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Risposte migliori

Inviato

buonasera e buone feste,

peso 2,60 gr

diam 15mm

penso ci sia scritto CONSECRATIO,

di cosa si tratta?

grazie mille a tutti in anticipo

IMG_4636.JPG

IMG_4637.JPG


Inviato (modificato)

emissione di consacrazione di claudio II gotico post 270 AD

al dritto legenda "divo claudio"  busto radiato di Claudio II, al rovescio legenda "consecratio" altare fiammeggiante tipo con 4 globetti

zecca dalla caratteristiche ipotizzabile Roma.

la maggior parte coniate sotto impero di Aureliano

 

Modificato da Flavio_bo
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Inviato

quali sono i riferimenti esatti? 

di che moneta parliamo? 


Inviato

guarda questo link ci sono i riferimenti del RIC V

http://www.ric.mom.fr/en/coin/1275?q=divo+claudio&page=1&mod=result&x=31&y=2&hpp=5&from=quick

tieni conto che questa tipologia di moneta ha molte varianti di conio del rovescio, con una diversità di pesi notevoli.

Esistono inoltre numerose imitazioni non ufficiali.  Si ipotizza che le coniazioni siano iniziate sotto Quintillo e qualcuno ipotizza fino a Probo.

Le zecche che hanno coniato monete di consacrazione per Caudio II sono Roma (Altare e Aquila), Siscia (Altare) , Cizico (Altare e Aquila), Milano (Altare e Aquila).

Antiochia non ha coniato monete di consacrazione.

La moneta non ufficiale come accennato di norma è riconoscibile per lo stile grezzo, per le legende abbozzate o comunque non corrette e per il peso calante rispetto al prototipo originale. Per le monete di Claudio si è accertato un fenomeno singolare e cioè che diverse monete di Consacrazione, che per il peso sembrerebbero non ufficiali, potrebbero per lo stile essere in realtà monete coniate dalla zecca di Roma o comunque prodotte dai suoi operai dopo la loro fuga dall’Urbe conseguente alla repressione della loro rivolta da parte di Aureliano. Questo rende assai difficoltosa la loro classificazione in ufficiali o non ufficiali, tant’è che in alcuni testi sono considerate “imitative”, in altri come produzioni ufficiali, in altri studi come ad esempio quelli di  S. Estiot considerate letteralmente imitazioni italiane.

Consacrazione. Alla morte di un imperatore, ma spesso anche di altri personaggi di particolare importanza, era consuetudine la cerimonia della Consecratio, detta anche apoteosi o divinizzazione che era stabilita dal Senato, l’imperatore divinizzato acquisiva il titolo di Divus. Come caratteristica fondamentale per ottenere la Consecratio vi era la necessità di proteggere, aiutare o aumentare la fortuna della patria: in tal modo, si poteva concedere o stabilire che qualsiasi statista, politico, generale o anche semplice cittadino, avesse un posto assicurato in cielo ed una felicità perpetua. Due erano le condizioni basilari perché un imperatore diventasse Divus: la "combustione" o crematio del cadavere e un decreto del Senato che così proclamava e sanzionava. Il titolo di Divus è stato poi utilizzato nei documenti ufficiali, almeno sino a tutto il IV secolo.

Sebbene di fatto con gli imperatori cristiani l'appellativo perda parte della valenza precedente, il Senato di Roma continuò a svolgere il suo ruolo nella "Consacrazione" degli imperatori fino ad epoca teodosiana, quando la loro divinizzazione pare interrompersi.

Il rito della divinizzazione consisteva nella cremazione pubblica e si credeva che dalle fiamme si alzasse un’aquila in volo, la quale impersonava l’anima stessa dell’ Imperatore, e raggiungesse la dimora degli dei.

Le monete pertanto che ricordano tale rito sono dette di Consacrazione e al verso riportano un altare, una pira oppure un’aquila mentre distende le ali per alzarsi in volo, spesso appoggiata su un globo o un altare.

 


Inviato
7 minuti fa, Flavio_bo dice:

guarda questo link ci sono i riferimenti del RIC V

http://www.ric.mom.fr/en/coin/1275?q=divo+claudio&page=1&mod=result&x=31&y=2&hpp=5&from=quick

tieni conto che questa tipologia di moneta ha molte varianti di conio del rovescio, con una diversità di pesi notevoli.

Esistono inoltre numerose imitazioni non ufficiali.  Si ipotizza che le coniazioni siano iniziate sotto Quintillo e qualcuno ipotizza fino a Probo.

Le zecche che hanno coniato monete di consacrazione per Caudio II sono Roma (Altare e Aquila), Siscia (Altare) , Cizico (Altare e Aquila), Milano (Altare e Aquila).

Antiochia non ha coniato monete di consacrazione.

La moneta non ufficiale come accennato di norma è riconoscibile per lo stile grezzo, per le legende abbozzate o comunque non corrette e per il peso calante rispetto al prototipo originale. Per le monete di Claudio si è accertato un fenomeno singolare e cioè che diverse monete di Consacrazione, che per il peso sembrerebbero non ufficiali, potrebbero per lo stile essere in realtà monete coniate dalla zecca di Roma o comunque prodotte dai suoi operai dopo la loro fuga dall’Urbe conseguente alla repressione della loro rivolta da parte di Aureliano. Questo rende assai difficoltosa la loro classificazione in ufficiali o non ufficiali, tant’è che in alcuni testi sono considerate “imitative”, in altri come produzioni ufficiali, in altri studi come ad esempio quelli di  S. Estiot considerate letteralmente imitazioni italiane.

Consacrazione. Alla morte di un imperatore, ma spesso anche di altri personaggi di particolare importanza, era consuetudine la cerimonia della Consecratio, detta anche apoteosi o divinizzazione che era stabilita dal Senato, l’imperatore divinizzato acquisiva il titolo di Divus. Come caratteristica fondamentale per ottenere la Consecratio vi era la necessità di proteggere, aiutare o aumentare la fortuna della patria: in tal modo, si poteva concedere o stabilire che qualsiasi statista, politico, generale o anche semplice cittadino, avesse un posto assicurato in cielo ed una felicità perpetua. Due erano le condizioni basilari perché un imperatore diventasse Divus: la "combustione" o crematio del cadavere e un decreto del Senato che così proclamava e sanzionava. Il titolo di Divus è stato poi utilizzato nei documenti ufficiali, almeno sino a tutto il IV secolo.

Sebbene di fatto con gli imperatori cristiani l'appellativo perda parte della valenza precedente, il Senato di Roma continuò a svolgere il suo ruolo nella "Consacrazione" degli imperatori fino ad epoca teodosiana, quando la loro divinizzazione pare interrompersi.

Il rito della divinizzazione consisteva nella cremazione pubblica e si credeva che dalle fiamme si alzasse un’aquila in volo, la quale impersonava l’anima stessa dell’ Imperatore, e raggiungesse la dimora degli dei.

Le monete pertanto che ricordano tale rito sono dette di Consacrazione e al verso riportano un altare, una pira oppure un’aquila mentre distende le ali per alzarsi in volo, spesso appoggiata su un globo o un altare.

 

grazie mille... e' stato un piacere conoscerla !! 


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