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La stele dell'Aquilifer


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PREMESSA

Abbiamo parlato di Asprenate che intervenne partendo da Mogontiacum con due legioni (mi riferisco alla discussione "I due Centurioni"), la XIV e la XVI, a tappare la "falla" creatasi nel limes in seguito alla Clades Variana.

Ma cosa ci faceva a Mogontiacum (odierna Magonza) con quelle due legioni?

A Mogontiacum vi era il quartier generale dell'armata della Germania Superior. Il luogo fu fortificato già da Giulio Cesare quando, compiuta la conquista di tutta la Gallia, il confine fu portato sul Reno.

Fin dall'inizio fu sede di due legioni: Augusto vi insediò le legioni XIV "Gemina" e XVI "Gallica", le due citate all'inizio, che rimasero in questo accampamento dal 9 d.C. sino al 43. Poco più a sud (oggi in località Weiseneau-Mainz) furono contemporaneamente dislocate altre due unità legionarie, la II "Augusta" e XIII "Gemina". Un tale concentramento di truppe ci fa capire l'importanza strategica del luogo: i castra di Mogontiacum , similmente a quelli di Vetera I (l'accampamento delle sfortunate legioni XVIII e XIX) erano situati su di un'altura che dominava  lo sbocco nella riva sinistra del Reno di un grosso corso d'acqua, il Meno.

L'insediamento, in simili posizioni di due campi militari di tali dimensioni, evidenziava l'idea di una volontà di penetrazione all'interno della Germania lungo le vallate della Lippe (castra Vetera I) e del Meno (Mogontiacum). Tale programma fu messo in pratica da Druso, che in successive campagne, condusse le legioni romane fino all'Elba. Morto Druso e dopo la terribile disfatta di Varo, l'occupazione della Germania fu abbandonata e Mogontiacum divenne un grosso campo fortificato a guardia del limes.

Ai piedi della collina dove stazionava l'accampamento legionario, sorse col tempo un fiorente centro civile, mentre al di là del fiume fu costruito (analogamente a quanto si fece a Colonia Agrippina, l'odierna Colonia) un avamposto chiamato Castellum Mattiacorum che prese il nome dal nome della tribù stanziata sulla riva destra del Reno.

Il campo militare (contrariamente a quanto accadeva altrove) rimase come base per due legioni. Dal 43 al 70 vi vennero acquartierate le legioni IV "Macedonica" e la XXII "Primigenia".

Durante le lotte degli anni 69 e 70, anche Mogontiacum subì gravi danni e distruzioni sia nel quartiere militare che nel centro civile e dovettero essere ricostruiti sotto Vespasiano con strutture in muratura l'accampamento, con un piano definitivo alla pari di Treviri e Colonia, il centro urbano.

Dal 70 fino all'85 Vespasiano vi dislocò la I "Adiutrix" e vi riportò la XIV "Gemina". Poi la I "Adiutrix" fu trasferita in Pannonia e fu sostituita dalla XXI "Rapax". Questa situazione rimase fino agli anni 90-92, quando, alla fine delle campagne contro i Catti al tempo di Domiziano, il confine venne spostato verso oriente e, di conseguenza, a Mogontiacum rimase la sola legione XXII "Primigenia" insediatasi qui per la seconda volta. La riduzione da due ad una sola legione, tuttavia, non sminuì l'importanza che lo stanziamento legionario aveva avuto nella provincia fin dall'inizio dell'occupazione romana e a testimonianza del carattere prevalentemente militare del luogo i documenti giunti sino a noi sono prevalentemente relativi a soldati o a veterani.

 

CNEO MUSIO

 

Di questo legionario c'è giunta attraverso il tempo la sua stele funeraria che fu recuperata nel 1831 nell'area della necropoli ed è conservata nel Museo di Magonza. Questo monumento, di un certo prestigio, raffigura un cittadino di Veleia, antica città dell'Appennino piacentino, situata a 15 km circa a SO dell'odierna Lugagnano Val d'Arda (PC) Aquilifer della legio XIV. Fra i signiferi, cioè i portatori d'insegne, l'Aquilifer era quello di rango più elevato poiché l'aquila era il simbolo della legione, essa era custodita in un piccolo tempietto al centro dell'accampamento e onorata come numen legionis. Durante le marce e durante la battaglia svettava su un'asta sorretta dall'Aquilifer. Il rango raggiunto da Cneo Musio apriva, nella gerarchia militare romana, le porte dell'ufficialità (nello stesso campo di Mogontiacum un'iscrizione attesta di un Aquilifer divenuto Centurione) e nulla esclude che anche la vita militare del veleiate Musio che a 32 anni aveva meritato vari riconoscimenti (come possiamo dedurre dalle decorazioni che ne ornano la corazza) avrebbe percorso una brillante carriera.

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Il sepolcro di Gneo Musio fu fatto eseguire dal fratello Marco. Poiché i due fratelli sono distinti nell'iscrizione, in mancanza di cognomen, da prenome diverso è possibile dare una datazione al monumento. Questo perché la diversità di prenomen è un fenomeno riscontrabile soprattutto nei primi anni dell'impero. Possiamo così stabilire che Gneo Musio fu arruolato nella legione XIV nel periodo che va dal 9 d.C. al 43 a Mogontiacum (successivamente l'unità fu trasferita da Claudio in Britannia).

Data la ricca fattura della stele possiamo ritenere che Musio provenisse da una famiglia abbastanza agiata.

Anche se il monumento è di effetto (immaginatela allineata ad altre piccole semplici stele solamente iscritte) rivela la mano di un artista assai modesto guardando la figura del militare appiattita e sgraziata. La decorazione del tetto dell'edicola poi, richiama la semplicità di stele più dozzinali: possiamo da ciò dedurre che il fratello Marco abbia fatto scolpire il monumento sepolcrale nell'officina del campo, ma che abbia egli stesso proposto il modello raffinato, a lui proveniente dall'Italia, più consono.

Ai lati della stele vi sono due colonnine tortili con capitelli corinzi a sostegno del tetto dell'edicola consistente di una fascia decorata a volute con due piccoli delfini alle estremità. Nella nicchia è scolpita l'immagine del defunto, in piedi e completamente armato. Nella mano destra regge l'insegna con l'aquila mentre la sinistra trattiene lo scudo appoggiato al suolo; il legionario indossa una camicia (di lino o di lana), un leggero giubbotto di pelle e la corazza. Su quest'ultima, fissate con strisce di cuoio, ci sono le decorazioni che ricoprono il petto: in alto due armillæ e, sotto in tre file, le faleræ a dimostrazione del valore espresso durante il servizio militare. Il gladium è appeso ad un cinturone di cuoio con placche metalliche mentre ai piedi si notano i calzari. L'edicola insiste su una base con cornice che racchiude il testo inciso in belle lettere capitali anche se lo scalpellino non ha calcolato esattamente lo spazio nell'allineare i caratteri.

Cn(æus) Musius T(iti) f(ilius)

Gal(eria) Veleias, an(norum)

XXXII, stip(endiorum) XV,

aquilif(er) leg(ionis)

XIIII Gem(inæ)

M(arcus) Musius frater posuit.

 

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Inviato

Complimenti per il tuo contributo e grazie.


Inviato

Ciao @El Chupacabra, Nonio Asprenate , quando Quintilio Varo subi' la sconfitta di Teutoburgo , non si trovava con le due Legioni a Magontiacum , bensi' a Castra Vetera , l' odierna Xanten , dove riusci' a proteggere la frontiera del Reno da possibile invasione della Gallia e a raccogliere i superstiti della disfatta .


Inviato (modificato)

@Legio II Italica dalla letteratura consultata da me ho letto che Asprenate "a marce forzate" corse a tamponare la falla e poiché le due legioni in questione erano di stanza a Mogontiacum ne ho dedotto che fosse lì. Se no che "marce forzate" erano se era già sul luogo? Del resto è naturale supporre che a castra Vetera fossero rimasti dei reparti a ranghi ridottissimi delle legioni distrutte non abbisognando la regione di altre truppe dato che ben tre legioni stavano coprendo il territorio oltre il Reno al seguito di Varo.

Ti posto una cartina tratta da "GENTE EMILIANA NELL'ANTICHITA' - testimonianze tra Reno e Danubio" ACTA GERMANICA - 1978 dove al più si può dedurre che Asprenate, lasciate a Magonza le legioni XIV e XVI sia accorso con la legioni I e V giunte in fretta e furia a rinforzare il limes, anche se più facile pensare - sempre dalla lettertura - che Asprenate sia accorso a nord con le sue legioni e che in seguito, giunte la I e la V egli sia rientrato alla base.

Ad ogni modo ti ringrazio della precisazione: puoi ricordarmi da dove si evince che Asprenate fosse già a castra Vetera? Sarebbe l'occasione per me di correggere l'opinione che me ne ero fatto.

 

IMG_20170301_0001.jpg

Modificato da El Chupacabra

Inviato
3 minuti fa, El Chupacabra dice:

@Legio II Italica dalla letteratura consultata da me ho letto che Asprenate "a marce forzate" corse a tamponare la falla e poiché le due legioni in questione erano di stanza a Mogontiacum ne ho dedotto che fosse lì. Se no che "marce forzate" erano se era già sul luogo? Del resto è naturale supporre che a castra Vetera fossero rimasti dei reparti a ranghi ridottissimi delle legioni distrutte non abbisognando la regione di altre truppe dato che ben tre legioni stavano coprendo il territorio oltre il Reno al seguito di Varo.

Ti posto una cartina tratta da "GENTE EMILIANA NELL'ANTICHITA' - testimonianze tra Reno e Danubio" ACTA GERMANICA - 1978 dove al più si può dedurre che Asprenate, lasciate a Magonza le legioni XIV e XVI sia accorso con la legioni I e V giunte in fretta e furia a rinforzare il limes, anche se più facile pensare - sempre dalla lettertura - che Asprenate sia accorso a nord con le sue legioni e che in seguito, giunte la I e la V egli sia rientrato alla base.

Ad ogni modo ti ringrazio della precisazione: puoi ricordarmi da dove si evince che Asprenate fosse già a castra Vetera? Sarebbe l'occasione per me di correggere l'opinione che me ne ero fatto.

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Sono andato a memoria , cio' non elimina pero' un mio possibile errore , prima di rispondere alla tua richiesta consultero' nuovamente Svetonio e Tacito , i piu' vicini ai fatti e qualche testo moderno .


Inviato

Incomincio con un autore relativamente moderno.

Ti riporto un passo di "AUGUSTO E IL SUO TEMPO" - 1984 di Mario Attilio Levi (1902-1998), storico insigne dell'età classica e archeologo.

"...Venendo il disastro [quello di Varo] dopo uno sforzo militare come quello che era stato richiesto dalla guerra dalmatica, Augusto si trovò in seria difficoltà per ripristinare la guarnigione del Reno: ricorrendo a vari sistemi di arruolamento, fu possibile mandare Tiberio sul Reno con otto legioni, togliendone sei ad altre province, cioè due alla Rezia, due alla Spagna e due all'Illirico, e aggiungendole alle due che aveva Asprenate a Magonza..."

 


Inviato (modificato)
23 ore fa, El Chupacabra dice:

Incomincio con un autore relativamente moderno.

Ti riporto un passo di "AUGUSTO E IL SUO TEMPO" - 1984 di Mario Attilio Levi (1902-1998), storico insigne dell'età classica e archeologo.

"...Venendo il disastro [quello di Varo] dopo uno sforzo militare come quello che era stato richiesto dalla guerra dalmatica, Augusto si trovò in seria difficoltà per ripristinare la guarnigione del Reno: ricorrendo a vari sistemi di arruolamento, fu possibile mandare Tiberio sul Reno con otto legioni, togliendone sei ad altre province, cioè due alla Rezia, due alla Spagna e due all'Illirico, e aggiungendole alle due che aveva Asprenate a Magonza..."

 

Salve @El Chupacabra, prima di affidarmi agli scritti degli storici moderni , personalmente consulto prima gli scrittori classici dell' antichita' .

Fatta questa premessa , per ora ho consultato solo Cassio Dione , lo storico che si e' piu' soffermato nel descrivere questa imboscata dei Germani ; ora non staro' a scriverti tutta la lunga sequenza dei fatti , cosa che puoi fare tu stesso leggendo la Storia Romana , libro LVI , tomo 18 e successivi , quindi ti estraggo solo il passo interessato .

Secondo Cassio Dione , Quintilio Varo dislocato probabilmente a Castra Vetera , nella sua marcia in Germania non porto' con se tutte le Legioni al suo comando , ma solo le tre che furono poi distrutte , ritenendole sufficienti come protezione per il suo scopo non eslusivamente militare , infatti al suo seguito sembra ci fossero anche molti civili , uomini e donne , per colonizzare alcuni forti in previsione che diventassero poi delle colonie stabili in territorio germanico , forti che gia' esistevano in territorio nemico oltre il Reno come quelli di Haltern , Oberaden e Meppen individuati in epoca moderna e risalenti a quegli anni , che in seguito alla disfatta di Varo furono poi abbandonati ; questi forti erano presidiati da distaccamenti di Legioni , forse quelle due di cui si servi' poi Nonio Asprenate quando queste si ritirano sulla frontiera del Reno a seguito della disfatta di Varo . 

Ricapitolando risulterebbe che : le due Legioni di cui si servi' Asprenate dopo Teutoburgo dovrebbero essere state la V Alaudae e la XXI Rapax , i cui distaccamenti forse erano nei forti su nominati , poi utilizzate anche da Germanico nella sua spedizione punitiva fino all' Elba e all' epoca stanziate a Castra Vetera (Xanten)

Un saluto

Modificato da Legio II Italica
Aggiunto nome alla Legione V

Inviato (modificato)

Salve , ho effettuato una ricerca sul testo : Storia di Roma di Velleio Patercolo , l' autore latino piu' vicino ai fatti trattati essendo uno scrittore contemporaneo di Tiberio .

Velleio nella descrizione di questo fatto storico fornisce informazioni di particolari avvenuti nel corso della battaglia di Teutoburgo che altrimenti non avremmo mai conosciuto , probabilmente raccontati dai pochi soldati scampati alla strage nella foresta .

A proposito dei fatti compiuti da Nonio Asprenate subito dopo Teutoburgo , Velleio racconta che riusci' a preservare da questa sventura due Legioni di cui era a capo , probabilmente la V Alaudae e la XXI Rapax , ma non le nomina , e che "scendendo" prontamente verso i quartieri invernali della bassa Germania , rafforzo' anche gli animi incerti delle popolazioni poste al di qua' del Reno .

Ora cosa intenda dire Velleio con il termine "scendendo" non e' ben chiaro affinche' sia facile identificare il luogo di partenza della ritirata di Asprenate , cioe' se era posizionato con le due Legioni oltre il Reno nei tre forti romani posti gia' in territorio germanico , oppure se era a Nord di Castra Vetera lungo il confine romano del Reno , ma credo sia piu' probabile la prima ipotesi .

 

Modificato da Legio II Italica

Inviato (modificato)

Egregio @Legio II Italica,

chiedo scusa se rispondo solo ora, ma in questi giorni non ho potuto dedicarmi all'argomento come avrei voluto. Faccio solo alcune considerazioni.

Secondo Andrea Frediani (storico) nel suo "Le grandi battaglie di Roma antica - Newton & Compton Editori" Varo poté tranquillamente frazionare le cinque legioni che aveva a disposizione, distribuendole lungo tutto il paese per opere di disboscamento, e per costruire strade e ponti. Solitamente,  due legioni erano di stanza a Magonza, lungo il Reno, mentre le altre tre - la XVII, la XVIII e la XIX - facevano la spola tra i quartieri invernali ad Alisio (forse Halten) o a Vetera, sull'alto Lippe, e quelli estivi a Minden sul Weser."

Ora, noi sappiamo che, stando a quanto dice Alda Calbi (è stata docente di Storia Antica all'Università di Bologna ed esperta in epigrafia ed esegesi) nel libro da me citato in precedenza basandosi sui ritrovamenti archeologici, a Magonza - nel periodo citato - erano stanziate le legioni XIV e XVI.

A proposito del passo di Velleio Patercolo che recita:

""Reddatur verum L. Asprenati testimonium, qui legatus sub avunculo suo Varo militans gnava virilique opera duarum legionum, quibus præerat, exercitum immunem tanta calamitate servavit matureque ad inferiora hiberna descendendo vacillatium etiam cis Rhenum sitarum gentium animos confirmavit."

Sappiamo che Lucio Nonio Asprenate era luogotenente "legatus" agli ordini di suo zio "avunculo suo" Varo, quindi doveva avere il comando di alcune legioni che erano a disposizione dello zio: ovvero - per esclusione e per quanto affermato sopra - le due di Magonza.

Per quanto riguarda la direzione seguita da Asprenate, la soluzione può essere data da due fattori:

- Il verbo descendo usato da Patercolo ha come primo significato discendere, scendere. Ora, se noi guardiamo la carta dell'epoca e vediamo che la Germania è divisa in "Superior" ed "Inferior" anche se può essere naturale dedurre che il "nostro" stesse muovendo da nord a sud, ovvero da Vetera verso Magonza, non dobbiamo dimenticare che il concetto di nord e sud è qualcosa di moderno, mentre all'epoca i riferimenti geografici si basavano più su elementi naturali e quindi il concetto di discendere va legato alla direzione del Reno: Asprenate andava verso nord seguendo la direzione del fiume (superior > inferior).

- Questa interpretazione è - a mio avviso - sostenuta anche dalla probabile distribuzione delle legioni al comando di Varo. Infatti, mi ricollego a quanto detto in un mio post precedente in questa discussione, dove le vie di penetrazione romana in terra germanica erano due e legate a due fiumi affluenti nel Reno: la Lippe ed il Meno. Ora ,Varo teneva tre legioni nella Germania Inferior (considerata più selvaggia) e due nella Germania Superior (più vicina a zone considerate più civilizzate): non c'è motivo che, avanzando lungo la Lippe, tenesse suo nipote con la XIV e la XVI a Xanten, sguarnendo la frontiera sud. Va bene considerare la zona oltre il Reno "pacificata", ma cozza contro ogni logica che persino un insipiente militare come Varo non poteva ignorare.

Per concludere, sarebbe opportuno conoscere - per tagliare la testa al toro - dove fossero stanziate le legioni V "Alaudæ" e la XXI "Rapax" nei tempi immediatamente precedenti alla Clades Variana. Cosa che, purtroppo, non ho avuto ancora modo di verificare, ma che mi riprometto di fare non appena possibile. Ovvio che ogni contributo è ben accetto, anzi, sollecitato.

Modificato da El Chupacabra

Inviato
8 minuti fa, El Chupacabra dice:

Egregio @Legio II Italica,

chiedo scusa se rispondo solo ora, ma in questi giorni non ho potuto dedicarmi all'argomento come avrei voluto. Faccio solo alcune considerazioni.

Secondo Andrea Frediani (storico) nel suo "Le grandi battaglie di Roma antica - Newton & Compton Editori" Varo poté tranquillamente frazionare le cinque legioni che aveva a disposizione, distribuendole lungo tutto il paese per opere di disboscamento, e per costruire strade e ponti. Solitamente,  due legioni erano di stanza a Magonza, lungo il Reno, mentre le altre tre - la XVII, la XVIII e la XIX - facevano la spola tra i quartieri invernali ad Alisio (forse Halten) o a Vetera, sull'alto Lippe, e quelli estivi a Minden sul Weser."

Ora, noi sappiamo che, stando a quanto dice Alda Calbi (è stata docente di Storia Antica all'Università di Bologna ed esperta in epigrafia ed esegesi) nel libro da me citato in precedenza basandosi sui ritrovamenti archeologici, a Magonza - nel periodo citato - erano stanziate le legioni XIV e XVI.

A proposito del passo di Velleio Patercolo che recita:

""Reddatur verum L. Asprenati testimonium, qui legatus sub avunculo suo Varo militans gnava virilique opera duarum legionum, quibus præerat, exercitum immunem tanta calamitate servavit matureque ad inferiora hiberna descendendo vacillatium etiam cis Rhenum sitarum gentium animos confirmavit."

Sappiamo che Lucio Nonio Asprenate era luogotenente "legatus" agli ordini di suo zio "avunculo suo" Varo, quindi doveva avere il comando di alcune legioni che erano a disposizione dello zio: ovvero - per esclusione e per quanto affermato sopra - le due di Magonza.

Per quanto riguarda la direzione seguita da Asprenate, la soluzione può essere data da due fattori:

- il verbo descendo usato da Patercolo ha come primo significato discendere, scendere. Ora, se noi guardiamo la carta dell'epoca e vediamo che la Germania è divisa in "Superior" ed "Inferior" può essere naturale dedurre che il "nostro" stesse muovendo da nord a sud, ovvero da Vetera verso Magonza. Ma non dobbiamo dimenticare che il concetto di nord e sud è qualcosa di moderno, mentre all'epoca i riferimenti geografici si basavano più su elementi naturali e quindi il concetto di discendere va legato alla direzione del Reno: Asprenate andava verso nord seguendo la direzione del fiume. Questa interpretazione è - a mio avviso - sostenuta anche dalla probabile distribuzione delle legioni al comando di Varo. Infatti, mi ricollego a quanto detto in un mio post precedente in questa discussione, dove le vie di penetrazione romana in terra germanica erano due e legate a due fiumi affluenti nel Reno: la Lippe ed il Meno. Ora ,Varo teneva tre legioni nella Germania Superior (considerata più selvaggia) e due nella Germania Inferior (più vicina a zone considerate più civilizzate): non c'è motivo che, avanzando lungo la Lippe, tenesse suo nipote con la XIV e la XVI a Xanten, sguarnendo la frontiera sud. Va bene considerare la zona oltre il Reno "pacificata", ma cozza contro ogni logica che persino un insipiente militare come Varo non poteva ignorare.

Per concludere, sarebbe opportuno conoscere - per tagliare la testa al toro - dove fossero stanziate le legioni V "Alaudæ" e la XXI "Rapax" nei tempi immediatamente precedenti alla Clades Variana. Cosa che, purtroppo, non ho avuto ancora modo di verificare, ma che mi riprometto di fare non appena possibile. Ovvio che ogni contributo è ben accetto, anzi, sollecitato.

Carissimo @El Chupacabra, e' un piacere discutere con un competente storico oppure semplice appassionato , come personalmente sono anche se da quasi 50 anni .

Venendo a noi , citi le iscrizioni relative alle Legioni XIV che dovrebbe corrispondere alla Gemina , ed alla XVI che dovrebbe corrispondere alla Gallica , trovate a Magonza ; queste iscrizioni dovrebbero attestare la presenza di queste due unita' proprio nel periodo relativo al periodo variano , sarebbe possibile avere una lettura di queste iscrizioni ? sarebbe utile solo per capire quali fattori epigrafici attestano la presenza delle due Legioni nei primi anni della nostra era . Per quanto riguarda le due Legioni da me citate : la V Alaudae e la XXI Rapax , la prima , secondo i dati a mia disposizione , era negli anni tra il 9 e il 69 , acquartierata a Castra Vetera , mentre la seconda , negli anni tra l' 11 a.C. e l' 8 a.C. , era acquartierata ad Aliso vicino alle sorgenti del Lippe in piena Germania nel forte avamposto di Haltern , poi dopo la disfatta di Vario la ritroviamo con sede a Castra Vetera (Xanten) essendo stato abbandonato il forte avamposto di Aliso (Haltern) . Purtroppo gli antichi storici raramente citano nelle loro opere i nomi delle Legioni interessate ai fatti militari e quando lo fanno , sempre raramente , si limitano a dare solo i numeri delle unita' che pero' nel tempo potevano cambiare l' appellativo ; per questo motivo i datti epigrafici delle iscrizioni sono insostituibili per stabilire la presenza delle Legioni in determinate aree geografiche , purche' queste legende abbiano dati che ne attestino anche il periodo storico di presenza . Un saluto


Inviato

Caro @Legio II Italica, condivido il piacere (vado in sollucchero quando posso dialogare con persone competenti in storia...).

Devo chiederTi venia: evidentemente stavi rispondendo mentre io mi sono accorto di alcuni svarioni (poi corretti) inseriti nel mio post da te citato qui sopra. Colpa sempre del concetto moderno che "superior" si coniuga con "alto" e "inferior" con "basso" ho invertito le Germanie. Ho prontamente modificato il tutto, ma - evidentemente - tu sei stato più veloce di me. Ti ripropongo il tutto in attesa di reperire, per quanto mi è possibile" le informazioni sulle legioni XIV e XVI. Noto, purtroppo, che anche tu ti dibatti con informazioni frammentarie al par mio: il fatto che la legio V "Alaudeæ" fosse nel 9 d.C. a Castra Vetera non inficia quanto da me sostenuto poiché potrebbe esservi giunta dopo la sconfitta di Varo che ormai tutti gli storici pongono nella primavera del 9 (solo Mario Attilio Levi che io sappia, la pone ancora nell'autunno), probabilmente per ordine di Tiberio.

Egregio @Legio II Italica,

chiedo scusa se rispondo solo ora, ma in questi giorni non ho potuto dedicarmi all'argomento come avrei voluto. Faccio solo alcune considerazioni.

Secondo Andrea Frediani (storico) nel suo "Le grandi battaglie di Roma antica - Newton & Compton Editori" Varo poté tranquillamente frazionare le cinque legioni che aveva a disposizione, distribuendole lungo tutto il paese per opere di disboscamento, e per costruire strade e ponti. Solitamente,  due legioni erano di stanza a Magonza, lungo il Reno, mentre le altre tre - la XVII, la XVIII e la XIX - facevano la spola tra i quartieri invernali ad Alisio (forse Halten) o a Vetera, sull'alto Lippe, e quelli estivi a Minden sul Weser."

Ora, noi sappiamo che, stando a quanto dice Alda Calbi (è stata docente di Storia Antica all'Università di Bologna ed esperta in epigrafia ed esegesi) nel libro da me citato in precedenza basandosi sui ritrovamenti archeologici, a Magonza - nel periodo citato - erano stanziate le legioni XIV e XVI.

A proposito del passo di Velleio Patercolo che recita:

""Reddatur verum L. Asprenati testimonium, qui legatus sub avunculo suo Varo militans gnava virilique opera duarum legionum, quibus præerat, exercitum immunem tanta calamitate servavit matureque ad inferiora hiberna descendendo vacillatium etiam cis Rhenum sitarum gentium animos confirmavit."

Sappiamo che Lucio Nonio Asprenate era luogotenente "legatus" agli ordini di suo zio "avunculo suo" Varo, quindi doveva avere il comando di alcune legioni che erano a disposizione dello zio: ovvero - per esclusione e per quanto affermato sopra - le due di Magonza.

Per quanto riguarda la direzione seguita da Asprenate, la soluzione può essere data da due fattori:

- Il verbo descendo usato da Patercolo ha come primo significato discendere, scendere. Ora, se noi guardiamo la carta dell'epoca e vediamo che la Germania è divisa in "Superior" ed "Inferior" anche se può essere naturale dedurre che il "nostro" stesse muovendo da nord a sud, ovvero da Vetera verso Magonza, non dobbiamo dimenticare che il concetto di nord e sud è qualcosa di moderno, mentre all'epoca i riferimenti geografici si basavano più su elementi naturali e quindi il concetto di discendere va legato alla direzione del Reno: Asprenate andava verso nord seguendo la direzione del fiume (superior > inferior).

- Questa interpretazione è - a mio avviso - sostenuta anche dalla probabile distribuzione delle legioni al comando di Varo. Infatti, mi ricollego a quanto detto in un mio post precedente in questa discussione, dove le vie di penetrazione romana in terra germanica erano due e legate a due fiumi affluenti nel Reno: la Lippe ed il Meno. Ora ,Varo teneva tre legioni nella Germania Inferior (considerata più selvaggia) e due nella Germania Superior (più vicina a zone considerate più civilizzate): non c'è motivo che, avanzando lungo la Lippe, tenesse suo nipote con la XIV e la XVI a Xanten, sguarnendo la frontiera sud. Va bene considerare la zona oltre il Reno "pacificata", ma cozza contro ogni logica che persino un insipiente militare come Varo non poteva ignorare.

Per concludere, sarebbe opportuno conoscere - per tagliare la testa al toro - dove fossero stanziate le legioni V "Alaudæ" e la XXI "Rapax" nei tempi immediatamente precedenti alla Clades Variana. Cosa che, purtroppo, non ho avuto ancora modo di verificare, ma che mi riprometto di fare non appena possibile. Ovvio che ogni contributo è ben accetto, anzi, sollecitato.


Inviato (modificato)

Ciao @El Chupacabra, non avevo notato l' inversione delle due Germanie , ritenendo mentalmente scontato che la superiore e l' inferiore fosse stabilito in funzione delle scorrere del Reno verso la foce , cioe' la Germania inferiore e' quella che comprende la foce del Reno e di conseguenza la superiore quella che comprende la sua sorgente .

Da cio' il "descendo" di Velleio potrebbe adattarsi a "discendendo il Reno in direzione della foce" che sarebbe il nostro Nord geografico , pero' rimaniamo nel campo delle ipotesi , perché il "descendo" si potrebbe adattare anche al fiume Lippe , presso cui era il forte di Aliso , "descendo" che ritengo piu' probabile rispetto al Reno , in direzione di Castra Vetere , che corrisponderebbe al nostro Ovest geografico avendo come riferimento principale la foresta di Teutoburgo , infatti Velleio conclude che Asprenate si ritiro' nei quartieri invernali , probabilmente di Castra Vetere . Insomma la nostra questione rimane di difficile risoluzione .

Personalmente ritengo piu' valida l' ipotesi di Levi che meglio si accorda con i passi di Velleio come citati sopra quando dice che Asprenate si ritiro' nei quartieri d' inverno , cioe' che l' agguato si sia svolto a Settembre e non in primavera , quando le piogge avrebbero reso ancora meno praticabile la marcia di un esercito di ben tre Legioni , piu' ausiliari e civili , in terreni semi paludosi ; Quintilio Varo sara' anche stato un uomo poco pratico di cose militari , pero' aveva ufficiali altamente sperimentati nelle faccende militari che lo avrebbero sconsigliato nell' intraprendere una marcia in primavera probabilmente con piogge abbondanti e forse anche nevosa .

Modificato da Legio II Italica

Inviato

Stanotte sono andato adormire alle due e vedo che ne risento: continuo ad invertire le notizie a mia disposizione. E' Levi che pone in primavera la battaglia di Teutoburgo, mentre gli storici moderni in autunno.

A riprova avevo iniziato la premessa nella discussione "I due Centurioni" dicendo che la disfatta si pose tra il nono ed il settimo giorno prima delle calende di ottobre... quindi su questo punto sono d'accordo con te.

Non riesco invece, a comprendere perché Asprenate avrebbe dovuto essere ad Aliso o comunque lungo il corso del Lippe. Le cinque legioni agli ordini di Varo dovevano presidiare il corso del Reno. Perché le due legioni stanziate a sud avrebbero dovuto essere prive del comandante? A meno che Asprenate non stesse andando incontro a Varo per accoglierlo al rientro nei quartieri invernali di Castra Vetera. Tuttavia non poteva essere oltre il Reno poiché lo stesso Patercolo lascia tutto il merito al Centurione primipilo Cedicio di aver difeso l'avamposto e che poi abbia compiuto il ricongiungimento con Asprenate che quindi sembra stesse sopraggiungendo in seguito...

Concordo con te che, in mancanza di una prova decisiva, la "nostra" sia tuttora una vexata quæstio...


Inviato (modificato)
Il ‎05‎/‎03‎/‎2017 at 13:54, El Chupacabra dice:

Stanotte sono andato adormire alle due e vedo che ne risento: continuo ad invertire le notizie a mia disposizione. E' Levi che pone in primavera la battaglia di Teutoburgo, mentre gli storici moderni in autunno.

A riprova avevo iniziato la premessa nella discussione "I due Centurioni" dicendo che la disfatta si pose tra il nono ed il settimo giorno prima delle calende di ottobre... quindi su questo punto sono d'accordo con te.

Non riesco invece, a comprendere perché Asprenate avrebbe dovuto essere ad Aliso o comunque lungo il corso del Lippe. Le cinque legioni agli ordini di Varo dovevano presidiare il corso del Reno. Perché le due legioni stanziate a sud avrebbero dovuto essere prive del comandante? A meno che Asprenate non stesse andando incontro a Varo per accoglierlo al rientro nei quartieri invernali di Castra Vetera. Tuttavia non poteva essere oltre il Reno poiché lo stesso Patercolo lascia tutto il merito al Centurione primipilo Cedicio di aver difeso l'avamposto e che poi abbia compiuto il ricongiungimento con Asprenate che quindi sembra stesse sopraggiungendo in seguito...

Concordo con te che, in mancanza di una prova decisiva, la "nostra" sia tuttora una vexata quæstio...

Ciao @El Chupacabra, ti spiego meglio il mio pensiero , naturalmente ipotetico ; comprendo che tu sei gia' bene a conoscenza dei fatti storici di cui ci stiamo occupando , pero' li estendo un po' anche ad eventuale uso di altri utenti affinche' non diventi solo un dialogo a due .

Dunque io penso che Nonio Asprenate si trovasse al forte di Haltern (Aliso) in Germania quando Varo intraprese la spedizione oltre il Reno , all' interno della Germania , verso il territorio dei Cherusci presso cui era situata la famosa foresta , perché  il passo di Velleio riguardante Asprenate cosi' recita nel Libro II , Tomo 120 - 3 :

"Sia resa doverosa testimonianza a Lucio Asprenate , che militando come luogotenente sotto suo zio Varo , con premuroso ed energico sforzo , riusci' a preservare da una simile sventura l' esercito di due Legioni cui era a capo e scendendo prontamente verso i quartieri invernali della bassa Germania , rafforzo' anche gli animi incerti delle popolazioni poste al di qua del Reno ......."

Il nodo cruciale di questo racconto e' proprio il verbo "descendo" usato da Velleio , che significa scendere , discendere , calare , ma data la grave situazione militare creatasi dopo Teutoburgo , sarebbe stato forse piu' consono , in base a quanto scrive Velleio , usare il verbo "retrahere se" , cioe' ritirarsi ; ora in Italiano il verbo discendere o scendere si usa , in termini geografici , per indicare una discesa di una valle , di un monte o forse nel nostro caso il percorso lungo un fiume , dalla sorgente alla foce . A questo punto cio' che fece Asprenate lascia spazio solo a due alternative : o si trovava a Magonza e discese verso Nord il corso del Reno in direzione di Castra Vetera (Xanten) comunque lontanissima da Magonza , per tamponare la falla sul Reno lasciata dalle tre Legioni distrutte a Teutoburgo , oppure discese , ritirandosi , lungo il corso del fiume Lippe partendo dall' avamposto di Aliso , in direzione Ovest verso il Reno a Castra Vetera ; percorso tenuto da Asprenate che ritengo piu' logico in base allo scritto di Velleio , infatti se Asprenate si trovava a Magonza , che gia' era un quartiere stabile invernale di ricovero delle Legioni germaniche , che senso avrebbe avuto il passo dove dice : "scendendo  prontamente verso i quartieri invernali della bassa Germania"  , se Magonza era gia' un quartiere invernale ? evidentemente il luogo della discesa (partenza) , o forse di ritirata , di Asprenate non era Magonza , ma probabilmente Aliso , un semplice forte avamposto in territorio germanico , non adatto ad un quartiere invernale per Legioni e diventato ora estremamente pericoloso dopo i tragici fatti di Varo .

 

Modificato da Legio II Italica

Inviato (modificato)

Egregio @Legio II Italica, ti conforterà sapere che nella traduzione che dà Leopoldo Agnes (Classici UTET - 1969) al brano da te citato, il passo in questione lo traduce (un po' liberamente) con:

"Sia dato un equo riconoscimento a Lucio Asprenate, che militando come luogotenente agli ordini di Varo suo zio, con azione energica e coraggiosa tenne le truppe poste ai suoi ordini (due legioni) al di fuori di quella immane calamità, e retrocedendo tempestivamente nei quartieri del Basso Reno, ristabilì la fiducia negli animi delle popolazioni che anche al di qua del fiume davano segni di perplessità."

Retrocedendo quindi, sembrerebbe sposare la tua tesi: se sei sul tuo territorio non puoi retrocedere, al massimo spostarti... Asprenate quindi era al di là del Reno? Ad Aliso?

E si sarebbe lasciato dietro un distaccamento agli ordini del primipilo Cedicio per poi tornare su i suoi passi con qualche coorte incontro ai superstiti? Secondo me non regge...

Infatti, sempre Agnes, poi prosegue: "Vi è tuttavia chi ritiene che se egli trasse in salvo i superstiti, si sia anche appropriato dei beni di quanti erano stati trucidati con Varo."

E' più facile ritenere che Lucio Asprenate nipote di Varo e suo subordinato in Germania, accorresse con due legioni da Mogontiacum (Magonza) , per scongiurare un'invasione germanica, salvare i superstiti e rafforzare gli animi incerti delle popolazioni galliche. Questo sembra dire anche Cassio Dione Cocceiano (Storia Romana LVI, 22, sa-2b):

« I barbari si impadronirono di tutti i forti [che erano presenti sul territorio germanico] tranne uno [si tratta dello stesso episodio narrato da Velleio, di Aliso], nei pressi del quale furono impegnati, non poterono attraversare il Reno ed invadere la Gallia [...] la ragione per cui non riuscirono ad occupare il forte romano è da attribuirsi alla loro incapacità nel condurre un assedio, mentre i Romani facevano un grande utilizzo di arcieri, respingendo ed infliggendo numerose perdite ai barbari [...] e si ritirarono quando vennero a sapere che i Romani avevano posto una nuova guarnigione a guardia del Reno [non poteva che essere Asprenate che quindi era giunto a Castra Vetera da sud] e dell'arrivo di Tiberio, che sopraggiungeva con un nuovo esercito [...] »
(Cassio Dione Cocceiano, Storia Romana, LVI, 22, 2a-2b)

 

Modificato da El Chupacabra

Inviato

Caro @El Chupacabra, una parte del tuo predente scritto :

"Retrocedendo quindi, sembrerebbe sposare la tua tesi: se sei sul tuo territorio non puoi retrocedere, al massimo spostarti... Asprenate quindi era al di là del Reno? Ad Aliso?"

Considera che i Romani erano in territorio conquistato , quindi "retrocedere" verso una linea di partenza , strategicamente parlando , ci sta' .

Per quanto riguarda Dione Cassio , che ho consultato anch' io , pensiamo che scriveva circa 200 anni dopo i fatti di Teutoburgo e sebbene apprezzi molto la sua Storia Romana , lo ritengo piu' affidabile per i fatti prossimi al suo tempo , anche se per la storia lontana da lui , certamente avra' consultato testi antichi di storici a noi in parte ignoti .

Di contro , Velleio scrive la sua opera a pochi anni di distanza da Varo , circa 20 , quindi fu contemporaneo dei fatti trattati , e' possibile che sia stato anche informato da testimoni sopravvissuti alla battaglia . Non potendo entrambi risolvere questo problema e non volendo annoiare i lettori del post con queste nostre discussioni , per noi interessantissime , proporrei di non proseguire oltre . Ti ringrazio della tua competenza storica e della squisitezza nel rispondere alle mie ipotesi proponendone di alternative . Un saluto

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