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IGNORED

Bizzarria dal British Museum


Risposte migliori

Inviato

Direi che non c'era nessuna fase in più nel processo: i tondelli andavano comunque separati, sia che lo si facesse prima che dopo la coniazione, in quanto non venivano prodotti singolarmente, ma bensì in serie per fusione in stampi (chiusi o aperti).

Quindi nessuna operazione in più.

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Giusto. Ho detto una sciocchezza.

In compenso, invece di dover prendere con le tenaglie tre volte (nel nostro caso, sempre che non si tratti di un frammento di una serie più lunga) il singolo tondello ed appoggiarlo sul conio di incudine, l'addetto aveva la possibilità di fare un unico gesto, facendo poi scorrere dopo ogni colpo il bianco "moltiplo" sul conio di incudine. Come procedimento mi sembra oggettivamente più speditivo...

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Che il sistema fosse preposto all'aumento della velocità di produzione delle monete è comunque una ipotesi anche per lo stesso Crawford visto che scrive presumably (a pag 753).

Le ipotesi sulle tecniche volte ad aumentare la velocità di coniazione di cui ho letto (pag 582) mi sembrano leggermente diverse e prevederebbero l'impego anche di coni multipli, attacati fianco a fianco, che avrebbero richiesto un perfetto controllo del passo tra i coni e di quello tra i bianchi. La forza da imprimere manualmente e costantemente ad un conio multiplo non credo permettesse di avere più di 2 o 3 coppie di coni e non una sorta di catena di montaggio alla "tempi moderni" di Chaplin.

Ma anche in questo caso continurei a parlare di ipotesi e non di certezze, per come leggo le parole di Crawford.

Angoli di conio arbitrari, ma costanti, si possono spiegare anche con la tecnica a singolo bianco e singola coppia di coni, se si accetta che i malliatores potevano mantenere lo stesso angolo anche manualmente tra un colpo e l'altro.

Luigi


Inviato

Sono assolutamente d'accordo con te rispetto al fatto che parliamo di ipotesi, più o meno probabili, e non di certezze.

Sappiamo per certo che in almeno un caso, quello del "trittico", qualcuno ha coniato degli assi in quella maniera.

E qua ci fermiamo, tutto il resto sono ipotesi, così come per la stragrande maggiaranza degli altri aspetti della numismatica antica.

Le ipotesi sulle tecniche volte ad aumentare la velocità di coniazione di cui ho letto (pag 582) mi sembrano leggermente diverse e prevederebbero l'impego anche di coni multipli, attacati fianco a fianco, che avrebbero richiesto un perfetto controllo del passo tra i coni e di quello tra i bianchi. La forza da imprimere manualmente e costantemente ad un conio multiplo non credo permettesse di avere più di 2 o 3 coppie di coni e non una sorta di catena di montaggio alla "tempi moderni" di Chaplin.

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Personalmente l'ipotesi di utilizzo di coni multipli affiancati del Crawford non mi convince molto: mi sembra un po' macchinosa e non in grado di raggiungere lo scopo di accelerare i tempi di produzione o semplicemente di fare meno fatica.

C'è da dire che in questo paragrafo il Crawford non fa menzione del "trittico" e relativa tecnica alla Chaplin: ne parla nell'Addenda, aggiunta in un secondo momento. Presumibilmente nel momento in cui è stato steso il capitolo il "trittico" non gli era ancora noto, o semplicemente non l'ha associato in quel momento alle tecniche di coniazione (sarebbe da chiederglielo).

Per come leggo io l'ipotesi dei coni multipli mi sembra più un tentativo di dare una spiegazione alla costanza degli angoli di inclinazione che altro.

Angoli di conio arbitrari, ma costanti, si possono spiegare anche con la tecnica a singolo bianco e singola coppia di coni, se si accetta che i malliatores potevano mantenere lo stesso angolo anche manualmente tra un colpo e l'altro.

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Verissimo, anche se tra un colpo di maglio e l'altro il conio di martello doveva essere alzato per poter rimuovere la moneta coniata (oppure la stessa doveva essere rimossa con un movimento del conio di martello), e per permettere la collocazione di un nuovo tondello. I gesti di far scivolare tra i coni una catena di bianchi mi sembrano molto più semplici e rapidi e mi aspetterei quindi una minore variabilità dell'angolo rispetto ad una coniazione di singoli tondelli, anche nel caso in cui il lavorante addetto a tenere il conio di martello fosse rimasto nella stessa identica posizione.

Direi abbastanza verosimile in ogni caso il fatto che non ci fosse alcuna volontarietà nel mantenere l'angolo costante, e che tale risultato sia derivante da un aspetto meramente legato alla tecnica di produzione.

E la coniazione "alla Chaplin" certamente determina un risultato del genere, come ci mostra lo splendido reperto del British.

Insomma, mi sembra che l'ipotesi abbia diversi elementi di sostegno, mentre non mi pare che ce ne sia nemmeno uno che tenda a negarla.

Dopodichè, il fatto di dire che fosse una tecnica generalizzata è tutto un altro paio di maniche, così come lo è il fatto di dire che si è trattato di un evento eccezionale che, fatalità, è giunto concretamente fino a noi sotto forma del famigerato "trittico del British Museum" (sembra il titolo di un film ...)

Awards

Inviato

Questa interessante discussione non starebbe bene nella sezione "Tecnologie produttive"?

Ciao, P. :)


Inviato

Buon pomeriggio, soprattutto a Caiuspliniussecundus. Come nuovo entrato non mi sarei certo aspettato di imbroccare al primo colpo la bellezza di tre prue rostrate di così fine incisione: come potete vedere nella discussione di carattere "navale" che ho aperto, il mio campo non è tanto la numismatica, quanto lo studio delle antiche architetture navali, che qualche volta si abbinano.

Sapresti darmi (se posso permettermi il tu) ulteriori indicazioni e caratteristiche del trittico? Visto così mi pare un conio di periodo pre-imperiale (ci metterei il I secolo a.C., coi dati in mio possesso) ma ho già realizzato che le datazioni numismatiche seguono un criterio abbastanza diverso.

Buon lavoro da

Lepanto2007


Inviato
Sapresti darmi (se posso permettermi il tu) ulteriori indicazioni e caratteristiche del trittico?

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Caro Lepanto,

Imbattersi in monete del periodo repubblicano con raffigurata una prua di nave è una cosa piuttosto frequente: la stragrande maggioranza delle emizzioni di bronzo dal III al I sec. portano infatti una prua al rovescio. Ti consiglio, in prima battuta, di dare un'occhiata ai manuali, alla voce Monetazione Romana Repubblicana.

G.

Awards

Inviato

Vorrei rispondere alle osservazioni di Commodo riguardo il British Museum.

E' vero che le monete esposte al pubblico sono poche vetrine, d'altronde ogni museo di antichita', a carattere non specifico, non potrebbe averne molte di piu'.

Quello che normalmente non si conosce e' che il British Museum, per numero credo la piu' ampia collezione di monete in Europa, mette a disposizione degli studiosi e dei collezionisti un servizio per cui chiunque sia accreditato (serve una buona lettera di presentazione in inglese e u n po' di altra burocrazia) puo' visitare il "Coin Cabinet", in determinati orari e dietro appuntamento e, alla presenza dei curatori "prendere in mano" letteralmente dei tesori classici che possiamo ammirare solo sui libri, cosi' come i piccoli oboli di qualche zecca super-minore siciliana, monete dei Vandali, Axum, gigliati e saluti napoletani, antiquiores, monete birmane, e quanto altro vi passa nella testa perche' c'e' di tutto.

Ora vorrei che qualcuno mi facesse un esempio di un museo italiano dove questo avviene con la mdesima semplicita' di formalita' e di approccio.

Inoltre, al medesimo Coin Cabinet eseguono, gratuitamente, delle perizie (non stime pero') sull'autenticita' dei pezzi che ognuno puo' liberamente portare.

Infine, in passato ci sono state da parte di grandi musei (Britich, ma anche Bibliotheque Nationale o Metropolitan) delle vendite dei loro duplicati che hanno contribuito a rimettere in circolo esemplari preziosi per i collezionisti, procurando loro gioia e allo stesso tempo risorse preziose a quelle Istituzioni per colmare lacune che potevano avere in altri settori. Avete mai sentito di un'iniziativa simile per le collezioni pubbliche italiane ?

Sono d'accordissimo che le collezioni debbano vivere, e' il loro scopo come bene Pubblico e quindi appartenente a tutti noi. Il primo passo e' la pubblicazione dei materiali in modo che siano fruibili come conoscenza (l'Italia e' vergognosamnete indietro in questo : a Roma e' esposta la piu' bella collezione di monete d'oro Romane del mondo ed aspetta da 100 anni uno straccio di catalogo); il secondo passo e rendere disponibili i materiali a chi, serio e onesto, abbia interesse o voglia di studiarli, ammirarli o semplicemente conoscerli direttamente.

Quindi, il British, come tutti, avra' pure i suoi difetti, ma per lo meno offre un servizio che da noi e' ancora quasi una pura utopia...

numa numa


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