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10 ore fa, acraf dice:

Può essere più semplicemente una sorta di fusione simbolica tra berretto inghirlandato del dio Vulcano e il conio di martello, nel senso che il conio di martello, che ha una forma leggermente diversa e meno convessa, viene trasfigurato per essere visto ANCHE come berretto e quindi attributo del dio Vulcano....

Sono d’accordo con te sulla ‘ambivalenza’ del simbolo in questo particolare caso in cui l’oggetto tra tenaglie e martello è identificato come ‘anvil die’. Solo che nelle didascalie dei numerosi esemplari di questo denario che ho potuto esaminare, tale oggetto è sempre identificato come ‘anvil’, le cui dimensioni sono ben superiori a quelle del conio che può esservi inserito (ne rende idea il blocco grigio dello schema). In questo caso solo un mega conio di martello avrebbe rispettato il rapporto dimensionale conio/incudine, mentre un ‘garlanded Vulcan cap’ ci poteva stare.

D’altra parte, solo Tito Carisio potrebbe dirci cosa ha inteso raffigurare effettivamente sul suo denario: a questo punto non rimane che accettare l’ipotesi dell’ambivalenza del simbolo o, se vogliamo dirlo con le tue parole, della fusione simbolica.

Giovenale firma con inglese ok.jpg


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10 ore fa, acraf dice:

Può essere più semplicemente una sorta di fusione simbolica tra berretto inghirlandato del dio Vulcano e il conio di martello, nel senso che il conio di martello, che ha una forma leggermente diversa e meno convessa, viene trasfigurato per essere visto ANCHE come berretto e quindi attributo del dio Vulcano....

Sono d’accordo con te sulla ‘ambivalenza’ del simbolo in questo particolare caso in cui l’oggetto tra tenaglie e martello è identificato come ‘anvil die’. Solo che nelle didascalie dei numerosi esemplari di questo denario che ho potuto esaminare, tale oggetto è sempre identificato come ‘anvil’, le cui dimensioni sono ben superiori a quelle del conio che può esservi inserito (ne rende idea il blocco grigio dello schema). In questo caso solo un mega conio di martello avrebbe rispettato il rapporto dimensionale conio/incudine, mentre un ‘garlanded Vulcan cap’ ci poteva stare.

D’altra parte, solo Tito Carisio potrebbe dirci cosa ha inteso raffigurare effettivamente sul suo denario: a questo punto non rimane che accettare l’ipotesi dell’ambivalenza del simbolo o, se vogliamo dirlo con le tue parole, della fusione simbolica.

Giovenale firma con inglese ok.jpg


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Proprio per la trasfigurazione simbolica, non sempre gli oggetti hanno una precisa relazione riguardo le dimensioni.

L'artista romano aveva a disposizione diversi oggetti da disporre sul rovescio del piccolo denario, chiaramente ispirati dall'officina monetaria, ma con intenti anche allegorici e quindi l'artista si riteneva abbastanza libero da rigidi canoni di realismo, con precise proporzioni per ciascun oggetto. Se è così, diventa difficile riconoscere per esattamente reali alcuni oggetti. Probabilmente egli riteneva poco attraente disegnare il punzone di martello più piccolo dell'incudine (come in realtà), considerando anche che tale oggetto, per la particolare disposizione generale, veniva a trovarsi praticamente al centro della moneta e quindi anche dell'attenzione di chi guarda la moneta stessa.... Più bello, artisticamente parlando, era ingrandirlo, fino a diventare una sorta di berretto di Vulcano e quindi anche con un connotato religioso, senza tradire nel contempo il messaggio del monetario Carisius e cioè rappresentare una scena di coniazione della moneta.


  • 3 anni dopo...
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Buonasera, riprendo questa vecchia discussione dato che solo da qualche settimana ho scoperto questa moneta, che sto cercando di studiare e riprodurre su pergamena per questioni didattiche; mi ero fatto un'idea prima di vedere questo post e, tra me e me, avevo ipotizzato che, per questioni sacrali, prima di battere il primo esemplare, il conio di martello venisse coperto con un "berretto" per chiedere la benevolenza di Vulcano, in una qualche cerimonia di cui, ovviamente, non ci è giunta notizia. Quello raffigurato è ovviamente un pileo e non un conio, ma pare strano che il conio di martello non sia raffigurato. Da qui la mia, fantasiosa ipotesi, che volevo condividere con qualcuno.
Grazie per l'attenzione.


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Fantasiosa ma suggestiva, peccato che, come per tante altre peculiari iconografie di queste monete, non sapremo mai la verità. Il tema del richiamo a Vulcano come "protettore" degli addetti al conio e alla monetazione ritorna probabilmente anche in questo denario di L. Caesius, nel quale sopra ai Lari Praestites campeggia la testa di Vulcano con pileo e tenaglie: non avendo attinenze con la scena delle divinità domestiche, si può ritenere che il richiamo al dio sia in qualche modo legato alla sua funzione benevola verso i coniatori e i magistrati monetari.

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Tutto può rientrare nell'immenso contesto dei culti privati, un mondo vasto e misterioso che spesso si sottovaluta. I culti privati rappresentano il cuore stesso della religione romana, da essi ha preso forma e sostanza il culto pubblico. Non confonidamoli con i culti domestici, questi ultimi sono solo una delle diverse componenti dei culti privati, che racchiudevano in sé forme religiose gentilizie, o ancora proprie di collegi privati, di associazioni o di sodalizi.

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Il 2/3/2020 alle 00:42, Caesar61 dice:

Buonasera, riprendo questa vecchia discussione dato che solo da qualche settimana ho scoperto questa moneta, che sto cercando di studiare e riprodurre su pergamena per questioni didattiche; mi ero fatto un'idea prima di vedere questo post e, tra me e me, avevo ipotizzato che, per questioni sacrali, prima di battere il primo esemplare, il conio di martello venisse coperto con un "berretto" per chiedere la benevolenza di Vulcano, in una qualche cerimonia di cui, ovviamente, non ci è giunta notizia. Quello raffigurato è ovviamente un pileo e non un conio, ma pare strano che il conio di martello non sia raffigurato. Da qui la mia, fantasiosa ipotesi, che volevo condividere con qualcuno.
Grazie per l'attenzione.

Interessante teoria.

Del resto, la raffigurazione di Vulcano su altre emissioni aveva, probabilmente, il significato di invocazione con un valore gentilizio.

La sua effige compare per la prima volta sul dodrans Cr. 263/2 firmato da M. Caecilius Q. F. Q. N. Metellus, poi sul dodrans  266/2 della gens Cassia (e sono gli unici due dodrans della monetazione repubblicana) e infine sul denario 314/1 di L. Aurelius Cotta. Secondo Belloni, sulla pèrima di tali emissioni (datata 127 a.C.) Vulcano ha appunto un significato gentilizio, vale a ricordare che a suo figlio Caeculus si faceva ascendere l’origine della Cecilii, come tramanda Festo.

Se è vero, considerato la sua ripresentazione da parte della gens Cassia, databile forse all’anno successivo, significherebbe che i contemporanei avevano riconosciuto a M. Cecilio Metello il merito di aver “inventato” il tipo del dodrans.

Può essere interessante aggiungere che Vulcano compare su alcuni bronzi della monetazione "provinciale" di epoca repubblicana: un famoso di bronzo di Ariminum del 268-225 a.C., un altro (più o meno contemporaneo) di Aesernia, una moetina abbastanza rara (sempre più o meno della stessa epoca) a legenda PALACINV (dubitativamente attribuita a Pallanum, città dei Frentani, Palatium, città dei Sabini o al popolo dei Peligni; Rutter propone invece che si tratti di una semioncia romana della fine del II secolo) e, infine, un bel quadrante inedito con legenda CL. VAL. I. L., attribuito a Carteia e datatao al 40-20 a.C., battuto da asta Jesus Vico 121 (2009), lotto 37 e Roma Numismatics Ltd. VII (2014), lotto 1

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CNG 436, Lot: 481.

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Moneyer issues of Imperatorial Rome. T. Carisius. 46 BC. AR Denarius (19mm, 3.71 g, 6h). Rome mint. Head of Juno Moneta right / Implements for coining money: anvil die with garlanded punch die above, tongs and hammer on either side; all within laurel wreath. Crawford 464/2; CRI 70; Sydenham 982a; Carisia 1a; Type as RBW 1614. VF, toned, small pin hole on obverse below Moneta’s bust.


From the Andrew McCabe Collection, purchased from Peus Nachf., with old German collection ticket.

The apparent punch die on this type may be a cap of Liberty, and the lower die a generic anvil. The cap-shaped object is wreathed like a Dioscurus cap, which is the same cap worn by Vulcan, the god of metal-working. An analogue can be seen in the Scribonius Wellhead issue, RRC 416, which displays four different symbols, not three. Even rarer than the sought-after anvil is the Scribonius with a cap of Liberty, a variety not listed by Crawford. The scene on this coin may thus represent Vulcan’s generic metal-making workshop, but with the placement of the cap above the anvil, it may also be intended to allude to minting even if a punch die is not directly shown.

RRC p. 475 notes one reverse die of this issue with legend T. CARISIV (Amsterdam) as per this coin. Richard Schaefer obtained a photograph of the Amsterdam example and compared it to other examples in his Republican Die Project. In fact, reverse die matched examples to the Amsterdam coin prove the final S of CARISIVS did exist, but the die was filled at a later state. This CARISIV variety from a different die pair seems to have been caused by the same phenomenon. There is a trace of a final letter S. [Andrew McCabe]

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2 ore fa, apollonia dice:

. An analogue can be seen in the Scribonius Wellhead issue, RRC 416, which displays four different symbols, not three. Even rarer than the sought-after anvil is the Scribonius with a cap of Liberty, a variety not listed by Crawford. The scene on this coin may thus represent Vulcan’s generic metal-making workshop, but with the placement of the cap above the anvil, it may also be intended to allude to minting even if a punch die is not directly shown.
 

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Non avevo idea dell’esistenza di un quarto simbolo nei denari di Scribonio Libo! @apollonia hai per caso delle immagini?

PS ci ho messo una vita a trovare quello con l’incudine ?


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@Scipio

Avevo parlato dell’ipotesi di un quarto tipo di Scribonia nella descrizione dei miei tre denarÎ in

https://www.lamoneta.it/topic/153815-denari-della-scribonia/?tab=comments#comment-1751294

Sembra però che il presunto “quarto tipo” con il berretto di Vulcano sia in effetti il tipo più raro “incudine” con l’incudine non perfettamente impressa, in modo da dare l’impressione che possa trattarsi del copricapo del fabbro divino.

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23 ore fa, apollonia dice:

An analogue can be seen in the Scribonius Wellhead issue, RRC 416, which displays four different symbols, not three. Even rarer than the sought-after anvil is the Scribonius with a cap of Liberty, a variety not listed by Crawford

in realtà McCabe descrive proprio un quarto simbolo non descritto dal Crawford, il "cappello della Libertà (pileo)", "più raro della ricercata incudine". Per come è raffigurata l'incudine nel denario 416/1c mi sembra difficile che possa arrivare a sembrare un pileo.

Ad esempio ecco il mio:

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Il 4/3/2020 alle 19:34, Scipio dice:

Non avevo idea dell’esistenza di un quarto simbolo nei denari di Scribonio Libo! @apollonia hai per caso delle immagini?

PS ci ho messo una vita a trovare quello con l’incudine ?

Secondo Babelon sotto il pozzo ci può essere il martello, le tenaglie o il berretto di Vulcano.

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  • Grazie 1

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Denario classificato "Sydenham 928 variante con l’incudine" corrispondente al Crawford 416/1c.

Le altre due varianti hanno come simbolo il martello e le tenaglie.

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Title: Denarius - Sydenham 928 variant - Crawford 416/1c - Mint Date: 62 B.C.E. - Moneyer: Lucius Scribonius Libo - Denomination: Denarius – Material: Silver - Method of Manufacture: Struck

Dimensions: 19 mm – Weight: 3.95 grams - Authority: Roman Republic - Mint: Rome

Classification: Sydenham 928 variant; Crawford 416/1c - Sydenham Period: Period VII - c. 78-55 B.C.E.

Description: According to Crawford, the Puteal Scribonianum forms the reverse type because of its alleged association with the moneyer's family. The three varieties of the reverse's symbols, the hammer, tongs and anvil, are symbols of the Vulcan. Given the Puteal copied the spot which it had because it had been struck by lightning. The lyres may be purely decorative. Crawford goes on to state that believing that the obverse type is a reflection of the successful prosecution of the war against Catiline is not unreasonable. (Crawford pg. 442) - Subjects: Bonus Eventusgarlandlyreanvil

Type-Obverse: Head of Bonus Eventus to right; behind, LIBO downwards; before, BON·EVENT downwards; border of dots - Type-Reverse: Puteal Scribonianum, decorated with garland and two lyres; at base, anvil; above, PVTEAL; below, SCRIBON; border of dots

Legend-Obverse: LIBO BON·EVENT - Legend-Reverse: PVTEAL SCRIBON

Physical Location: Rutgers University. Libraries. Special Collections and University Archives

Rights Holder: Rutgers University. Libraries. Special Collections and University Archives.

Rights Declaration: Professor Corey Brennan of Rutgers University is Professor Badian's literary/academic executor, and it is with Professor Brennan's full consent that Rutgers University Libraries can use the Badian notes in the Roman Coins portal.

Associated EntityDonor: Dr. Ernst Badian - Persistent UR Lhttps://doi.org/doi:10.7282/T3WS8XDP Shelving LocatorCatalog Number BAD0965; Box Number 5

 

Fonte: https://rucore.libraries.rutgers.edu/rutgers-lib/55872/

 

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  • Scipio in primo piano e ha rimosso la discussione da quelle importanti questo topic
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Denario Crawford 416/1c della collezione American Numismatic Society

(il primo dei sedici esemplari in http://numismatics.org/crro/id/rrc-416.1c )

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RRC 416/1c

Descrizione del tipo

Data: 62 B.C. - Tipo d'oggetto: Moneta - Tecnica di produzione: Coniato

Nominale: Denario - Materiale: Argento

Autorità emittente - Emittente: L. Scribonius Libo

Geografico - Zecca: Roma

Dritto Legenda: LIBO BON·EVENT

Type: Head of Bonus Eventus right. Border of dots. Divinità: Bonus Eventus

Rovescio Legenda: PVTEAL SCRIBON

Type: Puteal Scribonianum, decorated with garland and two lyres; at base, hammer. Border of dots.

 

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  • Grazie 1

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questo in effetti potrebbe sembrare un pileo.


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Sì, e spiegare il “bonnet de Vulcain” del Babelon.

Alcuni esemplari del sito citato hanno una calotta della stessa forma ma più bassa.

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