Associazione pro Italia irredenta" continuò ad agire clandestinamente.

(Notizie tratte dal web).

Modificato da Caio Ottavio
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Inviato (modificato)
Grazie mille. Informazioni molto completo. 
Modificato da Luis Herranz

Inviato

Grazie, sono felice di esserti stato di qualche aiuto. Inoltre, sottolineerei due punti:
1) Nel 1889 Matteo Renato Imbriani, Bovio e Fratti prepararono un violento manifesto che accusava il Governo italiano di aver lasciato l'Italia in balia dello straniero ed esortava gli italiani ad unirsi "in un patto nei sacri nomi di Trieste e di Trento". E forse, ma dovresti darci tu una conferma con la medaglia alla mano, anche sul tuo pezzo si legge la stessa data, 1889.
2) Il movimento irredentista, che ebbe anche un suo strumento organizzativo nella "Società Dante Alighieri", fu sottoposto a diverse misure repressive etc. ... Il legame tra la figura di Dante Alighieri e l'opera culturale del napoletano Domenico Jaccarino non può non passare inosservata. Forse andrebbe approfondita. Attendiamo qualche altro commento più edotto in materia.


Inviato

 

Ciao: Sotto il titolo de L´Irredenta e il numero 150 c´è una data a quattro cifre, essendo il terzo illeggibile, che non si vede se c´é "5" o "8", in modo che la data potrebbero essere 1859 o 1889.

Grazie ancora.

Saluti.


Inviato
7 ore fa, Luis Herranz dice:

 

Ciao: Sotto il titolo de L´Irredenta e il numero 150 c´è una data a quattro cifre, essendo il terzo illeggibile, che non si vede se c´é "5" o "8", in modo che la data potrebbero essere 1859 o 1889.

Grazie ancora.

Saluti.

Secondo me è 1889... 

  • Mi piace 2

Inviato

.... il discorso e la storia su questa medaglia è molto variegato ed ampio...e non potrebbe risolversi con uno scritto breve..ma cercherò di riassumere il tutto:

Il Circolo Promotore Partenopeo - Giambattista Vico, venne istituito nella città di Napoli, nel 1870 per un’iniziativa del comm. Domenico Jaccarino, con l’intenzione di promuovere lo studio e la diffusione delle lettere, delle scienze, delle industrie e delle arti; altresì si prefisse il compito di creare, nelle prigioni, nelle case di pena, nelle carceri, delle biblioteche circolanti, fornendo a proprie spese libri, modelli di caratteri, stampe, carte di musica, oggetti didattici e quant’altro poteva occorre, ma sempre nei limiti delle sue risorse finanziarie. Il Circolo ebbe la seguente denominazione: Circolo Promotore Partenopeo Giambattista Vico, Letterario, Scientifico, Industriale, Artistico. Lo statuto definitivo venne emanato il 22 dicembre 1872.

Il Circolo ebbe all'interno varie Sezioni e tra questa vi era una Sezione Popolare, diretta sempre dal cav. Domenico Jaccarino, rivolta alla educazione morale e civile del popolo napoletano.   Illustrissimo Signore, sarà sempre degno di molta lode chiunque fa opera, con qualsiasi mezzo, di educare il popolo a nobili sentimenti, di istillargli l’amor del lavoro, il rispetto alle leggi, e tutte quelle altre virtù che formano l’uomo onesto ed il buon cittadino. Se Ella stima ed ha provato mezzo utile a ciò lo spiegare il Dante a codesto popolo nel suo dialetto io non posso che commendarla e rallegrarmi del bene che son certo deriverà dalle sue fatiche, giacchè non mi è dubbio che Ella saprà dai tesori di sapienza riposti nella Divina Commedia cavare argomenti atti a infondere a ne’ suoi uditori quelle virtù ch’io diceva. Resta ch’io auguri all’impresa della S. V.quel buon successo di cui è degno.Il Ministro della Pubblica Istruzione, Coppino, scriveva al Jaccarino dal suo gabinetto particolare:

In segno d’onore ai soci di questa sezione, a carattere umanitario, veniva concessa una medaglia in bronzo dorato  con al dritto raffigurata la scienza seduta frontalmente, intorno la scritta PROPAGANDA DI SCIENZA POPOLARE e al rovescio due corone di quercia annodate nel basso con intorno la scritta FONDATA IN NAPOLI DA DOMENICO IACCARINO; campo lasciato liscio per un’eventuale iscrizione.

Questa è la breve storia del conio di questa medaglia.

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Inviato

Ottimo compendio, @Rex Neap, grazie per il tuo prezioso intervento! ;) 


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