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Inviato
4 ore fa, Mushu dice:

Anche il fatto che non avesse la spilla del vestito per valutarne la conservazione forse?!

Buon giorno. L'ipotesi del fallimento del Tallero d'Italia in Eritrea nel 1918 a causa della presunta mancanza della spilla in rilievo che, nel tallero asburgico 1780, abbelisce la spalla dx di Maria Teresa, è stata formulata, all'inizio degli anni Trenta del secolo scorso, dall'Ing. Mario Lanfranco. E' una ipotesi proveniente da fonte "accreditata", dunque credibile più di altre, posto che nel 1918 il Lanfranco era niente di meno che il Direttore della Regia Zecca di Roma.

Da allora in poi, soprattutto in virtù della credibilità della fonte, questa storia è stata pedissequamente e acriticamente ripresa da tantissimi autori di testi e di cataloghi...

Per quanto mi riguarda l'ipotesi del Lanfranco è sì autorevole, ma è smentita clamorosamente dalla...stessa moneta oggetto della discussione.

E', infatti, sotto gli occhi di tutti che non è vero che al D del tallero d'Italia manca la famosa spilla: un gioiello in tutto simile alla spilla di Maria Teresa fa bella mostra di sè tra i capelli dell'allegoria dell'Italia. Quindi gli indigeni potevano benissimo, seguendo il ragionamento del Lanfranco, constatare il maggiore o minore stato di usura dell'"argentum signatum" italiano nello stesso modo con cui ciò erano adusi fare col tallero asburgico.

Saluti.

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Inviato

"E', infatti, sotto gli occhi di tutti che non è vero che al D del tallero d'Italia manca la famosa spilla: un gioiello in tutto simile alla spilla di Maria Teresa fa bella mostra di sè tra i capelli dell'allegoria dell'Italia. Quindi gli indigeni potevano benissimo, seguendo il ragionamento del Lanfranco, constatare il maggiore o minore stato di usura dell'"argentum signatum" italiano nello stesso modo con cui ciò erano adusi fare col tallero asburgico. "

Caro @MezzaPiastraPupillare,

sono stato tentato anch'io di evidenziare la presenza del fermaglio nei capelli della figura muliebre quale sostuto valido alla spilla dell'imperatrice, tuttavia ho preferito parlare più genericamente di rilievi nel Tallero nostrano perché, confrontando le due monete in FDC, l'Italicum risulta essere meno "evidenziato" dell'altro peraltro - a mio avviso - anch'esso di difficile controllo tattile...

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Inviato

Buona sera a tutti.

Vorrei ringraziare @Monetaio che con le sue felici foto ha reso efficacemente quanto detto a parole.

Mi son fatto una personale idea sul fallimento del tallero d'Italia in Eritrea, mediante lettura di articoli e testi numismatici ma, soprattutto, economici.

Sicuramente è stata importante la componente "consuetudine", "abitudine", "familiarità" nelle menti degli eritrei, abituati da generazioni a negoziare, comprare, vendere, stimare, valutare ecc. in funzione del mitico tallero di Maria Teresa, vera e propria moneta internazionale di quegli anni, felicemente accettata e utilizzata come mezzo di scambio non solo nel Corno d'Africa, ma anche nelle colonie inglesi e francesi del continente africano, nella penisola arabica, fino ai territori indiani e del lontano oriente (Giava, Sumatra, Borneo), così come peraltro già fatto notare da altri nei precedenti interventi. Però lo studio (blando per la verità...) della situazione economica europea negli anni della Grande Guerra, e in quelli immediatamente successivi, mi ha portato ad affiancare al dato emozionale anche un dato più scientifico, basato su considerazioni più prettamente economiche e mi spiego. E' noto che il prezzo dell'argento, durante gli anni della Grande Guerra, salì velocemente ed in modo vertiginoso, raggiungendo un picco nel dicembre 1919. In quell'anno, rispetto al 1915, il valore del bianco metallo era aumentato di circa 5 volte e mezzo. Poi il valore dell'argento iniziò una lenta discesa, orientativamente verso la fine del 1920. Probabilmente mantenere nella Colonia Eritrea un sistema monetario imperniato sul tallero d'Italia, di ottimo argento come sappiamo, dovette essere, almeno inizialmente, eccessivamente oneroso per le casse nazionali.

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Inviato

Su questo tema può essere utile quanto scritto da Giuseppe Girola nella RIN del 2010. Lo studio è intitolato "La circolazione del Tallero e della Lira in Etiopia durante l'occupazione italiana."

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Inviato
8 ore fa, viganò dice:

Su questo tema può essere utile quanto scritto da Giuseppe Girola nella RIN del 2010. Lo studio è intitolato "La circolazione del Tallero e della Lira in Etiopia durante l'occupazione italiana."

Buon giorno a tutti. Conosco bene l'ottimo saggio di G. Girola, pubblicato su RIN n.111 nell'anno 2010. Riporta interessanti notizie sui talleri italiani e non in circolazione nel Corno d'Africa nei secoli XIX e XX. In particolare fornisce molte notizie sconosciute ai più in merito ai due talleri (birr) di Menelik coniati a Parigi. Per quanto riguarda il tallero d'Italia, nella nota 29 parla ancora della favola dell'Ing. Mario Lanfranco, senza considerazioni critiche. Purtroppo, inoltre, nella descrizione di questo bel pezzo argenteo del re Numismatico riporta dati inesatti: la firma dell'incisione non è MOTTI, ma A. MOTTI; il decreto di emissione è del 31 (e non 21) maggio 1918, la tolleranza non è di 2/..  ma di 2,5 /.. sia sul peso che sul titolo...il saggio dunque, non dice nulla di innovativo nella fattispecie...


Inviato

Ok. Per chi non lo avesse letto è comunque interessante in relazione alla monetazione coloniale italiana. Saluti.


Inviato
1 ora fa, viganò dice:

Ok. Per chi non lo avesse letto è comunque interessante in relazione alla monetazione coloniale italiana. Saluti.

E' possibile pubblicare l'articolo?


Inviato (modificato)
1 ora fa, prtgzn dice:

E' possibile pubblicare l'articolo?

Penso occorra chiedere alla S.N.I. Forse qualche Membro del Forum ci può aiutare...

Nel caso io ho il testo e, quindi, lunedì potrei fare un pdf. e caricarlo.

Modificato da viganò

Inviato (modificato)

Da leggere anche "I Talleri italiani per la Colonia Eritrea" di Alberto Santamaria, pubblicato su Numismatica del 1965 n. 3.

Modificato da viganò

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