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IGNORED

Ma Cleopatra aveva veramente un nasone?


apollonia

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A giudicare da questo tetradramma sembra di sì.

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CLEOPATRA_ANTONY_TET_r.JPG

Tetradramma Cleopatra.JPG

 

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...e perché questa?

cleopat.png

anche se ricordo un documentario dove si ipotizzavano le reali sembianze di Cleopatra sulla base di vari artefatti coevi. Risulterebbe così...

cleopat real.jpg

Però,cercandolo sul web ho trovato anche questa ricostruzione.

cleopat realbis.jpg

Comunque fosse, per mia piccola personale esperienza, certe Mediorientali bellissime hanno un naso "importante" ?

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2 ore fa, Gallienus dice:

Concordo... a parte per il fatto che non è un denario ma un tetradramma 1f61c.png

Giusto. Ho fatto in tempo a correggermi.

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I canoni di bellezza cambiano nel giro di pochi decenni, quindi figuriamoci quanto possano essere cambiati in due millenni.. Sarebbe curioso sapere come la descrivevano le fonti antiche. I moderni sono ormai d'accordo nell'affermare che la forza di Cleopatra in amore non fosse la bellezza ma il fascino irresistibile. 

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50 minuti fa, Afranio_Burro dice:

I canoni di bellezza cambiano nel giro di pochi decenni, quindi figuriamoci quanto possano essere cambiati in due millenni.. Sarebbe curioso sapere come la descrivevano le fonti antiche. I moderni sono ormai d'accordo nell'affermare che la forza di Cleopatra in amore non fosse la bellezza ma il fascino irresistibile. 

Oppure dipendeva dal fatto che se le giravano male ti faceva scorticare vivo? ?

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1 ora fa, Afranio_Burro dice:

I canoni di bellezza cambiano nel giro di pochi decenni, quindi figuriamoci quanto possano essere cambiati in due millenni.. Sarebbe curioso sapere come la descrivevano le fonti antiche. I moderni sono ormai d'accordo nell'affermare che la forza di Cleopatra in amore non fosse la bellezza ma il fascino irresistibile. 

Il fatto è che Cleopatra era una donna colta e intelligente.

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Plutarco, biografo e scrittore greco romano, in ‘Vita di Antonio’, descrive così Cleopatra, una delle figure più leggendarie del mondo antico, l’ultima regina tolemaica d’Egitto e colei che per due volte, attraverso i suoi due grandi amori Giulio Cesare e Marco Antonio, fu ad un passo dal divenire imperatrice di Roma e del mondo.

“A quanto dicono la sua bellezza in sé non era del tutto incomparabile né tale da colpire chi la guardava; ma la sua conversazione aveva un fascino irresistibile, e da un lato il suo aspetto, insieme alla seduzione della parola, dall’altro il carattere, che pervadeva contemporaneamente i suoi colloqui, erano un pungiglione penetrante. [...] Pochissimi erano i barbari con i quali trattava mediante un interprete; alla maggior parte dava da sé le risposte, come a Etiopi, Trogloditi, Ebrei, Arabi, Siri, Medi, Parti. Dicono anche che conoscesse la lingua di molti altri popoli, mentre i re precedenti non si erano sottoposti nemmeno ad apprendere l’egiziano e alcuni avevano dimenticato anche il dialetto macedone”.

(Da http://oubliettemagazine.com/2015/11/15/cleopatra-degitto-icona-e-dea-di-due-millenni-di-storia/ )

 

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11 ore fa, apollonia dice:

colei che per due volte, attraverso i suoi due grandi amori Giulio Cesare e Marco Antonio, fu ad un passo dal divenire imperatrice di Roma e del mondo

Bah, saranno anche stati "amori" ma a me qualche dubbio viene.

Intelligente e scaltra la era sicuramente. :-)

E forse anche un po' troppo! :-)

Ciao.

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21 ore fa, TheWhiteFly dice:

Bah, saranno anche stati "amori" ma a me qualche dubbio viene.

Intelligente e scaltra la era sicuramente. :-)

E forse anche un po' troppo! :-)

Ciao.

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Come spesso accade alle donne potenti che segnano la storia, attorno alla figura di Cleopatra nacquero dicerie e leggende di ogni tipo, come ad esempio che fosse una meretrice, che bevesse molto e che amasse indulgere eccessivamente ai piaceri della carne. Orazio la chiama il “fatale monstrum” di Roma, mentre lo storico del III secolo, Cassio la descrive così: “era una donna dalla sessualità e dall’avarizia insaziabili, la sua aspirazione era ottenere il dominio sui Romani, fallì e finì per perdere il suo regno, incantò i due più grandi romani dell’epoca e finì per distruggere se stessa”.

Anche per gli autori classici è una donna immorale e perfida: Dante la condanna all’inferno da lussuriosa “rapace, crudele e lasciva”, Shakespeare la demonizzata e la chiama “il serpente del Nilo”.

Ma è proprio vero che la storia viene scritta dai vincitori, in questo caso nella successiva epoca imperiale, quando era già stata sconfitta dal suo grande nemico Ottaviano Augusto. Tutte le rappresentazioni della regina egiziana nella storia e nella poesia augustea sono animate dal medesimo astio, e mettono in rilievo sempre gli stessi tratti negativi. Quasi tutto quello che sappiamo di lei è stato scritto dai suoi nemici e proviene solo da fonti romane, scritte da storici come Plutarco, Dione e Appia. Cicerone non menziona neanche il suo nome da quanto ha disprezzo per Cleopatra.

Tuttavia l’immagine stereotipata che abbiamo di lei è molto lontana dalla verità: Cleopatra, la donna destinata a segnare il futuro del mondo mediterraneo, incarnava tutto quello che non piaceva agli uomini romani. Innanzitutto era una donna e in secondo luogo era una donna di potere, cosa che faceva di lei un individuo estremamente minaccioso e pericoloso, certamente da odiare.

 

Ciao,

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Già che siamo in argomento, continuo con con l'esposizione delle qualità e della personalità di Cleopatra secondo fonti affidabili.

Essere donna di potere al pari degli uomini, nell’antico Egitto era usuale: le regine, da abili consigliere, vivevano al fianco dei faraoni condividendo diritti e privilegi, gestendo con essi il potere e partecipando attivamente alla vita politica del regno. La libertà e l’autonomia della quale godevano le regine non erano esclusiva dei palazzi reali. In generale tutte le donne dell’antico Egitto vivevano una condizione emancipata, sapevano leggere e scrivere, giuridicamente avevano gli stessi diritti degli uomini, disponevano dei propri beni liberamente, potevano addirittura scegliersi il marito. Privilegi impensabili per le altre civiltà dell’epoca. Essere “Nebet Per” ossia signora della casa non impediva però alle donne di lavorare nei campi accanto al marito o come tessitrici oppure intraprendere professioni come quella di danzatrice, musicista o addirittura scriba.

Cleopatra, nata e cresciuta in Egitto, eredita questo stile di vita improntato alla libertà e all’indipendenza sconosciuto alle donne appartenenti ad altre culture del suo tempo e non solo.

Una donna affascinante, sensuale e seducente, ma in realtà non sono queste qualità la sua arma migliore. Probabilmente non è mai stata una donna di straordinaria bellezza, ma sicuramente di straordinaria vitalità e intelligenza certa. La sua vera forza è la sua personalità. E’ infatti una donna molto colta, intelligente, raffinata, che sa parlare su temi diversissimi, che conosce tante lingue e con la quale è piacevole conversare e passare il tempo. Forte e abile politicamente, è una donna, appunto, libera e indipendente molto diversa dalla maggior parte delle donne romane che sono relegate ad un ruolo di secondo piano nella vita sociale. E questo sicuramente colpisce molto uomini tipici romani come lo sono Cesare e Marco Antonio.

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Cleopatra VII nasce nel 69 a.C. ad Alessandria d’Egitto da Tolomeo XII. La regina non aveva origini egizie, ma greche. Era infatti una discendente di Tolomeo uno dei generali che assieme ad Alessandro Magno nel 332 a.C. conquistarono l’Egitto. Dopo la morte del conquistatore macedone Tolomeo prese il controllo della regione, instaurando la dinastia tolemaica e segnando l’inizio dell’era ellenistica in Egitto con capitale Alessandria.

La sua leggendaria storia si divide tra la Roma repubblicana, la caput mundi, e Alessandria, capitale dell’Egitto tolemaico e del mondo ellenistico (mondo greco in cui i greci non ebbero alcun ruolo). È il 48 a.C. quando Cleopatra si presenta a Giulio Cesare, l’uomo più potente del mondo allora conosciuto, che era giunto ad Alessandria sulle tracce di Pompeo dopo la fine della guerra civile romana.

Per conoscere quindi Cesare ed entrare nel palazzo senza rischiare la vita, Cleopatra deposta ed esiliata dal fratello, si fece arrotolare in un tappeto che il suo amico e complice, Apollodoro Siculo, portava sulle spalle. Una volta al cospetto dell’imperatore il tappeto venne srotolato a terra e apparve lei come una visione, con i più sontuosi abiti e i più pregiati gioielli. Parlandogli in latino, gli chiese protezione dal fratello. Con un abile e astuta mossa riuscì ad ammagliare Cesare che i due divennero amanti quella stessa notte. Da quest’unione nacque Cesarione nel 47 a.C., unico figlio maschio di Cesare e suo legittimo erede. Grazie a Cesare Cleopatra rimase unica sovrana d’Egitto.

Per stare vicino a Cesare, si trasferisce a Roma dove, però, è accolta con molta ostilità. Ma la sua cultura sapeva rapportarsi con qualunque personalità, non solo a livello culturale ma influenzò anche la moda tra le romane, che la invidiavano ed imitavano.

Con questo trasferimento probabile che intendesse permettere al figlio Cesarione, una volta morto Cesare, di prendere il potere di un dominio grande come quello di Alessandro Magno. Il disappunto del popolo romano e le contestazione nate in Senato portano all’assassinio di Giulio Cesare nelle idi di marzo del 44 a.C. Così la situazione politica non consente più a Cleopatra di rimanere a Roma, ed ella riparte per l’Egitto.

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Ma Cleopatra non abbandonò il suo sogno, di un grande impero mediterraneo orientale con capo Alessandria. Dopo la morte di Cesare, conquistò Marco Antonio, diventato il governatore dell’Oriente. Celebre è la descrizione del loro incontro avvenuta in Cilicia dove Cleopatra, si presentò, racconta Plutarco, “su un vascello dalla poppa d’oro con le vele di porpora spiegate al vento. I rematori vogavano contro corrente con remi d’argento al suono di un flauto accompagnato da zampogne e liuti. Essa era sdraiata sotto un baldacchino trapunto d’oro”.

Antonio rimane anche egli affascinato da Cleopatra. Quella donna è un intellettuale, una filosofa, ha un grandissimo senso dell’umorismo e del divertimento ed è qualcuno a cui confronto la politica di Roma sembra noiosa e provinciale.

Secondo Plutarco, Antonio amò profondamente Cleopatra, e ne venne dominato e soggiogato. Bastava che lei tardasse qualche minuto e lui si rodeva il cuore, in preda all’ ansia, all’ inquietudine e all’ebbrezza. “Spesso balzava in piedi per guardare in lontananza, finché lei approdava, portando il dono incomparabile della sua grazia”. Era molto più di una calamità: era una vocazione, una follia, una dedizione, che aprì ad Antonio le porte di un mondo che fino allora gli era sconosciuto.

 

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Marco Antonio e Cleopatra uniti dal sogno di realizzare un grande impero d’oriente si scontrarono inevitabilmente con Roma. Ottaviano Augusto dichiarò guerra all’Egitto, sconfisse il loro esercito nella battaglia di Azio nel 31 a.C. Si tolsero la vita entrambi ma alla storia celebrata da pittori, scrittori e artisti di tutti i tempi, passò solo la morte di Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto.

Ottaviano, che aveva mosso una guerra contro Cleopatra per “fermare le sue mire espansionistiche e il sogno dei due di divenire imperatori”, una volta vinta la battaglia fece il loro gioco facendosi imperatore di Roma e utilizzando le enormi ricchezze dell’Egitto per dare inizio al regime monarchico.

Furono talmente abbondanti i tesori egizi che confluirono a Roma che il prezzo dell’argento si dimezzò e i tassi d’interesse crollarono. Ottaviano predispose un intenso piano di ricostruzione per fare di Roma una città adeguata al suo regno. Cambiò il suo nome in Cesare Augusto, un nome adatto ad un imperatore.

È questo il momento cruciale in cui si forma un impero destinato a durare per 400 anni nel mondo occidentale con un imperatore alla sua guida. Si passa da una repubblica ad un impero e la sconfitta di cleopatra è un passo fondamentale nella storia dell’imperialismo occidentale.

Nonostante ciò Antonio e Cleopatra furono davvero ad un passo dal dominare il mondo, se avessero vinto l’intero asse portante dell’impero romano si sarebbe portato ad oriente, le lingue neolatine fra le quali l’Italiano, non avrebbero origine latine ma greche e sicuramente sarebbe stato un mondo molto diverso.

Certamente il fascino di Cleopatra, quella donna che possedeva la seduzione della parola, conquistò il mondo, che ancora oggi, duemila anni dopo la sua morte, la ricorda affascinante e splendida come una dea. Con lei nel 31 a.C. finisce l’era ellenistica e inizia quella romana. Rimasta regina fino alla fine decide di morire nella maniera più nobile e singolare, al punto da togliersi la vita anziché essere umiliata davanti a Roma.

 

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Provo simpatia per Cleopatra anche perché Alessandro Magno aveva una dolcissima e bellissima sorella con questo nome, a lui molto legata e da un rapporto tanto diverso da quello degli uomini misogini e vigliacchi del suo tempo. Un giorno avevano riferito ad Alessandro che Cleopatra aveva una storia d’amore con un ragazzo, Alessandro sorrise e rispose ai delatori: “Non vedo perché il fatto di essere una principessa debba impedirle di soddisfare le sue passioni”. Cleopatra, nel ricordare l’episodio, ebbe a commentare del fratello: “Scherzava e ancora una volta faceva un doppio salto, fingendo di dimenticarsi che ero anche donna. Le donne, in Grecia, non sceglievano i loro amori e non potevano viverli liberamente”.

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Chiedo venia se vado un po’ fuori tema, ma non voglio perdere l'occasione di rammentare che i rapporti che Alessandro Magno aveva con le donne erano improntati al massimo rispetto e alla considerazione del valore che la donna aveva nella società, indipendentemente dalla condizione sociale e dai legami reciproci.

Vi sono vari episodi riguardanti donne che vivevano senza protezione ma che Alessandro considerava di pari dignità delle altre che erano protette. Ad es. Campaspe, la prima amante greca di Alessandro e sua favorita, che per farle fare un ritratto si rivolse ad Apelle, considerato il maggiore pittore vivente. L'artista, mentre dipingeva il nudo di Campaspe, s'innamorò di lei e il sovrano, entusiasta dell'opera di Apelle, gli fece dono della modella.

Quando Alessandro venne a sapere che Euriloco di Egea, un suo valoroso soldato, voleva rientrare in Grecia per seguire un’etera, Telesippa, di cui s’era innamorato, non gli passò nemmeno per la testa che la si potesse costringere a restare: "Poiché è una donna libera", disse all'ufficiale, "non possiamo far altro che tentare di persuaderla".

Alessandro non ebbe alcuna pietà per gli abitanti di Tebe, la città che si era ribellata al dominio macedone e aveva raso al suolo, ma quando gli portarono davanti Timoclea, una donna che aveva osato uccidere l'ufficiale che l'aveva violentata e che alla domanda "chi sei?" aveva risposto "la sorella di Teagene che ha combattuto per la libertà della Grecia", rimase così colpito dalla dignità e dal coraggio da lasciarla subito andare, libera.

Ma l’atto di clemenza storicamente più grande di Alessandro fu quello nei confronti della madre di Dario, la regina Sisigambi, fatta prigioniera con la principessa Statira, moglie di Dario, e le loro due figliolette, Statira II e Dripetide, nella battaglia di Isso. All’indomani della battaglia Alessandro andò con Efestione a far visita alle prigioniere e nell'occasione Sisigambi, che non aveva mai visto Alessandro, si prostrò ai piedi di Efestione, il più alto dei due, avendolo scambiato per il re. Gelo assoluto all’interno della tenda, perché un gesto simile in Persia sarebbe costato la vita. Ma Alessandro si chinò verso la vecchia regina, le prese le mani aiutandola a rialzarsi e le disse. “No madre, non hai sbagliato: anche lui è un Alessandro.”

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